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Autore: Slan Soulblaze    21/02/2010    3 recensioni
Non si guadagna mai qualcosa senza perderne un'altra.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matt Engarde
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bruciava e pulsava. Un alone di calore fluttuava attorno al punto del viso in cui si era conficcato le unghie lasciandole scorrere dove la sua furia, aiutata dalla forza di gravità, aveva stabilito. Di sfuggita vide Elvis sussultare nervoso e scappare di scatto col pelo ritto sulla schiena, sparendo fuori dalla gattaiola come un fulmine e lasciandola sbatacchiare senza che il poco delicato suono raggiungesse le sue orecchie.

Come l’eco di un suono troppo forte, che romba intrappolata nei timpani, il suo stesso acuto grido di frustrazione continuava a frullargli nel cervello, ripetuto infinite volte fino a trasformarsi in una nenia priva di senso e di contesto buona solo a confondergli le idee. Doveva riprendere il controllo, rallentare il respiro, non sentire più quel sibilo risalirgli la gola, fra le altre cose.
    Si osservò allo specchio.

Tre linee, rosse, perfettamente parallele, dalla fronte ancora corrugata sorvolavano l’occhio, stranamente lucido, per arrivare a toccare la guancia destra. Una quarta si fermava sopra il sopracciglio. Il danno, molto probabilmente, non l’avrebbe mai visto rimarginarsi del tutto.
    Non lo sfiorò neanche il pensiero che, presentandosi così ridotto in giro, il rischio di perdere gli ingaggi sarebbe schizzato verso altezze vertiginose; anzi non se ne formò nella sua mente, di quello stesso pensiero, una minuscola porzione. Tutto aveva perso in due secondi netti ogni scopo e piacere avrebbe mai potuto ricavarne.

Una benedizione inaspettata. Dall’occhio si accorse quasi subito di poter osservare il mondo, e se stesso per primo, nei suoi lineamenti reali. La nebbia che non si era reso conto di avere nel cervello e negli occhi era stata spazzata via da una brezza rinfrescante.

Davanti a lui c’era il viso di una faina, di una volpe che lo osservava con le pupille contratte, i denti scoperti a indicare ferocia, gli angoli della bocca piegati verso l’alto in un modo che credeva possibile solo nei fumetti, o nelle maschere. Era fuori di sé, ma sul suo viso restava disegnato quel ghigno, congelato fino a fargli dolere i muscoli. Guardò in giù: goccioline rosse perfettamente circolari si gonfiavano sul cuoio liscio e uniformemente candido della sua tuta preferita.

Fu con quel movimento che una ciocca di capelli, i suoi capelli che aveva cura di fissare all’indietro ogni mattino con il tubo di gel quotidiano, gli ricadde sull’occhio della verità. Quella definizione gli era scivolata non vista nell’immaginazione, subito dimostrandosi più che calzante. Senza le tre feritoie rosse, lo specchio gli restituiva l’aspetto levigato e inoffensivo che tanto gli era a cuore.
    Ecco come tutti avrebbero continuato a pensar di lui ciò che voleva. A restare disarmati dal suo viso sempre mite, a strozzarsi con le calunnie, a non trovare il coraggio di negargli un desiderio. Com’era giusto che fosse.
    Tutti, cioè, tranne uno: un uomo suo pari che poteva leggergli nel cuore, che sapeva individuare nel suo animo i germi di quell’ombra perché la riconosceva come uguale alla sua. L’uomo che lo aveva mortificato, che l’aveva portato a chiedersi quale fosse il significato della vita se Matt Engarde non riusciva a tenere il passo nemmeno dei suoi più elementari desideri.

Perché che senso aveva tutto se proprio il viscido Corrida si appropriava prima di lui della cosa che da mesi gli toglieva il sonno e gli rubava i pensieri? Mai finché fosse stato in vita avendo a cuore il proprio nome avrebbe potuto farsi vedere in giro con la stessa, identica Harley. Ne andava della sua faccia.

         

Ho tentennato a lungo sulla decisione di pubblicare o meno questa fanfiction; di sicuro, da parecchio tempo mi vagava per la testa l’idea di scrivere di Matt Engarde, dapprima sotto forma di drabble da inserire nella mia raccolta (che se non è classificata come completa, a questo punto, è semplicemente per lasciarmi un minimo spiraglio aperto nell’improbabilissimo caso mi sorga il desiderio di continuarla). E infatti, una volta individuato il momento da trattare, proprio una drabble avevo cominciato a scrivere: almeno finché le parole non sono diventate duecento, e quindi doppia drabble, poi trecento, e quindi tripla... al traguardo delle cinquecento parole ho dato forfait XD

Intendiamoci, non che in quelle cinquecento e passa parole fosse racchiuso il capolavoro mondiale della fanfiction di Phoenix Wright, anzi, a parer mio nemmeno una roba appena decente, portatrice di chissà quali contenuti e messaggi o anche solo di godibile lettura. Dopo aggiustamenti e riscritture di consistenza variabile, quasi mi ero convinta a richiedere un parere alla sempre fida Crimsontriforce al punto di anticiparle l’invio, salvo poi demoralizzarmi pressoché irrimediabilmente con l’intenzione di accantonare la fic. Il problema è che Crimson non aveva dimenticato l’accenno tanto incautamente buttato lì... e così, sottoposto lo scritto più che altro per seguire all’anticipazione, mi ha dato le dritte necessarie a renderlo pubblicabile e a esserne un po’ più soddisfatta. Muchas gracias e proposte di matrimonio assortite a lei, dunque! <3, nonché *glomp*
Muchas gracias anche a Sl88 per avermi suggerito delle piccole modifiche in alcune frasi! :33333

Se leggendola traspaia o meno quanto il personaggio sia mentalmente un povero guazzabuglio (per quanto non abbia smesso di pensare che questa, come altre mie fanfiction, mal si adatti ai toni perlopiù scanzonati e sopra le righe della serie originale), beh, lo lascio giudicare a voi!

Un grazie per l'ego-compiacente recensione a Fujiyuko, che si è andata a ripescare la ff in seconda pagina (o comunque a fondo prima) e che per questo stimo un tot :3 Diciamo che Matt Engarde è uno dei miei personaggi preferiti di JFA in quanto mi affascina vedere fino a che punto riesca a risultare viscido e spregevole, oltre che esaminare le sue tare mentali più in dettaglio. Diciamo per il resto che è assai poco glompabile, a differenza di Edgeworth... ma sulla scarsa fangirlabilità in quel senso immagino siamo d'accordo XD

Non posso poi non ringraziare jacky_dragon perché, lo devo ammettere, pur non avendo una grande considerazione delle mie doti scrittorie mi ha stampato in faccia un sorrisetto ebete e migliorato nettamente la giornata. Che bella analisi della fic (e che soddisfazione sapere che il carattere del personaggio nel gioco traspaia... non è facile trattarlo senza che finisca OOC, hai proprio ragione!) e, soprattutto, che bello sapere di averti fatto venir voglia di commentare nonostante la tua prolungata assenza da EFP! Grazie infinite! Mi dispiace solo di non poter ricambiare, in quanto io e Full Metal Alchemist non andiamo molto d'accordo XD
Quanto ad altre cosine sul personaggio, purtroppo ho difficoltà a trovare delle idee, ma come prossimo soggetto non mi spiacerebbe farmele venire su De Killer. Sì, uno più difficile dell'altro, è vero :asd:

E continuo con la lista di ringraziamenti citando anche Avventuriera... mi sento coccolatissima, viziatissima e con una bella sensazione a livello dello stomaco X3 Grazie infinite, davvero! I commenti sono ancora più apprezzati visto che si tratta di una delle mie fanfiction su cui avevo e conservo più dubbi :)

Un grazie infinite a tutti quanti, davvero di cuore!

  
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