Momento di ricominciare…
 
 
 
I giorni passavano, lenti, come se nulla fosse mai successo, tutto normale, tranquillo, nessuno forse sospettava, tutti presi da loro stessi per accorgersi del suo dolore. Lui piangeva, dentro.
Si sentiva solo, abbandonato. Il cuore l’aveva a pezzi.
«Lasciamoci…», gli aveva detto; quella parola come un coltello che affondava nel suo cuore di ceramica. Un colpo troppo duro da affrontare.
Tutti i giorni era al suo fianco, non poteva neppure ignorarlo se avesse desiderato farlo.
Com’era difficile risalire da tutto questo… Forse doveva provare a ricominciare!
 
Si voltò un poco verso destra, per guardare il tipo sempre poggiato alla parete.
Non era male, forse un po’ troppo alto rispetto a lui, con quelle enormi gambe e il corpo troppo piccino, ma ci poteva fare un pensierino. Eh, no, si accorse un po’ tardi che purtroppo non c’era niente da fare: single era single, ma non faceva altro che pensare alla grassona sempre coricata che aveva davanti, che con quei pomelli di fuori attraeva i maschi etero come miele alle api. Ammaliava quel tipo mentre ciarlava con l’altra grassona al suo fianco; gli era sempre parsa antipatica, con quel cestello se la tirava come nessuno…
Poi c’era quello piccolo in alto, era single, ma aveva sempre quel rapporto stretto e ambiguo con quell’altro con il cappuccio, dopo colazione, pranzo e cena, che forse era meglio lasciar perdere.
Cominciava a pensare di accettare una volta per tutte l’invito di uscire a cena del grosso armadio che aveva davanti. L’aveva sempre rifiutato perché in fondo gli aveva sempre fatto un certo timore quella sua grande stazza marrone, ma tant’è, quando si trattava di voltare pagina…
«Ciao, è vero che il cesso ti ha mollato?», esclamò ad un certo punto una voce.
Si scrollò dai suoi pensieri, guardando in basso. «Ah…», fece vago. «Preferirei non parlarne, se non ti spiace!».
«Ma lascialo perdere quello là! Si dà tante arie perché i superiori dicono che è il più importante qui dentro… Ma lo riempiono di merda tutto il giorno!», sbottò. «Guarda me, invece! Potrebbero anche passeggiarmi sopra avanti e indietro come li pare, ma resterò comunque bello profumato! Magari mi sporco, ma dopo un giretto di centrifuga torno come nuovo, quello invece continuerà a puzzare! Perché non esci con me?».
«Vuoi?», gli s’illuminarono due goccioline d’acqua.
«Oh, sì! Sarò anche un tappetino, ma so come far felice un sanitario!».
Due gocce d’acqua scesero lente sulla liscia superficie bianca: era felice. Era arrivato il momento di ricominciare, il bidet non si sarebbe mai più sentito così solo.
 
«Che poi, adesso non voglio metter zizzania, ma il cesso se la fa con lo scovolino! Indecenti! Mai fidarsi – dicevo io – di chi ha la punta in fibre di lana!».    
 
 
 
 
 
 
 
 
 










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Che caz*ata! xDDDD E se lo dico io che l’ho scritto…
Sì, è una scemenza grande grande ma, che volete farci, anche se non fa ridere a volte escono così… ^^’’’ Da una mente malata, specie se in compagnia…
Ebbene, questa flash è nata da una chiacchierata stupida su msn con una mia amica (Marian Yagami qui su EFP), ed io ci ho voluto intorno scrivere questo xDD (L’idea dello scovolino con il cesso l’avuta lei, eh ù.ù)  
Perché noi siamo tanto normali xD Sìsì.
Povero bidet, bisognava trovargli il fidanzato… xDDD
 
(Probabilmente cancellerò questo obbrobrio dal mio account molto presto, forse durerà al massimo un mese xD)
 
 
Alla prossima scemen-emh storiella xD
Ciao, ciao da Ghen =^_____^=