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Autore: Meli_mao    21/02/2010    5 recensioni
[ShankxMakino]
(Storia in concorso per il contest:"Runnin' up the hill: searchin' all the 21 guns", al primo turno).
Ho inserito l'OCC per il semplice fatto che il personaggio di Makino non è così ben trattato da poter comprendere tutte le sfacettature del suo carattere.
"Sento il suo respiro al rum accanto al mia viso. Lo sento inspirare per qualche attimo e anche io inspiro con lui. Ci scambiamo il profumo l’uno dell’altra. Rabbrividisco alzando appena le spalle e lui, in un momento di lucidità, si allontana. “Va bene!” gli rispondo abbassando il cappuccio per lasciare che il suo profumo non sia contaminato da quello dell’indumento".
Fatemi sapere che ve ne pare.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Shanks il rosso
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Meli_mao
Titolo: Quel profumo di paglia...
Fandom: One piece
Personaggi/Pairing: Shank il rosso, Makino, etero.
Genere: Sentimentale, introspettivo, romantico.
Rating: Verde
Titolo del turno: We're escaping from...
Note dell’autore: Essendo Makino un personaggio veramente poco trattato io ho cercato di renderlo come più sembrava coerente col personaggio per me. Affezionata a Rufy profondamente, forte come personalità e, forse questo potrebbe sembrare OCC, la vedo innamorata di Shank. Spero comunque che nel complesso leggendola tu la consideri accettabile. Il finale è volutamente incerto, nel senso che non ho volutamente specificato chi sia la persona che lei rivede seduta al tavolo. Può essere Shank come anche Rufy.
Grazie.

QUEL PROFUMO DI PAGLIA...


Vi fu un’epoca  in cui praticare la pirateria non era un reato. Il mare si lasciava solcare sotto il volere del viaggiatore, i mondi che l’uomo incontrava si lasciavano visitare. Di là dal regno moderno si schiudevano allora luoghi segreti e incantati, siti arcani in cui il tempo si fermava o l’orologio ticchettava più velocemente, dove le più strane creature parlavano lingue che oggi sarebbero bandite e avevano gesti e usanze indecifrabili.
Col passare del tempo però tutto cambiò: l’umano viandante cambiava sentiero, preferendo la comodità ben nota all’avventura misteriosa. E il mondo…si adattò a questo.
Arrivò la legge, con le sue imposizioni. Arrivarono i soldati. E chiunque prima veniva chiamato “uomo libero” ora era ribattezzato  “Ladro” o ancora più aspramente “Pirata”.
Sono grande abbastanza per comprendere come in certi casi anche quel governo meriti approvazione e rispetto. Sono una donna matura che riconosce un vero pirata sognatore quando lo incontra. Ed è esattamente quello che vidi quando incontrai lui per la prima volta...
Poi, sempre, arriva il momento della resa finale, il giorno in cui si smette di lottare, il giorno in cui si capisce che certe cose sono sciocche o che si è troppo vecchi per farle. Oppure, come mi disse lui una volta, arriva il giorno in cui quel viandante cerca un luogo tranquillo dove dormire, dove fare l’amore, dove crescere i figli e insegnare loro ad essere esattamente come era lui, ben sapendo che crescendo loro diventeranno il suo opposto.
 
Osservo il mare limpido all’orizzonte con apatia. Non sento neppure il vento caldo d’estate che mi solletica il volto e avverto un profumo di salsedine che mi irrita le narici. Abitavo su un’isola, ma questo non significa che mi piaccia l’odore di pesce marcio e di acqua sporca.
Il vecchio cappuccio nero che mi ricopre la testa odora di stantio e alcune ciocche castane sotto di esso mi ricadono sulle spalle pesantemente, come macigni.
Stringo convulsamente il mantello all’altezza del seno. Benché faccia caldo tremo incessantemente.
Tante volte ripenso a come sarebbe stata la mia vita se fossi rimasta laggiù, nel vecchio villaggio di Foosha, ad aspettare di vederlo tornare. Probabilmente, se non mi fossi imbarcata su quel mercantile nei primi mesi dell’anno, ora non starei impaurita sopra questo molo.
“Makino-chan..” mi chiama quella voce, e tremo ancora più forte per l’emozione. Socchiudo gli occhi e sorrido assaporando ora per la prima volta la magica atmosfera che mi offre quel panorama. La sua voce rende tutto particolarmente magico ai miei occhi.
“Salpiamo fra poco, ok?” mi chiede con tono neutro avvicinandosi a me. La ripete sempre, quella frase. È la sua scusa per stare qualche attimo solo con me, ormai lo so. Viene a comunicarmi la notizia con tranquillità. Pronuncia la solita frase con allegria e poi si avvicina sempre di più alla mia schiena.
Sento il suo respiro al rum accanto al mia viso. Lo sento inspirare per qualche attimo e anche io inspiro con lui. Ci scambiamo il profumo l’uno dell’altra. Rabbrividisco alzando appena le spalle e lui, in un momento di lucidità, si allontana.
“Va bene!” gli rispondo abbassando il cappuccio per lasciare che il suo profumo non sia contaminato da quello dell’indumento.
“Se hai bisogno di qualcosa mando..”
“Non ho bisogno di nulla!” gli rispondo tranquillamente. “Mi basti tu!” sussurro e lo sento sorridere appena.
“Beh allora…vado!” dice soppesando le parole. Aspetta qualche secondo poi sento il suono delle sue ciabatte che si allontanano.
“Shank?” lo richiamo in un attimo di smarrimento.
“Mmmh..?” mugugna come risposta.
“Troveremo un giorno quell’isola?” gli chiedo. Non sono sicura nemmeno io di che isola stia parlando. Forse quella che un giorno lui mi descrisse come il suo luogo ideale dove creare una famiglia per la vecchiaia. Forse la famosa isola del tesoro di Gold Roger, ma lui in fondo già la conosce. Forse parlo di Foosha, dopotutto è stato lì il nostro primo incontro.
“Se ne usciremo vivi!” borbotta in battuta tornando indietro di qualche passo.
Mi volto a guardarlo e come sempre nei suoi occhi leggo quella sincerità genuina e infantile che leggevo anche in quelli di Rufy. Potrebbero essere padre e figlio per quanto si somigliano.
Eppure una voce dentro di me mi ripete che quelle iridi sanno anche essere terribili e che hanno visto cose così spregevoli che non potrò mai immaginare.
Devo temere quest’uomo o no? Devo amarlo con tutta me stessa o no?
“Credo che quel vecchio non ci metterà molto a mandare qualcuno a prenderci!” dice in un soffio poco dopo.
Cosa è cambiato tanto in tutto questo tempo?
Un volta il solo nome di Shank il Rosso era sinonimo di timore, paura, ma soprattutto onore.
Ora è più vicino al semplice “Assassino”.
Una volta solcava i mari con allegria, bevendo e festeggiando, fiero di ciò che era e innamorato di quell’avventura.
Ora è un uomo stanco, che ha già visto tutto e troppo.
Una volta era rispettato nel suo ruolo di Imperatore, rispettato e protetto per la sua importanza.
Ora è solo un altro ricercato in più.
Che tristezza, vero?
“Sanno già che siamo qui?” gli chiedo con un tono di stizza nella voce, innervosita per questa vita così controllata.
Annuisce spostando lo sguardo dietro di me, verso la distesa azzurra e blu dell’Oceano.
“Lucky Lou si è scontrato con un marine in un bar nel centro..” comincia come per trovare una giustificazione. “L’ha riconosciuto e, anche se forse qui non hanno ancora l’ordine di arrestarci subito, avrà di sicuro inviato la notizia dell’avvistamento al loro quartier generale!” conclude.
È strano vederlo così pensieroso. Inizio a credere che questa storia sia molto più grave di quello che vuole farmi intendere.
“Sei preoccupato?” gli chiedo curiosa.
Mi fissa per un attimo poi torna a sorridere spensierato.
“No..” esclama rilassato. “I tempi cambieranno, come sempre..” e sono sicura che nella sua voce ci sia una nota di malinconia ben celata.
Istintivamente percorro quel mezzo metro che mi separa da lui e gli metto le mani sulle guance.
“Io sarò sempre accanto a te lo sai vero?” dico senza aspettare nulla in cambio.
“In qualunque epoca, in qualsiasi luogo e in ogni decisione tu prenderai io ti seguirò, capitano!” pronuncio le parole con sicurezza, marcando appena il suo titolo, ricordando i tempi in cui sedeva al vecchio bancone del mio bar e beveva sakè, prendendo in giro quel bambino di gomma.
“Mando Benn a prenderti dopo se vuoi restare un altro po’ qui..” dice poco convinto senza nemmeno tentare di spostare lo sguardo, fisso sulle mie labbra.
“Non ho bisogno della scorta quando ho il mio capitano di fiducia accanto!” e con dolcezza gli sfioro le labbra con le mie. Un secondo, delicatamente, un breve contatto.
Sento le sue secche e screpolate contro le mie morbide e anche distintamente il sapore amarognolo dell’alcool.
In fondo è sempre lo stesso ragazzino troppo cresciuto…
Mi stacco lentamente riaprendo appena gli occhi e sorrido di nuovo vedendolo immobile ancora intendo ad assaporare il contatto.
“Andiamo?” dico con leggera agitazione. Oltre lo strapiombo della scogliera vedo infatti delle vele. Bianche e blu riportano il simbolo della marina.
Tuttavia non glielo dico..
So che ha bisogno di quel momento, ha bisogno di vivere il sentimento che cerco di trasmettergli e con pazienza attendo in silenzio che lui annuisca.
Mi prende la mano e con passo veloce mi guida verso la spiaggia.
Che sciocca… credevo davvero che non se ne accorgesse?
Ma non mi rimprovera né mi guarda con irritazione. Impassibile cammina e osserva ogni tanto il cielo come se stesse semplicemente facendo una passeggiata.
E poi all’improvviso molla la mia mano e afferra da sotto il mantello una piccola busta colorata.
“Un pensierino!” dice sorridendo e mi invita ad aprirlo.
Un cappello di paglia con un fiocco verde.
Lo osservo dubbiosa e poi scoppio a ridere. Dalla sua espressione credo che ci sia rimasto male.
“Capitano… sei un po’ fissato eh?” dico senza riuscire a trattenermi. Lui sposta lo sguardo da me al regalo più volte per poi seguirmi nell'ilarità anche lui, arrossendo appena per l’imbarazzo.
Continuiamo a camminare scorgendo poco lontano la Red Force e io mi infilo in testa il cappello.
L’odore della paglia mi confonde per qualche secondo e mi riporta su una piccola isola, in una vecchia locanda che odora di legno e sono sicura di riuscire anche a rivedere il mare dalla piccola finestra accanto al bancone. Poi, nel tepore del Sole, scorgo un'ombra indefinita seduta ad un tavolino. Ma, nemmeno il tempo di battere le palpebre, e quel ricordo svanisce.
Mi stringo debolmente al suo braccio, prendendo la sua mano nella mia.
È esattamene così che voglio la mia vita: al suo fianco e con quel profumo di paglia fresca che mi ricorda quel ragazzino a cui entrambi siamo affezionati…



Sinceramente so che non è nulla di eccezionale, però mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. Shank e Makino sono tra le poche coppie che mi danno sempre nuovi spunti su cui scrivere…
Alla prossima.
Vorrei comunque scusarmi con chi attende il nuovo capitolo dell’altra mia fanfic: “Can you feel this?”. Sto pubblicando nuove storie, ma che sono state scritte molto tempo fa… ora come ora sono impegnata in un progetto più grande quindi vi chiedo ancora un poco di pazienza.
Grazie.

   
 
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