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Autore: Shadow Eyes    21/02/2010    6 recensioni
«Annegherai le loro labbra nel sangue e precorrerai il tuo cammino su una scia di cadaveri.»
«È la mia scelta.», rispose Ezio con freddezza.
Genere: Dark, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ezio Auditore
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Discesa negli Inferi
[Ezio’s Inferno]





«Ivi spirante
Vendetta e rabbia, in maledetto punto
Affretta quel maligno i passi e 'l volo.»

John Milton, “Paradiso Perduto”






Un fulmine squarciò il cielo, illuminando il vicolo vuoto, e la pioggia cominciò a cadere.
L’eco di un tuono. [Il meccanismo della lama scattò.]
Un lampo esplose nel cielo. [La sua luce si riflesse sulla lama.]
Nell’istante di buio e silenzio che seguì, un grido fu soffocato dal sussurro di un requiem.
Ezio atterrò nell’oscurità ed avanzò nella foschia spettrale che lo seguiva, lungo quel vicolo spoglio e tetro.
Aveva le membra stanche, la pelle fredda, mentre lasciava che la pioggia gli scivolasse sul corpo in una carezza gentile.
Le gocce si infransero sulla sua cappa, frammenti di luce caddero al suolo.
Avanzò nel buio. Il fruscio dell’acqua lungo le pareti copriva il suono dei suoi passi.
La manica bianca della sua veste grondava sangue, che presto si sarebbe rappreso; ma lui non gli diede alcun peso. Sul cammino che aveva scelto, lo sarebbe stata finché l’ultimo corpo di quei figli di puttana non fosse crollato a terra.
«Lacrimosa dies illa, qua resurget ex favilla judicandus homo reus.» Le sue parole prendevano forma nell’aria. «Huic ergo parce, Deus, pie Jesu Domine, dona eis requiem. Amen.», svanendo come polvere alla fine di ogni suo respiro.
Aveva raggiunto di corsa il patibolo, bloccandosi di colpo alla vista dei tre condannati.
Suo padre e Federico affrontavano la folla con le spalle dritte, lo sguardo orgoglioso, mentre il piccolo Petruccio aveva gli occhi spauriti e lucidi, le ginocchia piegate, scosse da tremiti.
Li aveva visti morire davanti ai suoi occhi, quando le botole sul patibolo si erano aperte lasciando che le funi si stringessero attorno ai loro colli, spezzando le loro trachee.
Tutto quello che era riuscito a fare, era stato correre, spingere e urlare fino a sentire le fiamme nei polmoni; poi fu tutto rosso.
Avrebbe potuto lasciarsi trascinare da quel gorgo profondo, e lasciare che la sua mente fosse plasmata da quel delirio di sangue; ma lo sguardo fisso di sua madre e le lacrime silenti di sua sorella lo trattenevano, impedendogli di impazzire. Erano la sua casa, l’amore, il respiro dolce sulla sua guancia e il calore nel suo petto. Loro erano quanto di più prezioso gli fosse rimasto delle ceneri della sua famiglia, e lui le avrebbe protette finché avrebbe avuto fiato in corpo.
Sapeva che non c’era alcuna redenzione, nessuna via di scampo. La sua anima era stata marchiata con il sangue del suo primo omicidio; ma lui avrebbe dominato quell’inferno e l’avrebbe fatto suo.
Attraversò i cancelli antichi col volto inespressivo, il cuore gelato.
Ad ogni passo, sagome indistinte di fantasmi gli passavano accanto mentre sulle pareti scure si dipingevano ombre di morte.
Paura corse lungo gli anfratti piangendo, passando attraverso il suo busto, tentando spasmodicamente di afferrarlo.
Ezio continuò a camminare, ignorando le urla che si facevano sempre più forti. Sempre più chiare.
Vide un’altra sagoma di fronte a sé. Sofferenza urlava, stringendo al petto un bambino che giaceva contro la sua spalla in un abbandono più forte del sonno, le manine diafane prive di vita. Ezio chiuse gli occhi.
Schiuse le palpebre quando Dolore crollò a terra, stringendosi il petto squarciato con un tremore convulso nelle pupille.
E strinse i pugni quando Furore corse sguainando la spada contro di lui; l’eco della sua risata selvaggia rimbombò sulle pareti. L’assassino lo scansò, avvertendo il suo sguardo sanguigno sulla schiena un istante prima che fosse inghiottito nei recessi del buio.
Tristezza, con passo leggero, gli passò di fianco posandogli una mano sulla spalla. Nei suoi occhi Ezio si perse; ma fu un attimo e ritornò ad avanzare da solo nella grotta.
Finalmente scorse un bagliore alla fine della strada e, prima che uscisse, Agonia si voltò a fissarlo con le orbite vuote, ma profonde come l’immenso. Una lacrima di sangue le rotolò lungo la guancia incavata; ma non appena Ezio mise piede fuori, sparì anche lei in scintille e cenere.
Fra sagome ferine e figure deformi, una barca fiocamente illuminata giaceva sulle acque quiete di un fiume.
In piedi sul ponte del traghetto, il figlio di Erebo e della Notte lo attendeva.
I capelli e la lunga barba erano sporchi e incrostati; il viso era ruvido, dai tratti duri, e il fisico incredibilmente possente, per l’avanzata età che dimostrava.
Il logoro mantello rosso gli ricadeva sulla superficie sudicia della barca, sulla quale erano ammucchiate le anime, che si allontanavano tremanti da lui.
Ezio si fermò a qualche passo dal fiume, a metà fra il buio della grotta e la luce delle fiaccole che ardevano riflettendosi sulle acque scure.
Sulla spalla robusta, Caronte picchiettava con noncuranza il remo.
Gli angoli di quella bocca simile ad uno squarcio si sollevarono, e per un attimo le ombre sembrarono allungarsi verso di lui. «Ecco un’altra vittima.» Gli occhi di brace del nocchiero ardevano sull’assassino.
E in quei turbini di fuoco, Ezio leggeva le domande crudeli che riflettevano i suoi dubbi.
Caronte ghignò, scoprendo i denti appuntiti. «La vendetta non sanerà le tue piaghe.»
Ezio rimase in silenzio mentre un brivido gli sfiorava la spina dorsale.
«Ma piuttosto che chinare il capo, preferisci che le tue carni brucino in eterno.», continuò il demonio, con un bagliore oscuro negli occhi. «E la loro morte sarà la tua vita.»
La sue parole gli rimbombarono nella testa come una crudele litania.
«Annegherai le loro labbra nel sangue e precorrerai il tuo cammino su una scia di cadaveri.»
«È la mia scelta.», rispose Ezio con freddezza.
«Heh.» Caronte scoprì i denti in un sorriso feroce. «Lo sai cosa vuol dire questo, ragazzo? O devo dilungarmi in inutili spiegazioni?»
Ezio fremette, facendo scattare la lama retrattile. «Come posso, io, essere condannato per ciò che ho fatto, se le loro mani sono sempre state immerse nel sangue di persone innocenti?»
Caronte travolse violentemente con il remo un’anima che esitava a salire sul traghetto. Quando questa crollò a terra con un rantolo, la schiacciò di colpo col piede a terra, mozzandole il fiato.
Ezio era rimasto fermo a fissarlo. Una goccia di sudore freddo gli era colata lungo la schiena.
Il demone poggiò il remo a terra, facendo una smorfia ai singhiozzi dell’anima che teneva premuta al suolo. «Mi stavo semplicemente chiedendo», disse tranquillamente, «se tu possa farcela.»
Gli occhi dell’assassino lampeggiarono nelle tenebre, fiere le iridi d’oro.
Quegli occhi…
«Qual è il tuo nome, ragazzo?»
… sono gli occhi di un’aquila.
L’assassino uscì dal cono d’ombra, avanzando verso di lui. «Io sono Ezio Auditore.»
E la Morte, alle sue spalle, lo seguì in silenzio.
«Benvenuto nel tuo Inferno, figlio delle tenebre.»





Lunga ed impervia è la strada che dall’Inferno si snoda verso la luce.










*~°*°~*

Eccomi qua, con una metafora del percorso che ho immaginato potrebbe compiere un uomo che sceglie di intraprendere il cammino della vendetta. Probabilmente tutto questo ha senso solo nella mia testa… XD
Ci sono incongruenze, paradossi… etc.? Certo. Non sono Dante, non sono una letterata né sono una poetessa. Questo è semplicemente il vortice di pensieri che avevo in testa.
Amo questo gioco, ci ho passato le nottate a giocarci! *.* Ezio è un personaggio che mi ha colpita molto, per questo ho deciso trattare il lato più oscuro della sua vita dal suo primo omicidio in poi.
Il requiem cantato da Ezio è “Lacrimosa”, un meraviglioso estratto del Requiem di Mozart. La traduzione è: “Giorno di lacrime, quel giorno, quando risorgerà dalle ceneri, l’uomo reo per essere giudicato. Quindi tu risparmialo, o Dio, pietoso Signore Gesù, dona loro l’eterno riposo. Amen.”
La frase finale, invece, è tratta dal “Paradiso Perduto” di John Milton, come quella iniziale.
Ci tengo molto a questo pezzo, quindi se ho suscitato in voi qualcosa, fatemelo sapere. :) Vorrei capire che impressioni vi ha dato...

See ya,

Shadow Eyes
  
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