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Autore: St Jimmy    21/02/2010    1 recensioni
Un pomeriggio qualsiasi, all’interno di una cabina babbana che scatta fototessere, Andromeda assaporerà insieme al suo caro Ted un piccolo pezzo di quella vita babbana che la farà definitivamente innamorare del suo futuro marito.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Photographs


«Dove vai, sorella?», chiese una voce impastata dal sonno, proveniente dal buio del sottoscala.

Andromeda la riconobbe come la voce di sua sorella Narcissa.

«Io... esco... torno subito, Cissy», balbettò, esitando.

«Ma dove vai?», ripeté.

Andromeda continuò a fissare nel buio del salotto, dove la sagoma di Narcissa era vagamente riconoscibile dai lucenti capelli biondi e la candida camicia da notte.

«Vado... da un amica».

«È un mago, Andromeda?», domandò di nuovo e, dal suono della voce, parve sorridere.

«... Sì».

«Purosangue, ovviamente».

«Sì... certo», mentì spudoratamente.

Dopo qualche secondo in cui Andromeda si chiedeva come avrebbe reagito sua sorella, o se solo le avesse creduto, udì il frusciare della camicia da notte di Narcissa e i suoi morbidi passi sempre più lontani pian piano che saliva la scala di marmo immacolato.

Andromeda sospirò silenziosa, e uscì di casa, tentando di provocar meno rumore possibile, e sperando che Narcissa non avrebbe proferito parola con Bellatrix o con i genitori.

Corse silenziosa fino agli alti cancelli dorati dell'abitazione. Sfoderò la bacchetta da una tasca del mantello, la puntò contro un ammasso di sassolini di ghiaia oltre i cancelli e ne trasfigurò alcuni in soffici cuscini. Scavalcò lentamente i cancelli, nonostante soffrisse segretamente di vertigini. Purtroppo, era l'unico modo per uscire da lì. A causa di un'esperienza piuttosto intollerabile di Bellatrix, i suoi genitori avevano inflitto alla casa un incantesimo che impediva di Materializzarsi. Come se non bastasse vivere ad Hogwarts per sette anni, escluse le vacanze.

Giunse a metà del cancello e si buttò all'indietro, direttamente nel mucchio di cuscini.

Si alzò goffamente da quella morbida montagnetta e puntò la bacchetta contro il primo cuscino. «Riformo».

Rimpicciolì d'un botto e Andromeda ripeté l'incantesimo per ciascun cuscino, e tutti tornarono piccoli sassolini grigi e scheggiati.

A quel punto, corse a passi felpati all'ombra del muro insuperabile di casa Black e si Smaterializzò, certa di aver pianificato un buon piano anche per il ritorno.


«Davvero?», chiese perplessa.

«Sì, proprio così».

«Quindi... ora, devo... schiacciare questo pulsante?».

«Esatto», le rispose amabile Ted.

Presse il bottoncino rosso in bella vista accanto alla fessura dove s'infilavano le monetine babbane e udì un ronzio acuto.

«Sorridi!», esclamò Ted, due secondi dopo che il ronzio partì. Al terzo, un lampo di luce accecante proveniente da quell'anomalo buco di fronte a lei le offuscò la vista. Si strofinò gli occhi. Udì uno scatto, e Ted si accorse del suo improvviso bruciore agli occhi.

«Il flash ti da fastidio?», le chiese divertito.

Quell'ennesima parola babbana la fece incuriosire e si voltò a fissarlo, nonostante la sua sagoma le apparisse sfocata e indistinta. «... Flash?».

«Questa luce, noi la chiamiamo flash. Non esiste anche nelle fotocamere magiche?».

«Ehm... non credo...», titubò.

Lo vide portare davanti al viso un pezzo di carta rettangolare e scrutarlo con attenzione, per poi sogghignare.

«Che hai da ridere?». Gli tirò un lembo della manica del braccio che reggeva il foglio, così riuscendo a studiare l'immagine frontale della carta.

Erano lei e Ted, immobili. Quest'ultimo sfoderava il suo smagliante sorriso, mentre lei fissava di fronte a sé con un'espressione alquanto sognante. L'immagine si ripeteva una sotto l'altra per tre volte.

«Che cos'è?».

«Sono fototessere babbane», spiegò Ted. «In queste non magiche, noi siamo immobili e non possiamo muoverci».

«Davvero?».

«Be', guarda qua», e le puntò con l'indice la sua faccia stralunata nelle foto. Sogghignò divertito.

«Molto divertente, Ted», disse scettica.

«Vuoi riprovare?».

Andromeda annuì risoluta.

«D'accordo», acconsentì il ragazzo, «ma ricordati di sorridere». Infilò un'altra moneta babbana nella fessura e presse il pulsante rosso. Il ronzio ripartì.

«Sorridi!», esclamò ripetitivo Ted.

Andromeda obbedì e, di nuovo, quella luce abbagliante le colpì gli occhi, ma non ebbe la stessa reazione di quella iniziale. Stavolta le parve solo di cogliere un discreto lampo bianco.

Un altro scatto, e Ted afferrò un'altra fotografia.

Sorrise. «Sei venuta bene. Sei piuttosto fotogenica, in posa».

Le tese la foto e Andromeda la osservò curiosa. Stavolta, mostrava il suo ammaliante sorriso a trentadue denti, ma sempre pacato. Ted pareva lo stesso delle prime foto.

«Io trovo che queste babbane siano più affascinanti di quelle magiche», commentò Ted.

«Ma le nostre si muovono», fece presente Andromeda, come se volesse convincerlo della cosa più ovvia del mondo.

«Be', io preferisco quelle immobili», ripeté Ted, beffardo.

Andromeda gli sorrise battagliera. Poi, tornò a fissare la fotografia. E le venne in mente una cosa.

«Ne scattiamo un'altra?».

Ted la guardò, poi accennò un 'va bene'. Infilò un'ultima monetina nella fessura, e presse il tasto.

Un terzo ronzio partì. Al secondo istante, come le precedenti due volte, Ted era pronto ad esclamare 'sorridi', e, invece, la sua bocca venne tappata da quella di Andromeda. Ted parve sorpreso, ma si abbandonò presto al bacio.

Quando il flash scattò, Andromeda vide il colore rosso sotto le palpebre chiuse, ma non si staccò da Ted quando si udì il brusio che segnalava la fototessera pronta. E neanche Ted pareva avere alcuna intenzione di abbandonare il suo viso.


'Cari mamma e papà,

volevo solo informarvi che io e Ted stiamo bene, ancora sani e salvi. Per non farvela lunga, vi informo soltanto che siete diventati nonni di una bambina meravigliosa, mezzosangue, però, purtroppo per voi. La notizia simpatica e curiosa è che è una Metamorfomagus, e questo ricopre un po' le sue origini, per non farvi vergognare.

Spero siate felici, almeno, di avere una nipotina. Si chiama Ninfadora.

Mi mancate,

Andromeda'.


'Carissimo Sirius,

come te la stai cavando a scuola? Che c'è di nuovo a Hogwarts? Sono uscita di lì da pochissimo tempo e già mi manca molto. Mi piacerebbe tornare a scuola.

Sai, ho una notizia meravigliosa: tua cugina Andromeda ha avuto una bellissima piccola Metamorfomagus. Il suo nome è Ninfadora. Continua a cambiare colore di capelli, non posso portarla in giro in mezzo agli altri bambini che si trasforma in uno di loro e magari qualcuno potrebbe anche scambiarla per suo figlio (e se ti racconto questo, significa che è capitato, soprattutto con Ted, ancora un po' imbranato nel capire che ha una figlia, ormai). Non farti scappare con Regulus ciò che ti ho riferito, o potrebbe chiedersi di come fai ad essere a conoscenza di queste notizie; non deve scoprire che stiamo ancora in contatto tramite gufo, ricordatelo.

Comunque, stiamo tutti bene, siamo ancora vivi, per ora.

Un abbraccio,

tua cugina Andromeda'.




   
 
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