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Autore: Iris of Goodbye    22/02/2010    4 recensioni
One Shot dedicata al mio piccolo grande amore. Per far capire che un animale è molto di più di ciò che sembra.
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Ritorno con una One-Shot brevissima dedicata all'amore della mia vita.
Ora, per far si che capiate il significato vi spiego in breve la mia storia. La mia più grande passione, oltre la musica, è l'equitazione. Monto da otto anni, ma da giugno scorso ho smesso.
Purtroppo non sono una ragazza che può permettersi di comprarsi un cavallo e quindi mi limitavo a montare ciò che offriva la mia scuola. Due anni fa, passando dai Pony ai cavalli mi è arrivata "tra le mani" la piccola Ridel (piccola per modo di dire!) che ha letteralmente cambiato la mia vita.
Due anni sono bastati per fare fuoco e fiamme, avevamo un feeling pazzesco e in tutta la scuola sono stata l'unica a riuscire a calmarla ( lei è sempre molto agitata e quindi tende a fare un po' la pazza). In poche parole dopo aver fatto il saggio delle scuole con un altra ragazza la povera cavallina è tornata distrutta, con un tendine sfasciato. E questo significa che non potrà più tornare a montare. Tra un po' andrà via, al prato e io sono disperata. Sentirò la sua mancanza più di qualsiasi altra persona al mondo. Perciò ho deciso di dedicarle una piccola one-shot che pure se scritta male ha per me un significato davvero profondo. La canzone che leggete in corsivo è " ricordati di noi" di Valerio Scanu. Grazie in anticipo a chiunque leggera e recensira.
Isabella.

 

Ricordati di Noi

 

Aveva un solo sogno lei. Ed era quello di galoppare per sempre in mezzo ai campi verdi. Di sentire il profumo di fresco sotto i suoi piedi quando passeggiava
la sua piccola ma cosi grande metà. Il suo sogno era lei.
Sospirò afflitta riponendo il suo diario nel cassetto. L'ennesima pagina che parlava di lei, nuove lacrime a rigarle il viso.
Si sentiva incompresa, ecco tutto.
Erano otto anni che frequentava quel maneggio, e solo due che l'aveva conosciuta.
Una cavalla tedesca, color Baio chiaro con una piccola stella sulla fronte. Ridel McKay II.
Il solo nome era tutto un programma, peperina eppure infinitamente dolce; Temeraria e al contempo paurosa.
Non riusciva a farne a meno, era diventata quasi una droga.

Ti ricordi quelle corse con il cuore in gola
Quando ti aspettavo all'uscita dalla scuola
Quando tutto ci sembrava non potesse mai finire...

Ti ricordi quando coricati sotto il sole
Quando un bacio interrompeva tutte le parole
Quando noi dall'alto uniti guardavamo il cielo

Isabella si alzò dal letto osservando la pioggia scrosciare rumorosa fuori la finestra. Fissò l'orologio e sospirò, a quest'ora un anno fa era sulla groppa
della sua fedele amica per sfidare insieme il vento.
Dio se le mancava. A volte si sentiva cosi stupida a piangere per lei. Chiunque la prendeva in giro dandole della ridicola, ma quel chiunque non poteva sapere
cosa si provava.
Era vero e proprio amore il legame che poteva unirle. E come loro, miriadi di altre persone.
Tirò su il naso, ancora un altra lacrima solcò le sue guance scendendo al collo, fino al cuore dove lasciò un impronta incancellabile.

Non sapevamo che a volte
il destino decide per noi

Io non mi dimentico
dei sogni irraggiungibili
Degli attimi lunghissimi
a superare il vento

Io non ti dimentico
perciò non farlo neanche tu
ricordati dovunque sei
ricordami... ricordati di noi...


Erano mesi che non la montava più.
Gliel'avevano strappata via, quasi con la forza.
Perchè lei era la migliore cavalla della scuola e, inquanto tale, doveva rappresentarla facendo l'annuale saggio della scuola con una delle solite raccomandate
e ricche ragazzine che montavano insieme a lei.
Isabella era diversa da chiunque frequentasse quel maneggio, per nulla ricca ma molto ambiziosa e con una bontà enorme.
- Isa, Carlotta è arrivata. Ti stanno aspettando giu- sorrise dolcemente la madre invitandola ad uscire dalla camera.
La ragazza annuì e, dopo essersi sfregata il viso con l'acqua, cercando di cancellare le tracce del suo dolore, scese nel vialetto dove l'amica la stava aspettando.
- Non monti neanche oggi?- chiese la mora dopo essersi seduta in macchina insieme alla ragazza.
Le iridi verdastre di quest'ultima si voltarono quasi arrabbiate - io non monto più- sussurrò. Ma quelle semplici parole dette a bassa voce avevano il potere
di rompere i vetri tanto che erano forti.
- Avanti Isa! non puoi andare avanti cosi..- sbuffò
- Se lei non c'è a me non interessa montare!- strinse i pugni fermando nuovamente le lacrime che cercavano di uscire prepotenti
- Ma lei c'è! solo che non può più tornare a montare tutto qui..-
- Tu non puoi capire..- sospirò voltandosi a guardare il paesaggio che sfrecciava veloce fuori dal finestrino dell'auto.
Non appena arrivarono al maneggio la biondina corse subito su, e senza salutare nessuno si diresse verso la sua meta
- Ehi..ciao- la salutò dolcemente aprendo il box
La cavalla drizzò le orecchie emettendo un basso nitrito. Isabelle le baciò dolcemente il muso iniziando poi a pulirla com'era solita fare tutti i pomeriggi da un po' di tempo.
Da quando erano tornati dal saggio, naturalmente vincitori, tutti sembravano essersi dimenticati di quella povera bestiola che aveva dato tanto.
- Questa è la tua ricompensa..- le sussurrò amareggiata prima di iniziare a raccontarle cosa aveva fatto durante la giornata. Certo erano parole al vento, ma vedere quegli occhi enormi guardarla come se fosse un'aliena era tremendamente divertente.
Mancava solo un giorno prima che la cavalla fosse spedita in una delle solite strutture dove alloggiavano tutti gli equini che ormai avevano finito la loro carriera.
- Vedrai, sarà divertente.Farai la pacchia al sole tutto il giorno e mangerai fino allo sfinimento- sorrise pulendole il muso sporco di cibo.
In realtà cercava di convincere se stessa più che Ridel. Sapeva che sarebbe stato un bene per lei, ma tenerla a tanti chilometri di distanza era struggente.
Passò tutto il pomeriggio a coccolarla come una bambina poi, verso sera, quando l'amica aveva finito di pulire il suo pony dopo la lezione, tornarono a casa.
- Ci vediamo domani?- domandò Carlotta fermandosi davanti al suo vialetto
- Non credo verrò...- sussurrò Isabella aprendo lo sportello
- Va via domani?- la guardò, sinceramente dispiaciuta
- Gia..così mi hanno detto- Abbozzò un sorriso forzato prima di sparire dietro la porta d'ingresso.

Ogni tanto passo ancora sotto casa tua
E quando penso che il destino ti ha portata via
Il dolore spinge fuori le mie lacrime... credimi

Che mi manchi tanto adesso oggi come allora
Dimmi che non senti che l'anima tua vola
Ti respiro e tu mi sfiori impercettibile

Salì velocemente in camera sua accendendo il computer. Ormai ascoltava una sola canzone, le ricordava così tanto la sua piccolina.
Sarebbe stata l'ultima volta che lasciava andare le lacrime. L'ultima volta che avrebbe provato quel dolore immenso al petto. L'ultima volta che usava una canzone per coprire i forti singhiozzi che scuotevano il suo torace.
L'ultima volta che avrebbe ricordato la sua cucciola.
- Io ti odiavo! Perchè non è rimasto tutto come due anni fa? Perchè ti devo amare cosi tanto?- urlò contro un povero cuscino prendendolo a pugni.
E pianse ancora, ancora e ancora.

Si addormentò sfinita  quando ormai la luna padroneggiava dall'alto illuminando fiocamente la città.
Sogni profondi la seguirono quella notte, regalandole un dolce ricordo di tutti gli attimi indimenticabili passati con lei.
Quando i primi raggi del sole le illuminarono il viso facendola svegliare sembrò che Isabella fosse passata ad una nuova vita.
Si sentiva stranamente serena. Aveva fatto tutto il possibile e nonostante avesse fallito miseramente, non riuscendo a trattenere Ridel li con lei, aveva capito
che l'amore che provava nei suoi confronti sarebbe rimasto sempre vivo, protetto nel suo cuore. Il loro legame era indissolubile e neanche i chilometri che le separavano potevano spezzarlo.
Le aveva regalato momenti unici e per questo le sarebbe stata sempre grata.
Perchè quel grande esserino vivente, quel animale, quel cavallo aveva fatto di uno sport una passione e dell'amicizia qualcosa di unico ed inimitabile.
Da quel giorno il suo cuore era diviso a metà, perchè una parte era partita via, insieme al suo piccolo grande amore.

Io non ti dimentico
perciò non farlo neanche tu
ricordati dovunque sei
ricordami... ricordati di noi...
Di noi...

Alla mia piccola eroina. Colei che mi ha cambiato la vita e che purtroppo tra un po' non rivedrò più. Grazie per tutto ciò che hai fatto con me.
E questo per dire che, un animale non è solo tale, ma è un vero e proprio tesoro da proteggere e maneggiare con cura.
Grazie cucciolina mia, non ti dimenticherò mai
.

  
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