La dama del Conte- Prologo

"Non mi aspettavo un tale comportamento da Voi, mio Signore."
"Mia cara, me ne dispiace e Vi chiedo perdono, ma quel villico meritava tale trattamento."
"Dunque Voi ritenete di aver diritto di vita e di morte sui Vostri sudditi!"
"Moglie mia, ora state esagerando. Egli non è morto, l'ho solo punito per il suo reato. La sua punizione è più che giusta, con questo spero che vogliate ritenere concluso il discorso. Non sono argomenti consoni per una signora quale siete Voi."
Il suo sguardo non si staccò mai dal piatto, sebbene il tono si fosse fatto perentorio non v'era alcun cenno d'ira.
"Ma..."
"No cara. Vi prego, continuate a mangiare."
La donna tacque, anche se per farlo si vide costretta a mordersi il labbro. Non aveva un carattere remissivo.
Quel silenzio fece alzare lo sguardo dell'uomo sulla moglie.
"Non mangiate?"
"No, temo di aver perso l'appetito. Con il Vostro permesso, mio Signore, credo che andrò nelle mie stanze."
Così, senza attendere risposta, si alzò e con passi svelti si diresse alle camere private, seguita dalla fedele ancella.

Giunta nelle sue stanze gettò con rabbia il fermacapelli sul letto ed andò dietro il paravento.
"Sofia, vieni qui, debbo togliermi quest'abito, mi fa soffocare."
"Non è l'abito, mia signora, ma la vostra ira. E se volete un consiglio è meglio se imparate a nasconderla."
La fanciulla parlò apertamente, poichè sapeva di essere l'unica che poteva farlo.
"Nasconderla? E perchè mai? Non è certo frutto di un capriccio."
"Queste pareti hanno occhi e orecchie Signora, Vi prego di quietarvi." Disse la ragazza con sguardo preoccupato.
"Non credo di riuscirci. Quell'uomo ha superato tutti i limiti. Farà vivere nella vergogna il ragazzo per sempre!"
Ormai cambiata d'abito la donna di corte uscì da dietro il paravento e sedutasi davanti la toeletta continuò, sempre con maggior rossore in viso.
"Tagliare le mani di quel poveretto, inaudito! Tanto più che è egli stesso, il Conte mio marito, la causa del gesto disperato del ragazzo."
"Mia signora! Si ricordi ciò che ho detto."
"Che i muri hanno orecchi? Suvvia ragazza! Non essere stolta, è solo un'altra delle menzogne che quest' uomo racconta. Un'altra vigliaccheria, perchè non sa governare come dovrebbe. Ci mancherebbero solo delle spie nel palazzo!"
La nobildonna si osservò allo specchio e calmatasi d'improvviso disse: "Guarda nello specchio, Sofia, e dimmi cosa vedi."
"Vedo una donna dal cuore nobile e gentile, mia Signora. Una donna forte che aiuta le ragazze del villaggio. Una vera nobildonna!"
Le disse la fanciulla con quello sguardo pieno d'affetto che anche sua madre prima di lei le rivolgeva.
"Io non vedo altro che una vecchia che si è lasciata confondere dalle poesie e dalle falsità di un giovane cavaliere tanti anni or sono. Una donna che ha iniziato da poco tempo a redimersi, perchè finalmente ha aperto gli occhi. Credo di aver capito qual' è stato il mio più grande sbaglio."
"Suvvia signora. Il Conte è anche un brav' uomo, grazie a Lui ora i campi hanno acqua anche nella stagione secca ed i raccolti sono pieni. Potrà non sembrarVi molto bravo con i rapporti con gli altri esseri umani, ma Vi assicuro che queste terre sono felici di avere un padrone capace come Lui."
"Sei una faciulla molto solare. Tuo marito sarà un uomo fortunato."
In cambio la giovane le rivolse lo sguardo più radioso che la donna avesse mai visto.
E grazie a questo il suo cuore si alleggerì un poco.