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Autore: Drocell    22/02/2010    3 recensioni
Cosa mi era venuto in mente! Eravamo sul placo, e i miei occhi erano solo indirizzati verso una persona. Quella stessa persona che da mesi mi faceva soffrire, in una lenta agonia che prima o poi mi avrebbe consumato dentro. Eppure, lui non lo capiva! Ovviamente mi considerava un suo grande amico, al quale confidava le sue cotte, confidava il suo amore per Hachi. E io che soffro come un matto, solo guardandolo fare gli occhi a cuoricini ogni qual volta quella cavolo di ragazza gli rivolgeva la parola. Capiamoci, non che io odiassi Hachi, ovviamente. Per me era come una mamma, ma davvero non aveva ancora capito cosa io provassi per Nobu? Un solo capitolo, uno Shin innamorato, una notte ed un'auto.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nobuo Terashima, Shinichi Okazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You are my shining star~

 

Last Night~

 

Cosa mi era venuto in mente! Eravamo sul placo, e i miei occhi erano solo indirizzati verso una persona. Quella stessa persona che da mesi mi faceva soffrire, in una lenta agonia che prima o poi mi avrebbe consumato dentro. Eppure, lui non lo capiva! Ovviamente mi considerava un suo grande amico, al quale confidava le sue cotte, confidava il suo amore per Hachi. E io che soffro come un matto, solo guardandolo fare gli occhi a cuoricini ogni qual volta quella cavolo di ragazza gli rivolgeva la parola.

Capiamoci, non che io odiassi Hachi, ovviamente. Per me era come una mamma, ma davvero non aveva ancora capito cosa io provassi per Nobu?

 

Era bellissimo, guardarlo suonare. Si muoveva con grazia, alternando movimenti con le mani a movimenti con la testa. Ogni volta provavo un buco allo stomaco, che di lì a poco mi avrebbe causato uno squarcio che poteva far testa al Gran Canyon. Il live finì prima di quanto me ne potessi rendere conto, e così mi ritrovai disteso su quell’insignificante divanetto del camerino.

«Shin, hai sbagliato qualche nota» sbuffò Nana.

Ma cosa cavolo voleva? Io stavo male, non ero in me! Ero completamente preso da quel ragazzo biondino! Cavolo, nessuno lo capiva lì dentro. Quindi mi limitai a fare un cenno con la testa, sennò quella notte saremmo andati a finire tutti dritti all’ospedale. Hachi mi guardava preoccupata, ma per rassicurarla le sorrisi –era facile con lei, poiché si faceva illudere facilmente. Così non dovetti aspettarmi il terzo grado.

 

Una mandria di ragazzine urlanti e con gli ormoni alle stelle, ci aspettava fuori, pronta a darci regali e chiederci autografi. Un gruppetto si avvinghiò subito a Nobu, che contento di quel successo sorrideva come se nulla fosse. Come se nulla fosse per lui. Ma dentro di me avrei voluto prendere quelle gattine morte  e allontanarle dal mio Nobu. Ma effettivamente lui non era mio. Era di Nana, di Yasu, di Hachi, dei Blast, ma non di Shin. Non eravamo così tanto legati da quando, la sera del mio compleanno –ubriaco fino alla punta dei capelli- non lo baciai. Ovviamente ho sempre cercato di deviare l’attenzione dal fatto che quando si è ubriachi si racconta sempre la verità, ma ovviamente lui scosso dall’accaduto non si avvicina più a me come faceva un tempo. E         questo mi fa molto male. Fortunatamente arrivarono i tizi della sicurezza, scortandoci fino al taxi che ci avrebbe portato dritti al Fast Food più vicino per rifocillarci.

 

«Non hai nessuno dei tuoi appuntamenti stasera?» canzonò Nana, prendendosi una sigaretta. «No» risposi accendendo la mia, e fulminandola con lo sguardo.

«Shin, cavolo. Ma cos’hai in questo periodo? Hai le tue cose?» urlò sguaiata Nana.

Grazie, cara mia cantante. Ora hai attirato anche l’attenzione di Nobu –che in quel momento se la rideva spassosamente all’idea di me, Shin con addosso un’assorbente. «Non rompere, vecchietta» risposi solamente, incamminandomi verso il Fast Food, lasciando gli altri indietro.

«Ehi, bambino! Come ti permetti!» urlò dall’altra parte della strada. Io feci orecchie da mercante, come se nulla fosse.

 

Era un posto totalmente all’americana, ma mi piaceva. Così mi sedetti al tavolo più infondo alla sala. Sperando che gli altri decidessero di non seguirmi. Ovviamente non fu così, e affianco a me, capitò proprio il causa delle mie “cose mensili”. Nobu.

«Yasu, paghi tu vero? Beeene!» urlò Nana «prenderò un Hamburger, anzi facciamo due! Doppia porzione di patatine e una birra!» urlò verso il cameriere. Povero ragazzo, dev’essere davvero impaurito.

«Io prendo un’insalata» sorrise Hachi. «Suuu, Hachi, solo questo? Tanto paga il pelatino!» urlò Nana. «Sono a dieta» sorrise un po’ impaurita Hachi. Che ragazza stupida, lei non aveva bisogno di una cavolo di dieta!

«Io prendo un cheeseburger» disse Yasu. «Anche io» si aggiunse Nobu.

«Tu Shin?» mi chiese Hachi.

Oh, finalmente qualcuno si accorgevo che esistevo anche io! «Niente, grazie. Ho poco appetito» sorrisi educatamente, per non piangere. «Shin, mi fai davvero preoccupare così» disse Nana, sporgendosi dal suo posto e venendo più vicino a me. A volte quella ragazza sapeva essere premurosa, e io infondo –molto infondo- sapevo che lei mi voleva bene. «Non preoccupatevi di nulla! Sto benissimo!» dissi fingendo. Infondo non stavo affatto bene. Non mangiavo, e mi sentivo svenire, ma allo stesso tempo il mio inconscio non ne voleva sapere di mangiare!

«Shin, vuoi forse diventare ancora più magro di quanto tu non lo sia già! Sei un incosciente! Ordina subito qualcosa!» mi rimproverò Nobu, quasi come se fossi suo figlio.

Ma cosa cavolo voleva il mio tormento personale? Davvero aveva intenzione di preoccuparsi per me? Allora voleva davvero farmi del male! «Fatti i fatti tuoi Nobu» finì col dire queste parole, e ahimè finì anche la conversazione della serata tra me e Nobu.

Il cibo arrivò, e ovviamente anche le birre. La birra, l’unica cosa che introducevo nel mio stomaco da settimane. Ovviamente non mi faceva bene, ma almeno per un po’ riuscivo a non pensare.

 

Io e Nobu eravamo talmente vicini che i nostri gomiti si toccavano. Ed ogni volta un brivido mi percorreva la schiena. In che situazione mi ero cacciato! Non avrei mai pensato che entrando in questa band avrei trovato lui! Più che altro, non avrei pensato di scoprire un lato di Shin nascosto. Mi piacevano i ragazzi, o meglio mi piaceva IL ragazzo. E nessuno, nessuno lo sapeva. Neanche Hachi. Ma forse era il momento di dirglielo. Ma avrei aspettato che lei venisse da me.

 

Nobu intanto mangiava il suo panino, ignaro di tutto quello che il suo vicino di posto stesse pensando. Sognavo che la nostra amicizia –almeno quella- non fosse influenzata da quell’accaduto, ma era totalmente impossibile. Come potevo davvero io credere che un ragazzo etero e come lui avrebbe potuto avere interesse per uno come me? Un diciottenne, senza madre e senza padre. Abbandonato al proprio destino. Cosa può trovarci in me? Nulla, perché io non sono nulla.

 

Rimuginavo sulla mia vita, e sui miei pensieri, quando Hachi mi disse «Shin, usciamo a fare una passeggiata. Dobbiamo parlare» e quel dobbiamo parlare mi metteva paura, troppo paura.

Usciti dal locale, ci sedemmo sul marciapiede.

«Ora, devi spiegarmi cos’hai!» disse.

Subito dopo ci pensai: Hachi era innamorata follemente di Nobu. Se le avessi detto quello che provavo, forse non sarebbe stata più la Hachi di sempre con me. Ma no, dovevo essere sincero con lei, dovevo fidarmi di lei, lei non era quel tipo di donna.

«Sai Hachi, sono caduto in una trappola, dalla quale non posso più uscirne» confidai. «Mafia? Alcol? Droga? Gioco D’azzardo? Troveremo i soldi, e ti aiuterò» disse saltando a conclusioni affrettate. «Niente di tutto ciò» lei fece un sospiro di sollievo. «La trappola in cui sono caduto, è l’amore».

Calò un silenzio tombale. Era strano sentir nominare da me la parola amore. «Davvero!? Ma è fantastico!» festeggiò ed urlò lei. «Andiamo a dirlo agli altri!». La fermai per un braccio. «Non è un semplice amore questo. Hachi, devo essere consapevole che qualunque cosa io dico, tu non cambierai con me, e che io potrò ancora fidarmi di te». «Certo, ovviamente Shin» promise.

«Bene, la persona di cui sono innamorato è» dissi cercando di evitare giri di parole «Nobu!»

 

Rimase a bocca aperta per circa un minuto, prima di dire «Davvero Shin?»

Io feci cenno di si col capo, lei si sedette affianco a me con la testa fra le mani.

«E’ un bel problema, Shin. E’ un grosso problema. Perché deve capitare proprio a me e a te? Di amare lo stesso ragazzo?»

«Ma Hachi, lui ama te, lo sappiamo entrambi» ammisi a mio dispiacere.

«E’ questo il punto! Non voglio che tu soffra!» urlò nel bel mezzo della notte.

«A me Hachi, basterebbe essere suo amico. Nulla di più» dissi quando una lacrima mi scene giù, lungo la guancia.

«Shin, tu ci parlerai. Devi essere sincero. Parlane con lui, digli che vuoi solo la sua amicizia. Ora te lo chiamo, aspetta qui!» disse correndo di nuovo nel locale.

 

Cosa cavolo sta facendo quella ragazza? Vuole firmare forse la mia condanna a morte, o cosa? Mi vuole bene o mi vuole male?

E tu Shin, stupidissimo Shin, cosa ti è saltato in mente di fare? Di rivelare il tuo segreto. Per poi avere cosa? Dolore? Ancora e ancora dolore? Quando finirà.

 

Intanto, in quel lasso di tempo in cui i miei pensieri avevano preso il controllo di me, Nobu era di fronte a me, ad osservarmi. Quasi mi venne un colpo, trovarlo così vicino al mio volto. «Nooobu! Cosa cavolo vuoi?» urlai. «Ti guardavo mentre pensavi» sorrise. «Facciamo un giro?» disse sorridendomi.

 

Mi alzai e lo seguii. Eravamo andati a finire, non so come sulla riva del fiume. Nobu si sedette.

La sua pelle era ancora più bella alla luce della luna. Sembrava risplendere di una luce nuova, diversa, più bella. «Bhè, che guardi? Siediti» sorrise facendomi segno a fianco a lui. «Allora, cosa dovevi dirmi?» chiese.

Ecco, quello era il momento, il momento della fine di tutto. «Nulla di che» abbassai lo sguardo.

«Dai, parla!» urlò Nobu. «Sicuro di volerlo sapere?» chiesi. «Certo».

«Sarà un discorso un po’ lungo. Ma spero di arrivare presto al sodo. Sai, ricordi quando mi dicevi sempre “non ti vedo mai con una ragazza, una fidanzata!” e io ti rispondevo sempre “io non credo nell’amore, e non credo m’innamorerò mai”? Bene, è tutto cambiato. Da alcuni mesi a questa parte sono totalmente innamorato di una persona. Una persona vitale, totalmente vitale. Una delle persone più importanti della mia vita. Questo però compromette la mia amicizia con questa persona, che ovviamente è più importante. Inoltre,  una persona a me carissima, è innamorata della stessa persona che amo io. Siamo innamorati della stessa medesima persona! Mi ha detto che non c’è nessun problema, ma per me il problema fondamentalmente nasce all’inizio, cioè al fatto che io sono innamorato. Scusa per il discorso contorto» dissi con poco fiato.

«Cosa c’è di male nell’inamorarsi?» sorrise «io sono innamorato di Hachi, e non c’è nulla di male».

Ecco la botta finale, lo aveva detto. Mi sentivo a pezzi, mi girava la testa, non sentivo più la terra sotto i piedi. «Il mio caso è diverso dal tuo» dissi con voce malinconica ma a tratti cosparsa di odio e di rabbia. «E in cosa lo sarebbe stupido? Dai sentiamo!» urlò.

«Io sono innamorato di un ragazzo!» urlai con tutta la forza che avevo.

 

«Un, ragazzo?» esclamò un po’ perplesso. Poi si riprese. «Che male c’è? L’omosessualità non è un reato, anzi è una cosa normalissima!»

«Tu Nobu!» dissi nervoso. «Io che?» chiese. «Tu...tu...tu...

Sei tu il ragazzo di cui sono innamorato!» urlai. «Per te sto soffrendo come mai in vita mia. Sto combattendo tra amicizia ed amore. Non riesco più a guardare altri, perché ho solo te nella mia mente. I tuoi capelli, i tuoi occhi, il tuo modo di suonare la chitarra. Il tuo modo di sorridere, di essere felice. Mi ricordo ancora quando eravamo amici. Già lì ero pazzo di te. Ma ora lo sono di più! Ora sono ossessionato da te! Ti vorrei tutto per me, ma non può essere!». Ormai il danno era fatto. Non potevo più rimediarvi.

«Io?» chiese lui abbassando lo sguardo. «Davvero provi tutto questo per me?» chiese. «Scusami, Shin. Non ne avevo idea. Se solo avessi saputo...»

«Se solo avresti saputo, mi avresti allontanato ancora di più!» urlai ormai con le lacrime agli occhi. Era la prima volta che piangevo per lui. Istintivamente lui mi abbracciò. E io impazzii.

Mi avvinghiai a lui, singhiozzando. Tra un singhiozzo e l’altro dissi «Nobu...io ti amo» per poi baciarlo, e scappare, il più lontano possibile da quel ragazzo.

 

Correvo con gli occhi appannati dalle lacrime, mille pensieri per la testa. Ma non vidi quelle due luci gialle che venivano verso di me. Sentii un clacson, ma era troppo tardi. Qualcosa urtò alle mie gambe. Caddi a terra, sbattendo la testa. Sentivo l’odore del sangue. Cosa cavolo era successo? Cercai di capire, ma le lacrime erano troppo ed appannavano completamente la vista, quasi fossi ceco. Sentii un uomo gridare aiuto.

Le mie gambe erano intorpidite, e così stavano diventando anche le mie braccia. Sentivo il respiro affannato. Non capivo, ma sentivo del freddo sotto di me.

«Non preoccuparti ragazzo. Arriva l’albulanza, tieni duro. Non morire!»

In quel momento tutto fu chiaro.

Attraversando la strada, confuso com’ero non mi ero accorto della macchina, che mi aveva preso in pieno ed ora...stavo morendo.

Mi girai verso il cielo, guardandolo per l’ultima volta. Erano tante le stelle, ma una mi colpii. Era una stella cadente. Chiusi gli occhi.

Ti prego, fa che Nobu sia felice. Fa che si sposi con Hachi, e fa che i Blast diventino famosi. Proteggili tutti. Nana, il pelato, Hachi e soprattutto lui nobu, la mia stella più splendente.

In quell’istante tutto diventò nero...

Ti amo Nobu... ~ end ~

P.S. E' una storia un po' banale -ne sono consapevole. E' tutto frutto però della mia mente, che si è messa in opera per un'intera serata dopo aver visto Nana2. Per me è piena di significati ed emozioni. Un po' troppo deprimente? Si lo credo anche io. So che non è un granchè, ma spero che a qualcuno almeno piaccia ^^

  
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