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Autore: manamalfoy    23/02/2010    2 recensioni
Ff demenziale scritta in un momento di crazy follia. xD
Jasper POV.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jasper Hale, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Alice, dannazione, stai zitta!-
Mai e poi mai avrei pensato di poter durare un'eternità con quel topo cicalecciante.
-Ma dai, Jaspy, andiamo a farci un giretto sugli alberi!!!-
-No, Alice, stai zitta, sto cercando di concentrarmi.-
Maledetta mosca fastidiosa.
-Ma che cavolo stai facendo Jaspuccio?-
Dannata zanzara mefitica.
-Sto cercando un nuovo metodo più sicuro per la fissione a freddo, dannazione. E se tu non mi sfracellassi i coglioni, avrei già finito da ore.-
La provetta stava per sfuggirmi di mano. Solo un secondo e saremmo schiattati tutti quanti, con metà Forks e quell'oca giuliva di Bella compresa.
-Basta! Bastabastabastabasta! Non ne posso più. Non ne posso più di Rosalie e dei suoi dannati tacchi, di Emmett che non capisce una benemerita mazza di niente, di bambolo Eddie e di quel topastro che si ritrova per donna, di perfezione Carlisle e di quel soprammobile di sua moglie, ma soprattutto non ne posso più di TE E DELLE TUE VISIONI DEL CAZZO! Mi sono rotto. Io la vita del vegetariano non la sopporto proprio più! Me ne vado per i cazzi miei!-
Appoggiai la provetta e corsi alla velocità della luce nella mia stanza. "Il piccolo chimico", ecco come mi chiamavano tutti. Che divertimento, solo perchè mi piacciono le provette e bla bla bla. Dannato Edward.
Presi le mie valige.
-Jaspy, Jaspy, non andartene, ti prego!-
-Oddio, ma che, voli?-
-Tanto sai che l'ho visto dove vuoi andare. Posso seguirti ovunque.-
Le misi una mano sulla spalla. Potevo incanalare il mio potere in un altro modo? Potevo convincerla a fare quello che volevo io?
Tu non mi cercherai mai più. Io non esisto e non sono mai esistito. Non mi hai mai amato. Dimenticati di me.
-Cosa stai facendo, Jaspuccio?-
Mi concentrai di più, stringendole ancora il braccio. Dimenticati di me, appena sarò uscito dalla porta d'ingresso.
Riempii il borsone alla velocità della luce e la guardai. Magari per una volta nella sua vita mi aveva ascoltato...Mi fissava con un'aria del tutto ebete.
Quando feci per uscire dalla porta tutti mi guardavano. Edward aveva cercato di leggere nella mia mente. Ma perchè poi doveva usare quel potere sempre nei momenti sbagliati?
Alice era ancora sul ballatoio. Usai anche io il mio potere per una volta. Non mi piaceva. Eppure mi avevano obbligato.
Emmett, sotto l'influsso del mio potere cercava sempre di acchiappare le farfalline inesistenti. Tipo il mostro di Frankenstein Junior. E infatti anche quella volta cominciò a saltellare per la stanza.
Presi la porta e uscii.
La giornata era triste, come al solito.
-Maledetta pelle sbrilluccicosa! Odio essere me, odio la Meyer che mi ha creato. A dire il vero nemmeno capisco il perchè, visto che mi considera una toppa. Ma siccome IO penso con la MIA testa, ora decido io che fare, Stepphi. Capisc?- dissi guardando verso l'alto.
Camminavo tranzollo tranzollo per la strada, una valigia in spalla e l'altra in mano, cercando di non farmi sfracellare dalle macchine. Anche se non mi avrebbero fatto nulla, sempre meglio non rischiare.
Figo passeggiare per la strada e non venire minimamente cagati da nessuno.
Un momento. Non proprio nessuno nessuno.
Una vecchia Ford azzurra scassolenta rallentava avvicinandosi.
Mi voltai cercando di assumere l'aria più feroce possibile. Non durai nemmeno 10 secondi.
Era una ragazza alla guida. Non una bellezza, dio. Ma non era nemmeno un cesso fotonico. Ovviamente non si vive paragonando tutte le donne a Miss Universo Rosalie cazzona Hale.
-Serve un passaggio?-
-No.-
-Ok.- Disse lei accelerando.
-No, aspetta, scherzavo.- Le urlai dietro. Mi sentì e arrestò del tutto la macchina. Quando le fui a portata di offese tirò fuori la testa dal finestrino.
-Mr. Simpatia Hale, giusto?-
-E tu?-
-Oh, io sono molto più al di sotto del vostro livello per essere notata. In effetti non mi ha notata proprio nessuno.-
Strano. Non era una ragazza che assomigliasse alle altre con quel piercing al labbro e i lunghi capelli verdi. Insomma, si vede una così che passeggia nella città meno colorita del mondo.
Salii in macchina.
-Ti chiami sarcasmo, per caso?-
-Oh, si sono la personificazione del sarcasmo.-
-Non parli molto, eh?-
-Solo se interpellata.-
-Ottimo.-
-Ottimo.-
Partenza fantastica. La dannata zanzara mefitica mi aveva sfracellato i coglioni per troppo tempo con le sue farneticazioni a proposito di quella ragazza con i capelli verdi che vedeva nel mio fut...dannazione. Dannata zanz...
-...zara mefitica.-
-Grazie, anche io ti amo.-
-Non mi dire che ho detto tutto ad alta voce.-
-Solo "dannata zanzara mefitica".-
-Beh scusa, non parlavo di te.-
-Ancora non mi hai detto dove ti devo portare, bello.-
-Ai tuoi scoccia se ospiti Mr. Simpatia Hale per un po'?-
-No, sono morti tutti e due, non diranno nulla. Ma se vuoi puoi provare a chiedergli di farti spazio al cimitero.- Strinse i denti.
-Oh, scusa. Sono un...-
-Di che ti scusi. Mica è colpa tua. E poi non lo sapevi, no? Un ubriaco gli ha sbattuto contro in macchina, son stati all'ospedale per un po' e alla fine sono crepati lasciandomi con una catapecchia, un catorcio di macchina e l'iscrizione per la scuola. Fine della storia.-
Adesso capivo perchè era così sarcastica. E anche il suo odio verso la nostra famiglia.
-Magari potreste adottarmi voi, che ne dici?-
-Per l'amor del cielo. Sono scappato da quella famiglia per un motivo, sai?-
La macchina rombava in modo poco rassicurante. Lei non proferiva verbo.
-Perchè mi guardi e non favelli?- chiese.
-Guardo i tuoi occhi che son tanto belli.- le risposi a tono.
-Favoloso. Conosci Giuseppe Giacosa.-
-Ho avuto modo di leggere molti libri nella mia vita.-
Parcheggiò in un angolo di strada davanti ad una vera e propria catapecchia. Tipo quella del gieffe.
-Questa fanfiction si sta facendo troppo seria, non trovi?- le chiesi.
-Non è mica colpa mia se l'autrice ha avuto un momento di depression. E' soooo dark...-
-Chi l'autrice?-
-Macchè. Il momento di depression.-
Entrammo in casa. Tutto era soooo dark. Chissà, magari lovvava anche i vampiri sbrilluccicosi come me. Dannata, dannatiss...
-...sima Meyer.-
-Mr. Simpatia Hale, la vuoi piantare di dire tutto quello che ti passa per l'anticamera del cervello?-
-Cazzo!-
-Ecco appunto. Sei gay?-
-No.-
-Meglio. Avrei qualche propostina da farti.-
Oh no. Un'altra fan del bite me, ti prego no. Torno da Alice, piuttosto. Passammo dall'entrata alla camera da letto. Era tutto molto dark, molto obscure, molto andergraund. Il letto era ampio e nero, molto obscure.
-Allora, Mr. Simpatia Hale. Facciamo sesso o no?-
Rimasi di sasso. Anzi, di merda.
-Non so se possiamo...-
-Prendo la pillola.-
-No, non per quello...-
-Ho i preservativi.-
-No, neanche quello...-
-Ti incateno al calorifero e poi penso a tutto io. In modo morbidamente dark.-
*Buio.*
Una lucina rossa si accese nella stanza dark.
-Ma che fai, fumi?- le chiesi, nel buio della stanza obscure.
-E' molto dark. E poi dopo il sesso ci sta.-
-Mi sleghi ora?-
-No, pensavo di lasciarti lì e di usarti come toy-boy.-
Jaspuccio? Jaspuccio? Facciamo tanto sesso in modo molto morbido sdraiati sugli aghi di pino? No, dannata zanzara mefitica. Dannata Meyer, stavolta te l'ho fatta!

  
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