In una notte di
Luna Piena
Ti
volti indietro ancora una volta.
Il
manto nero della notte avvolge l’intera vallata e nemmeno i
tuoi occhi
riescono a penetrare la sua oscurità. Eppure sai che
è dietro di te. Ti
insegue, veloce e impetuoso come il vento, e presto ti raggiungerà.
Frusti
il cavallo con violenza e lo inciti a correre più forte.
L’animale emette un
nitrito di protesta, ma non esita ad ubbidire al tuo
comando. Sotto di te,
riesci a sentire tutto il vigore del suo possente corpo, la sua
energia, la
sua vita.
Alzi
gli occhi verso il cielo scuro e la fissi. Pallida ed eterea, veglia
sulla
vallata e sui suoi figli.
La
maledici ancora una volta. È sua la colpa, della sua luce, del suo
potere.
L’ululato
di quell’essere squarcia il silenzio della notte e
il cavallo nitrisce ancora,
stavolta spaventato. Avverte il pericolo come lo avverti tu, e
avverte
l’urgenza di scappare… tu no.
Per
te non è altro che un gioco, il tuo
gioco: stuzzicarlo, provocarlo, accrescere il suo desiderio di sangue.
Lui
cacciatore e tu preda, almeno finché così vorrai.
La
tetra radura si apre davanti a te, un antro nero che dà
l’illusione di poter
inghiottire qualsiasi cosa.
Tiri
le redini con forza e il cavallo si impenna sulle zampe
posteriori, arrestando
la sua folle corsa. Smonti dalla sella e ti porti al certo del
tappeto
erboso, proprio sotto i raggi di quella maledetta luna piena.
Lì, lo aspetti.
I
suoi occhi lucenti sbucano dall’oscurità,
spietati e famelici, bramosi della
tua carne; un passo alla volta, inizia ad avvicinarsi
ringhiando rabbioso, le
orecchie basse, i denti scoperti. Tu lo guardi con sfida, impaziente
che la
lotta cominci.
Finalmente
siete l’uno di fronte all’altro, pronti a
massacrarvi a vicenda.
Slacci
il mantello e lo fai scivolare a terra. Il riverbero della luna
illumina la
tua pelle nuda, rivelando la profonda cicatrice che solca il tuo
torace. È
stato uno di loro a squarciarti il petto, e per quell’uno pagheranno tutti.
Ti
pieghi in avanti e salti su quel vile animale, pronto alla lotta,
pronto alla
vittoria.
Anche il
giovane licantropo balza in avanti: coraggioso e ingenuo,
accetta la tua sfida.
I suoi denti si conficcano nel tuo braccio strappandoti un urlo di
dolore, ma
non ci metti molto a liberarti dalla sua presa. Cerca di
azzannarti ancora,
mirando al volto stavolta, ma proprio quando il suo muso si
trova così vicino
al tuo viso, gli afferri la testa tra le mani e gli giri il collo.
Crack.
Il
corpo dell’animale scivola a terra, privo di vita.
È bastato un solo,
semplice, gesto per farlo accasciare esanime ai tuoi piedi... ed è quasi deludente.
Guardi
quel corpo con disprezzo. Che essere immondo è quello?
Aro
li considera creature affascinanti. Si è sempre chiesto come la
Luna
possa esercitare un tale potere su quegli uomini maledetti e renderli
animali
così violenti e incontrollabili. Vorrebbe riuscire a scoprire il loro
segreto per potersene servire a suo piacimento. Pazzo!
Per te sono solo bestie, nient’altro che quello. Schifosi animali che meritano solo di morire.
Hai passato interi secoli a dar loro la caccia e così continuerai finché non li
avrai sterminati tutti.