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Autore: Bellatrix_Black    21/07/2005    5 recensioni
Buonasera, mi chiamo Harry Potter e sono un ragazzo complessato.
Genere: Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo resoconto

Piccolo resoconto

 

 

 

Buonasera, mi chiamo Harry James Potter e sono un ragazzo complessato.

I miei genitori sono morti in seguito ad una visita di cortesia da parte di un certo Lord Voldmeort, che era così fuori di sé dalla gioia di vedermi che mi fece una specie di tatuaggio a forma di saetta sulla fronte.

Essendo orfano, sono cresciuto nella casa dei miei zii, i Duesley, che mi trattavano con gentile disgusto.

Ma nessuno poteva competere con loro figlio, Duldey, il quale assomigliava così tanto ad un maiale (sia di stazza che di cervello) che mi è capitato molte volte di confonderlo con un ammasso di pancetta.

Questo Duldey era anche molto prepotente, e non sto qui a citarvi cosa mi fece passare, prima di sapere che io fossi un mago.

Tutta accadde il 31 Luglio del 1991, quando, in seguito ad un improvviso attacco di gufi letterari, la famiglia Dursley decise di stabilirsi momentaneamente in una baracca in mezzo al mare.

Quella notte compivo undici anni, e mentre i miei adorati zii dormivano, un mezzogigante irruppe buttando giù la porta.

Rubeus Hagrid (il mezzogigante) era venuto a comunicarmi che avrei frequentato la scuola di magia a stregoneria di Hogwarts, e data l’occasione, mi preparò anche una torta.

Ad Hogwarts mi feci molti amici, due di questi erano molto stretti: Ronald Weasley e Hermione Granger.

Ronald Weasley veniva da una famiglia di purosangue, composta da due genitori (Arthur e Molly), sei figli maschi (Bill, Charlie, Percy, Fred, George, e Ron) e una figlia femmina (Ginny); tutti forniti di capelli rossi e lentiggini.

Hermione Granger invece era una mezzosangue, nata da dentisti babbani.

Ad Hogwarts però mi feci anche dei nemici: Draco Malfoy e la sua compagnia.

Draco Malfoy era un purosangue dagli occhi freddi e dal cervello degradato, figlio di Lucius Malfoy e Narcissa Black, sorella di Bellatrix Black e cugina di Sirius Black, dei queli parlerò adesso.

Sirius Black era il migliore amico di mio padre ai tempi della scuola, e fu scelto come mio padrino.

Per dodici anni se la spassò ad Azkaban giocando a briscola con i Dissennatori, accusato di essere dalla parte dello zio Voldie e di aver consegnato me e i miei genitori a lui.

Naturalmente Black era innocente, perché il traditore effettivo era un certo Peter Minus, una sottospecie di umanoide-roditore, che con mio rammarico faceva parte anch’egli della schiera di nullafacenti di mio padre. Altro componente del gruppo era Remus Lupin, licantropo ex mio prof.

Accadde poi che un bel giorno il tatuaggio a forma di saetta che mi impresse Voldemort mi mise in contatto con quest’ultimo.

Praticamente la notte sognavo quello che Voldie faceva, e di giorno percepivo il suo umore, anche se io ero ad Hogwarts e lui era a Bora Bora con le ballerine.

Questo contatto fece si che una sera Voldemort mi invitò a cenare con lui nell’Ufficio Misteri, dove parteciparono alla cena tutti i componenti del famosissimo club che aveva fondato Voldemort (i Mangiamorte) e tutti i componenti del club di Albus Silente (l’Ordine della Fenice).

Ospiti d’onore furono: Ronald Weasley, Hermione Granger, Ginny Weasley, Neville Paciock ed una pazza manicomia di nome Luna Lovegood.

Al momento del pollo Sirius cominciò a sfottere sua cugina Bellatrix sul suo superato taglio di capelli, che non potendone più gli scagliò un’amichevole schiantesimo.

Lo schiantesimo colpì Sirius in pino petto e lo fece andare a finire oltre una tenda nera, da dove non uscì più.

Inizialmente la cosa non mi quadrava, poi resomi conto che in quel mondo la gente prendeva sempre cazzi per fesse, lo accettai, anche se in un improvviso giramento di palle distrussi l’ufficio di Silente.

Da quel giorno la mia vita cambiò e cominciai anche io a prendere cazzi per fesse, bevendomi tutte le parole di incoraggiamento dell’Ordine e dei miei ehm… amici.

 

 

 

 

  
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