Serie TV > Il mondo di Patty
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Autore: Okimar    25/02/2010    4 recensioni
“Avrei preferito non scoprire mai, quanto ci tieni a lei davvero, se questo era l’unico modo” la risposta che giunse dalla bocca maschile, fu un breve: “Anch’io”.
“Che idea cretina quella del principe azzurro possessore del bacio incantato delle favole!”
Pairing: Patty/Matias Antonella/Bruno Giusy/Guido Tamara/Fabio Pia/Felipe Sol/Santiago Luciana/Gonzalo Caterina/Alan
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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'Dolore

Antonella ha superato ogni limite. Caterina, Pia e Luciana sono sconvolte dalla nuova leader delle divine. I suoi piani si sono sempre limitati a mettere in imbarazzo, nulla più. Ma ora la best si è stancata. La sua vittima è facile da individuare. La dolce e tenera Patty, che con la sua voce che con un groppo in gola, riesce a dirlo, è davvero unica e magica, riesce a incantare tutti, eccoli lì, tutti i popolari, eccetto Matias, che la portano in trionfo, mentre Giusy e le sue amiche cominciano a cantare “Patty alè, Patty alè”. Dopo poco metà scuola le imita. E poi, la sera, avviene il colmo dei colmi. L’ha chiamata Pedro. E’ tutta eccitata, corre via dal garage di Bruno e Gonzalo dove i ragazzi stavano provando. Qualcuno entra poco dopo di lei. Non ci può credere. Il Papero Provinciano ha osato entrare quando c’era già lei. Cominciano a litigare. Guardala lì con quel suo maglione ridicolo, perfettamente abbinato alle trecce, quell’apriscatole che si ritrova in bocca e gli occhialoni da quattr’occhi. Mentre lei, è ovviamente divina. Come al solito. Entra Pedro. Meno male. Se no chissà che fine le avrebbe fatto fare. “Un duetto?” sono le parole che escono dalle bocche delle due ragazze, entrambe inorridite. Così è cominciato tutto. E lei, che è la the best, la migliore, poteva permetterlo? Una sua canzone nel suo cd? MAI. E quindi, tutti converrete nel comprendere che bisognava fare in modo che la contadinotta non potesse incidere.. e c’erano vari modi. Ma questa volta, dirle semplicemente cosa non doveva fare, non le sembrava la cosa più giusta. No, non bastava. Bisogna pensare a qualcosa di molto peggio. Qualcosa che l’avrebbe sconvolta. Antonellina non tardò a pensarne una delle sue. Molto peggio del campeggio. Decisamente più cattiva del centro commerciale. Per realizzare il suo piano aveva bisogno di quelle cretinette delle sue cosiddette “amiche” che non saranno mai comunque degne di stare in sua compagnia. Ma si sa, i tempi si stringono e chiunque si deve adattare. Pure lei. Una volta che il piano venne spiegato, Luciana e Pia si scambiarono una sola occhiata. Era una follia! Stavolta sì, che sarebbero finite nei guai. La parte peggiore, era chi avrebbe convinto Patty a venire verso la sua trappola: Caterina era stata scelta. Anto sapeva benissimo quanto valesse per la biondina a caschetto la sua amicizia, quindi con un abile gioco di parole, riuscì a convincerla del suo cambiamento profondo, di quello che aveva provato vedendo Patty cantare così bene e tutti complimentarsi con lei, che ora capiva quello che aveva passato la little duck e che si pentiva di tutte le cattiverie che le aveva fatto e si doveva scusare anche con loro, ultimamente era anche diventata più insopportabile del solito. Cate si sorbì il discorso infinito strappa lacrime della best, con qualche dubbio qua e là, ma alla fine cedette e le credé. Antonellina la strinse in un abbraccio da telenovela, piansero, non le servì nemmeno la cipolla, stavolta, si scambiarono pareri assurdi e alla fine lei lanciò la bomba. Un piano che sarebbe servito per conquistarsi l’amicizia della.. di Patty. Ovviamente non si poteva contare su Josefina, su Tamara e Solsita, ma sapevano anche, entrambe, quanto dolce e buona fosse Patty, mentre il cervello di Anto aggiunse nella sua mente anche l’aggettivo “ingenua”. Quindi lei le avrebbe dato di sicuro una chance, anche se Giusy l’avrebbe messa in guardia, ricordandole il passato, alla fine la biondina ci sarebbe cascata.. cioè, sarebbe venuta alla sua “sorpresa”. Quello che Caterina doveva fare, era semplicemente convincerla ad andare.. in quel luogo. Poi con una scusa, Pia l’avrebbe allontanata e alla fine, quando sarebbe stata fuori gioco, sarebbe cominciata la vera sorpresa, per Patty. Leggermente riluttante, alla fine, come previsto, accettò. Corse fuori da casa Diaz Rivarola/ Lama Bernardi e si fece a razzo tutto il quartiere, fino a giungere davanti all’ingresso dei Beltràn. Rimanendo sull’uscio, mentre attendeva che le aprissero, riuscì a sentire uno stralcio di discorso popolare.
“Non l’hai trovata davvero simpatica?”
“Sì, Giusy, ma era anche tanto strano! Mi sembrava quasi di guardare in uno specchio del futuro, a parte per il colore dei capelli e dei vestiti!”
“Hai ragione, ma spero che tu non.. oh, scusami, hanno suonato, vado ad aprire.” Caterina si allontanò dalla porta per non farsi beccare e quando Giusy la vide le sembrò molto sospetto. “Caterina.”
“Sì.”
“Che ci fai qui?” la ragazza alzò le spalle.
“Cerco Patty. E’ qui?” Le sembrò quasi di vedere all’interno del cervello di Giusy, migliaia di rotelle che giravano in cerca di una scelta. “La faccio o no entrare? Le dico che Patty è qui da me? Ma sì, in fondo qualsiasi cosa abbia in mente Tontonella, non mi fregherà stavolta!” La ragazza dai lunghi ricci scuri annuì sorridendole un po’ troppo falsamente.
“Sì. Hai indovinato. E’ proprio da noi.” aprì la porta e le fece spazio. “Stavamo parlando della prof che ha sostituito Barcaroli oggi.”
“Ah, sì, a questo proposito, complimenti Patty, hai cantato davvero.. divinamente.. anche se per te non sarà un complimento, immagino..”
“Ma no! Grazie Caterina, considerando che tu sei una divina, penso sia positivo!” Caterina le sorrise, amichevolmente. Era sincera.
“Sì..” Giusy notò che la divina, o ex divina, era stranamente agitata.
“Volevi dirle solo questo?” Come al solito prendeva le parti della migliore amica.
“No, in realtà sono venuta per.. invitare Patty.. da parte di Antonella..” la popolarissima per poco non si strozzò con l’aranciata, mentre l’altra spalancò la bocca per la sorpresa, mostrando in tutto il suo splendore l’apparecchio.
“Cosa?” chiesero entrambe.
“Sì, so che vi sembrerà strano, ma è così.”
“E per quale motivo non è venuta lei, di persona, a invitarla?”
“Giusy, non pensare sempre male!” guardò Caterina. “Sarà per il disco, immagino..” anche se non sapeva se fosse per quello, Caterina colse al volo l’occasione e annuì convinta.
“Sì, proprio per quello!”
“Mah..”
“E dove dovrei andare?” Patty c’ era cascata. Ma questo non fu il pensiero della divina. Lei era stata raggirata da Antonella, come Patty, del resto.
“Ti do le indicazioni, allora.. devi..” quando se ne fu andata, con un sorriso e bacio sulla guancia, l’inorridita e mal fidente (anche se faceva bene a non fidarsi e aveva anche ragione) Josefina, scosse la testa.
“Non posso credere che ci vuoi andare! Patty, è pur sempre Antonella! Tontonella non cambierà mai! Mai e poi mai, ricordati tutto quello che ti ha combinato, anche con mio fratello e..” una voce sorprendentemente alta la interruppe.
“No, Giusy. Io le voglio dare una possibilità. Sarei esattamente uguale a lei, se non lo facessi.”
“Tu non sarai mai come Tontonella!”
“Basta, me ne vado, vedrai che avrò ragione io!”
“No, aspetta Patty, non volevo offenderti, ma sai quanto tengo a te, sei la mia migliore amica e non voglio che ti facciano del male!”
“Non mi farà del male. Stai tranquilla. Adesso vado, che è tardi.” Giusy la fermò di nuovo.
“Aspetta solo un secondo. Mi sono dimenticata di chiederti se mio fratello ti ha detto qualcosa, oggi, dopo l’esibizione.”
“No. Perchè?”
“No, niente, così..”
“Va bene. Ci vediamo domani”
“Sì” Pochi minuti dopo, quasi apposta, ecco comparire il fratellino. “Matias!” Fece un balzo per lo spavento.
“Giusy! Che, mi vuoi far prendere un infarto!” minacciosamente gli si avvicinò.
“Perchè non sei andato a complimentarti con Patty?” fece per dire qualcosa, ma lo bloccò. “Avevi detto che era una buona idea!”
“Giusy, se mi lasci parlare, cara sorellina, ti spiego.”
“Va bene, ma sbrigati”
“Io sono andato a casa sua, ma non c’era.”
“Non l’hai incontrata per strada?”
“Perchè?”
“Perchè era qui fino a cinque minuti fa”
“E dove è andata?”
“A casa sua, immagino”
“Strano..”
“Sì” Matias si grattò la testa pensieroso.
“Che aspetti?”
“Eh?”
“Vai a casa sua o no?”
“Non ti sembra tardi? Potrei dirle domani che..”
“No, ci devi andare adesso!”
“Va bene, va bene.. ma secondo me non è per i complimenti che mi stai mandando da lei..”
“Hai ragione. Ma nemmeno per quello che pensi tu.”
“Cosa allora?”
“La verità è che.. temo che questa volta Antonella ne voglia fare una delle sue, ha invitato Patty ad andare in un posto, questa sera, io.. non so perchè, ma ho paura!” Matias vide che la sorella aveva le lacrime agli occhi e non obbiettò nemmeno sugli insulti verso la sua ragazza.
“Vorresti che io le impedissi di andarci, se ho capito bene.”
“Sì. Puoi farlo?”
“Va bene. Non so perchè, mi hai contagiato, anch’io ho un brutto presentimento!” la sorella annuì e lo osservò mentre usciva di casa. Il ragazzo si incamminò velocemente verso la scuola, dove alloggiava Patty.
Nel frattempo, la ragazzina si stava dirigendo verso il suo appuntamento. Povero Matias! Che inutilità! E Giusy che credeva di cavarsela anche stavolta!
Antonella invece era davanti al suo specchio e si ammirava, facendosi complimenti da sola. “Porque soy gasolina, gasolina de verdad” e poi scoppiò a ridere. Una risata intrisa di malvagità. Con la manina liscia e abbronzata quanto basta, si riavviò una ciocca castana leggermente riccia e ricca di sfumature. “Bene, bene.” guardò l’orologio di zaffiri che portava al polso. “E’ ora di andare a rimettere la fea al suo posto!” e dette quelle ultime parole, lasciò che la porta si richiudesse da sola, dietro di lei. Passando per il corridoio, notò la porta della stanza del fratello, semichiusa. Per un secondo si sentì triste per Fabio. Ma poi si riprese e disse “Ma va. Tanto rimane pur sempre un perdente, povero fratellino”.
Altre due divine, continuavano a camminare avanti e indietro senza fermarsi. Pia guardò l’ora e sbraitò. “Tra poco arriverà Patt.. il Papero Provinciano e di Antonella non c’è traccia!” l’altra non la degnò nemmeno di uno sguardo.
“Ma come, non lo sai? Il capo si fa sempre attendere. Aumenta l’agonia.” scosse i suoi capelli lisci e scuri sensualmente. La prima scosse il capo.
“Non dirmi che sei d’accordo con lei.” finalmente si voltò a guardarla.
“Perchè no?”
“Luciana, è una follia quella che vuole fare!”
“Da quando sei così buona, Pia?” al termine buona la ragazza sentì una stretta al cuore. No, lei era cattiva, cattivissima e le piaceva esserlo. Non ne era più tanto convinta.
“Non.. lo so.. però questa è un’esagerazione, un capriccio di una bambina piccola e sciocca..”
“Taci se vuoi rimanere una divina. Antonella scopre tutto, alla fine.” Pia si spaventò.
“Così mi fai paura!”
“E’ giusto che tu abbia paura.” Pia rimase in silenzio. “Meglio se ti cerchi un pretesto per odiare il Papero Patagonico, la Fea, il Provinciano, il Brutto anatroccolo, Little duck, chiamala come ti pare..”
“Ma..”
“Pia, niente ma!”
“Ehi, guarda che non sei tu il capo! Sei l’ultima venuta nelle divine!”
“Ma ho molto più fegato di te! Tu sei sempre stata a quello che diceva Antonella stando in silenzio.”
“Se non sbaglio è quello che facciamo tutte” Luciana scosse la testa.
“No, io no.”
“Va bene, lascio perdere, se no finisce che arriviamo alle mani!” rise di gusto in faccia alla prima.
“Non commenterò perchè non ho voglia di sprecare fiato. Ma sappi che io lo dico per te, povera Piuccia.” Pia si sentì ribollire dalla rabbia. Cosa avrebbe dato per poterle strappare uno a uno i capelli di seta e farci un bel cappellino.. non fece in tempo a rispondere alla provocazione, però, perchè finalmente, come una buona attrice che si rispetti, dopo essersi fatta attendere per benino, Antonella comparve dietro di loro.
“Pronte?” chiese non mostrandosi molto attenta alla risposta che le avrebbero dato.
“Veramente Pia non vorrebbe farlo.. dice che..” una mano tappò la bocca dell’ultima delle quattro divine.
“Sei una bugiarda odiosa!”
“Ragazze, my darlyng, non litigate tra di voi, sprecando perfetta energia negativa! Sfogatevi su..” pronunciò il nome. “Patty” Luciana si liberò dalla stretta e l’altra si fece coraggio.
“E va bene. Lo ammetto. Non odio abbastanza Patty da farle del male nel vero senso della parola.” chinò la testa per la vergogna, ma Anto non se la prese come immaginavano.
“No problem. So io come fartela odiare..” sorrise malignamente.
Il ragazzo giunse finalmente davanti alla porta della camera di Patty, trovandoci un annunciò che lo inquietò. C’era un biglietto attaccato con lo scotch tutto storto, riconobbe la scrittura della ragazzina. “Mamma se mi cerchi sono fuori, con le popolari, torno presto” quello che lo agitò maggiormente fu che si notava perfettamente che le tre parole centrali, che si trovavano tra due virgole, erano state aggiunte dopo. E la scrittura era diversa. Poi, pensò, perchè Patty dovrebbe mentire alla madre su dove andava?
L’ingenua biondina giunse al suo capolinea. Quella notte, ci sarebbe stata la resa dei conti. Notò subito la presenza delle tre divine. Sorrise timidamente. Non venne ricambiata da nessuna. Prima che potesse fare anche solo un piccolo passetto, la immobilizzarono. Tempo un secondo e sentì qualcosa premuto sulla bocca pesantemente che le impediva di respirare. Tempo un altro e tutto divenne oscurità. Un dolore alle tempie e dietro la testa le fece comprendere che si trovava contro a un muro o una parete spigolosa che le provocava diversi dolori alla schiena. Sentì delle risate e riconobbe la voce: Antonella. Ma certo, avrebbe dovuto immaginarlo, capire che lei Non poteva assolutamente essere buona con lei, avere intenzioni positive nei suoi confronti, perchè, perchè era così ingenua, così stupida, così lei? Per la prima volta ebbe paura, paura davvero, come comprendendo che cosa le avrebbero fatto. Risentì la voce.
“Da cosa vogliamo cominciare, ragazze?” Una era esitante.
“Antonella...” la ragazza con falso accento inglese si voltò.
“Bruno” disse solamente. Patty non capì a che proposito, ma ben presto quello divenne l’ultimo dei suoi pensieri, perchè sentì un dolore fortissimo a livello della congiuntura dei capelli con la testa. Pia la stava tirando per le trecce.
“Ma quante doppie punte.. scommetto che era la mammina che ti tagliava i capelli..”
“Poverina, compiangila, non aveva abbastanza soldi!” altre risate uguali alle precedenti.
“Che ne dici, racchietta, lo vuoi un nuovo taglio di capelli?” si udì un mugolio negativo. Patty ascoltò a orecchie tese e avvertì la presenza di un paio di forbici. Sentì le due parti di ferro sfregare l’una contro l’altra. Pianse e ben presto la benda che aveva sugli occhi si inumidì di gocce salate. Vederla soffrire non faceva che aumentare in Antonella la voglia di fare sempre di più. “Per ora le risparmiamo.. ma solo perchè ho in mente di meglio..” in confrontò all’idea di perdere le sue amate, seppur infantili, trecce, qualsiasi cosa sarebbe stata.. fantastica. “Non l’avessi capito, little ugly, questo non è solo un avvertimento. Mi sono stufata di parlare, parlare e parlare.” pausa per aumentare l’ansia nell’aria. “Quindi ho deciso di passare alle azioni. Non avresti mai dovuto dire che sei Cleopatra.” le tirò una sberla. O almeno fu quello che pensò quando avvertì dolore alla mascella e un gusto di ferro in bocca. “Sopratutto, perchè c’era Matias. Lui non doveva saperlo. Conoscere la tua vocetta.” un’altra più forte della precedente, aumentò il rossore, facendo di forte contrasto al suo dolce candore di tenera bambina. Ma la sberla più grande, fu emotiva. “Non perchè io lo ami. E’ solamente carino. Ma mamma mia, quanto diventa noioso, a volte! Tipo, ieri mi ha detto che è rimasto molto deluso da me e perchè mi comporto sempre male.. e vuoi sapere a causa di chi?” non ci fu bisogno di sentirlo. Sapeva già la risposta. “Tu! Perchè io avevo detto la verità, che sei racchia, che porti gli occhiali, le trecce, l’apparecchio e che non potrai mai, mai e poi mai piacere né a Gonzalo, né certamente a Bruno!” La ragazzina ormai non badava più alle sue parole, sembrava essere immersa nel suo dolore, tanto da ignorare il resto. Sentì uno strap e di colpo ci rivide. Le aveva strappato la benda dagli occhi. “Ti odio! Ti odio con tutta me stessa! Riesci a essere fantastica anche mentre soffri! Qual’è il tuo segreto? Dimmelo!” la afferrò per il collo stringendo e aumentando la morsa. Fantastica? segreto? Ma che cosa stava dicendo Antonella? “Magari non te ne accorgi, ma tu e il tuo modo di fare, riuscite a farvi amare da Tutti. Tranne che da Me. Non dovrei dirtelo, non pensavo mai che te l’avrei detto.” una nuova voce si aggiunse.
“Che vuoi fare, Antonella?”
“Non ti preoccupare. Non sei abbastanza intelligente per farlo. Potresti rovinarti qualche neurone.” Luciana scansò la frecciata e venne affiancata da Pia. “Andatevene.” la voce della loro leader era seria e chiara. Non era una richiesta. Un suggerimento. Era un ordine.
“Come?” chiese una vocina sperduta.
“Sparite subito da qui!” intimò loro. Le due divine non se lo fecero ripetere più di una volta. Si voltarono un ultima volta verso le due ragazze, incontrando i grandi occhi marroni, lucidi di lacrime, di Patty. Quando furono sole, di nuovo parlò. “Tu sei bella. Tu sei molto bella. Fisicamente, ora non tanto. Non sei comunque brutta, il tuo aspetto nell’insieme ti rende tanto dolce, anche prima di capire che anche dentro lo sei, uno lo pensa.” se anche Patty avesse potuto parlare, non avrebbe detto niente. Dopo quello che le aveva fatto, Antonella le stava facendo dei complimenti? “Guardami” le prese il mento, costringendola a guardarla. “Sono snella, ho lunghi capelli castani ramati, occhi marroni, gambe lunghe, pelle abbronzata, labbra rosse e provocanti. Ma se anche io sono più bella di te fisicamente e questo non lo so, tu sei la più bella tra di noi.” da sotto la stoffa, Patty aprì la bocca per lo stupore. “Perchè tu sei bella anche dentro. Mentre io no. E la realtà, è che, se anche ora tutti i ragazzi, anche magari quello che tu ami alla follia,” e sorrise, ma in modo perfido, risentendo salire la rabbia, riconoscendo la sconfitta. “vogliono uscire con me, aspetta ancora un po’. Perchè se tutti vogliono me come ragazza, te ti vorranno come sposa. E non conta di più, forse? Qual’è il sogno di ogni ragazza? Un vero amore, non uno sciocco e infantile. Vinceresti tu, quindi.” il voltò della bellissima ragazza si fece di nuovo duro. “Ma così non andrà. Sarò io a vincere. Anche in fatto di talento canoro.” Patty sentì un groppo in gola a quelle parole. Per un solo minuto, durante la confessione stra incredibile di Anto, aveva creduto che l’avrebbe lasciata andare. “Perchè, tu, non canterai mai più” le ultime parole che udì la ragazzina. Mentre l’ultima cosa che riuscì a vedere, prima di cadere nell’oblio, furono due manine perfettamente curate che le si avvicinavano. Un dolore sconosciuto e poi.. fine.
Quando la persona malcapitata la trovò, era ancora nella stessa posa di come l’aveva lasciata la Divina. Gli occhiali non erano più sul suo nasino ricoperto di lentiggini, davanti a quei due dolci occhi marroni. Li trovò a qualche metro dalla parete, spezzati a metà. Già questo, nonostante mancasse completamente di intuito, mandò in crescendo il suo dubbio, fino a quando non diventò una certezza. Quello che vide non era difficile da descrivere. Innanzitutto si comprendeva dal fatto che i vestiti, i capelli e l’intero corpo fossero fradici di pioggia, che era lì da molto, troppo tempo. Il resto, orrore puro, che lo terrorizzava, man mano che scendeva. Una ragazza legata con piedi e mani incrociate, una corda formata da molte trecce, le legava la vita e più sopra, una benda non copriva perfettamente l’altra corda, che faceva due giri a livello della bocca e poi diventava adiacente con il muro. La carnagione chiara della pelle della giovane, contrastava con le macchie e i rivoli rosso scuro che le scendevano fino al mento, imbrattandole i capelli biondo scuro, che erano disordinati, in alcuni punti sembravano essere stati strappati, ma tendevano ancora a rimanere fedeli alla forma in cui di solito si trovavano, mostrando la loro voglia di diventare mossi e andare ognuno dove voleva, non più trattenuti da qualcosa che non era al suo posto. La maglia che portava era bianca, se non in un punto, dove compariva la metà semi perfetta di uno stemmino rosso con una croce bianca nel mezzo. Sul bordo e in altri punti la stoffa era strappata. La gonnellina pieghettata a quadri composta da varie tonalità di verdi chiari e scuri, sul genere militare, fu un segno troppo evidente. Anche le calze rosse lunghe fino al ginocchio andarono a confermare le sue ipotesi. Per ultime le inconfondibili converse rosse che solo gli alunni della Pretty Land mettevano. Prima che accettasse l’evidenza dei fatti, accade una cosa. Un luccichio, il riflesso della luna su qualcosa di metallico, colpì le scarpe da ginnastica semplicissime del ragazzo, sotto le quali c’erano due fasce strappate, bi colore. Rosse e verdi. L’ultimo dettaglio insignificante, fu per lui il più importante. Su un dito della mano destra della ragazzina, c’era un anello che difficilmente poteva scordare e al collo, quella maledettissima collana della Loro squadra del cuore. Sentendosi un perfetto cretino per non averlo fatto prima, il ragazzo strappò via prima la benda dalla bocca e poi sciolse i nodi delle corde. La ragazza gli cadde apparentemente senza vita tra le braccia, non più sostenuta dalla parete. Non sapeva che fare per prima cosa.. una telefonata fortuita gli arrivò in aiuto. Leggere quel nome sul display fu come una ventata di speranza.
“Ehi, Matias, è tardissimo, ho dovuto inventarmi che eri nel garage di Bruno e Gonzalo con i ragazzi, ma quand’è che torni?”
“Scusami, non mi sono accorto del tempo che passava.” rispose sentendo un liquido caldo che gli invadeva il braccio, quello con cui non telefonava.
“Tutto bene? Hai trovato Patty?” prima di risponderle alzò delicatamente il viso della ragazzina che teneva in braccio, guardando le ciglia bionde e i suoi occhi chiusi.
“Sì” rispose solamente, triste. “Dimmi che mamma e papà sono fuori a cena da qualcuno, che sono già andati a letto stanchi, per favore, dimmi che non sono ancora alzati!” la voce del fratello era strana. Non era mai stato così.. supplichevole. E anche preoccupato, a giudicare dal tono.
“Che cos’è successo?” chiese preoccupata.
“Rispondimi!” fu il grido che si perse nel vento di quella gelida, temporalesca nottata. Giusy rimase zitta, pietrificata. “Per favore!” aggiunse poi Matias, facendola riprendere.
“S..sei fortunato.” balbettò per la prima volta nella sua vita, mostrandosi Insicura. “Mamma è insieme alla madre di Pia e quella di Sol. E papà..” l’esitazione agitò il ragazzo.
“Non è in casa, dimmi di no..”
“No” sospiro di sollievo. “E’ a una partita di bridge, insieme ai suoi colleghi di lavoro e di golf.”
“Meno male! Aspettami con una coperta, cerotti, bende, disinfettante, accendi la stufa, per favore, anche se mamma e papà non vogliono a quest’ora, ma sopratutto, fai una gran scorta di coraggio e sii pronta a dimostrare la differenza tra una semplice amica e una vera amica.” Giusy si sentì male. La sua innata intelligenza, le fece comprendere cose che non avrebbe voluto. Non le servì quasi ascoltare le successive parole del fratello. “Dimenticavo, chiama Carmen e convincila che Patty resta a dormire da noi. Si è dimenticata di dirglielo e.. inventati qualche scusa. Sei intelligente, sorellina e lo sai bene”
“Va bene. Dove sei ora?”
“Mancano ancora dieci minuti a casa.” rispose lui. Fortunatamente anche lui aveva ereditato una parte di intelligenza, che gli era servita per cominciare a camminare anche mentre parlava al cellulare con la sorella.
La scura ricciolina guardò fuori dalla finestra con la cornetta in mano, rimanendo a osservare lo squarcio di luce che si era momentaneamente creato nel cielo. Le parole del fratello l’avevano turbata e non poco. Chiusa la chiamata con Matias, fece ciò che andava fatto. Non senza difficoltà, Carmen accettò che sua figlia rimanesse in casa Beltràn. Non che non si fidasse di Giusy, di Matias o dei suoi genitori. A parte la rigidità esterna che si notava subito in Roberto e la immancabile curiosità e tendenza allo spettegolare con le amiche di tutto il quartiere, Laura era una donna simpatica, che sapeva essere seria e decisa. Ma comunque, non le andava a genio sapere una cosa troppo tardi, così all’improvviso. Amava ogni genere di sorpresa. Ma la sua bambina, la voleva sempre accanto.
Giusy fece un sospiro tra uno squillo e l’altro. “Pronto?” una voce amica che aveva bisogno di sentire.
“Tami!” gridò spaventando l’altra.
“Sì, Giusy, che ti succede?” fece una pausa attendendo una risposta che non arrivò. “Ah, c’è qui Sol, aspetta che metto il vivavoce.” le parole tranquille che le arrivavano attraverso il filo, fino al suo orecchio, la ridestarono e finalmente riuscì a dire qualcosa.
“Patty!” solo un nome. Bastò per incupire le due popolari in pigiama.
“Che cosa c’entra Patty adesso?” stavolta era la voce dell’ultima, non per importanza, delle popolari.
“Ricordi qualche ora fa, quando ti ho scritto in chat, dell’invito che le aveva fatto Tontonella?” Nella stanza di Tamara, Sol annuì e l’altra ragazza non fece domande inutili.
“Sì..”
“Avevo un brutto presentimento..” lasciò in sospeso, sentendo dire:
“Anche noi..” all’unisono.
“Quindi ho spedito Matias a fermarla, non appena è rientrato..”
“E?”
“Penso che l’abbia trovata..”
“Meno male”
“Mi avevi fatto preoccupare” disse la prima, sentendosi sollevata.
“Aspettate.” Giusy tornò a agitarsi. “Ma non prima dell’appuntamento” è tacque per un periodo imprecisato di tempo.
“Non vorrai dire che..”
“Mi ha detto di preparare tutte cose che servono quando uno è..” sputò fuori la parola come se fosse veleno e al solo pensiero le venisse da star male. “..ferito gravemente.. e di dire a Carmen che Patty stava da noi, stanotte, a qualunque costo” Tamara fu la prima a reagire.
“Veniamo subito da te.” Sol si era già alzata in piedi, diretta verso l’armadio dove Tami teneva i cappotti. Fuori diluviava.
“No.” la parola negativa arrivò inizialmente a entrambe come una frustata.
“Perchè?” L’amica capì che non avevano ben compreso il senso del suo rifiuto.
“E’ troppo tardi. Insospettireste tua madre, Tami. E poi per ora basteremo io e mio fratello.” le due si sentirono completamente inutili. “Ma domani.. a scuola, dovremmo essere tutte con lei. Non voglio neanche immaginare, come l’avrà conciata quella strega!”
“Conta su di noi. Patty è una grande amica. Non l’abbandoneremo ora!”
“Grazie. Ora chiudo. Penso che sia arrivato Matias”
“Facci sapere con un messaggio qualcosa, prima di andare a dormire.”
“Promesso. Buonanotte, ragazze”
“Notte Giusy” risposero tristemente.
La ragazza restò con la cornetta sull’orecchio, in ascolto del famigliare tu tu che emetteva l’apparecchio telefonico quando non si stava chiamando o ricevendo chiamate, fino a quando la porta si spalancò. Mai avrebbe immaginato di vedere una cosa simile. Il ragazzo restò in silenzio. Solo quando lei si trovò distesa sul divano, disse una parola. Una sola.
“Giusy”
“Matias” e si abbracciarono. Solo per pochi secondi. Non c’era tempo per conforto egoistico. Il fratello ammirò il lavoro della sorella, sul tavolino c’era quanto da lui richiesto, lo strepitio della legna si udiva da lì e il calore si cominciava già ad avvertire. Su una delle sedie vicino al divano era piegata una coperta. La migliore amica si avvicinò piano a lei, osservandola come fosse una creatura rarissima e fragilissima che solo guardata troppo intensamente, già si spezzava. “Patty..” disse con le lacrime agli occhi. Colmi di tristezza e dolore. “..come ti ha ridotto quella strega!” si chinò a ravviarle una ciocca bionda che era sfuggita alle altre, incrostata di.. sangue rappreso. Ora le gocce salate che le scendevano lungo il viso erano di pura rabbia. Lui le si avvicinò silenziosamente, furtivo e con il passo felpato di un gatto, afferrandola piano per le spalle e scostandola di lato.
“Rimandiamo questo a dopo. Ora pensiamo a lei.” Giusy si ritrovò ad annuire.
“Hai ragione.” mentre lui la alzava per far sì che la testa si trovasse sul guanciale del divano, la sorella preparava batuffoli di cotone e cominciava a intingerne uno nell’alcol. “Avrei preferito non scoprire mai, quanto ci tieni a lei davvero, se questo era l’unico modo” la risposta che giunse dalla bocca maschile, fu un breve:
“Anch’io”. Tolti tutti i capelli chiari dal candido viso macchiato di rosso, incominciò a tamponare sulle ferite. Per pochi secondi Matias rimase solo a osservare Giusy, poi le chiese “Dove hai un pigiama per lei?” Giusy non alzò nemmeno la testa, concentrata.
“Nell’ultimo cassetto, ci dovrebbe essere quello azzurro. E’ un po’ estivo, ma gli altri pesanti sono da lavare” il ragazzo annuì. Si incamminò, ma si fermò al primo gradino e fece una osservazione:
“Non trovi strano che non sussulti né le faccia male il disinfettante?” la sorella lo guardò con i suoi bellissimi occhi marroni, che in passato e anche ora ammaliavano molti ragazzi.
“Quello che le hanno fatto è certamente molto più doloroso.” e tornò al suo lavoro. Rimasto senza parole salì, lasciando le due migliori amiche, sole. Tornò in fretta, dando l’impressione che volesse starle accanto. Accanto alla migliore amica che sapeva innamorata di lui e che come se non bastasse, possedeva la voce della ragazza della quale si era innamorato, senza sapere neppure chi era. Un po’ per bisogni naturali, un po’ per vedere come avrebbe agito Matias, trovò il modo, conscia e non consciamente di lasciarli soli. “Vado un secondo in bagno. Tu potresti portarla in camera mia? Ce la fai?” Non esitò un solo secondo.
“Sì. E’ leggerissima. Tenerla fra le braccia fa un po’ paura..” Prima di andare, non resistette al domandare:
“Perchè?”
“Perchè ti sembra di portare un fiore formato da tanti cristalli, fragilissimo, sia fuori, che dentro, una creatura che si può facilmente rompere, anche non volontariamente.” la risposta sorprese anche lui. Giusy non fece commenti e sparì. Prima di sollevarla, vide la sua stessa mano accarezzarle i capelli. Di scattò la ritirò dietro la schiena, come se avesse commesso chissà quali crimini. Per evitare nuove sorprese, si fece coraggio e la sollevò con un braccio dietro le spalle e uno poco più su delle ginocchia. Trovò la porta già aperta, pensando a quell’amore della sua sorellina. La posò delicatamente sul letto di Giusy. Rimase a osservarla paragonandola a due principesse. “Sembra quasi Biancaneve, non fosse che lei non hai i capelli neri.. no, quel ruolo sta meglio a Giusy.” rimuginandoci sopra trovò la combinazione giusta. “La Bella Addormentata. Aurora. Anche il nome le si addice. I capelli biondi. La pelle chiara. Gli occhi chiusi in quello che pare un sonno eterno. Ma chi sarà il possessore del bacio incantato che la risveglierà?” con un gesto automatico le sfiorò le labbra semichiuse con un dito. La sua bocca era l’unica cosa colorita, rispetto al resto del corpo, che tendeva invece a sparire. Sembravano farlo apposta. Essendo così di contrasto alla pelle chiara e ai capelli biondi della ragazzina, erano rese più evidenti rispetto al resto. Rosse e carnose, sembrano sporte verso di lui, in attesa di un input da parte sua. Matias le si avvicinò, fermandosi a una certa distanza. “E se fossi io, in questo caso, il suo principe azzurro? Se dipendesse da me la sua salvezza? Sarei disposto a sacrificarmi? Lei è innamorata di me.. ma non ha mai ricevuto il suo primo bacio. Già una volta mi ha impedito di commettere un errore. Non voglio rischiare di nuovo. E poi mio odierebbe. Continuerebbe a volermi bene, se è vero quanto dice che prova verso di me, ma questi suoi sentimenti sarebbero in continuo contrasto con l’odio per averlo fatto, non dandole poi niente in cambio. Non mi piace baciare se poi non ha senso per un proseguo nella vita. Però..” riosservò la sua bocca, che era quasi.. invitante. Sembrava ci fossero milioni di cartelli luminescenti, come quelli dei cartoni, che indicavano al protagonista imbranato un possibile pericolo. Ma quello che ci leggeva Matias, era “Baciami. Besame. Kiss me.” d’improvviso sentì la voce del doppiatore dell’originale cantante che aveva cantato, come Sebastian, una delle canzoni che a Giusy erano piaciute di più in “La Sirenetta”.
“Che cosa aspetti? Baciala! Baciala.. Baciala..” la melodia era insistente, magica, persuasiva. Che fosse o no il suo principe azzurro, si chinò su di lei ancora, ma rimanendo ad almeno dieci centimetri di distanza. Nonostante fosse passato più del tempo che sarebbe effettivamente servito alla sorella per andare in bagno, non ci pensò nemmeno. Ora era in una posizione scomoda, in precario equilibrio sulle braccia, se avesse ceduto, avrebbe dato a Patty il più veloce e doloroso bacio di tutto il mondo. La canzone Disney terminò, sfumando in una che era decisamente molto più movimentata, la versione di Ashley Tisdale sempre ispirata alla Sirenetta, Kiss the girl. Traducendo il testo simultaneamente, si spaventò di quanto potesse essere azzeccato.
“Bacia la ragazza. Shallalalalalala Bacia la ragazza. Shalalalalalala Agisci subito. Bacia la ragazza. Prima che sia troppo tardi. Bacia la ragazza. Non aspettare che sia lei a farlo. Bacia la ragazza. Altrimenti.. perderai la ragazza.” e anche quella terminò. Matias si sorprese di sentire umido sugli occhi e prima che potesse impedirlo, una lacrima finì esattamente sulle ignare labbra della ragazzina. Il pensiero che ebbe spaventò lui stesso. Sembrava provenire da un altro Matias, dal Matias che era dentro di se, conscio di ciò che veramente voleva. “Eh no. Ora è una questione di principio. Devo recuperare ciò che è mio.” suonava come una scusa infantile, stupida. Non gli interessò. Si chinò finalmente deciso a baciarla. E finalmente lo fece. Ma non sulla bocca. Bensì sulla fronte. “Che idea cretina quella del principe azzurro possessore del bacio incantato delle favole!” Nella vita reale non funzionava così: i ragazzi non potevano salvare le migliori amiche innamorate di loro, semplicemente con uno stupido bacio. Provò a tirarsi su, ma qualcosa, lo attirava ancora, non lasciandolo allontanare. La sua bocca bramava quella della ragazzina. Riuscì a virare all’ultimo, baciandole la guancia. Così come aveva fatto Tante di quelle volte.. Ma non era sulla guancia, ma un punto tra il naso e la bocca. Troppo, troppo vicino. Di nuovo provò quell’impulso e nuovamente lo respinse. “Se vado avanti così finisce che la bacerò dappertutto, meno che sulle labbra, apposta per non farlo!” e le sue labbra si posarono quasi in modo intangibile sulle palpebre chiuse della ragazza. Riuscì finalmente a allontanarsi da “loro” e dalla “loro” forza magnetica, rimanendole seduto di fianco. Ci mise pochi secondi a trovarsi così. In quel tempo, senza che lui se ne accorgesse, Patty aprì lentamente gli occhietti. Accorgendosi presto di una cosa: non ci vedeva un tubo. Però sentiva. Si chiese chi era il ragazzo che le stava di fianco. Quando si sentì prendere una mano, riconobbe il tatto inconfondibile.
-“Ma..Matias!” “Patty! Ti sei svegliata!” per la gioia Matias l’abbracciò.-
Così sarebbe andata, se Antonella non fosse andata fino in fondo. Ma invece, quello che accadde, fu lei che mosse le labbra per parlare, non emettendo un millesimo di suono. Lui non sentì la sua voce nominarlo. Eppure si rese conto che era sveglia. Sveglia per lui ora equivaleva a viva. Gli occhi castano chiaro del ragazzo baciarono quelli marroni della giovane. La sua reazione fu la stessa di come se avesse parlato.
“Patty! Ti sei svegliata!” non le diede il tempo di annuire che la elevò dal letto per abbracciarla. “Devo avvertire subito Giusy! Eravamo tutti e due in ansia per te!” Matias ridivenne conscio di avere una sorella e non essere figlio unico. Una delle sue mani passò dalla schiena alla testa, premendola sul suo petto come avrebbe fatto un padre con la propria figlia. “Prima che venga Giusy, dimmi chi è stato a farti questo” la sua voce era autoritaria, ma anche se Patty avesse potuto rispondergli, non l’avrebbe comunque fatto. “Non dirò al ragazzo che amo il nome della ragazza che Lui ama” Dopo qualche secondo, si separò da lei, infastidito dal suo silenzio. “Dimmi chi è stato! Rispondimi!” Matias sentì salire la rabbia. Non contro di lei in senso negativo, ma in uno strano, bizzarro, senso positivo. Si alzò in piedi e uscì dalla stanza, direzione Josefina.
Rimasta sola, la ragazzina si rese conto che era su un asciugamano, che la divisa era fradicia e squarciata in più punti, che i suoi capelli erano sparsi ovunque, più incasinati che mai, che il viso e altre parti del suo corpo erano ricoperte da tagli e contusioni. Tolse qualche lacrima avanzata e si sentì le palpebre umide. “Ma ho pianto a testa in giù?” si chiese. In un’altra situazione avrebbe certamente riso, ma in questa non lo fece. L’ultima cosa a cui pensò fu allo strano gusto che aveva in bocca, salato, ma non ferroso: non sangue, che le inumidiva anche le labbra.
Matias raggiunse la sorella di corsa. "Giusy! Giusy!"
"Che c'è Matias?"
"Patty si è svegliata!" la sorella spalancò la bocca.
"Dici davvero?"
"Sii!"
"Andiamo!" e lo prese per un braccio trascinandolo nella sua stanza. "Patty! Patty, amica mia!!" esplose dalla gioia nel vederla sveglia, Giusy. Patty sorrise. Era tutto ciò che poteva fare. "E' stata Antonella a farti questo, vero?" le chiese Giusy, nervosa. Patty la guardò poi si voltò un secondo verso Matias e quindi tornò a guardare l'amica. "Non ti preoccupare, a mio fratello non importerà se avrai voglia di insultare la sua.. ragazza." Patty scosse la testa.
"Veramente, ha ragione Giusy, anzi, dopo questo non voglio più che sia la mia ragazza." Patty scosse di nuovo la testa. "Ehi, ma perchè non parli?" chiese a un tratto il ragazzo. Giusy fece una faccia scioccata.
"Non.. non dirmi che hai perso la voce!" Patty annuì lievemente con un cenno della testa mentre per Matias passavano strani pensieri. "Oh no, la sua voce fantastica, Cleopatra, tutto il mistero e il fascino.. le emozioni che mi faceva provare sentendola cantare.. puff tutto svanito!". Giusy lo ridestò dai suoi pensieri. "Matias, perchè non dici niente?" le due ragazze lo guardarono e lui si sentì circondato.
"Sono rimasto senza parole.. è tutto così.. esagerato.." Patty fece cenno di sì, quindi si voltò verso la migliore amica facendole un cenno strano. Giusy che era molto intuitiva capì e corse a prendere cosa le aveva chiesto: una penna e un foglio su cui Patty scrisse: "Giusy, non voglio che tuo fratello sappia che è stata Antonella. Anche se dice di non voler più essere il suo ragazzo, so che poi alla fine torneranno insieme, quindi, a che pro lasciarglielo fare? Gli ha perdonato anche quella volta al campeggio.. non voglio che soffra per causa mia!" finito il componimento lo passò a Giusy facendole segno "non passarlo a tuo fratello, fai in modo che non lo veda" le lesse quasi nel pensiero. Matias si sporse in avanti per leggere qualcosa, ma sua sorella gli disse:
"No, questa è una cosa tra me e Patty, aspetta il tuo turno" e tornò a leggere. Il ragazzo era riuscito a intravedere poche parole: il suo nome, quello di Antonella e torneranno insieme. Scosse la testa contrariato. Patty prese un altro pezzo di foglio scrivendoci poche parole per il migliore amico. "Grazie Matias, ma non preoccuparti di niente, mi basta Giusy" era ancora un po' scocciata dalla storia del non possiamo più essere amici e del perchè non mi hai detto che eri Cleopatra se sapevi che provavo qualcosa per lei? Matias lesse quell'unica riga e nuovamente sentì salire la rabbia. Perchè Patty lo voleva escludere dalla sua vita? La guardò negli occhi e ci lesse "Ci sono certe cose che essendo chi sei tu, non puoi sapere". Non gli piaceva per niente quella situazione: si era accorto di volere molto più bene di quello che poteva immaginare a Patty, non riusciva più a pensare positivamente ad Antonella.. cosa doveva fare?
"Matias, ci puoi lasciare un secondo sole?" chiese Giusy. Frustrato non diede nemmeno una risposta e se ne andò. Rimase però fuori dalla porta a origliare. Sapeva che non era corretto, ma in fondo lo stava facendo a fin di bene, voleva sapere cosa Patty considerava di non potergli dire a causa di quello che aveva provato (e non sapeva se provava ancora) nei confronti di Antonella. "Senti Patty, so che non vuoi che mio fratello sappia che è stata Tontonella a ridurti così.. ma questa faccenda è troppo grave!" silenzio durante cui probabilmente Patty stava dando la sua opinione a Giusy che lui non poteva sentire, visto che la stava scrivendo solamente. "Ok, vedila in questo modo" il tono della sorella era entrato in fase di convincimento. "se non farai capire a Matias di cosa è capace quella specie di divina mal congeniata, lo metterai in pericolo, sopratutto perchè lo lascerai con una persona che di certo, vedendo come ti ha ridotta, non può provare veri sentimenti per qualcuno!" sentì il tono di Giusy alzarsi di un'ottava. "NO! Lei non lo ama, non si comporta come se l'amasse, se gli volesse almeno bene, proverebbe a sforzarsi.. ma quando mai!" Giusy rise e Matias sentì anche la candida seppur strozzata, risata di Patty. "Va bene, ora esco un secondo e ti lascio sola con lui. Devi avere il coraggio di.. scriverglielo. Per favore!" silenzio per qualche secondo. "Grazie!" mentre usciva la ragazza pensava "Che scema a ringraziare la mia migliore amica per aver preso una decisione sensata!" chiuse la porta lasciando Patty sola. Vedendo il fratello la ragazza intuì che era successo. "Parlale e.. leggi cos'ha da dirti." Matias annuì. "Coraggio, forza e coraggio!" si diceva Patty nel frattempo. Matias entrò.
"Sbrighiamoci a parlare, devi ancora cambiarti, a meno che tu non preferisca restare così." sorrise. Patty gli fece leggere quello che aveva scritto a Giusy. Matias lesse in fretta. Quando ebbe finito, aggiunse "Sei stato tu a trovarmi?" "Sì" rispose il ragazzo. Patty si sentì imbarazzata. "Perchè non mi hai portata a casa mia?" "Avresti voluto?" "No, ma mi stupisce che tu l'abbia capito" "Dopo questa sera non ti dovresti più sconvolgere per niente" "Ma intendi veramente lasciare Antonella?" "Sì, perchè dovrei restare con una persona come lei?" "Ma.. tu la ami." "Non sono sicuro proprio di.. amarla.. in fondo ci sono sempre state cose di lei che non ho mai sopportato.. e tu lo sai meglio di chiunque altro" "Sì, ma se la mollerai mi farai sentire in colpa" "E perchè?" "Perchè sarà colpa mia!" e lo guardò serissima. Matias disse solamente "Oh, Patty..!" e poi l'abbracciò. Patty rimase interdetta tra le sue braccia, ricambiò la stretta, ma dubbiosa.
Giusy che aveva fatto lo stesso di Matias, entrò e vedendoli così non poté fare a meno di pensare "Che carini! Ma quand'è che Matias ammetterà di amare lei e non Antonella?". "Scusate.. Matias, è meglio se esci, così ci possiamo cambiare."
"Sì, ovviamente." rispose.
"Patty, Patty, gli hai detto la verità?" Patty annuì. "E lui?" chiese Giusy. Patty scrisse con il cellulare dell'amica "Mi ha detto che non è sicuro di amare Antonella e che la lascerà.. non solo per quello che ha fatto oggi. Poi gli ho detto che mi sentivo in colpa e lui ha detto che non c'era motivo e mi ha abbracciata.. come hai visto.." passò il cellulare a Giusy. Per farla sentire più a suo agio, l'amica rispose nel suo stesso modo. "Sì, ma non dirmi che non lo ami più?" "Giusy" Sei matta? Certo che lo amo, lo amo ancora, purtroppo" "Ma che purtroppo.. tra un po' vedi che fine farà quel purtroppo.." "Di che parli?" "Lascia stare, tanto non mi crederesti.. meglio se ci cambiamo, credo che per stanotte le sorprese non siano finite.." "Va bene.." rispose e poi le due ragazze lasciarono perdere il telefonino.
Giusy tolse la maglia e la gonna della divisa, poi cercò il suo pigiama sotto il cuscino. Tolse l'asciugamano dal suo letto, dove era stata appoggiata Patty, quando era ancora svenuta. Una volta che se lo mise, disse "Patty, vado un attimino in bagno, mi lavo i denti e altro, il pigiama te lo presto io, è quello!" gli indicò un indumento blu e poi uscì chiudendo bene la porta.
Per qualche secondo la ragazzina si guardò allo specchio, poi tolse maglia e gonna rotti. "Ines mi farà fuori" pensò mettendosi il pigiama di Giusy. "Spero che non se la prenda se vado anch'io in bagno.." pensò e dolorante si incamminò. Bussò alla porta. La risposta che le arrivò, era genio puro, non per niente c'era Josefina Beltràn dall'altra parte della porta. "Se sei Matias due colpi, se sei Patty, tre." Patty batté i tre colpi, poi attese. "Patty, aspetta un secondo che ti apro.." Giusy aprì la porta. L'altra si indicò i capelli e l'apparecchio. "Sì, non ti preoccupare, io ho finito, ti aspetto in camera mia.." ma quello che aggiunse solo nella sua testa fu "sempre che non incontrerai ostacoli lungo il tuo cammino.." e da fuori il bagno, fece un sorrisino malizioso.
Giusy andò in camera sua, prese il cellulare e scrisse velocemente "Patty sta bene.. più o meno.. ha perso la voce.. non mandare un mex di risposa, ci vediamo domani a scuola, coraggio popolari!" e poi lo spense.
La ragazzina uscì dal bagno "pronta" per la notte. Ma come previsto da Giusy, una mano le afferrò il polso e la fece entrare in una stanza. "Scusami Patty per averti rapita, ma c'è una cosa che mi preoccupa e se non la chiarisco, non potrò dormire stanotte."
Patty rimase in piedi, contro il muro. Matias le indicò la scrivania e il suo computer, dove era già aperto un elaboratore di testi. "Che cosa centro con questa cosa?" scrisse. "Tanto, visto che riguarda entrambi" "Dillo allora.." Matias prese fiato. "Non che voglia intristirti.. ma noi eravamo rimasti a non potremo più essere amici e tu che sei Cleopatra.. poi quella cosa che ti ha fatto Antonella con le voci di Bruno e Gonzalo.. e tu che ci hai accusati di non ricambiare l'amicizia che tu ci davi.. e avevi ragione.." Patty lo guardò. "Arriva al punto.." "Sì, insomma, noi siamo amici adesso o no?" "Non lo so, sei stato a tu a volerla finire" Matias rimase solo a guardarla "E pretendevi che non mi arrabbiassi" "Lo so, ma io non volevo, non voglio perdere la tua amicizia.." "Se lo pensi davvero.." "Ovvio! Ti volevo anche fare i complimenti per come hai cantato oggi.. ma non ti ho trovata e ora mi sembra la cosa meno importante.." "Sicura.. che sia tutto a posto.. tra noi?" aggiunse all'ultimo minuto. "Si, siamo amici, a me sta bene, ma ora lasciami andare a dormire, voglio svegliarmi e scoprire che è stato tutto un brutto sogno.." Matias la guardò alzarsi e dirigersi verso la porta e disse "Anch'io.." Patty si voltò verso di lui.
"Buona notte" disse con uno sguardo. Lui intese e rispose "Notte Patty.." quando fu uscita ammise con se stesso che stava quasi per darle il bacio della buonanotte, ma non certamente sulla guancia.. che gli prendeva? Sì, lui voleva bene a Patty, ma non in quel senso. Per lui lei era un'amica, la migliore, ma pur sempre solo un'amica. Da dove arrivavano questi strani pensieri? "Speriamo che sia vero il detto la notte porta consiglio".
Patty raggiunse la stanza della migliore amica, non tanto distante da quella dove si trovava poco prima. Quando entrò, però, vide che non c'era ancora, così si mise seduta ad aspettarla.
La ragazza era infatti fuori di casa, andata verso un luogo dove non sarebbe dovuta andare, non sopratutto a quell'ora. Suonò il campanello e attese pazientemente. Niente l'avrebbe dissuasa dal fare quattro chiacchiere con la divina. Che appunto, fortunatamente, venne ad aprirle lei, con il suo pigiamino di pizzo, azzurro chiaro. "Giusy?" chiese mostrando tutta la sua sorpresa. "Che ci fai qui a quest'ora?"
"Sono venuta a parlare con te, Caterina"
"Ok.. vuoi entrare?"
"No, tranquilla, ci metterò poco.." la bionda divina fu sorpresa dal suo strano comportamento, si la conosceva da una vita intera, ma stavolta su Giusy era stampata un'espressione di rabbia pura.
"Va bene.. dimmi.."
"Come hai potuto permetterlo?" le disse con voce estremamente calma. L'altra rimase in silenzio. "Come hai potuto, lasciare, collaborare, fingere, tutto per compiacere Antonella!" sentendo tutte quelle accuse ricaderle addosso come meteoriti, si ridestò e rispose:
"Ma di che stai parlando? Che c'entra Antonella?"
"Centra eccome, visto che è stata a lei a ridurre Patty a uno straccio!"
"Patty? E ora cosa c'entra lei?" Caterina non riusciva a capire che intendesse.
"Caterina, non fingere con me!"
"Non sto fingendo proprio niente!"
"Va bene, allora vieni con me a casa mia e la vedremo!" la divina si lasciò trasportare dalla popolare fino a che giunsero davanti a Beltran's house. Giusy spinse dentro in malo modo la ragazza, attirando l'attenzione del fratello.
"E lei che ci fa qui?" furono le parole che uscirono dalla bocca di Matias. Per lui, ora, Caterina era una divina, divina significava Antonella e Antonella significava Patty senza voce e il suo sogno.. puff.. svanito nel nulla.
"Stai calmo Matias, sono stata io a portarla qui." Giusy continuò a trascinarla per le scale e il ragazzo non voleva rimanere escluso, quindi entrò anch'egli nella stanza della sorella, dove c'era lei. Patty non appena vide Caterina, si alzò in piedi, agitata. "Che cosa sarà successo adesso?" non ebbe il tempo di domandarsi, perchè Giusy chiuse la porta con un colpo. "Allora? Ti pare che stia bene?" chiese con nella voce odio puro. Caterina osservo le ferite e l'aspetto malandato della ragazzina, sembrava fosse stata vittima di una rissa..
"Non ci posso credere.." pensò. Ma quel che uscì dalla sua bocca fu "E' stata Antonella a fare questo?" per un solo attimo, la popolare non capitana, la squadrò pensando che stesse dicendo la verità, anche prima, che non c'entrava veramente con quella storia.
"Come, non lo sapevi?" la voce che parlò fu quella di Matias.
"Ra..ragazzi.. vi giuro che.. non.. non ne avevo idea!" e si portò una mano alla bocca, sconvolta. Chissà perchè, Giusy le credé. O volle provare a crederle.
"Patty, chi c'era con Antonella?" le chiesero. Patty scosse la testa e ci volle qualche minuto per ottenere una risposta, scritta su un fazzolettino. "Pia. Luciana" solo due nomi.
Giusy si voltò verso Caterina per osservare la sua espressione, ma quest'ultima l'anticipò "Ma.. ma perchè.. non parla?" chiese mentre un dubbio si faceva strada.
"Indovina. La tua migliore amica.. le ha fatto perdere la voce!" Patty non voleva proseguire quel discorso e scrisse "Vai a casa Caterina, non c'è l'ho con te, neanche se l'avessi saputo." la scritta si guardò intorno e notò lo sguardo di Patty. Annuì.
"Va bene.. comunque, non lo sapevo davvero.." e accompagnata da Giusy, uscì.
"Un giorno mi spiegherai com'è che fai a perdonare tutti?!" le disse sorridendo Matias. Anche lui si era cambiato, ora era in canottiera e boxer. Patty si limitò a guardarlo. "Hai proprio intenzione di non perdonarmi?" nessuna risposta visiva. "Per favore.. cosa devo fare, mettermi in ginocchio?" dette quelle parole eseguì quanto detto. Patty non ce la fece, non riuscì più a trattenersi e rise, o meglio, diede l'idea di una persona che rideva, ma chiunque non ci sentisse, non avrebbe potuto capirlo solo udendo. Incoraggiato dalla sua reazione, lui si rialzò e fece una faccia offesa "Ehi, non sarò mica io a farti ridere?" lei continuò. "Ah.. vuoi la guerra..!" e prese a farle il solletico. Patty non la smetteva più, lui si divertiva un mondo, ovviamente evitando le zone "rosse" o "blu". Quando entrambi furono stanchi morti, lei senza fiato dalle risate, lui senza forze e basta, si arresero entrambi, rimanendo l'una tra le braccia dell'altro. "Mamma mia.. non credevo che fare il solletico fosse così faticoso!" con un grande sforzo riuscirono a separarsi e lui poté vedere la sua espressione. "Per favore, Patty, sai che ti voglio bene, torniamo a essere amici!" lei lo guardò tristemente. "Vuoi lasciare che Antonella la passi liscia? Vuoi permetterle di vincere? E' stata lei a farti questo e anche se tu non lo vuoi, in un modo o in un altro, pagherà, Giusy e credo anche le altre popolari non gliela perdoneranno." le lesse nel pensiero. "Io? Io vorrei fare qualcosa, ma non voglio fare niente che tu non vuoi e se tu non vuoi che io mi intrometta, ok, ma sappi che lascerò comunque Antonella. No, Patty, non guardarmi così, non mi farai cambiare idea! Dai ottimi consigli, ma stavolta non lo voglio seguire." Patty non obbiettò più e per fargli capire qual'era la sua decisione, lo abbracciò. Matias pensò "Finalmente!" e la strinse quasi fosse la cosa più importante che avesse mai avuto in vita sua. "Ma è così.. sta diventando così.." fu il suo ultimo pensiero.
Erano passati solo alcuni minuti da quando Giusy era sparita e quando rientrò, li vide abbracciati, addormentati e non se la sentì di svegliarli, l'avrebbero scoperto la mattina dopo, da soli. Così si coricò e per fortuna sua e di quei due folli migliori amici, l'una conscia dell'amore per l'altro, l'uno inconsciamente innamorato dell'altra, i genitori tornarono talmente tardi che una volta pronti, si infilarono subito sotto le coperte senza andare a controllare i due fratelli Beltràn, come loro solito. In fondo, pensò Laura, quei due erano dei bravi ragazzi. Difatti le loro giovani menti non erano contaminate da strani pensieri, ma comunque, quando la mattina dopo, fu Giusy e non sua madre o il padre, a svegliarli e fargli rendere conto della situazione, sia Patty che Matias non ne furono scontenti. Cosa avrebbero pensato, cosa avrebbe pensato chiunque li avesse visti così, insieme? E inoltre lui aveva una ragazza...
"Mi passeresti lo zucchero?"
"S..sì.. tieni"
"Matias, stai bene?"
"No.. non.. penso.." la sorella gli posò una mano sulla fronte.
"La febbre non ce l'hai, ma non mi sembra che tu sia in forma.." "No, infatti.."
"E allora perchè vuoi andare a scuola?" Matias guardò la sorella negli occhi.
"Per.. devo fare delle cose che non posso rimandare o non le farò mai.."
"Sicuro sia solo per questo?"
"No. Non sono affatto certo che sia per quello.. ma devo venire a scuola, sento che devo farlo.."
"Per lei, vero?"
"Sì.. non lo so perchè... ma è così.."
"Non dirmi che stai così male per.."
"Sì.. pensa cosa avrebbe pensato, se anche lei si fosse svegliata.. eravamo abbracciati! Cavolo che problema.."
“Calmati Matias, non ti dirò niente che possa infastidirti.. Fai quello che ritieni più.. Giusto. Va bene?”
il ragazzo annuì e di colpo abbracciò la sorellina.
“Grazie..” poi si staccò vedendo scendere Patty dalle scale. A ogni gradino che faceva compariva una nuova smorfia. Per alleviare la tensione della sera prima, anche Giusy accorse in suo aiuto.
“Patty, oh, vedo che sei pronta, andiamo a scuola!” le disse prendendola da una parte, lui fece lo stesso dall’altra e siccome lei non avrebbe comunque potuto ribattere, uscirono tutti per andare verso scuola. Arrivati davanti all’edificio, Giusy lasciò andare Patty. “Matias, devo raggiungere le popolari, ma torno subito, resti tu con lei?” il ragazzo annuì.
“Sì, certamente.” e per ultima, la povera Patty, pensò “Penso di avere il diritto di scegliere con chi stare!” ma ovviamente, il suo parere, dato che non poteva essere espresso, non veniva nemmeno calcolato. Matias le circondava le spalle con il suo braccio, mentre attendeva l’arrivo di chi sapeva lui, ed ecco che la ragazza da lui sperata, comparve.
“Matias.. Che cosa fai con Patty? Perché le tiene un braccio attorno le spalle?” gli chiese con voce a dir poco scandalizzata.
“Non è questo che ti deve preoccupare.” rispose lui.
“Ah… ok, potresti lasciarci sole?” Patty annuì e andò verso Antonella, ma Matias non allentò la stretta, anzi, la aumentò.
“No, non ho intenzione di lasciarvi da sole.” Antonella cominciò a preoccuparsi, ma non lo diede a vedere.
“E perché mai? Cosa pensi che voglia farle?” chiese con fare disinvolto e con una nota di sarcasmo, ma lui la scansò bruscamente.
“Smettila di fingere, non c’è n’è bisogno, a proposito..” cambiò il tono, che divenne sgarbato. “.. cercati un altro cretino da manipolare..”
“Che stai dicendo?”
“Oh, scusami Anto, dimenticavo che non hai abbastanza cervello per capire, allora te la renderò più semplice: è finita, non stiamo più insieme, ok?” Patty sussultò e se avesse potuto parlare, avrebbe ribattuto, ma Matias se ne accorse lo stesso e quando furono soli, perché lui si allontanò dalla Divina trascinando la Popolare con se, la rimproverò per questo. “Cosa avevi da ridire su quello che ho detto ad Antonella?” Patty lo guardò. “Come fai? Ma come fai? Non riesco a capire davvero.. Come tu possa volere che io stia insieme a lei, soprattutto, visto che ti piaccio.. No?” Patty annuì, ma non l’aveva ancora perdonato. “Non guardarmi così.” le disse Matias.
Mentre stava discutendo con lei, parlando solamente lui, alternando i suoi sbuffi ai vari sguardi che gli lanciava lei, arrivarono le amiche della ragazza, tutte e tre. “Patty!” Tamara non diede nemmeno il tempo a Sol di parlare, né a Giusy di dirle qualcosa, corse verso l’amica e l’abbracciò, strappandola letteralmente dalle braccia di Matias. Quello che la poverina comunicò fu “Tami, ehi, non stringermi così tanto.. Mi fai male!” e per fortuna Giusy se ne accorse.
“Tamara, ehi, lasciala, così la soffochi!” per circa mezz’ora, tra popolari e anche i ragazzi ci fu una lotta per la possessione di Patty. I fratelli Beltràn avevano deciso che questa volta non avrebbero tenuto nascosto niente: Antonella doveva pagare gli errori che aveva commesso. E non servirono a niente i vani tentavi della ragazzina di convincerli a non farlo, a tenere la bocca chiusa.
Durante l’ora di musical, non si fece che parlare di Patty e la poverina non ne era contenta. Incolpava, più fra tutti, Matias. Difatti, approfittò del fatto che non volesse perderla di vista, per poter parlare con lui, senza imbarazzo. Parlare in questo caso era una parola grossa, ma si trattava comunque di discuterne con lui. “Che cosa devi dirmi?” le chiese, cominciando a fissarla, prima negli occhi, ma poi scese giù fino alle labbra. Ricordava benissimo il giorno precedente e le cose che aveva provato e anche la notte… perché si era addormentato con lei tra le braccia? Patty gli lanciò un’occhiata eloquente, che lui tradusse in “Non ti perdonerò di aver detto a tutti di questa cosa. Mai e poi Mai.” così, senza troppi giri di parole, fece quello che un sogno, mentre dormiva abbracciato a lei, gli aveva consigliato. Per ogni cosa, ce n’è un’altra di conseguenza. Matias prese per le spalle Patty, avvicinandola a sé. Fino a far toccare i loro nasi. Fino a che poté e poi, non poté più. Perché non essendo fatto di materiale ectoplasmatico o attraversabile facilmente, a un certo punto, il viso di Patty e di conseguenza tutte le varie parti, dovettero fermarsi, perché avevano incontrato qualcos’ altro. Di molto simile. Facendola breve, Matias baciò Patty sulle labbra. Tornando a pochi secondi prima che lo facesse, ecco il suo unico pensiero: “Mi dispiace farlo senza provare amore per lei.. Ma è per il suo bene.” Ed ora, quello che lo attraversò nel medesimo istante che fu bocca a bocca su lei, fu invece: “Mia principessa Aurora, mai bacio fu più speciale e inaspettato, come questo che or ora ho dato a voi..” ok, probabilmente il ragazzo non avrebbe pensato quelle cose, non fosse stato condizionato dal suo sogno, quello appunto grazie a cui compì la scoperta. Ma tradotto per noi comuni mortali, lo interpretiamo come “Cavolo! Io amo Patty!!!” E mai faccia più sconvolta, a voler parlare come i pensieri di Matias, di quella che fece la fresca e giovine migliore amica del ragazzo, mai venne mirata una tale a Buenos Aires. Dapprima gli diede una spinta, per allontanarselo. Poi urlò.
“Matias! Ma che fai? Sei impazzito?!” il nominato l’abbracciò. La ragazzina sul subito non capì il perché, poi si portò una mano davanti alla bocca. “Oh.. Oh Mio Dio!” si guardarono.
“Sì, sì Patty, hai parlato!” e dopo averla nuovamente abbracciata, si piegò su di lei e le diede un bacio a stampo. Sì, sulle labbra.
“Ma.. Perché continui a baciarmi? Ormai non hai ottenuto quello che volevi? Farmi tornare la voce?” Patty pensava infatti che fosse solo per quello: e lui che era davvero un genio, se era arrivata a capire quali erano state le reali intenzioni di quel bacio, che poi, però, con il passare del primo millesimo di secondo, erano dissimulate, infatti poteva benissimo darle solo un bacio a stampo: e la reazione di sconvolgimento, lo shock che le avrebbe fatto tornare la voce, non dipendeva dalla lunghezza del bacio. Allora perché non si era fermato subito, limitando quello che a lui pareva esser danno? Semplicissimo. Perché ora, il danno, sarebbe stato solo se lei di colpo non fosse stata più innamorata di lui. Fare uno più uno. Due.
“E’ il mio modo di mostrarti la mia felicità, ora che sei la mia ragazza.”
“La.. La.. La tua ragazza?”
“Sì..”
“E quando sarebbe successo, scusa?”
“Come quando.. Quando ti ho dato il nostro primo bacio..” rispose tranquillo.
“E secondo te basta baciare una persona, per considerare di stare già insieme a lei?” scosse la testa.
“No, certo che no..”
“E allora.. Perché dici che..” chiese perplessa.
“Perché non c’è solo quello: io ti piaccio, io ti ho baciata, io mi sono innamorato di te, tre cose, che a mio parere, portano allo stare insieme, se messe insieme.” Patty fece una faccia sorpresa, lui ne approfittò per baciarla di nuovo. Quanto gli piaceva! Baciarla, intende. Altro che Antonella. Per quanto fosse bella, con lei non aveva mai provato una simile emozione.
E mentre la provava, sentì pure una canzone, che lei gli stava cantando nella mente, solo per lui, ora che ricambiava pienamente il loro terzo bacio. Se si staccarono, fu solo perché nessuno dei due era mai stato detentore nei record di apnea, tutal più lei, che nemmeno sapeva nuotare. E quando stavano per rifarlo, ora che avevano ripreso fiato, delle voci li interruppero. Non sbuffarono, tanto, avevano tutto il tempo per farlo, farlo e anche rifarlo.
“Patty.. Matias.. Ma ho visto male o voi vi siete..?”
“Baciati? Sì!” risposero i due, quasi la cosa non avesse dell’incredibile, come a tutti sembrava invece essere.
“Quindi adesso state…?”
“Sì, stiamo insieme, Giusy.” rispose alla sorella. Che meno di un secondo dopo, esplose in gridolini di gioia, così come Tamara e Sol.
“Sarete.. la coppia màs populare e màs linda di tutta la scuola!”
“Lo siamo già..” risposero i due guardandosi.
“Ma.. Scusate se mi intrometto.. Ma.. Che fine ha fatto.. Antonella?” Matias alla domanda che aveva posto Sol, fece una faccia da uno che stava riflettendo, ma riflettendo di brutto.
“Anto.. Anto.. No, non mi viene in mente nessuna ragazza con questo nome, sicura Sol che non ti confondi con qualcun altro?” con la coda dell’occhio vide che stava passando proprio lei, con la sua schiera al seguito, tutte a parte Caterina. Aggiunse allora, facendo cenno alla sua ragazza e alle altre. “Forse ho capito.. Ti sei confusa, la mia ex si chiamava.. Tontonella, non Antonella..” e rise insieme alle ragazze. Tranne alla sua, che era un po’ contrariata.
“Anto.. Antonella, aspetta.” urlò nella sua direzione. La Divina che più divina di così si muore, si voltò notando, che le era tornato ciò che lei aveva fatto in modo perdesse. Eppure non ne fu scontenta. I rimorsi di colpa (eh sì, anche lei sembra avesse una coscienza), le avevano praticamente impedito di dormire e senza le sue belle ore di sonno… non si poteva dire che quelle occhiaie le donassero. “Antonella.. Devo parlare con te..”
“Ho già visto tutto.. Grazie.” risposte questa.
“No, non voglio parlarti di Matias. Oltre al fatto che mi hai detto che non lo amavi, non è questo che voglio.”
“Uff.. e allora sentiamo, cos’è che vuoi?”
“Incidere un disco insieme.”
“Che?”
“Sì, hai capito bene, incidere un disco con me.”
“Ma.. È quello che ci aveva detto di fare Pedro. Ed è per quello se io mi sono spinta a fare..” e qui troncò il discorso, l’altra ci lesse un certo senso di pentimento e ne fu felice. “E poi.. Spiegami una cosa: come fai a voler incidere o qualsiasi altra cosa, come fai a voler ancora stare in mia compagnia? Dopo quello che ti ho fatto?”
“Io.. Non lo so.. Ma ho letto dentro di te. E nel tuo cuore, sta scritto che non sei così perfida come vuoi far credere a tutti.. E perché poi, lo fai? Ma non capisci che essere buoni, se non si incontrano cattivi, conviene ben di più? Per quanto male tu possa avermi fatto, io sono rimasta amata da chi mi amava prima di quello, perché, le persone veramente importanti, non badano a cose di quel tipo..”
“Quindi.. Invece che guadagnarci.. Ci ho solo perso?” domandò sorridendo tristemente. Patty non annuì, però.
“Beh, questo lo sai solo tu. Quello che non hai più, dopo averlo fatto, sono Matias e.. che altro? Caterina.. Non so che ne pensano Pia e Luciana..”
“Di lui non mi importa.. Ma di Cate.. Come ho fatto a essere così cretina? Ma che cosa mi è preso?”
“Antonella, ti consiglio di parlarle..”
“Non posso.”
“Perché?”
“Perché non servirebbe a niente..”
“Io non credo..” di colpo, la Divina si ridestò e disse:
“So io come far sì che mi perdoni.”
“Come?” domandò la dolce Patty.
“Se tu verrai con me, forse ho un 0,5 % che mi creda, quando ha tutte le ragioni del mondo, per non farlo.” la ragazzina annuì e fece per allontanarsi con l’opposto di un capo popolare.
“Ehi, dove stai andando? E soprattutto.. Con lei?”
“Stai tranquillo, non succederà niente, devo andare a risolvere una certa faccenda..” e continuò per la sua strada, piantandolo lì come un sacco.
“So che penserai che sia completamente rincretinita a dirtelo.. Ma siete una bella coppia..”
“Antonella Lamas Bernardi.. Che hai detto?”
“Sì.. Io lui l’ho sempre fatto soffrire.. All’inizio mi piaceva.. Gli volevo bene.. Poi sei arrivata tu.. E io, non riuscendo accettare che lui mi sostituisse con te, l’ho voluto tenere anche quando non lo volevo più.. E ora.. Ora ho perso tutto.. E anche il Mio Lui..”
“E.. chi sarebbe?” La divina Meno divina di prima, non poté rispondere, perché due braccia la trattennero. “Antonel..”
“Patty, ho saputo di quello che è successo poco fa!” e l’abbracciò, completamente amico. “Bene e ora vorrei parlare con.. Lei..”
“Va bene, Anto, andremo a fare quella cosa dopo..” sorrise alla Nuova amica.
“O…ok..”
“Sempre che non sarai troppo impegnata..” e le fece l’occhiolino. Antonellina, non capì a cosa si stava riferendo.
“Br..runo.. Di che mi dovevi parlare?”
“Di quanto ti sei comportata male..” la ragazza abbassò lo sguardo, sentendo le lacrime agli occhi. Lei. Che piangeva. Per un ragazzo. C’era qualcosa che non quadrava. “..e.. del fatto che, nonostante quello che hai fatto.. Non posso fare a meno di amarti..” lei lo guardò con un espressione veramente sorpresa. Sapeva di piacergli, ma non fino a quel punto!
“Ma.. Dici sul serio? Bruno.. Tu mi ami?” gli domandò. Bruno le prese le mani, stringendole fra le sue, talmente forte da farle male.
“Se ti amo?” guardò verso Giusy, Tamara e Sol che lo guardavano speranzose. “Io..” esitò. E lei ci lesse una risposta negativa. Una negazione, alla negazione stessa. Poi prese forza e decise di annullare tutto. Non poteva. Non ce la faceva a dirle quella parole. “Sì, sì, io ti amo, Antonella..” lei che se non fosse stata nelle condizioni di non andarsene, non ci sarebbe stata più, gridò:
“Cosa?”
“Sì.. Ma so che a te non interessa..” la divina si sentiva in colpa. In colpa per essere amata da una persona così fantastica, come era Bruno. E anche carino. E aveva una bella voce. Suonava la chitarra. Avrebbero fatto una coppia.. Divina, senza dubbio. E allora, cos’era a frenarla?
“Patty, ma tu stai parlando!”
“Sì, sì, mi è tornata la voce poco fa..” rispose dando alla cosa poca importanza. Caterina non la pensava allo stesso modo.
“Senti.. Posso entrare a far parte delle popolari? Non posso restare nel gruppo con Antonella..”
“NO”
rispose schietta la Dolce. “Come?” chiese sorpresa più dal suo tono che dalla parola.
“No, tu sei e sarai sempre una divina.. Sono venuta qui per questo motivo, appunto.. Vieni con me..” e la prese per un braccio, piano. Caterina la seguì, confusa.
“Ragazze, vi prego, ditemi che non ne avete pensata una delle vostre..”
“No, fratellino, per chi ci hai prese?”
“Mmm.. Per tre popolari che vogliono vendicare una loro compagna.. Cosa che a questa non farà piacere..”
“Guarda lì..” indicò allora la sorella a Matias. Che vide Antonella che parlava con Bruno.
“Divino e Divina.. Allora?” domandò non capendo a che si riferisse.
“Aspetta.. Aspetta..” dissero le altre due, come di sottofondo.
“Ehi!” disse la prima del loro gruppo, arrivando alle loro spalle.
“Patty.. Ehm.. Come stai tesoro?”
“Tremendamente bene, caro..” rispose sarcastica verso il Suo ragazzo. “Ragazze, non è come penso, vero?” chiese minacciosa.
“Ehm..”
“Patty, potresti spiegare anche a me?”
“Hanno detto a Bruno di fare in modo che Anto gli chieda se la ama.. E lui quando sta per dirglielo.. Dice un secco no..”
“Ma.. È davvero cattiva!”
“La cosa o Antonella?” lo guardò sospettosa.
“Ehm.. Tutte e due. Va bene?”
“Scusate se vi interrompo.. Ma che ci faccio io qui?” chiese una bionda trattenuta a forza.
“Ecco, vedi, mi fai dimenticare anche che cosa devo fare..” disse verso Matias. “Guarda Antonella. Leggi nel suo cuore come ho fatto io. E la perdonerai, ne sono certa”
“Tu l’hai perdonata?” esplosero mille voci.
“Sì.” rispose solamente, beccandosi sguardi ammonitori, teste scosse e uno solo di quelli, non fece niente, per paura di sbagliare. Caterina fece come le aveva detto.
“Bruno.. Non dire così.. Tu sei perfetto.. È solo che..”
“Che?”
“Che io non lo sono”
“Antonella Lamas Bernardi hai veramente..?” non poté finire la frase.
“Avete visto anche voi?”
“Incredibile”
“E‘.. bellissimo.. Divino, ma bellissimo!”
“Sì.. Certo, tutto è meglio di quello che faccio io..” e un ragazzo appena arrivato in quell‘istante, alle spalle di una castana, arrabbiato, copiò i due che erano gli unici non spettatori della scena, in quanto attori della stessa, tra i quali, una dei due era sua sorella.
“Allora l’hai perdonata?”
“Sì.. So che forse sbaglio.. Ma sì..”
“Non sbagli, Caterina”
“Giusy.. Hai dato veramente ragione a una divina?” chiese una nuova voce che ancora non si era fatta sentire.
“Sì.. Perché?” chiese questa, sentendosi sotto accusa. Il ragazzo le sorrise.
“Niente perché… anzi, meglio, visto che anch’io sono un divino..” lei lo guardò e aggrottò le sopracciglia scure come i capelli ricci che cadevano sul suo corpo, armonizzandoglielo.
“E con questo che intendi dire?”
“Nulla, nulla”
“Contento tu..”
“No, contento no…”
“E perché non lo sei?” Guido la guardò negli occhi.
“Vuoi la verità?” non staccò i suoi da quelli di lui.
“Beh, sì, per una volta sì..” sbuffò vedendo che si faceva vicino.
“Perché non ho te.” disse chiaro e non romantico.
“Me?”
“Te.”
“Sei veramente un cretino, senza speranza!”
gli disse. Lui abbassò lo sguardo e..
“Caterina!”
“Pia, Luciana.. Che ci fate voi qui?”
“Siamo.. Venute a chiederti scusa da parte di Anto..” si bloccò la seconda, non appena vide la scena che le si parava davanti. Non solo Anto e Bruno, ma anche Guido e Giusy e Tamara e Fabio.
“Ma che scandalosi..” disse Luciana poi, ridendo, ma non in modo cattivo, scherzoso e (osiam dire) simpatico e amichevole.
“Mi.. Mi dispiace Pia..”
“No.. Non fa niente..”
“Ma a te piace..”
“Non così tanto da perderti!”
“Perdermi sarebbe la cosa migliore che ti potrebbe capitare!”
“Dici veramente?”
“Hai bisogno di chiederlo? Of course!”
“Anto.. Siamo ancora tutte divine?” domandò Caterina per tutte.
“Sì, ma da oggi, lo saremo in un nuovo modo, nel modo giusto..”
“E cioè?” chiese Pia perplessa.
“Facendo sentire gli altri bene, anzi divinamente!” sillabò sorridendo il Nuovo (vecchio) capo.
“Ehi.. Lu, non ti ho mai vista ridere così..” smise sentendo quella voce e si paralizzò.
“Gonzalo.. Tu non mi hai mai sentita ridere di cuore..” lo informò lei.
“Ah no?”
“No..” lui le sorrise in modo strano, allora lei osò dire “..e neanche sorridere”
“Allora mi vuoi dare la possibilità di fartelo fare?”
“Ehi, Giusy, ma è scoppiata per caso la malattia dell’amore?” chiese Sol scocciata e scioccata allo stesso tempo.
“E io ne dovrei sapere qualcosa?”
“Ma smettila, ho visto come..”
“E dai, amore, non vorrai negare tutto, ora..”
“Amore? Mi hai chiamata amore?”
“Sì, perché, non ti piace?” disse triste. E sfido a non indovinare cosa fece Giusy per far tornare il sorriso sul quel viso da modello, fastidioso e irritante, su quelle labbra che bramava e allo stesso tempo, riusciva anche a odiare per questo.
“Come non detto..” pensò triste Sol.
“Ehi.. Che ne dici se questa sera vieni a casa mia così ti tiro sul morale cucinandoti qualcosa di speciale? Anche a me è sempre andata male in amore.. Anche se non capisco come possano i ragazzi non posare gli occhi su di te..” le propose una voce che udiva, per ora, solo come amica. Ma non sarebbe rimasta tale per molto tempo ancora. Lei sorrise arrossendo.
“Fabio, ma che cappero ti è preso?” domandò Tamara guardandolo arrabbiatissima. A lui quel gesto non era bastato per scaricarsi.
“Mi è preso che Ti amo, porca miseria!” gridò a voce altissima.
“Ripeti, ma con un tono più basso.” gli disse lei, guardandolo.
“Cosa, mi è preso?”
“No, più avanti”
“Porca miseria?” e capendo che, o la prendeva in giro o non ci arrivava proprio, glielo disse lei.
“Così.. Siamo rimaste solo noi due..” dissero quasi insieme le uniche rimaste superstiti alla -Malattia dell’amore- come l’aveva chiamata Sol.
“Posso.. Posso parlarti un attimo?” chiese balbettante un ragazzo. Pia si voltò speranzosa. Speranza che durò ben poco. “Caterina..”
“Sì..?” chiese impaziente di parlar con Antonella e ignara di quello che sarebbe capitato.
“Vorresti.. Vorresti..”
“Scusa Alan, ma ho fretta..” “Vuoi uscire con me, domani sera?”
Ed ecco che l’ultima cammina, sola, circondata da persone felici. Il suo pensiero da divina, sarebbe stato:
“Odio l’amore, se non sono anche io amata. Odio il romanticismo, se nessuno si comporta così con me.. Odio..” ma era cambiata, tanti shock insieme erano riusciti nell’impresa. In lei non era avvenuto un vero cambiamento. Semplicemente, aveva fatto la Cleopatra (cosa che chi non conosce bene Patty, non può capire) della storia. Aveva gettato quella benedetta maschera, che ancora un po’, avrebbe preso il posto definitivo della sua vera faccia.
“Pia.. Ch..che. Ci.. Fai.. Tu.. Qui?” lei voltò lo sguardo verso il ragazzo che aveva parlato. E sorrise. A un popolare. Balbettante. Pensò che quel suo modo di parlare era veramente tenero. Ed era anche un bravo ragazzo.. Per cui..
“Se ti disturbo.. Me ne vado..” disse alzandosi in piedi.
“N..no.. Pia.. Aspetta..” la sorprese una cosa. “Perché il mio nome lo riesce a pronunciare senza balbettare?” non si sorprese di aver pensato una cosa del genere, che normalmente manco le sarebbe passata per l’anticamera di quella cosa che spesso fingeva di non avere. Ma proprio che lui riuscisse a dire perfettamente il suo nome completo.
“Felipe.. “ lo chiamò per la prima volta per nome. “Perché il mio nome lo riesci a dire tutto?” lui arrossì.
“Ehm.. N..on… lo so.. Ma ho… sem..sempre immaginato che… la m…m..mia rag..azza.. Ideale…, d…dov..dovesse avere… un nome.. Cor..rto..”
“Ah..” disse solamente lei, pensando a quanto era dolce la cosa che le aveva detto. “Onorata di essere stata nominata completamente da te” lui la guardò sorpreso.
“Di..dici sul.. Serio?”
“Sì..” rispose con sguardo sognante..
“Ma.. Se.. Sei.. Qui.. Vuol.. Dire c..che.. Sei.. Tri..triste.. Per qualche.. C..c..cosa..” lei annuì.
“Sì.. Un po’.. e mi fa sentire in colpa esserlo.”
“P..perché?”
“Perché non ho il diritto di essere così egoista.”
“P..perché.. E.. egoista?”
“Perché.. Perché ho desiderato di essere amata anche io veramente..” confessò per la prima volta in assoluto, a qualcuno che era un essere umano.
“E.. e c..cosa c’è.. Di male.. In.. Que.. Questo?”
“Che non me lo merito.. Felipe..” lui non disse niente rimanendo in ascolto del suo nome pronunciato da quella bocca divina e poi, siccome la parola non poteva durare in eterno, del respiro regolare della ragazza.
“Io.. Io.. C..credo.. C..che molto.. P..pre.. Presto.. Troverai il.. Ragazzo.. G..giusto.. Per te.., Pia.” le disse posandole una mano sulla spalla.
“Io penso di no.”
“Perché?” l’ansia gli fece dire la parola in modo completo.
“Perché l’ho già trovato..”
I due ragazzi, lei divina, lui popolare, arrivarono dagli altri, mano nella mano. Quello che videro, è difficile da descrivere.
Il fratello del capo Divine che lanciava sguardi dolci e di fuoco, alternati e ricambiati, verso la “ragazza invisibile” del gruppo popolare.
Pochi metri più in là. Il primo a innamorarsi della persona Giusta (ma per lui sbagliata) seduto sui grandini a chiacchierare di tutto e di più, con l’ex innamorata del primo del gruppetto nominato in questa scena.
Il suonatore di chitarra incallito, con il braccio dietro le spalle della ragazza con la pettinatura giusta per farsi un giro in moto con lui, magari proprio la sera che dovevano uscire insieme.
E compresi nella zona di questi due, il modello bello e impossibile e la ragazza più intelligente e per questo decisa a mai provare a fare ciò che il suo ragazzo aveva rinunciato a fare.
Giocherellando come due bambini dell’asilo, la semplice divina, ora divina per davvero e il rockettaro anche lui divino, mani intrecciate e cuori legati indissolubilmente.
L’ultima coppia che si avvistava, erano un rincretinito spacca labbro di non-modelli e una ragazza che se uno l’avesse conosciuta, non l’avrebbe riconosciuta.
“Oh.. È tutto così.. Così.. Romantico..” sospirò una voce, che forse, senza il solo che la sentì, non avrebbe potuto pronunciare quelle parole.
“Romantico? Romantico?” gridò quest’ultimo. Lei lo ignorò, sospirando e continuando ad ammarare le sette coppiette felici. “Vuoi del romanticismo?” gridò lui. “Maledizione, guardami!” le prese il volto tra le mani. “TI AMO, miseria ladra! TI STA BENE QUESTO? TI SEMBRA ABBASTANZA ROMANTICO?”
“Mmm.. E io dovrei crederti?”
“Sì!”
“Non so se posso farlo..”
“Ah no?”
“No..”
“Allora lasciami fare almeno questo tentativo..” e lo fece, davanti e dietro a sette per due paia di occhi innamorati, troppo però intenti a fare lo stesso di loro, per accorgersene.

Spazio autrice:

So che questa fan fiction è davvero lunghissima, ma a differenza di molti, non mi scuso, dato che non ho mai trovato la lunghezza un fattore negativo per una storia (a meno che non la faccia diventare noiosa).
L'ho pubblicata solo perchè le mie amiche sono riuscite a convincermi.. io l'ho sempre trovata troppo personale per poterla "esporre" alla visione di tutti.. anche perchè, come loro sanno, temo che non molti possano capire che cosa intendo veramente dire in questa ff..
Non so se io al posto della "mia" Patty, avrei perdonato Antonella, ma non credo! Non so proprio un angioletto o "uno straccio" che si fa fare tutto da tutti..
comunque sia questa storia è nata nel giugno dell'estate scorsa (bei tempi, XD) quando è successo che ho dovuto rinunciare al mio pc.. che per me è proprio una droga.. (ognuno ha le sue mani, xD) per un intero mese! Ho dovuto usare quello dei miei.. e piano piano, ecco che sono sbucate fuori queste circa 20/30 pagine, dal nulla..
alle mie amiche è piaciuta molto, quindi, o ho delle amiche bugiardone, oppure non è così male come credo.. xD..
Angy
  
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