Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: ma_bho    25/02/2010    4 recensioni
"Lo specchio riflette, appena appannato dal vapore creato dall'acqua calda della doccia, la fisionomia sfocata di un corpo e di un viso..."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eagle Marin, Ophiuchus Shaina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Persona Questa oneshot m'è venuta in mente ispirandomi al significato greco della parola "persona" usata per identificare le maschere che gli attori del teatro greco indossavano per recitare. Dal fatto che, paradossalmente, attraverso una  "persona"  si ottenesse la spersonalizzazione del singolo attore per farlo diventare un personaggio di finzione, e dunque fasullo.
E quindi ho provato (perchè questo è solo un mero esperimento, nulla di più) a cercare di comprendere cosa potessero pensare Marin di Eagle e Shaina dell'Ofiuco prese in considerazione al naturale, in un momento in cui non si portano appresso i loro ruoli e le loro maschere.
Per spiegare un po' come leggere: la parte scritta centrata è comune ad entrambe( è il filo narrativo, più che altro), mentre le frasi sulla sinistra appartengono a Marin, quelle a destra ed in corsivo a Shaina. Medesima situazione, due personaggi diversi,  due conclusioni diverse.

--------



Lo specchio riflette, appena appannato dal vapore creato dall'acqua calda della doccia, la fisionomia sfocata di un corpo e di un viso.
 In quel momento in cui non ci sono nè vestiti, nè orpelli e, soprattutto, nessuna armatura di metallo lucente ad abbagliare gli occhi fornendo un'immagine distorta della realtà, tutto ciò che rimane non è che la nuda e cruda verità.

Si avvicina allo specchio, passando una mano dalle unghie tenute corte per una maggiore praticità
  Si avvicina allo specchio, passando una mano dalle unghie ritorte in neri artigli dal lucore crudele ,
 rimanendo ad osservare con occhi induriti dalle avversità
   con occhi adombrati da un velo di tristezza

l'immagine che la superficie le rimanda. Il corpo, che nel vapore appare ad un primo colpo d'occhio quello di una donna, una volta che la pelle ha smesso di fumigare rivela i segni indelebili di una metamorfosi incopleta in qualcosa che non è, qualcosa di diametralmente diverso, con muscoli sviluppati ad interrompere la linea di per sè armoniosa delle spalle, dell'addome e delle cosce; eppure, anche così non ha potuto emulare l'altro sesso in cui si sarebbe dovuta tramutare: infatti sono le gambe a dare impressione di possanza, di una mortale esizialità, piuttosto che le braccia, che rimangono-ironicamente-  incredibilmente aggraziate  in confronto al resto.
E' un corpo squilibrato, stridente nello sforzo di valorizzarsi al massimo e, all'unisono, dimenticarsi .
E' un corpo intarsiato di cicatrici che ora scuriscono ora increspano in ricami slabbrati la pelle tesa da anni di allenamenti che le hanno quasi spezzato la schiena, durante i quali l'unico imperativo era dimenticare ciò che era per un volere superiore, perchè solo nascondendo se stessa avrebbe potuto diventare ciò che voleva essere.

E' il corpo che ha scelto di avere.
E' il corpo che si è ritrovata a dover sopportare.
Ha voluto
E' dovuta

diventare così, per riuscire a soddisfare il proprio desiderio di giustizia, e non è nemmeno ben sicura del perchè. Le hanno sempre detto che solo gli uomini possono essere Cavalieri, ed è quindi per riuscire ad avvicinarsi di più a loro, a sublimarsi in un essere più adatto, che è stato necessario nascondere il proprio viso, la propria fisiognomica sotto una maschera che, dalla prima volta che è stata indossata, l'ha scissa per sempre fra il prima ed il dopo, tra il pubblico ed il privato. E' stata la maschera, a diventare Sacerdotessa. E' stata la maschera, a conquistare l'armatura. Non lei. Un ibrido dal viso di porcellana ha intrapreso il suo destino, lasciandole solo brevi ritagli di esistenza che sono diventati

momenti scomodi
gli unici momenti di libertà

della propria giornata. Ha continuato ad andare avanti facendo solo da endoscheletro a quella persona dal viso incapace di versare lacrime, la cui massima caratterizzazione è solamente

l'assenza di qualsiasi segno riconoscitivo
il motivo fin troppo aggressivo a bistrare gli occhi privi di ciglia, palpebre e pupille

che anche adesso la fissa immoto,

ordinatamente appeso ad un gancio sulla parete
abbandonato sulla mensola proprio al di sotto dello specchio.

Perde tempo a scrutare un volto dalla pelle trascurata, in cui il massimo segno d'ombreggiatura può provenire da un livido sotto l'occhio o dal segno di un pugno, non di certo da un velo di ombretto o da una pennellata di fard. Anche i capelli sono lasciati andare  e si contorcono in ciocche aggrovigliate, scisse in doppie punte quasi a voler emulare l'indecisione del corpo e dell'anima, e le labbra si screpolano in schegge di discorsi spezzati, di desideri formulati solo a metà.
Alla fine, gli occhi incontrano quelli dell'immagine riflessa, e più che penetrare sembrano esser penetrati da quelli di quel doppio morbidamente sfocato dal vapore, che da una dimensione àltera le parla di un altro destino, di un corso degli eventi che sarebbe potuto essere diverso.

Distoglie subito lo sguardo
Sostiene lo sguardo a lungo

conscia che quella

non è lei.
è lei.

Allunga la mano a riposizionarsi la maschera sul volto

accogliendo con un sospiro di gratitudine l'abbraccio freddo della porcellana sulla pelle accaldata.
sentendosi mozzare il respiro in gola per la mancanza d'aria ed il volto nuovamente imprigionato.

Ora l'immagine riflessa è quella di sempre; svanito quel momento di alienante intimità con se stessa, ritorna ad essere la Sacerdotessa che tutti vedono.

E va bene così
Ma non è così
perchè la maschera è tutto: oltre la maschera
perchè la maschera non è che un sottile velo: oltre la maschera
non c'è nulla.
c'è lei.



-----------
Come sempre: se siete arrivati fin qui, grazie. E non vogliatemene se è Marin quella che (almeno secondo me) ci fa una figura peggiore, più "codarda", fra le due. E' proprio che il fatto che abbia sempre la maschera addosso e che, anche se sottoposta ad urti, questa al massimo si crepi  (non come quella di Shaina, che pare basti colpirla con una capocchia di spillo che si frantuma in mille pezzi rivelandone il volto) mi ha fatto pensare che ci fosse, da parte sua, una volizione più forte al non voler cedere, a voler rimanere neutra , priva di volto e quindi di identità.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: ma_bho