Disclaimers: Yu Yu hakusho, nomi, eventi e personaggi appartengono a Yoshihiro Togashi.

                        Lo Smile di Hiei ( -*- ) appartiene a me. L’ ho inventato io^^

 

L’ introduzione fa scaga… meglio passare oltre…

 

 

 

Lei sapeva.

Sapeva cosa portava in grembo, sapeva che le sarebbe costato molto.

Le sarebbe costato la vita.

Sapeva di essere impregnata di quel seme, il seme del demonio.

Era li, nelle sue ovaie, come un piccolo nocciolo nero.

Per lei era stato amore, per lui solo sesso.

Lei era disposta a morire per lui, lui sapeva che lei sarebbe morta e non gli importava, perché lui era un predatore.

Adesso la koorime portava in grembo quel piccolo feto, grigio come la terra arsa.

Se avesse potuto tornare indietro… ma non poteva e la sua unica consolazione era che sarebbe morta donando la vita.

Avrebbe messo al mondo una piccola creatura dannata.

 

 

Forbidden Child

Di Guild Principal Dio

 

Le Koorime sono le donne che vivono nel Paese dei Ghiacci, sono estremamente longeve e, sebbene prive d'ogni capacità combattiva, possiedono il potere di dominare il gelo.

Nel mondo demoniaco si dice che, quando la neve fiocca leggera, una Koorime stia danzando.

Ogni cento anni, le donne dei Ghiacci scindono le loro cellule e partoriscono una figlia che è, a tutti gli effetti, una loro metà.

È questo il motivo per cui non vi sono uomini tra le Koorime.

A meno che queste, durante il periodo di scissione,  non abbiano commesso un adulterio con un maschio.

 

“E’ un demone! Abominio!”

“Donna impura!”

“Piccola bestiaccia! Sta zitto!”

La vecchia percosse forte il neonato col dorso della mano.

“Un momento… e la bimba?”

“E’ la prima volta che nascono gemelli di sesso diverso…”

 

Le Koorime hanno la credenza che i figli maschi siano di cattivo augurio, e temono che questi possano risvegliare l’ira delle Divinità, richiamando l’erosione dei ghiacci.

Se una di loro partorisce un figlio, viene punita con la morte, e il bimbo gettato da una scogliera dritto in mare.

Fu questa la sorte che capitò a quel neonato.

 

“Io e tua madre eravamo amiche molto intime, lo sai?” Disse la donna che lo teneva in braccio, intrecciando un ciondolo nelle sue piccole, goffe dita.

“Vivi! Quando sarai cresciuto, torna qua e uccidimi prima delle altre, in modo che non possa mai avere timore e supplicarti di risparmiarmi, poi vendica tua madre per me!”

Con queste parole gettò nel dirupo il fagottino informe.

Il bimbo si accorgeva di precipitare da un’altezza enorme, e tuttavia era impassibile.

Era un piccolo demone, la sua vista ed il suo udito funzionavano perfettamente, e lui conosceva gia lo scopo della sua nascita: massacrare tutte le donne del Paese dei Ghiacci.

 

Parte Prima

Un particolare di nome Hiei

 

 

Tap… tap-tap… tap…

Odore acre di sangue... corpi sgozzati… rumore di passi…

“Sei sveglio?”

Hiei trasalisce.

Dannato mostro! Usa dei sigilli per nascondere la sua aura maligna e lui non riesce mai ad avvertire la sua prossimità.

La cosa lo innervosisce parecchio.

“Ancora tu?!” Disprezzo malcelato nella sua voce…e rancore “Cosa vuoi?”

Mukuro parla e ha un tono inespressivo, un accento metallico: “Sei di cattivo umore? Che c’è?  Hai fatto ancora quel sogno, vero?”

“Demonio!” ringhia Hiei “E’ colpa tua. Tu mi fai sognare queste cose!”

Mukuro ride tristemente e lo jaganshi si sente gelare il sangue.

“E come potrei? Non essere sciocco, lo sai che non è possibile”

“No… tu controlli la mia mente, lo so. Come potresti sapere tutte queste cose su di me, altrimenti? Mi leggi nel pensiero, vero mostro?”

“Ma io non so tutto, Hiei. Mi sforzo di sapere, di conoscere… ma non sempre posso. Non sono Dio.”

L’altro non ribatte; si limita a sbuffare e distoglie lo sguardo.

Dio… se c’è n’è uno, gli è sfuggito un piccolissimo particolare.

Già, un particolare di nome Hiei.

Il demone mascherato fa correre il suo occhio spaiato in lungo e in largo per la stanza, su quel disgustoso tappeto di cadaveri mutilati.

“Li hai uccisi tutti?” non è una domanda.

“Ormai neppure un gruppo di demoni di grado A può più competere con te… Vuoi combattere contro guerrieri più potenti?”

Nessuna risposta.

“Non avrei mai immaginato che saresti migliorato così tanto in soli sei mesi” prosegue “Non c’è che dire, sei davvero abile…”

Hiei alza la testa.

“Più divento forte, più la tua presenza mi risulta indifferente, lo sai?” sbiascica, gli occhi rossi che brillano di un fuoco furioso.

È una menzogna, è vero… ma è come un ricostituente per il suo orgoglio violentato.

“Il mio primo generale sarà qui a momenti” continua Mukuro, ignorando completamente il suo flebile tentativo di ribellione.

“Combatterai contro di lui. Se lo sconfiggerai, potrai rimpiazzarlo… e io ti mostrerò il mio aspetto.

“Comunque… so quello che pensi…” aggiunge poi, prima di uscire dalla stanza “Non sono tuo padre.”

Il demone del fuoco stringe convulsamente il pugno attorno all’elsa della sua katana.

Maledetto!

Se davvero non gli legge nella mente, come può conoscere i suoi pensieri?

Che essere inquietante…

In un impeto di rabbia, conficca la spada nel terreno, ed è allora che qualcosa cattura la sua attenzione: la pietra Hirui di Yukina.

 

Fine prima parte.

 

 

Next to come: L’Osteopata Shigure

 

 

“Le Koorime, quando partoriscono, piangono una lacrima che si trasforma in una perla. Mia madre ne pianse due: una è questa che porto al collo, l’altra… la deve avere mio fratello.”