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Autore: Ray    22/07/2005    2 recensioni
Un racconto che attraversa vari momenti dello Universal Century, una cronaca di guerra che ne narra i principali conflitti attraverso gli occhi dei personaggi che li vivono. E che combattono le battaglie più dure dentro di sé.
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Fuffa legale: Gundam e i nomi correlati sono di proprietà di Sunrise/Sotsu Agency, i creatori originali sono Yoshiyuki Tomino e Hajime Yatate (sì, insomma, chiunque si nascondesse dietro questo nome all’epoca). Lo scritto seguente è realizzato a titolo di sollazzo personale, senza fini di lucro.

Attenzione: chi ha già letto la fanfiction Una Storia di Guerra Qualsiasi, pubblicata su questo stesso sito, può anche evitare il primo capitolo di Gundam D. Che è, all’atto pratico, una director’s cut di quel racconto, con gli errori corretti e le note conclusive riviste. Qualcuno si sarà anche accorto che ho sovrascritto quella stessa storia, senza creare uno spazio apposito per Gundam D. Mi sembrava la cosa più logica da fare. I capitoli oltre il primo, invece, sono completamente inediti e ne rappresentano un seguito.

***

CAPITOLO 1: CIÒ CHE A NESSUNO INTERESSA

***

Il cielo era nuvoloso. La foresta era silenziosa. Una pioggia rada e leggera cadeva tra gli abeti.

La foresta era silenziosa. La maggior parte degli animali che la abitavano era già caduta in letargo e gli altri erano migrati verso sud, come l’istinto ordinava loro di fare da generazioni, seguendo le rotte dei loro antenati. Era incredibile come questo stesso istinto portasse gli animali a migrare ogni anno nello stesso periodo. Sembrava quasi che viaggiare fosse l’unico modo per scampare alla morte.

Anche per gli esseri umani era stato così.

O almeno, questo era quanto alcuni avevano pensato. In realtà, per l’umanità, l’inizio della migrazione era coinciso con la fine di quella pace che la nascita della Federazione Terrestre sembrava avere garantito definitivamente.

Un tuono squarciò il silenzio. Poi un rumore ritmico, battente, pesante. Sempre più pesante man mano che si avvicinava. Gli alberi si piegarono sotto la forza del gigante metallico che correva; l’enorme macchina antropomorfa, muovendosi con un’agilità impensabile per le sue dimensioni, abbatteva piante a ogni passo. Era un mobile suit. Sulle sue spalle e sulla sua testa erano stati attaccati rami e fronde; tutto il suo corpo era stato macchiato di fango e terra. Nonostante questo, il goffo tentativo di mimetizzarlo non era riuscito a coprire completamente il suo colore bianco, né il rosso del torace.

All’improvviso, un altro rumore, più minaccioso del tuono, più minaccioso del ritmico battito del passo della macchina, esplose in aria. Una mitragliatrice da 120 mm. era molto più grossa di quella che un essere umano avrebbe potuto impugnare. E molto più rumorosa. Spinto in aria dai razzi nel backpack, un altro mobile suit stava scaricando la propria arma da fuoco contro il primo. Questo secondo gigante meccanico era verde; quando il suo balzo gli fece superare il bersaglio, smise di sparare e atterrò esattamente davanti al suo avversario.

Il mobile suit bianco e rosso si bloccò di colpo; senza aspettare un secondo, portò la mano destra alla gamba. Dal fianco dell’arto inferiore si aprì un vano, dal quale estrasse un piccolo cilindro metallico; un attimo dopo, da esso scaturì un fascio di luce violacea, che, stabilizzandosi, assunse una forma che ricordava la lama di una spada. Senza perdere tempo, approfittando del fatto che il mobile suit verde era appena atterrato, il bianco scattò in avanti, agitando la beam saber. Sembrava sapere di essere troppo lontano per colpire effettivamente il nemico, ma ottenne comunque il proprio scopo: la canna della mitragliatrice fu tagliata a metà.

La macchina verde balzò di nuovo, stavolta all’indietro. Apparentemente, il pilota si era reso conto di avere perso il proprio vantaggio: lasciò cadere quello che restava della sua arma da fuoco, mentre l’unico occhio brillante del suo gigante antropomorfo si fissava sul nemico, e portò la mano alla cintola, staccandone la grossa accetta che vi era fissata. L’heat hawk sibilò sinistramente, mentre la sua lama prendeva a riscaldarsi e le gocce di pioggia evaporavano man mano che vi cadevano.

I due mobile suit sembrarono studiarsi per un lunghissimo istante; poi, caricarono l’uno verso l’altro.

Fu un attimo: prima ancora che chiunque potesse rendersi conto di cosa stesse succedendo, un nuovo rumore tonante squarciò l’aria, seguito da una luce più intensa di quella di un lampo.

Il mobile suit verde fu sbalzato violentemente a terra, mentre il suo braccio destro e la sua testa, insieme con parte del suo torace, finivano in frantumi, trasformandosi improvvisamente in un ammasso di lamiere informi e metallo fuso. A circa seicento metri di distanza, anch’esso coperto di fango e fronde, un altro mobile suit aspettava che gli enormi cannoni montati sulle sue spalle si raffreddassero, prima di muovere i possenti cingoli che aveva al posto delle gambe.

Al suo interno, un fumo denso e puzzolente opprimeva l’abitacolo. Ne uscì solo quando il boccaporto principale si aprì.

Il sergente Graham Locke tirò una profonda boccata d’aria, subito seguita da una serie di colpi di tosse che gli sembrò interminabile. Del resto, per uno come lui, un trentenne che aveva iniziato a fumare solo dopo essere diventato pilota perché gli avevano detto che aiutava a scrollarsi di dosso la tensione, tapparsi in un ambiente ristretto con una sigaretta in bocca era una specie di suicidio.

Respirò l’aria della foresta a pieni polmoni, ringraziando qualsiasi dio gli venisse in mente per essere sopravvissuto. Non tanto alla battaglia, ma alla sigaretta. Si stese quanto più poteva sul sedile e fece per passarsi una mano tra i capelli. Li aveva sempre avuti lunghi, e tendeva a dimenticarsi che glieli avevano fatti tagliare al momento di arruolarlo. Quello che lo distrasse da questi pensieri fu il gracchiare della radio. Sapeva già cosa gli sarebbe stato detto. In realtà, aveva sperato che le particelle Minovsky impedissero questa comunicazione.

"Sei una testa di cazzo immensa", disse una voce di donna, evidentemente seccata, proveniente dalla radio. "Lo so", rispose Graham senza scomporsi troppo. "Preferivi che ti lasciassi da sola a vedertela con quello Zack? Controlla se il pilota è vivo, piuttosto, credo che al comandante non dispiacerebbe avere qualche informazione sui nuovi modelli di mobile suit che sono stati avvistati da queste parti". "Ribadisco che sei una testa di cazzo", ripeté la donna. "E, per rispondere alla tua domanda, sì, avrei preferito che mi lasciassi sola a vedermela con quello Zack. Ti rendi conto di cosa hai rischiato?". Graham ruotò gli occhi al cielo: "Tranquilla, non ho rischiato niente. Ho sparato solo quando vi siete trovati a una distanza tale che non avrei potuto colpirti per sbaglio". "Non è questo il punto!", esplose la donna, stavolta apparentemente sul punto d aggredire verbalmente l’uomo, "Ti sei dimenticato che questi affari funzionano con un reattore atomico? Cosa sarebbe successo se l’avessi preso? Anche se ci hanno appena consegnato questi modelli, non dovresti sottovalutare un fatto del genere!". "Ma dai!", cercò lui di buttarla sul ridere, "Non mi dirai che la mia dolce Dolly si è arrabbiata". "Non sono dolce e non sono tua", fu la risposta. "Tra l’altro, non ricordo di averti mai autorizzato a chiamarmi Dolly. E adesso diamoci un taglio con le stronzate, torniamo al campo base".

***

"Vedrò di essere chiaro", disse il tenente Ridley puntando gli occhi sul pilota di Zeon seduto sulla sedia all’interno della sua tenda da campo, "Ho bisogno che tu mi dia alcune informazioni. Se non lo farai, be’, chissà". Lanciò un’occhiata all’enorme uomo biondo che, con indosso un’uniforme federale che sembrava doversi strappare da un momento all’altro sotto la pressione dei suoi muscoli, stava dietro il prigioniero. Lo zeoniano girò la testa verso le proprie spalle, guardando il grottesco mix tra stazza enorme, biondi capelli a spazzola e piccoli occhi porcini del soldato nemico. Sembrava che, contrapposto al viso franco e rassicurante di Ridley, fosse stato portato lì apposta per fare il giochino del ‘poliziotto buono-poliziotto cattivo’. Ancora nella sua normal suit, dopo solo essersi tolto il casco, il pilota di Zeon pensò fosse una buona idea non farsi impressionare: "Non credo che mi farete ‘chissà’. Mi aspetto che la mia permanenza presso di voi venga gestita secondo il Trattato del Polo Sud". "’Sti cazzi del Trattato del Polo Sud", replicò il tenente fissando il pilota nei suoi freddi occhi azzurri, "Non l’ho mica firmato io!".

Ridley non era imponente, ma dava l’impressione di esserlo. Aveva praticato equitazione fin da bambino e il suo portamento eretto e il suo passo misurato lo facevano sembrare più alto di quanto non fosse in realtà. Non aveva avuto bisogno di tagliarsi i capelli, una volta arruolatosi: a trentasei anni, l’alopecia aveva già trasformato la sua testa in qualcosa di molto simile a una palla da biliardo.

Per contro, il soldato di Zeon, non sembrava molto intimidito da quell’interrogatorio. Doveva essere alto più o meno quanto Ridley, ma il suo fisico esile non lo aiutava a sembrare più grosso. I suoi capelli neri, corti e appiattiti sulla testa, gli davano un’aria da studente modello appena diplomato.

"Allora, vediamo di rifare daccapo", riprese il tenente, "Nome e grado?". "Sergente Matthew Meyer", rispose lo zeoniano con tono di voce chiaramente seccato.

"Oh, bene. Ora, sappiamo dov’è il vostro quartier generale in questa zona, ma non conosciamo l’esatta entità delle sue forze. Dovresti dirmi quanta gente c’è e di quali mezzi dispone".

"Non prendermi in giro, dai… Non so quanta gente ci sia, non li ho mai contati. Solo alcuni ufficiali hanno accesso ai registri con il numero esatto. Riguardo ai mezzi, pensi davvero che ti darei un’informazione del genere?".

"No che non lo penso. Però credo anche che non abbiate molto, altrimenti i tuoi compagni si sarebbero già messi in moto dopo aver trovato i tre mobile suit che abbiamo abbattuto oggi. Allora cambio la domanda. Tra i mobile suit della squadriglia con cui eri tu c’era un modello che non ho mai visto, quello con l’antenna di comando sulla testa. Cos’era esattamente?".

"Vuoi il nome? MS-07B, credo. Mi pare lo chiamassero così".

"No, voglio sapere che armi monta. Potenza del generatore, autonomia, mobilità al suolo… Cose di questo tipo".

"Non lo pilotavo io, quindi non lo so. Non mi vado a leggere le specifiche tecniche, mi rendo conto delle prestazioni di un mobile suit quando metto il culo sul sedile. In compenso, posso snocciolarvi tutte le caratteristiche di quello che avevo io e che mi avete distrutto, un fiammante MS-06J Zack II. Che ne dite?".

"Che sei uno stronzo. Sai benissimo che la Federazione conosce perfettamente quel modello. E ti dico anche che secondo me tu sai molte più cose di quelle che ci vuoi dire".

Ridley non fece in tempo a fare un’altra domanda: una donna in uniforme federale entrò nella tenda. Aveva un’aria di sufficienza sul volto. Più che una subordinata che si presentasse a un ufficiale, sembrava una ragazza che lanciasse un’occhiata di superiorità a un pretendente rifiutato. I suoi lunghi capelli neri, pettinati all’indietro e raccolti in una treccia, dei quali un singolo ciuffo ricadeva sul viso, sembravano sottolineare la sua espressione, accentuando l’idea che fosse molto seccata per il fatto di trovarsi lì.

"Tenente, è arrivata la persona che aspettavamo", disse la donna puntando su Ridley i suoi occhi verde scuro. "Era ora!", esclamò l’uomo allargando le braccia con un’espressione sollevata. "Non mi sembrava proprio il caso di restare ulteriormente in zona. A quest’ora gli zeoniani ci staranno già dando la caccia, dobbiamo levare le tende al più presto. Ah, una cosa", aggiunse Ridley rivolgendosi a Meyer, "Questa qui – indicò la donna appena arrivata – è quella che ha abbattuto i tuoi compagni. Come ti senti all’idea che una squadra di piloti di Zeon sia stata tirata giù quasi interamente da una donna?". "Fai un po’ tu", rispose il pilota sogghignando. "Mi sento come uno che la stava inseguendo mentre lei se la dava a gambe…". "Avevo con me solo il bazooka gun e me l’hai tolto avvicinandoti mentre bersagliavo i tuoi compagni!", ritorse la giovane acidamente. "Era inutile affrontare un altro nemico quando sapevo che un commilitone era appostato lì vicino". "Sì?", domandò Meyer canzonatorio, "E avevi previsto che lui mi avrebbe sparato rischiando di coinvolgerti nell’esplosione del reattore nucleare del mio Zack? E hai accettato il rischio per farmi fuori?". "Lascialo perdere, Dolores", disse Ridley uscendo dalla tenda. "Non metterti a fare discussioni con un tizio che si è fatto tirare giù come un pivello. Dagli un occhio mentre io vado dal messaggero".

***

Il messaggero era un ragazzo sui vent’anni. O almeno così sembrava. Una profonda cicatrice gli attraversava la guancia destra e i suoi arruffati capelli castani erano pieni di polvere e bagnati dalla pioggia. Era arrivato su di una jeep a tetto scoperto piuttosto malridotta. I suoi vestiti civili, sporchi e impolverati, non avrebbero mai fatto pensare a un soldato federale. Il che era proprio ciò che ci si augurava.

Nonostante fosse palesemente più giovane di Ridley, e, con tutta probabilità, anche inferiore in grado, non si fece problemi a dire quello che gli passava per la testa: "Tenente, posso chiederle se è completamente rincoglionito?". "Non è che avessi molta scelta… Non potevamo fare altrimenti", rispose l’uomo più anziano scuotendo il capo. "Me lo auguro", ritorse il nuovo arrivato. "Spero che lei capisca che attaccare una pattuglia in pieno territorio nemico, tra l’altro mentre ci si trova qui solo per spostarsi da una zona a un’altra, è un’idiozia che nemmeno il più ingenuo dei soldati commetterebbe".

"Quella pattuglia si stava dirigendo in questa direzione. Avrebbe scoperto il nostro campo, non potevamo permettere che trasmettesse la nostra esatta posizione al comando, né eravamo in grado di andarcene senza essere notati".

"Se gli zeoniani hanno trovato i rottami, saranno già sulle vostre tracce, ormai sanno benissimo che siete in zona. Dovete andarvene al più presto".

"Grazie per la sua incredibile abilità nel dedurre l’ovvio. Stavamo aspettando solo lei, a dire la verità. Non è che organizzare un rendez vou nel bel mezzo del territorio nemico sia il massimo dell’intelligenza, d’altra parte…".

"Tenente, devo ricordarle che l’unità della quale facevate parte lei e i suoi uomini è stata sterminata due settimane fa in Svizzera? Al tempo, riuscimmo solo a farvi pervenire l’ordine di muovervi verso est e sa bene che i dintorni di questa zona sono troppo pieni di particelle Minovsky perché le comunicazioni radio funzionino decentemente. Non c’era altro modo per farvi avere gli ordini".

"Che sarebbero?".

"Continuate a muovervi. Dovete arrivare in Ucraina entro un mese. Stiamo radunando lì le nostre truppe provenienti dall’Europa e dall’ovest dell’Asia. Dovete arrivare nei pressi di Odessa: una volta lì, riceverete nuovi ordini".

"Un raduno di truppe? Significa che stiamo preparando un contrattacco in grande stile?".

"Nemmeno io conosco i dettagli. Fatto sta che i capoccioni vogliono mettere insieme una gran quantità di soldati, quindi stanno dirigendo a Odessa tutte le squadre che non hanno compiti inderogabili. A proposito, come siete messi a mobile suit?".

"Discretamente. Abbiamo due GM e un Guntank. A proposito, se passa da Juburo, potrebbe dire che colorino decentemente questi affari? Come facciamo a mimetizzare una macchina antropomorfa di diciotto metri bianca e rossa?".

"Tenente, lei pensa che io passi da Jaburo per fare le vacanze? Non ci sono mai stato in vita mia, e non ho in programma di andarci. Non decido io come colorare i mobile suit. Ah, a proposito… Non so quanto le possa interessare, ma il comandante dell’Armata di Occupazione del Nord America è morto in battaglia".

"Cosa?". Ridley era sinceramente sorpreso. Aveva sentito dire che il comandante dell’Armata di Occupazione del Nord America era il figlio minore del reggente di Zeon e non si aspettava che partecipasse effettivamente alle azioni. "Questa sì che è una notizia! Sarà un duro colpo per il nemico".

"Già, probabile. Pare che stiano trasmettendo il suo funerale in diretta per tutta la Sfera Terrestre. È un peccato non avere un televisore sottomano. La cosa più strana è che sembra sia caduto durante uno scontro con una sola nostra corazzata il cui equipaggio è costituito da dei ragazzini".

"Ma scherza?".

"Magari. Ormai sono morti tanti di quei soldati, che non possiamo fare a meno di mandare sul campo chiunque sia in grado di imbracciare un fucile. Però pare che quei ragazzini stiano veramente facendo sfracelli, pur avendo solo tre mobile suit a bordo. Dicono siano sfuggiti un paio di volte al famoso Cometa Rossa e adesso, con questo casino che hanno combinato, si tireranno dietro mezzo esercito di Zeon. Il che, considerato che mi risulta siano stati dati anche a loro gli stessi ordini che io sto dando a voi, potrebbe tornarci utile. Sa che hanno anche loro un Guntank?".

"Come il nostro?".

"No, credo che il loro sia il prototipo, mentre la vostra sarà la variante prodotta in serie. Comunque sia, è meglio che vi mettiate in viaggio al più presto. Ah, aveva detto che avete con voi un prigioniero, no?".

"Già. Lo prende in consegna lei per portarlo al quartier generale?".

"Scherza? Io da solo? Guardi che non abbiamo un quartier generale qua vicino, ho dovuto fare un viaggio piuttosto lungo per arrivare. Non potrei mai assumermi da solo la responsabilità di un prigioniero. Potete solo portarvelo dietro fino a Odessa. La cosa migliore, a dire la verità, sarebbe ammazzarlo dopo averlo fatto parlare, ma il Trattato del Polo Sud lo proibisce… Solo che… come dire… non credo che sulla strada da qui a Odessa troverete molta gente disposta a controllare che lo rispettiate. Con questo non vi sto dicendo di uccidere effettivamente il prigioniero, beninteso… Però gli incidenti possono sempre capitare, no?".

"Ammiro l’abilità di certa gente di tenere il piede in due scarpe e di fare passare un consiglio esplicito per un velato suggerimento, tra l’altro con parole alquanto banali".

"Che vita ingiusta, eh? Comunque sia, si accerti di memorizzare le coordinate che le fornirò ora: sono quelle del punto esatto in cui dovete dirigervi…".

***

"Era solo questione di tempo", mormorò il capitano Augusto Schroeder, seduto sui talloni, esaminando l’enorme impronta sul terreno fangoso. Mentre la pioggia notturna picchiettava sulla sua uniforme di ufficiale di Zeon, si alzò in piedi, raddrizzando la schiena. Aveva l’impressione che un comandante dai lunghi capelli color acciaio, con la sua rada barba mal curata e qualche ruga di troppo attorno agli occhi, desse un’impressione di debolezza ai suoi soldati. Era anche per questo che spesso usciva con loro in missione o in pattuglia: riteneva fosse fondamentale dare prova di forza e affidabilità ai propri uomini.

Uno di loro, un sergente di bassa statura a cui il naso aquilino conferiva un volto molto simile a quello di un uccello da preda, si avvicinò al suo superiore: "Dobbiamo quindi assumere che le voci provenienti da diversi fronti europei siano veritiere…". "Già", si limitò a rispondere Schroeder scuotendo il capo e muovendosi verso i fari della jeep alle proprie spalle. Dietro alla jeep, delle sagome che l’oscurità non riusciva a coprire. Due Zack II e un Gouf si stagliavano in tutta la loro altezza. Era solo questione di tempo, si ripeté il capitano tra sé e sé. Prima o poi, anche la Federazione doveva arrivare a impiegare dei mobile suit prodotti in serie. Il cannone che era stato trovato vicino ai primi due mobile suit abbattuti non lasciava dubbi circa cosa lo avesse impugnato. E il fatto che il secondo Zack distrutto fosse in un’altra posizione, con dei danni differenti sul corpo, doveva voler dire che i mobile suit federali erano più di uno.

"Diamoci una mossa!", esclamò Schroeder sedendo sulla jeep, mentre il sergente dal naso aquilino si metteva al posto di guida, "Le previsioni del tempo dicono che potrebbe nevicare da un momento all’altro e i terrestri sono più abituati di noi alle condizioni climatiche mutevoli di questo pianeta. Sicuramente stanno approfittando della notte per spostarsi, non possiamo permetterci di concedere loro un ulteriore vantaggio". "Non dovremmo avvisare il quartier generale della posizione approssimativa dei bersagli?", domandò il sergente. "Potrebbero comunicarla anche alle altre nostre truppe di stanza nei paraggi". Il capitano si fermò per un attimo. Ci aveva già pensato, ma era giunto a un’unica conclusione: sarebbe dovuto tornare lui personalmente al quartier generale, perché era fuori discussione rimandare indietro un mobile suit quando non si conosceva esattamente l’entità delle forze nemiche. E questo era contrario alla sua filosofia di comando. Restò in silenzio per qualche secondo, ponderando la situazione, poi si rivolse al sergente: "Hai ragione, torniamo indietro. Lasciamo che siano i mobile suit a dare la caccia al nemico, tanto con questa jeep non potremmo fare alcuna differenza".

A volte il buon senso doveva prevalere sulle convinzioni poco pratiche, pensò.

***

La luce rosata dell’alba si rifletté sul visore del GM, accovacciato tra le cime degli alberi. Contrariamente alle previsioni, le condizioni atmosferiche avevano lasciato il passo a una timida schiarita, che aveva però tutta l’aria di un preludio alla tormenta che si stava preparando.

Nell’abitacolo del suo GM, Dolores respirava lentamente, quasi che il ritmo dei suoi polmoni potesse influenzare in qualche modo il camuffamento del mobile suit. La sua attenzione era tutta per il monitor davanti sé: la telecamera principale del GM avrebbe dovuto mostrarle immagini del nemico da un momento all’altro.

Sul braccio sinistro del mobile suit era fissato uno scudo; nel suo pugno destro, un’arma sperimentale, che pochissimi altri avevano usato.

Il nemico era vicino: le rilevazioni non lasciavano dubbi.

Solo qualche minuto prima, il sonar da terreno dell’Hover Truck aveva segnalato la presenza di tre mobile suit in avvicinamento, probabilmente Zack. Evitarli era ormai fuori discussione: conoscevano il posto, quindi non avrebbero fatto troppa fatica a riprenderli. Era molto meglio eliminarli subito, anche se questo significava perdere tempo, e probabilmente permettere ad altre squadre di ricerca di avvicinarsi. Meglio far fuori i nemici uno per uno che affrontarli tutti insieme, a questo punto.

I tre mobile suit federali si erano disposti a triangolo, sfruttando gli alberi per coprirsi: il Guntank si era sistemato al centro, mentre su ciascun lato c’era un GM. L’idea era semplice: lasciare che Gli Zack si avvicinassero, per poi tenerli sotto tiro con i GM e permettere al Guntank di finirli.

All’interno dell’Hover Truck, posizionato immediatamente dietro al Guntank, Ridley leggeva le rilevazioni del sonar. Gli zeoniani si stavano avvicinando, senza dubbio. D’altra parte, non dovevano avere modo di conoscere la loro posizione. Il tenente si alzò dalla propria postazione (il soldato biondo che lo aveva aiutato durante l’interrogatorio era al posto di guida) e si avvicinò a Meyer, seduto per terra con le mani e i piedi legati. "Voialtri zeoniani avete un modo per sapere se ci sono dei mobile suit nei paraggi?", domandò chinandosi verso il prigioniero. "Facciamo la conta", rispose quello con aria di sufficienza. "Non fare lo stronzo", sibilò il tenente avvicinando ulteriormente la propria faccia a quella del nemico, "Ti stavo chiedendo se disponete di qualche sistema di rilevazione che possa aggirare il problema delle particelle Minovsky". Il sergente non sembrò per niente impressionato: "Penso di avere capito cosa vuoi fare. Dev’essere una scena come quelle che si vedono nei film: tu avvicini la faccia alla mia, così io ti sputo e poi mi tiri uno schiaffo, giusto?". "Schiaffo?", Ridley si rialzò. "Se non mi dici quello che voglio sapere, ti riempio di sberle. Tra l’altro, ti faccio notare che a te conviene più che noi si vinca questo scontro. I tuoi compagni là fuori si immagineranno di certo che tu sia nostro prigioniero, ma dubito che tratterranno il fuoco per questo. E noi siamo abbastanza vicini al Guntank: se dovesse esplodere il suo reattore nucleare, resteremmo coinvolti nello scoppio. Che ne diresti di collaborare?". "Argomentazione convincente", ammise Meyer scuotendo il capo. "Ma ho paura di non poterti aiutare: dovresti già sapere che noi usiamo prevalentemente i Dopp e i Luggun per scovare le posizioni nemiche. Non ti sto dicendo niente di nuovo, no?".

Ridley sorrise. Questa era una buona notizia, ammesso che il prigioniero stesse dicendo la verità. Il giorno stava appena spuntando, quindi gli aerei da ricognizione non potevano essere stati ancora impiegati. Ma c’era la possibilità che stessero arrivando. Tornò rapidamente al monitor del sonar. I mobile suit di Zeon si stavano avvicinando. Era ovvio che non conoscessero la posizione dei federali, altrimenti li si sarebbe visti allargarsi molto prima, per circondare uno dei GM. Allo stesso modo, non dovevano contare sull’intervento di un supporto aereo; visto che stava facendo giorno, tanto sarebbe valso aspettare questo tipo di aiuto, piuttosto che rischiare di buttarsi tra le braccia del nemico. O forse erano semplicemente imprudenti, o avevano un limite di tempo da rispettare. Quale che fosse la ragione, gli zeoniani stavano cadendo in trappola in maniera praticamente perfetta.

***

Dolores guardò i movimenti dei tre mobile suit. Nonostante la vegetazione li intralciasse, riuscivano a spostarsi abbastanza agevolmente. Il nuovo modello, tutto sommato, non sembrava troppo diverso da uno Zack II: gli mancava la copertura sulla spalla destra e non aveva la classica protezione bombata e spinata sulla sinistra. Sembrava disarmato, a eccezione di uno scudo, dalla cima del quale spuntava un manico. Ecco, l’arma doveva essere quella. Pareva però incapace di combattere a distanza. Era stato colorato con una tinta mimetica verde e nera, come i due Zack che lo accompagnavano. Uno di essi impugnava la tipica mitragliatrice di quel modello, ma ciò che la preoccupava era l’altro: reggeva tra le mani un cannone che sembrava essere stato prelevato da un Magella Attack. Ma, d’altra parte, nessuno di quei mobile suit avrebbe potuto rappresentare un vero problema, se il piano fosse andato come era stato programmato.

Dolores, poi, era fiduciosa: nella mano destra del suo GM c’era un beam rifle. Un’arma sperimentale, le era stato detto: pochissimi mobile suit erano in grado di impugnarla, perché si collegava direttamente al generatore principale e necessitava quindi di un’enorme quantità di energia per funzionare. In compenso, nessuna difesa convenzionale poteva proteggere da un suo colpo: basandosi sugli stessi principi dei cannoni delle corazzate, scagliava contro il nemico un fascio di particelle Minovsky che si insinuava nella materia a livello molecolare. Se un beam rifle colpiva, distruggeva: era una regola immutabile, un dogma del campo di battaglia.

I tre mobile suit di Zeon si avvicinavano a grandi passi: sembravano inconsapevoli della presenza del nemico. Presto avrebbero superato la posizione dei due GM: quello sarebbe stato il segnale che l’operazione poteva cominciare.

All’improvviso, i mobile suit si fermarono. Cosa diavolo era successo? Dolores deglutì. Desiderò di poter sentire cosa si stessero comunicando i piloti: come potevano essersi accorti di qualcosa?

Poi se ne accorse anche Dolores.

Un fiocco di neve cadde passando proprio davanti al visore del GM.

Stava nevicando. Non era la prima volta che Dolores vedeva la neve. Anzi, era stata una costante un po’ per tutta la sua vita. Nata in Ucraina da padre irlandese e madre portoghese, si era trasferita in Olanda che non aveva avuto nemmeno tre anni. A causa del lavoro dei suoi genitori, da piccola aveva traslocato più volte, girandosi un po’ tutta l’Europa centro-settentrionale. E la neve tendeva ad accumularsi. Considerato che i mobile suit suo e dei suoi compagni erano nascosti tra gli alberi sfruttando la colorazione, la neve avrebbe potuto delineare la loro figura, se si fosse accumulata eccessivamente addosso a loro. Quel che era peggio, evaporando per il calore generato dai rettori nucleari, avrebbe inevitabilmente attratto l’attenzione.

Ora gli zeoniani si sarebbero mossi con più cautela: per loro la neve era una novità. Per la verità, Dolores aveva sentito dire che in alcune colonie veniva usata della neve artificiale, ma erano nevicate previste e mirate, che non causavano troppi disagi alla popolazione. Anche se quegli zeoniani avevano visto qualcosa di simile alla neve, non erano abituati a combatterci contro. Non avrebbero permesso ai federali di avvantaggiarsene.

I tre mobile suit di Zeon non si muovevano più. Sembravano aspettare qualcosa. Dovevano avere avuto la stessa idea di Dolores: se il territorio si fosse coperto di neve, per il nemico sarebbe stato più difficile nascondersi e avrebbe lasciato tracce più evidenti. E avevano deciso di aspettare perché il ritmo della nevicata stava aumentando. A giudicare da quei primi, timidi fiocchi, nessuno avrebbe detto che potesse cominciare a scendere tanto fitta in così poco tempo.

All’improvviso, un fragore assordante, subito seguito da un sollevarsi di terra. Graham aveva sparato. Doveva avere pensato più o meno la stessa cosa. Anzi, i lunghi cannoni del suo Guntank, che riuscivano a nascondersi a malapena nel fitto della vegetazione, sarebbero stati ancora più evidenti con la neve.

Adesso era il momento di pensare con calma. Dolores restò immobile. Controllò che nemmeno l’altro GM si muovesse. Niente, sembrava non volersi spostare di un millimetro. Forse Graham lo aveva previsto e aveva sparato per fare da esca: se la sua presenza doveva essere scoperta per prima, tanto valeva cercare di attirare il nemico laddove i compagni avrebbero potuto colpirlo più facilmente. Ora i mobile suit di Zeon dovevano avanzare. Sarebbe bastato qualche metro, quel poco necessario a farli entrare nell’area d’azione concordata nel piano iniziale.

Non accadde nulla di quanto si aspettava. Lo Zack con la mitragliatrice fece un passo avanti, si inginocchiò a terra e aprì il fuoco, sventagliando la propri arma a destra e a sinistra. Fuoco di copertura, ovviamente. O forse no. Dolores capì cosa stava succedendo quando vide l’altro Zack appoggiare il cannone sulla spalla del compagno. Non era solo fuoco di copertura. Aveva sfoltito la vegetazione. Aveva esposto il Guntank.

Il GM di Dolores balzò fuori dal proprio nascondiglio e fece fuoco con il beam rifle. Nel momento stesso in cui il dito del mobile suit premette il grilletto, il cannone dello Zack sparò un colpo.

Lo Zack con il cannone fu trafitto dal raggio purpureo all’altezza del torace. Se Dolores avesse voluto mirare direttamente all’abitacolo, senza fare esplodere il reattore, non sarebbe riuscita a colpirlo con maggiore precisione. Il grosso mobile suit verde barcollò; fece qualche passo, mentre il suo balancer cercava di mantenerlo in equilibrio. Ma, senza un pilota a compensare quei movimenti, si accasciò inerte sul fianco sinistro.

Il nuovo modello si girò immediatamente verso Dolores; lo Zack con la mitragliatrice si alzò in piedi, apparentemente pronto a fare altrettanto, quando dei colpi sparati da un’arma a ripetizione lo indussero a voltarsi nella direzione opposta: il secondo GM era anch’esso uscito dal proprio nascondiglio e stava facendo fuoco sul nemico.

Dolores alzò il beam rifle e puntò. Il suo avversario non portava armi per il combattimento a distanza, quindi poteva approfittare di quella manciata di metri che li separavano per mirare con cura, in modo da non colpire il reattore. O almeno, così aveva creduto. Il mobile suit con lo scudo alzò il braccio sinistro. In un lampo, il rumore ritmico e cacofonico di un’arma a ripetizione squarciò l’aria. Il nuovo modello aveva sparato dalle dita.

Colpito al petto, il GM di Dolores barcollò, facendo qualche passo indietro; stringendo i denti, la donna agì rapidamente sui comandi, riguadagnando l’equilibrio. Aveva fatto male a giudicare dalle apparenze: senza ulteriori indugi, aprì il fuoco con il beam rifle. Il raggio di energia purpurea sibilò nell’aria, mentre il mobile suit si spostava sulla destra e afferrava il manico che spuntava da sopra il suo scudo, estraendo un’enorme spada dalla lama ricurva.

La lama dell’arma descrisse un ampio arco in aria, andandosi a conficcare nello scudo che il GM aveva alzato sopra la propria testa. Il pilota nel nuovo mobile suit probabilmente pensò di avere vinto: a quella distanza ravvicinata, il suo avversario non poteva certo sparare con il beam rifle, mentre lui poteva tranquillamente usare la mitragliatrice da 75 mm. montata in ciascun dito della mano sinistra del suo mezzo antropomorfo.

Il rumore sibilante di un raggio risuonò nuovamente nell’aria. Per un attimo, il pilota del mobile suit di Zeon non capì cosa fosse successo esattamente: il federale non poteva avere usato il fucile a quella distanza. Quando sentì la propria macchina cadere violentemente sulla schiena, vide un cilindro nella mano del nemico. Da quel cilindro, un fascio di energia purpurea sembrava tagliare in due l’aria. Una beam saber. Una veloce analisi dell’avversario gli permise di visualizzare un vano aperto nella gamba destra, all’altezza del polpaccio. Ecco da dove l’aveva presa. Dopotutto, anche i mobile suit federali avevano qualche sorpresa da nascondere.

Dolores si avvicinò con circospezione al mobile suit a terra. Lo aveva colpito al fianco, cercando di non prendere il reattore per evitare di essere coinvolta nell’esplosione, ma sembrava non avesse causato gravi danni. Alzò la beam saber e si preparò a troncare di netto il braccio sinistro: giudicò che fosse buona idea prendere prigioniero il pilota, ma prima era necessario rendere inerme la macchina.

Si prese una frazione di secondo per pensare.

Il mobile suit zeoniano usò quella frazione di secondo per sollevare appena il braccio sinistro, quel tanto che bastava per puntare le canne di mitragliatrice contro il nemico.

Il GM sventolò la beam saber, tranciando di netto le quattro dita più avanzate della mano che le stava venendo puntata contro. Una raffica di proiettili proveniente dal pollice sfiorò la testa del mobile suit federale, graffiandone il fango e la vernice. La mano del mobile suit riverso al suolo scoppiettò e le quattro dita tranciate lasciarono partire un mucchio di schegge infrante.

Il movimento del braccio del GM lo portò a porsi trasversalmente rispetto al torso del mobile suit stesso; fu allora che lo zeoniano alzò il braccio destro. Da un minuscolo foro in corrispondenza del polso, come un serpente disturbato nella sua tana, schizzò un cavo metallico.

Dolores alzò il braccio sinistro, in modo che lo scudo fermasse il cavo.

Invano.

Il cavo si serrò saldamente attorno al polso destro del GM.

Per un attimo, Dolores si sorprese, fu quasi indignata per quello che era successo. Aveva previsto che ci fosse qualche arma nascosta nel braccio destro del nemico: per questo si era preparata a muovere lo scudo in anticipo. Ma non ci era riuscita. Per qualche motivo, la reazione del GM era stata maledettamente lenta. Era ovvio che il pilota zeoniano aveva contato di distrarre l’avversario con la mitragliatrice a cinque canne nella mano sinistra, per poi attaccare con il cavo nel braccio destro. Quello che seccò maggiormente Dolores fu che lei lo aveva previsto. E non era comunque riuscita a evitarlo.

Non fece nemmeno in tempo a collegare fra di loro questi pensieri: scariche di elettricità percorsero i monitor e le strumentazioni nell’abitacolo del GM; Dolores stessa subì parte della tensione che correva per il mobile suit, arrivando a lanciare un gridolino che esprimeva più disappunto che dolore. Quindi quel cavo serviva per mandare in corto circuito le componenti elettroniche dei mobile suit avversari? Mentre il monitor principale si oscurava, vide il tettuccio dell’abitacolo incrinarsi sotto un colpo e avvertì che il GM stava cadendo all’indietro. L’impatto con il terreno fu più doloroso per l’orgoglio che per il corpo, ma in quel momento Dolores giudicò che il corpo fosse più importante.

"Merda!", sibilò, mentre i due monitor laterali le permettevano di vedere solo gli alberi attorno a sé che si coprivano di neve. Sul monitor di sinistra comparve la console touch screen che gestiva i sistemi del mobile suit. Dolores fece volare velocemente le dita sui tasti, cercando di attivare i collegamenti ausiliari con la telecamera principale: doveva assolutamente riavere il monitor centrale.

Sentiva il mobile suit nemico che si rimetteva in piedi. Per farla cadere, doveva averla colpita con lo scudo.

Continuò a provare per una manciata di secondi: niente.

Tirò un pugno contro il monitor. Si accese. Vide il mobile suit di Zeon brandire nuovamente la sua enorme spada dalla lama ricurva, pronto a calarla sul nemico. Dolores si concesse un sorrisetto: il suo piano di riserva aveva funzionato perfettamente.

Lo zeoniano calò inesorabilmente la spada sul nemico.

Poi, un rumore sibilante. Il braccio destro del mobile suit di Zeon, troncato poco sotto il gomito, si abbatté a terra, di fianco al GM, che reggeva nella destra un beam rifle ancora fumante. Dolores puntò la canna dell’arma contro l’abitacolo nemico. Controllare la caduta in modo da abbattersi vicino al beam rifle che aveva lasciato andare per prendere la beam saber era stata una buona idea. Aveva preso in considerazione la possibilità di non riuscire a evitare l’attacco dell’avversario, aveva immaginato che il suo mobile suit sarebbe potuto cadere. Si era quindi messa in una posizione tale che la caduta avrebbe potuto procurarle qualche vantaggio.

Il mobile suit di Zeon fece qualche passo indietro.

Dolores cercò di mettersi in contatto radio con il pilota: "Arrenditi!", gli intimò senza sapere se lui la stesse ascoltando, "Non sto morendo dalla voglia di ucciderti – non si rese conto del bizzarro gioco di parole – se ti arrendi, mi limiterò a farti prigioniero".

Ebbe l’impressione che il nemico esitasse, prima di voltarsi e balzare in aria con un gran sbuffo di razzi di spinta. Merda! Non poteva lasciarlo scappare proprio ora che conosceva la posizione della squadra. Vide il mobile suit zeoniano alzarsi di diversi metri al di sopra degli alberi. Ancora di più. Ancora di più. Ecco, ora stava cominciando la parabola discendente.

L’energia del GM era al limite: il beam rifle non poteva sparare che due o tre colpi.

Dolores calcolò il momento dell’atterraggio e premette il grilletto. Il raggio trapassò il mobile suit da parte a parte. L’esplosione spazzò via gli alberi nel raggio di parecchi metri; quelli che furono raggiunti solo da una parte dell’onda d’urto furono piegati sgraziatamente.

***

Forse non c’era un senso. Il mondo cambiava, anche nel giro di pochi giorni. In quel periodo di guerra, inevitabilmente, non solo i combattenti aumentavano vertiginosamente: anche i pacifisti prosperavano, in entrambi gli schieramenti. La riflessione più scontata che si potesse fare era che, quando mancava la pace, ci si rendeva improvvisamente conto del suo valore. Ma forse non era tutto qui. Forse, semplicemente, gli esseri umani erano animali come tutti gli altri e non si comportavano in maniera differente. Combattevano per sopravvivere e per equilibrio mentale: questi motivi li spingevano a uccidere. L’uomo prosciugava le risorse della Terra come un parassita: e gli altri esseri viventi non facevano forse altrettanto? Forse l’unica differenza tra un uomo e un’altra creatura era la portata della distruzione che poteva padroneggiare. Ideologie di evoluzione e libertà spingevano le parti in guerra, ma era davvero così? Non erano forse solo i soldi a muovere gli eserciti?

La neve cadeva placidamente sul campo federale; le tende e i capannoni venivano coperti di un sottile manto bianco.

Avvolta nella sua pesante giacca foderata, Dolores guardò il proprio fiato materializzarsi nell’aria in una serie di calde nuvolette che salivano verso l’alto.

Era tornata in Ucraina.

Ci era vissuta per troppo poco tempo per riconoscere quel paese come la propria "casa". Quando aveva lasciato quella terra, era stata talmente piccola da ricordarsene a malapena. Eppure, esserci ancora le causava una strana nostalgia. Un istinto atavico? Lo stesso che portava i salmoni a deporre le uova nel posto in cui erano nati?

Alle sue spalle, sulla strada che attraversava il campo, tre mobile suit si muovevano, camminando lentamente. Ogni loro passo faceva vibrare il terreno. Ma come diavolo facevano a muoversi con una distribuzione del peso tanto insensata? Dolores ricordò di avere visto, qualche anno prima, un documentario sui dinosauri: lì aveva sentito che un diplodoco doveva sempre tenere a terra almeno tre zampe contemporaneamente per distribuire efficacemente il proprio peso. E allora, come facevano quegli affari, che erano anche più pesanti, a muoversi su due gambe, e persino a correre? Miracoli del balancer?

Il primo mobile suit della fila, un modello che Dolores non aveva mai visto, si fermò. Somigliava molto al GM che aveva pilotato fino a qualche giorno fa, ma la testa e il petto erano diversi. La prima aveva due occhi e una bizzarra antenna a V sulla fronte; il secondo era asimmetrico e blu, con un qualche tipo di arma da fuoco nella parte sinistra.

L’abitacolo si aprì e ne uscì un uomo che indossava l’uniforme dei meccanici federali. "Stiamo consegnando questi mobile suit alla terza squadra d’assalto!", gridò, "Sa dirmi dove posso trovare il sergente Martin?". "Sono io", replicò Dolores, "Gli alloggi della terza squadra sono il secondo blocco sulla destra". "Grazie", rispose l’uomo, facendo per rientrare nell’abitacolo. Poi, quasi ripensandoci, si sporse di nuovo all’infuori: "Ha visto?", chiese dando una pacca sul mobile suit, "Questa è la sua nuova unità". "E l’altra?", domandò Dolores. "Non mi sembrava in condizioni così critiche. Aveva solo perso un braccio, si può sostituire, no?".

"Dice il GM? No, per quel modello non sono stati prodotti pezzi di ricambio. Dovremo arrangiarci in qualche modo, ma adesso lei può pilotare questo".

"Sì? Ed è migliore?".

"Già. È un RX-79[G], viene direttamente da Jaburo. Vedrà che differenza!".

"Che differenza?".

"Reattore più potente, fondamentalmente, poi… doppio visore, razzi di spinta migliori, tempi di reazione ottimizzati e armi incorporate nel petto. Per il resto, è come il l’RGM-79[G] che pilotava prima. Ma non è poco, eh… Questo qui è un Gundam!".

"Grazie, consegni pure". Dolores fece un cenno con la mano e le tre macchine antropomorfe ripresero la marcia.

Gli altri due mobile suit erano dei GM come quello che lei stessa aveva pilotato fino a poco prima. Sospirò. Era stanca della guerra. Non ne poteva veramente più. Era stata l’unica sopravvissuta della sua squadra ad arrivare al quartier generale federale in Ucraina; tutti gli altri erano morti sul campo, uno per uno. Gli zeoniani avevano fatto di tutto per rendere difficile quel viaggio e adesso erano anche in possesso delle carcasse di un GM e di un Guntank. Avrebbero potuto imparare qualcosa da quel materiale? Possibile. Ma Dolores sperava che non facessero in tempo.

Nonostante la guerra durasse da circa nove mesi, l’escalation tecnologica sembrava non avere mai fine. Zeon aveva vinto la battaglia di Loum grazie ai suoi rivoluzionari mobile suit, ma i suoi comandanti erano stati troppo frettolosi nell’invasione della Terra, e adesso il caos che stava accompagnando la morte di Garma Zabi stava dando alla Federazione la possibilità di un contrattacco in grande stile.

Era inevitabile che la Federazione copiasse l’idea del mobile suit, come era inevitabile che Zeon ne sviluppasse di nuovi. Ma a Dolores non importavano queste cose. Sarebbe voluta tornare alla sua vita. E, per certi versi, questo la divertiva. Aveva sempre avuto l’impressione che la sua vita fosse stata decisa da altri. Anche se, in realtà, nessuno le aveva mai imposto niente. I suoi genitori erano sempre stati comprensivi e avevano sempre supportato le sue scelte. A volte anche troppo.

Quando ci pensava, ricordava di quella volta che aveva voluto metterli alla prova: era entrata in casa con una sigaretta in bocca, sapendo che sia suo padre che sua madre erano non fumatori. Nessuno di loro aveva cercato di dissuaderla dal fumare. Se Dolores non avesse conosciuto i suoi genitori, avrebbe potuto pensare che quella fosse stata psicologia inversa. Che aveva funzionato, tra l’altro, perché poi non aveva più toccato una sigaretta. Ma la verità, molto semplicemente, era che i genitori di Dolores erano gente che giustificava con la parola ‘libertino’ il proprio essere irresponsabili. O almeno, questo era quello che pensava lei.

Per una persona che aveva passato l’infanzia a viaggiare, conseguire la licenza di volo per aerei da turismo era stato quasi automatico. Forse era per questo motivo che non la sentiva una scelta propria, nonostante nessuno gliela avesse imposta. Eppure, era stato proprio per questo che, il febbraio precedente, quando era stata costretta ad arruolarsi (insieme a un sacco di altri civili: le battaglie avevano decimato drasticamente gli effettivi dell’Esercito Federale), la avevano assegnata a un reparto speciale, dove già al tempo erano stati in fase di progettazione i primi modelli di mobile suit terrestri. Il che l’aveva costretta a trasferirsi ancora. A Jaburo, stavolta. Un’esperienza nuova per lei, che non aveva mai lasciato l’Europa prima. Dolores si era chiesta se l’Esercito fosse stato così disperato da dover ricorrere a gente che poco prima era stata civile per un progetto top secret. Era così. All’epoca, lei non aveva ancora pienamente realizzato quanto devastanti fossero state le prime fasi della guerra, quante persone fossero morte, quanto follemente stessero competendo i vertici militari di entrambe le parti.

La prima volta che le avevano mostrato un mobile suit antropomorfo, un modello sottratto a un contingente di Zeon, si era messa a ridere. Quella macchina umanoide, che gli ingegneri chiamavano semplicemente ‘Zack’, aveva un’aria goffa e pesante. Non si riusciva a credere che fosse la soluzione migliore per combattere in un ambiente ad alta concentrazione di particelle Minovsky. Dopotutto, quello del Guntank sembrava ancora il design più ragionevole. E invece, mese dopo mese, i modelli si erano raffinati. Dolores non aveva seguito tutte le fasi del progetto, si era limitata a collaudare i mobile suit che le avevano affidato: prima il Guntank per la produzione in serie, poi il modello di GM a uso terrestre, che aveva in seguito pilotato in battaglia. Era stata assegnata a un plotone di fanteria nell’Europa centrale, dove era arrivata, insieme ai mobile suit, anche con funzioni di istruttrice.

Quando aveva conosciuto quei soldati, si era sentita un po’ in imbarazzo. Quelli erano stati gente che aveva combattuto a costo della vita per mesi, mentre lei, al riparo delle mura di Jaburo, si era limitata a guidare mezzi sperimentali. Loro si erano guadagnati i gradi sul campo di battaglia, mentre lei era stata promossa a sergente solo perché i vertici federali, in carenza di personale, erano stati costretti a rivedere la scala gerarchica per creare ufficiali qualificati a pilotare i mobile suit.

Ma adesso niente contava più. Lei era viva, tutti gli altri erano morti. Cosa avrebbe dovuto fare? Chiamarsi fuori, probabilmente. Ma era impossibile. Fingersi, almeno con se stessa, profondamente adirata per la morte dei suoi compagni e vendicarsi con gli zeoniani? Sarebbe stato solo un atteggiamento infantile: la figura del soldato vissuto e segnato dalle esperienze tragiche, che combatteva ferocemente per un rancore insanabile, era degna del peggior fumetto di fantascienza. Era la guerra. E Dolores ne era stanca. Tremendamente stanca. Le era stato detto che tirava aria di promozione. Non solo perché dovevano mettere qualcuno con un po’ di esperienza al comando di una squadra, ma anche perché aveva ottenuto notevoli conseguimenti sul campo di battaglia. Così le era stato detto, almeno. Pareva infatti che il nuovo modello di mobile suit zeoniano che aveva abbattuto durante il suo primo scontro dopo avere ricevuto gli ordini di recarsi a Odessa fosse una specie di incubo, qualcosa di molto superiore al classico Zack, che faceva vedere i sorci verdi a buona parte dell’Esercito Federale. MS-07B Gouf, lo chiamavano. Abbattere un Gouf con un GM era considerata un’impresa. Perché, contrariamente all’MS-06J, che era fondamentalmente una versione modificata di un mobile suit progettato per muoversi nello spazio, era stato costruito apposta per il combattimento a terra. Il suo punteggio personale contava ora sette Zack e due Gouf. Era considerata un asso. Ma aveva tanta voglia di darci un taglio lo stesso…

***

"Sa, tenente, stavo pensando…". Dolores si girò verso la persona che aveva parlato. Non era ancora abituata a essere chiamata ‘tenente’. "Cosa?", domandò lei al suo interlocutore, un ragazzino che non doveva avere nemmeno diciassette anni, eppure era lì davanti a lei con indosso l’uniforme dell’Esercito Federale. "Stavo pensando… Perché si usano espressioni del tipo ‘Il nemico attaccò senza alcun avvertimento’? Ogni tanto il nemico telefona per avvertire?". Il ragazzo si portò la mano al lato del volto, estraendo il pollice e il mignolo per mimare la cornetta di un telefono: "’Ehi, vorremmo attaccarvi domani, possiamo?’. ‘No, scusate, domani siamo veramente impegnati, non si potrebbe rimandare a giovedì?’. Qualcosa del genere, no?". Dolores sospirò. Non aveva mai apprezzato gli adolescenti. Nemmeno quando lei stessa era stata adolescente (anzi, lei diceva di non esserlo mai stata: si descriveva come una bambina, che un giorno sarebbe diventata adulta senza passare per l’adolescenza). Aggrottò la fronte e sospirò: "Pensa al tuo mobile suit, piuttosto. L’hai revisionato? Hai preso confidenza con i comandi?". "Certo, tenente!", replicò il ragazzino portando la mano sinistra alla fronte in un saluto militare che evidentemente non aveva ancora imparato a fare, "Questi affari devono costare un sacco di soldi, eh? È per questo che l’Esercito vuole che li teniamo bene, vero?". Dolores sospirò di nuovo: "Già. Se farai anche solo un graffio sul tuo GM, verrà il generale Revil in persona a prenderti a calci in culo". Poi scosse la testa e si rivolse di nuovo al giovane soldato: "È la tua prima battaglia?", domandò lei cercando di darsi un’aria da veterana. "Sì, tenente", rispose lui sorridendo.

"Pensi di farcela?".

"Sì, penso di sì".

***

Il GM del ragazzino fu colpito in pieno abitacolo da un proiettile sparato da chissà dove. Il petto del mobile suit esplose, mentre la carcassa si abbatteva al suolo in fiamme. Attorno al Gundam di Dolores, le esplosioni si abbattevano incessanti. Sogghignò tra sé e sé, pensando che, secondo il vertici militari sarebbe dovuta essere la Federazione ad attaccare. Dolores e i suoi diretti subordinati erano stati aggregati a un plotone di MS incaricato di sfondare una linea difensiva e si stavano trovando inchiodati da una raffica di colpi mai vista.

Apparentemente, dei mobile suit stavano facendo fuoco di copertura con una mitragliatrice da una fortificazione rialzata in cima a una scarpata, mentre uno o due altri approfittavano di questo diversivo per bersagliare il nemico con un bazooka. Con una strategia così elementare, avevano già abbattuto quattro GM.

Dolores aveva scoperto con un certo sconforto di essere la più anziana sul campo: il comandante dell’altra squadra con cui stava avanzando era uno di quegli ufficiali alzati di grado per qualificare qualcuno a pilotare mobile suit. Aveva proposto che uno dei quattro mobile suit rimasti montasse il bazooka gun, mentre gli altri facevano fuoco di copertura. E una volta montata l’arma, aveva risposto Dolores? Chi si sarebbe dovuto attaccare, se non sapevano nemmeno dove fosse esattamente il nemico? Adesso capiva perfettamente come si erano sentiti i suoi commilitoni quando l’avevano incontrata per la prima volta.

Ciò non toglieva che andasse fatto qualcosa: non potevano starsene lì a fare da bersaglio. Sul fondo di una ripida discesa, sopra la quale una spessa muraglia copriva la vista, i mobile suit federali stavano praticamente aspettando di farsi massacrare.

All’improvviso, Dolores considerò che l’idea dell’altro comandante non fosse poi tanto stupida: "Lambda-quattro, mi ricevi?", scandì nella radio, rivolgendosi al suo compagno più vicino. "Signorsì", rispose quello. "Prendi con te il tuo compagno, portatevi davanti al tenente Dust e fate fuoco di copertura con le mitragliatrici", continuò Dolores cercando di sembrare quanto più autoritaria possibile. Poi si mise in contatto con il suo collega: "Dust, ho deciso di dare ascolto alla tua idea: monta il bazooka gun". "Ma sei sicura?", obiettò Dust. "Non mi avevi fatto notare poco fa che sarebbe stato inutile, senza avere dei bersagli?". "Ce l’abbiamo, un bersaglio", replicò lei, mentre un ennesimo colpo di bazooka esplodeva ai piedi di uno dei GM. Il Gundam di Dolores e i due GM dei soldati cominciarono a scatenare una tempesta di proiettili e raggi verso la muraglia. Il fuoco di mitragliatrice che puntualmente preludeva a un colpo di bazooka si fermò per un attimo. "Non smettete di sparare!", ordinò Dolores, mentre il beam rifle del suo RX-79 vomitava lingue di energia purpurea.

Quella manciata di minuti sembrò eterna.

"Tenente Martin, ho quasi finito le munizioni!", esclamò un soldato, la voce che usciva dalla radio che tradiva una preoccupazione quasi folle.

"Dust?", chiese Dolores rivolgendosi al collega. "Ci sono!", rispose quello, mentre il suo GM si sistemava tra le mani il bazooka gun che aveva appena finito di assemblare dopo averlo tolto dall’enorme backpack sulla schiena. "Però continuo a non capire come noi si possa vedere il nemico! Come faccio a trovare il bersaglio?".

"Il bersaglio non è il nemico. Punta sulla colonna al centro della muro della fortificazione e spara al mio segnale".

"Martin, non riuscirò certo ad abbattere il muro con un sol colpo! È inutile che le spari addosso!".

"Lo so! Non voglio che butti giù il muro, mi basta che tu interrompa il ritmo della loro difesa. Lì ci saranno tre o quattro mobile suit che si sono sincronizzati e si stanno evidentemente muovendo da una parte all’altra del muro. Se impediamo a uno di quelli con la mitragliatrice di sparare, gli altri non dovrebbero più poter fare fuoco di copertura in maniera efficiente e potremmo tentare un assalto! Pronto, Dust… Ora!".

Il proiettile del bazooka gun esplose contro la colonna con un fragore assordante, frantumandola. Un mobile suit, che evidentemente si era trovato proprio in quel punto al momento del colpo, scivolò lungo la scarpata. "Un altro nuovo modello?", sibilò Dolores tra sé e sé, "Ma li cagano a getto continuo?".

Era un mobile suit alto ma dall’aspetto tozzo, nero, con gli arti viola. Le gambe si allargavano nella parte inferiore, come a formare una sorta di cappa metallica sopra ciascun piede.

Impugnava un bazooka.

Mentre il mobile suit di Zeon scivolava lungo la scarpata, Dolores capì che era necessario fare un’unica cosa: attaccare finché il nemico non riusciva a controllare la propria caduta.

I razzi di spinta del Gundam vomitarono la loro potenza esplosiva, sollevando il mobile suit bianco, mentre lasciava cadere il beam rifle ed estraeva la beam saber dalla gamba. Il pilota del nuovo modello dovette accorgersi delle intenzioni di Dolores, perché puntò il bazooka contro il nemico che gli stava balzando contro e fece fuoco. Una ritmata e precisa raffica di proiettili esplose dalla mitragliatrice sul petto del Gundam, colpendo l’armatura del mobile suit nero e deviandone la mira: il colpo passò senza danno di fianco alla testa bianca della macchina federale.

Fu allora che Dolores cominciò ad avere una percezione confusa degli eventi. Sapeva di avere vibrato in avanti la beam saber.

Poi, ancora prima che il braccio destro del Gundam avesse completato quel movimento, aveva già alzato il sinistro, sganciando lo scudo che vi era applicato, che era stato scagliato lateralmente.

Colpendo in pieno il mobile suit di Zeon e deviandone lo spostamento fino a farlo cadere malamente a terra.

Che diavolo era successo? Un attimo dopo l’attacco con la beam saber di Dolores, il mobile suit nero aveva emesso dei bizzarri getti d’aria da quelle strutture a cappa sulle gambe e aveva effettuato un rapidissimo spostamento laterale.

Quella strana caratteristica gli permetteva evidentemente di effettuare manovre brusche anche mentre stava cadendo.

Dolores ebbe solo una frazione di secondo per chiedersi come avesse fatto a sapere che il nemico si sarebbe spostato (perché lei era sicura di avere lanciato lo scudo in anticipo, prima che quell’evento si verificasse); poi, completato il salto, si ritrovò anche lei con i piedi ben piantati a terra.

Senza perdere un attimo, si girò verso il nemico e gli corse incontro con la beam saber.

Il mobile suit nero mise mano alla schiena, estraendone una lunga heat saber che ardeva di una luce giallastra. La lama surriscaldata e la lama di energia si scontrarono.

E fu quest’ultima ad avere la meglio. Per quanto resistente, niente poteva resistere a qualcosa che si insinuava tra i legami molecolari: la heat saber, tagliata nettamente in due, cadde al suolo, mentre i mobile suit passavano l’uno al fianco dell’altro.

Fu allora che Dolores fece nuovamente l’impossibile.

Mentre faceva ruotare la mano del Gundam, in modo che le sarebbe bastato una semplice torsione del braccio per rivolgerla all’indietro, vide un altro mobile suit nero e viola balzare da oltre il muro della fortificazione con una mitragliatrice in mano.

Si accorse che lo scudo che aveva lanciato poco prima era lì, davanti a sé.

Fece in modo che il braccio compisse quella torsione e, rivolta la beam saber verso le proprie spalle, eseguì un rapido movimento all’indietro, trafiggendo da parte a parte il primo mobile suit, quello che aveva appena incrociato.

Prima ancora che quello cadesse a terra, il piede dell’RX-79 colpì violentemente la parte bassa dello scudo, facendolo saltare in aria, dove la mano sinistra lo afferrò al volo.

Una frazione di secondo dopo, una raffica di colpi di mitragliatrice, sparata dall’altro mobile suit nero, che nel frattempo era arrivato in fondo alla scarpata con un salto sorprendentemente lungo, centrò in pieno la piastra corazzata.

Il GM di Dust e quello di uno degli altri due soldati si accasciarono al suolo.

Impossibile valutare l’entità dei danni o capire se i piloti fossero ancora vivi.

Per un attimo, Dolores valutò la situazione. Non arrivavano più colpi dalla fortificazione. Possibile che fossero solo due mobile suit a difenderla? Poi, ebbe la sua spiegazione: la macchina antropomorfa nera gettò a terra la mitragliatrice ed estrasse la heat saber, dirigendosi verso il GM ancora in piedi. I getti d’aria che esplodevano dalle sue gambe lo spinsero contro il suo bersaglio a una velocità che aveva dell’irreale: con due rapidissimi fendenti, la testa e il braccio destro del mobile suit bianco e rosso caddero al suolo, subito seguiti dal resto del corpo.

Ecco come facevano a sembrare un’intera squadra nonostante fossero solo in due. Erano assurdamente veloci. Quei getti d’aria donavano loro una manovrabilità fuori dal comune.

Il mobile suit nero si girò verso il Gundam brandendo la heat saber.

Difficilmente avrebbe commesso lo stesso errore del suo compagno.

I getti d’aria scagliarono lo zeoniano sull’RX-79 e Dolores cercò di pensare velocemente. Inutile tentare di colpire direttamente con la beam saber: ormai l’avversario sapeva che quell’arma era superiore alla propria. Come sarebbe stato inutile cercare di battere quel mobile suit in manovrabilità.

Il mobile suit nero accelerò vertiginosamente, alzando la heat saber sopra la testa, mentre il Gundam sollevava lo scudo, cercando di cogliere il colpo con esso.

L’arma si abbatté sulla difesa che era stata disposta.

Dolores sogghignò soddisfatta, mentre alzava la beam saber per trapassare il nemico ora che era lì, immobile davanti a lei.

La lama di energia, però, tagliò solo l’aria.

Merda!

Dolores imprecò contro se stessa: si era fatta fregare come una novellina!

Il mobile suit zeoniano aveva lasciato lì la heat saber e si era spostato in un attimo alle spalle del nemico, dove aveva raccolto il bazooka caduto al compagno poco prima.

L’RX-79 fu sbalzato in aria dai propri razzi di spinta, mentre il proiettile scagliato dal bazooka esplodeva dove, un attimo prima, c’erano stati i suoi piedi.

Il Gundam si girò al volo sparò con la mitragliatrice sul petto.

Niente da fare, il nemico si era già spostato.

Quando Dolores riuscì a capire cosa fosse successo, il mobile suit nero aveva già lasciato cadere il bazooka e aveva ripreso in mano la heat saber. E ora si trovava alle sue spalle.

Dolores vide il beam rifle a terra. Come contro il Gouf, sarebbe potuta essere questa la sua carta vincente. Doveva sparare subito, adesso che il nemico le si stava precipitando addosso per approfittare della sua posizione sfavorevole.

Dolores lasciò cadere lo scudo, afferrò il beam rifle con la mano sinistra, lo alzò e fece fuoco.

Il pilota avversario dovette averlo previsto, perché si spostò di lato, sfruttando nuovamente quella quasi soprannaturale manovrabilità del suo mobile suit.

Senza smettere di avvicinarsi.

Accadde di nuovo: Dolores mosse il Gundam senza rendersene conto.

Con la beam saber ancora nella destra, l’RX-79 estese il braccio per tutta la sua lunghezza e compì una rapida rotazione su se stesso, spostando la lama di energia all’indietro. Quando, in una frazione di secondo, il movimento rotatorio fu sul punto di portarlo alla sua posizione iniziale, trovò il mobile suit nemico sulla sua strada.

Il tronco dell’enorme macchina nera e viola fu tagliato a metà dalla lunga e sibilante lama, rilasciando un filo di fumo, mentre il metallo dell’armatura fondeva e scoppiettava.

Nell’abitacolo, Dolores respirava affannosamente, mentre il sudore le imperlava la fronte. C’era mancato poco. Ma quello che la innervosiva di più era qualcosa d’altro: che diavolo le stava succedendo?

***

"È lento", si lamentò Dolores con il meccanico che stava guardando il suo Gundam Ground Type, "È maledettamente lento. E mi avevano giurato che i tempi di reazione sarebbero stati migliori di quelli di un GM!". "Ma scherza?", replicò il meccanico, un ragazzo che non doveva avere nemmeno vent’anni, "Questo è sensibilmente migliore di un GM, tutti i piloti che l’hanno provato hanno sentito la differenza". Mentre la passerella mobile dell’hangar si spostava verso il basso per riportare i due a terra, Dolores lanciò al giovane un’occhiata fulminante: "E allora, dev’essere difettoso il mio! Perché io non ho visto tutto ‘sto grande incremento di prestazioni nel passaggio da un modello all’altro!".

"Non è difettoso, li abbiamo controllati tutti prima di consegnarli. E poi, si può sapere cosa ci ha fatto? Le giunture sono completamente andate!".

"Ci ho combattuto, bello mio! Io combattevo a Odessa, mentre tu te ne stavi qui!".

"Non è questo il punto! Non sono danni dovuti a colpi subiti, sono danni da usura. Dopo pochi giorni di utilizzo! È praticamente impossibile arrivare a tanto! È come se avesse alzato dei pesi doppi rispetto a quelli che può sollevare normalmente!".

Dolores si fermò un attimo. C’era qualcosa che la faceva pensare: "Pesi doppi, hai detto?".

"Già".

"Quindi, in altre parole, è stato sottoposto a uno sforzo eccessivo…".

"Esatto. È la prima volta che mi capita di vedere una cosa del genere. Questo mobile suit non esiste da tempo sufficiente per avere riportato danni da usura".

Dolores ci pensò un attimo. Da quando aveva combattuto a Odessa, le erano successe molte cose strane. "Si vede che io sono speciale!", sogghignò.

***

Sulla passerella metallica, i due uomini, entrambi vestiti con l’uniforme dell’esercito federale, stavano guardando dritti davanti a sé. Chiunque non si fosse trovato esattamente dove stavano loro, non avrebbe potuto capire esattamente su cosa fossero puntati i loro occhi. Però era qualcosa di enorme. Chiunque avrebbe potuto ipotizzare che si trattasse di un mobile suit. D’altra parte, che altro sarebbe potuto essere un gigante metallico antropomorfo? Era avvolto nell’ombra, come se fosse stato volutamente celato agli occhi. Anche gli uomini che lo stavano guardando erano coperti dall’oscurità. "Sa cosa ha detto il pilota collaudatore?", chiese uno dei due. Nessuna risposta. Giudicò che il silenzio fosse un invito a continuare: "Ha detto che è troppo veloce. I suoi tempi di reazione sono eccessivi. Sostiene che nessun essere umano potrebbe pilotarlo". Finalmente, il secondo uomo si decise a parlare: "Non mi sorprende. Questo mobile suit non è fatto per venire pilotato da un essere umano". Il primo uomo girò lentamente la testa verso il proprio interlocutore: "Sa, è proprio questo che mi preoccupa. Non staremo sprecando soldi? Questo progetto è anche più costoso di quello avviato alla base canadese". Il secondo uomo si accese una sigaretta. Ovviamente, in quell’area era vietato fumare. "Le guerre moderne si vincono cercando di essere un passo avanti al nemico", replicò impassibile. "Zeon ci ha già superati una volta con lo sviluppo dei mobile suit, non possiamo permetterci di restare ancora indietro".

"Ma, signore, l’esistenza di questi fantomatici newtype non è stata nemmeno accertata oltre ogni ragionevole dubbio, non le sembra prematuro sviluppare delle armi così costose apposta per loro? Non dovremmo cominciare con qualcosa di meno sofisticato?".

"Secondo i nostri servizi segreti, anche Zeon si sta muovendo in questa direzione. Mi è già giunta voce di un nuovo modello di MS-06 progettato apposta per i newtype. Noi dobbiamo necessariamente ribattere con qualcosa di meglio. Se la guerra si dovesse protrarre, potrebbero essere i dati ricavati da questa ricerca a fare la differenza".

Il primo uomo sospirò, badando a non farsi sentire. Il progetto del G-4 era già sufficiente, senza contare che erano in fase di produzione altri tre prototipi di mobile suit della stessa serie. O forse quattro? Gli venne il dubbio. "Mi scusi, signore, che modello è questo? Il settimo o l’ottavo?". "Contando quello spedito su Libot, i due gemelli per il test di armi sperimentali e quello per l’assalto terrestre, questo è l’ottavo. Poi c’è la variante in armatura completa, ma quella è un’altra storia".

"E… si chiama?".

"RX-78-7 Gundam Deathlock".

L’uomo con la sigaretta in bocca fece una pausa. Puntò lo sguardo a terra e tirò due profonde boccate. Poi alzò di nuovo gli occhi verso il mobile suit bianco che c’era davanti a lui. "Stiamo andando nella direzione giusta?", mormorò scuotendo il capo. "Mi scusi?" chiese l’altro girandosi verso di lui. "Niente", rispose il fumatore, "stavo parlando fra me e me. Ho sentito che, secondo alcuni scienziati, i newtype sarebbero l’evoluzione della razza umana, una nuova prospettiva verso il futuro. Ma andare verso il futuro significa costruire nuove armi? È tutta qui la prospettiva che i newtype ci offrono?".

"Non è da lei un ragionamento del genere. Siamo soldati, no? Combattere è nostro dovere, non dovremmo porci questi problemi".

"E invece dovremmo porceli a maggior ragione perché combattiamo. Dobbiamo sapere cosa stiamo facendo. Non lo dica mai ai suoi sottoposti, ma un soldato intelligente è un soldato che si chiede il senso di ciò che fa. Che poi a noi non servano soldati intelligenti, è tutto un altro paio di maniche. Solo che… non saprei… vedo l’umanità evolversi, e dove porta questa evoluzione? Alla guerra! Sarà che ormai comincio ad avere i miei anni, sarà che siamo in guerra e potrei morire da un momento all’altro, ma vorrei vedere la mia specie fare qualcosa di intelligente prima di lasciare questa valle di lacrime".

"Ma allora, tutto il suo discorso sull’avanzamento delle armi…".

"Pratica. Quello che io mi auguro è teoria. La pratica è che c’è una guerra in corso e dobbiamo vincerla. Nonostante questo, spero di sopravvivere. Fosse anche solo per sapere se i newtype avranno qualcosa d’altro da fare, a parte ammazzarsi a vicenda".

***

Dolores stava piangendo. Nel vuoto dello spazio, sul sedile del relitto che un tempo era stato il Gundam Deathlock, piangeva. Attorno a lei, il nulla.

O almeno, così le sembrava.

Perché sapeva benissimo che il nulla non esisteva.

Nel casco della sua normal suit, risuonava il suo singhiozzare. Stava consumando aria inutilmente. Non le importava.

Con l’eccezione della gamba destra, tutti gli arti del Gundam Deathlock erano stati distrutti e i loro resti, lamiere contorte e bruciate dai raggi, vagavano senza meta nello spazio. C’erano anche altri resti, altre lamiere, infrante, bruciate, piegate innaturalmente. Erano appartenute al gigantesco mobile suit nero che Dolores era stata intenta a combattere fino a poco fa.

Una macchina enorme, che sparava raggi dalla testa e dalle dita, che sembrava non voler cadere mai, che distaccava le braccia dal corpo e le controllava via cavo, diventando molto più micidiale.

Ma non era stato questo a far piangere Dolores.

Il mobile suit nero era stato guidato da una ragazza. Una giovane ufficiale di Zeon. Dolores l’aveva incontrata per la prima volta sulla Terra: aveva fatto parte della forza di difesa di un insediamento zeoniano sulla costa francese. Lei da sola aveva abbattuto diversi compagni di Dolores.

E poi, era successo l’imprevisto.

Dolores aveva sempre pensato che fosse infantile volersi vendicare sui nemici per la morte in guerra dei propri commilitoni. La guerra era la guerra: si uccideva per non essere uccisi. Non era colpa di nessuno e portare rancore significava solo causare una catena di sofferenza infinita. La vendetta causava un’altra vendetta e così via, in un circolo vizioso che non sarebbe mai terminato. Questo era ciò che Dolores aveva pensato fino ad allora.

Ma qualcosa era cambiato.

Dopo la battaglia di Odessa, Dolores non era stata più lei.

Durante quella missione in Francia, alla prima morte di un suo commilitone, il cambiamento che aveva subito era venuto fuori con una potenza inimmaginabile. Aveva percepito il dolore e l’angoscia degli ultimi momenti del suo compagno. Li aveva sentiti come se fosse stata lei a morire. E poi, per gli altri, era successa la stessa identica cosa. Ancora una volta, era stata l’unica sopravvissuta. Ci aveva fatto l’abitudine: ormai per lei era una cosa normale.

Ma stavolta era stato diverso.

Aveva sperimentato quelle morti una per una.

E, in qualche modo, questo le aveva lacerato la mente.

Uccidere.

Questo era quello a cui pensava.

Questo nuovo modo di percepire la morte le aveva causato un dolore tale da farla impazzire completamente. La aveva assuefatta. In qualche modo, aveva risvegliato in lei una sorta di istinto di autodistruzione al contrario: amava la sensazione della morte e la odiava allo stesso tempo.

La odiava perché era dolorosa.

La amava perché il contrasto fra l’idea di sentire qualcuno morire e il fatto che lei fosse viva la faceva sentire potente.

Non sapeva quanto di sano ci fosse in questa sensazione.

Probabilmente niente.

Probabilmente non sapeva nemmeno lei cosa significasse.

Forse stava solo cercando di riempire un vuoto dentro di sé.

Però voleva uccidere. Nonostante fosse in contraddizione con ciò che aveva sempre pensato, più o meno consciamente, decise di prendere la vendetta come giustificazione di questo suo desiderio. Perché cercare una legittimazione? In guerra, nessuno aveva niente da dire, se la gente si uccideva.

E Dolores lo aveva fatto, senza complimenti. Mentre la base di Zeon veniva evacuata, un singolo pilota era rimasto indietro a coprire la ritirata ai suoi compagni. Il Gundam Deathlock era appena stato affidato a Dolores, dopo che il suo Gundam Ground Type era stato gravemente danneggiato in battaglia. Una delle prime azioni di Dolores sul Deathlock era stata combattere questo zeoniano solitario, che era rimasto indietro su di un mobile suit sperimentale, una bizzarra macchina antropomorfa chiamata Gyan. Ovviamente, Dolores aveva vinto.

Poi, il trasferimento nello spazio.

E l’incontro con il gigantesco mobile suit nero, pilotato dalla ragazza. La ragazza che aveva ucciso i compagni di Dolores. La ragazza di cui Dolores aveva ucciso i compagni.

Vendetta contro vendetta.

Desiderio di uccidere contro desiderio di uccidere.

Probabilmente, nessuna delle due donne sapeva esattamente a cosa stava andando incontro.

L’unica cosa certa è che, improvvisamente, durante il combattimento, le loro anime si erano unite.

Dolores aveva cominciato a sentire la sua nemica nella sua mente e aveva avuto la certezza che anche per l’altra fosse lo stesso. Era stato come vedere se stessa in uno specchio. E ne era rimasta disgustata.

"Perché mi hai inflitto tanto dolore?", le aveva chiesto la ragazza, parlandole nella mente. Dolores aveva pensato che quella fosse esattamente la domanda che lei stessa avrebbe voluto porre.

"Perché li hai uccisi tutti?", aveva rincarato la ragazza.

"Sei stata tu a ucciderli tutti", aveva ripetuto Dolores.

"Questa è una guerra. Non possiamo decidere se uccidere o meno: dobbiamo farlo e basta".

"È una giustificazione di comodo. Se la gente si rifiutasse di combattere, le guerre non esisterebbero".

"Ma è davvero quello che vuoi?".

"Non lo so. Ma cosa pretendi di saperne, tu?".

"Io ti capisco. Non so perché. Forse siamo privilegiate".

Dolores colpì la ragazza con un’ondata di rabbia che quasi stupì lei stessa: "Non voglio essere privilegiata! Voglio solo fare quello che sento di dover fare! Se essere privilegiati significa capire il prossimo, è solo una seccatura!".

"Forse. Ma forse abbiamo una possibilità in più. Forse dovremmo sfruttarla".

"Non abbiamo alcuna possibilità! Quello che siamo non ci rende la vita più facile! Quello che siamo non ci serve a niente, perché non vogliamo esserlo! Quello che siamo non ha altro effetto che farci sentire più sole quando perdiamo qualcosa di importante!".

"Ma noi non siamo sole! Ci sono altri come noi, io li ho visti! Mi hanno detto che un giorno tutta l’umanità sarà così, e allora non ci sarà più bisogno di combattere, perché potremo capirci senza alcuno sforzo!".

"Non mi importa! Io sono viva adesso! Sono stata messa a pilotare questo Gundam perché sono quello che sono! Sono diversa! Sono un fenomeno da baraccone, sono uno strumento da usare! Poter capire cosa provano gli altri non mi serve, se provano solo cose che non vorrei provassero!".

"È per questo che hai ucciso i miei compagni?".

"E tu? Perché hai ucciso i miei compagni?".

Le due donne risposero allo stesso tempo: "Li ho uccisi perché sono quello che sono. Continuo a uccidere perché sono quello che sono. Non posso più fermarmi. Non importa chi è il nemico. Posso capire il mio prossimo, ma è difficile. Non ne vale la pena, tanto non lo incontrerò mai più. Faccio prima a eliminarlo e crogiolarmi in quel dolore che mi entra nel cervello come una droga. Sono sola. Capire chi non vuole avere niente a che fare con me non mi serve".

Poi, era cominciata la battaglia. Dolores non ricordava con precisione. Le erano rimasti impressi solo i raggi scaturiti dalle dita del mobile suit nero, che avevano squarciato lo spazio come delle lame purpuree, strappando dal Gundam Deathlock la heavy full armor.

Ricordava anche un altro raggio: in qualche modo, era riuscita a raggiungere il mega beam cannon della heavy full armor e aveva fatto fuoco. Il cannone doveva essere stato danneggiato, perché era esploso, portandosi via il braccio destro del Gundam e danneggiandone seriamente il torso. Ma il grosso mobile suit nero era stato colpito in piena testa.

Poi, quasi senza che Dolores se ne accorgesse, il raggio era andato giù, giù, giù, scavando nel petto e nell’addome della macchina gigantesca, squarciandone il reattore e facendola esplodere nello spazio come un fuoco d’artificio.

Ma era stato il momento in cui il raggio aveva colpito la testa a segnare Dolores. Era stato allora che aveva sentito il grido della ragazza che era stata intenta a pilotare il mobile suit.

Non con le orecchie, ma con la mente.

Era stata diversa da qualsiasi altra morte.

O forse lo era solo sembrato. In quel preciso istante, Dolores aveva avuto la sensazione che fosse andato perduto qualcosa di inestimabile e insostituibile. I suoi genitori le avevano sempre detto che tutte le vite lo erano, eppure… Dolores se ne rese conto solo in quel momento. Aveva percepito altre morti, ma quella… Uccidere quella specifica persona le aveva trasmesso una sensazione agghiacciante, come se tutto il suo corpo fosse stato percorso da un brivido.

Nel momento in cui aveva sentito il grido della pilota del mobile suit nero, Dolores aveva avuto la netta sensazione di avere cancellato il futuro. Aveva condannato l’umanità? Per avere ucciso una sola persona? E perché, poi? Bastava un superpotere da fumetto per capire il prossimo? Quello che era appena successo non era forse la dimostrazione del contrario? A cosa serviva poter comprendere i pensieri degli altri, se non si aveva la volontà di farlo?

***

"È stato firmato l’armistizio", annunciò il capitano della corazzata, "La guerra è ufficialmente finita". L’equipaggio della nave esplose in un coro di grida di giubilo. Chi indossava il berretto lo lanciò in aria, senza preoccuparsi dell’assenza di gravità. Da un angolo della sala riunioni, Dolores sospirò. Quello che aveva desiderato per tanto tempo, la fine della guerra, era finalmente successo.

Eppure, mentre guardava gli altri ufficiali che esultavano, mentre ripensava agli eventi che l’avevano portata su quella corazzata e a combattere con il Gundam Deathlock, non riusciva a reprimere quel senso di amarezza che la battaglia contro quell’enorme mobile suit le aveva lasciato. Era finita una guerra, ma sicuramente ce ne sarebbero state altre. Quanto tempo sarebbe dovuto passare prima che il futuro dell’umanità potesse cambiare? E, soprattutto, l’umanità voleva cambiare?

***

Lo Spear of Destiny era una nave di classe Ra Cailum, una diretta evoluzione delle corazzate Pegasus della Guerra di Un Anno. Sul ponte principale, mentre gli ufficiali addetti alle varie mansioni si affrettavano a preparare l’assalto, una donna sulla quarantina fissava lo schermo principale. Dolores Martin aveva fatto carriera. L’asso della Guerra di Un Anno, pur con un totale di mobile suit abbattuti che non le aveva permesso di entrare nella top 10, aveva fatto carriera e ora comandava una nave. Aveva ancora i suoi lunghi capelli neri raccolti in una treccia, anche se ormai si striavano di grigio. Guardando il ciuffo che le pendeva davanti agli occhi, pensò che invecchiare dovesse essere terribile per una persona con i capelli neri. Nessun altro poteva notare in maniera altrettanto evidente il cambio di colore.

Dolores, invece, non aveva avuto tempo di guardare i suoi capelli che cambiavano colore. Si era svegliata una mattina e ci aveva trovato del grigio. Così, di punto in bianco. Era stata troppo occupata a combattere per pensare ad altro. Dopo la Guerra di Un Anno, era rimasta nell’Esercito per una questione di sopravvivenza: era l’unico posto che garantiva un lavoro fisso. Con tutta la gente che era morta, le realtà industriali ed economiche si stavano riorganizzando. Trovare lavoro poteva essere facilissimo o difficilissimo, a seconda di dove e quando lo si cercava. Dolores si era fatta due conti: era stanca della guerra, mortalmente stanca. Era stata provata più mentalmente che fisicamente. Dopo la sua ultima battaglia, aveva cominciato a sentire dentro di sé un vuoto incolmabile. Non tanto per tutti i commilitoni che aveva perso, quanto piuttosto per la sensazione che l’evoluzione che la razza umana stava affrontando sarebbe potuta andare sprecata. Combattere nello spazio contro la ragazza che aveva pilotato l’enorme mobile suit nero (più tardi aveva saputo che gli zeoniani lo chiamavano MSN-02 Zeong) la aveva profondamente segnata. Paradossalmente, finita la guerra, il posto più pacifico dove restare era l’Esercito. E così, ci era rimasta.

Forse era stata allora la prima volta che aveva visto un’ombra di disapprovazione sui volti dei suoi genitori.

Nell’UC 0080, in virtù della sua esperienza di pilota di mobile suit acquisita durante la Guerra di Un Anno, le era stato assegnato un posto in una scuola militare, in qualità di istruttrice. Ironicamente, questa scuola si trovava a Belfast, vicino a dove era nato suo padre. Poi, un giorno di novembre dell’UC 0083, aveva ricevuto notizia che una colonia era caduta in Nord America. Un’azione di alcuni nostalgici di Zeon, aveva saputo in seguito. Per un qualche motivo, tutta la faccenda era stata tenuta sotto il più assoluto riserbo finché non era stato inevitabile parlarne, quando il capo di quella fazione ribelle aveva trasmesso una dichiarazione di guerra alla Federazione attraverso tutta la Sfera Terrestre. Ovvio che la notizia non fosse stata divulgata ai civili, ma non sarebbe stato strano se qualche veterano fosse stato messo in pre-allerta, visto che l’esperienza di un pilota di mobile suit sarebbe potuta tornare utile. Nei documenti che avevano riguardato la faccenda, poi, c’erano diversi punti oscuri, come se qualcuno avesse deliberatamente omesso delle informazioni. L’anno seguente, Dolores era diventata madre. Aveva pensato di ritirarsi definitivamente dall’Esercito e trovarsi un lavoro meno turbolento, ma il mondo era nel caos per gli effetti disastrosi avuti dalla caduta della colonia. Paradossalmente, per la seconda volta, restare nell’Esercito, che pure era impegnato nelle operazioni di annientamento dei superstiti della Flotta Delaz, era risultato il modo migliore per guadagnarsi da vivere e garantire protezione al bambino. Tra l’altro, essendo lei in maternità, non aveva nemmeno dovuto combattere in prima persona.

In un modo o nell’altro, gli eventi del novembre 0083 avevano portato alla nascita dei Titans. Benché Dolores fosse stata convinta della necessità che qualcuno tenesse sotto controllo le attività dei numerosi simpatizzanti di Zeon ancora attivi, i metodi di questa polizia militare erano parecchio discutibili, così come le circostanze della loro formazione.

Prima della Guerra di Gryps, pur restando nell’Esercito Federale, aveva abbandonato il suo lavoro di istruttrice: i Titans stavano prendendo possesso, più o meno lecitamente e in maniera più o meno evidente, degli istituti di istruzione militari, per cercarvi proseliti e pubblicizzarvi la propria deviata filosofia. Era tornata a collaudare mobile suit per l’Esercito Federale: più era lontana dai Titans, meglio stava.

Durante le fasi finali della Guerra di Gryps, quando i vertici della Federazione stavano già cominciando a simpatizzare per l’AEUG in seguito alle azioni dei Titans durante il discorso di Casval Rem Deikun al Parlamento di Dakar, era stata mandata alla sede della Anaheim Electronics di Von Braun City. La Anaheim, che stava appoggiando l’AEUG, aveva bisogno di collaudatori esperti per i nuovi modelli di mobile suit che stava progettando. Dolores aveva avuto modo (pur non considerandolo un grande onore) di incontrare Amuro Ray quando gli aveva consegnato il suo MSZ-006-3 Z Gundam. La sua vita doveva essere in qualche modo legata ai Gundam, anche se questa consapevolezza non le fu certo di grande conforto.

Forse era stato a questo punto che aveva cominciato improvvisamente a interessarsi alla progettazione dei mobile suit. Non era mai diventata un vero progettista: si era sempre limitata a cogliere alcuni lati tecnici dell’ingegneria che veniva applicata a queste macchine. Aveva passato la Prima Guerra di Neo Zeon dietro le quinte, seguendo da vicino le prestazioni di prodotti della Anaheim di limitata applicazione, come l’FA-010A FAZZ e i modelli di Z Plus impiegati per sedare la ribellione dei New Desides. Era tornata al servizio attivo solo in occasione della Seconda Guerra di Neo Zeon, quando, pur non essendo più giovanissima, aveva pilotato un Jegan durante la fatidica battaglia finale che aveva quasi visto Axis cadere sulla Terra. Aveva guardato molti suoi compagni, e allo stesso modo molti Geara Doga, cercare di fermare l’asteroide solo per finire in pezzi, astenendosi dall’imitarli per una questione di buon senso. Quegli eventi avevano decretato la fine della guerra, ma diverse sacche di resistenza, che si dichiaravano propugnatrici delle idee di Casval Rem Deikun, continuavano a tormentare la Federazione. Sembrava proprio che i fantasmi di Zeon non volessero morire. Ormai sul punto di compiere quarantatré anni, Dolores si rendeva conto di avere passato la parte migliore della propria vita a pilotare mobile suit e a combattere contro gente in qualche modo correlata con Zeon.

Ora, sullo Spear of Destiny, c’era un nuovo Gundam, un modello che la stessa Dolores aveva aiutato a progettare. Essendo tra i pochi sopravvissuti all’ultima battaglia ufficiale della Seconda Guerra di Neo Zeon, aveva visto in azione l’RX-93 n Gundam, il mobile suit progettato da Amuro Ray in persona, il leggendario newtype che aveva cambiato le sorti della Guerra di Un Anno.

Il mobile suit che ora aspettava di essere lanciato dalla pista della corazzata era une versione perfezionata di quel modello. Il progetto di base era stato mantenuto inalterato, ma era stata cambiata la disposizione dei funnel, era stato potenziato il reattore nucleare e la manovrabilità aveva conosciuto un enorme miglioramento grazie a vettori di spinta aggiuntivi. L’RX-93-n-2 Hi-n Gundam era, a tutti gli effetti, il mobile suit dotato delle prestazioni migliori di sempre. Benché la mera potenza di fuoco dell’MSZ-010 ZZ Gundam fosse ancora ben lontana, l’Hi-n Gundam poteva combinare la velocità e la mobilità dei funnel per abbattere qualsiasi nemico.

"Mettetemi in contatto con l’Hi-n", ordinò Dolores. "Può parlare", replicò un addetto alle comunicazioni pochi secondi dopo. "Come va?", domandò la donna. "Mi sento un po’ nervoso", rispose una voce dall’interno dell’abitacolo. "Fai bene", disse Dolores. "Stai per mettere a rischio la tua vita, non dimenticartene mai". Il pilota dell’Hi-n Gundam impiegò un po’ a rispondere: "Non saprei come dire, capitano… Non è per me stesso che sono nervoso. È solo che non sopporto l’idea di… Voglio dire… Non è la prima volta che vado in battaglia, e… io… io non voglio uccidere delle persone… Non è che sia diventato improvvisamente pacifista, intendiamoci, è solo che…".

"Ti capisco perfettamente. Ti terrorizza l’idea di capire come si sentono".

"Sì, è così, io… Quando uccido qualcuno, mi sento come se fossi lui".

"Lo so. Si ha sempre paura di capire gli altri, forse è proprio per questo che si combatte: uccidere qualcuno è più facile che comprenderlo. Però, tieni bene a mente una cosa: questa tua abilità di capire le altre persone è ciò che può fare la differenza".

"Lo so. Mi è stato detto che l’Hi-n Gundam è stato progettato per quelli come me".

"Non intendevo questo. La tua forza adesso non basta per cambiare le cose. Però devi vivere, perché un giorno, forse, tutti gli esseri umani avranno questa capacità e allora le guerre smetteranno di esistere. Ora è troppo presto, ma verrà il momento in cui riusciremo a imparare dai nostri errori".

"Ne è davvero convinta?".

"In realtà, no. Se tutti gli esseri umani avessero i tuoi stessi poteri, c’è anche la possibilità che abbiano la tua stessa reazione e si chiudano ancora di più al prossimo per paura di capirlo e di esserne feriti. Ma penso anche che quello che conta, per ora, sia avere una possibilità. Adesso che la possibilità è stata creata, qualcuno che saprà usarla a dovere ci sarà. Quello che puoi fare tu ora è imparare qualcosa dalle esperienze che le tue facoltà ti permettono e usarle per vivere meglio che puoi".

Ci fu una lunga pausa, poi il pilota riprese: "Capitano… Quello che le mie esperienze mi hanno insegnato è che sarebbe meglio non uccidere. Gira voce che lei sia come me, ma… è la verità?".

"E se così fosse?".

"Se così fosse, non capisco come lei possa fare parte dell’Esercito. Come può approvare in un qualsiasi modo l’uccisione di un essere umano, se sa cosa prova al momento di morire?".

"Non la approvo. Semplicemente, cerco di sopravvivere e di fare sopravvivere mio figlio. Con tutte le guerre che ho visto negli ultimi anni, ho capito che chi può fare qualcosa è solo chi sta in prima linea. Non esistono il giusto o lo sbagliato al mondo, esiste solo ciò che si deve fare per poter continuare a vivere. Troppe circostanze hanno continuato a riportarmi nell’Esercito nel corso della mia vita, e alla fine sono arrivata alla conclusione che non posso aspettarmi che tutti siano come me o come te. Per proteggere chi mi sta a cuore, voglio muovermi in prima persona".

Dolores non era sicura che quelle parole avessero convinto il suo interlocutore. Non avevano convinto appieno nemmeno lei.

L’Hi-n Gundam partì dalla catapulta di lancio, mentre i funnel sulla sua schiena si dispiegavano come un paio di ali d’angelo. Attorno a esso, la flotta federale, con la schiera di Jegan che seguiva lo Spear of Destiny. Davanti a esso, un’orda di Geara Doga. Al suo centro, un grosso mobile suit rosso, con degli enormi moduli mobili sulla schiena. MSN-04II Nightingale, si chiamava, o almeno così era scritto nei dati dell’Esercito Federale. Una versione modificata dell’MSN-04 Sazabi impiegato da Char Aznable durante la Seconda Guerra di Neo Zeon. Sembrava che i due avversari di sempre si stessero scontrando nuovamente.

Mobile suit diversi, ma simili ai precedenti; piloti diversi, forse troppo simili a tanti altri.

Ma la razza umana non cambiava mai: la battaglia che la attendeva era sempre la stessa.

Quando l’Hi-n Gundam fu faccia a faccia con il Nightingale, i funnel sulle sue ali si sganciarono e presero a volteggiare attorno ai due mobile suit. Dai moduli sulla schiena dell’enorme macchina rossa si proiettarono altri funnel, ancora di più, come se i due piloti avessero voluto in qualche modo comunicare con quelle armi.

Cosa si volevano dire? Impossibile capirlo. Ogni funnel era una condanna a morte.

L’umanità si stava davvero evolvendo?

Forse no: l’evoluzione era la selezione delle mutazioni vantaggiose. I newtype non stavano sopravvivendo: stavano venendo sterminati. La selezione naturale li stava condannando.

Forse era ciò che l’umanità si meritava.

Forse era ciò che l’umanità voleva.

***

Solite cazzate assortite

Va be’, dai… Non avevo voglia di scrivere il solito ‘Note dell’autore’ e non mi è venuto in mente un titolo migliore. Anche questo non è granché, ma amen.

Dunque, ho poco da dire. Innanzitutto, questa storia, una raccolta di situazioni isolate e collegate solo dalla protagonista, dovrebbe essere qualcosa che svilupperò in futuro, anche se non in una fanfiction. In realtà, avrei intenzione di raccontare le avventure di Dolores tra la fine della battaglia di Odessa e il combattimento contro lo Zeong. Tutta la menata della missione in Francia di cui Dolores è l’unica sopravvissuta e durante la quale lei combatte contro un Gyan. Già, un Gyan, non mi guardate male. Secondo diverse fonti, il prototipo pilotato da M’Quve nella serie TV non fu l’unico esemplare costruito. Anzi, a ben vedere… La versione canonica di Gundam è quella dei film, e lì il Gyan non compare affatto, quindi non dovrei nemmeno pormi il problema…

Dicevo, avrei intenzione di raccontare quello che Dolores ha fatto tra Odessa e la battaglia nello spazio, ma non voglio farci una fanfiction. Lo racconterò in un altro modo, del quale non parlerò qui. Non mi sto preoccupando di fare troppi spoiler perché non farà differenza ai fini del racconto vero e proprio: potrei anche dire per filo e per segno quello che ho in mente, non cambierebbe nulla.

Ovviamente, il GM che Dolores pilota all’inizio della storia è un RGM-79[G] GM Ground Type. Non potrebbe essere diversamente, visto che è l’unico modello di GM terrestre operativo nell’ottobre dell’UC 0079 e si poteva anche capire dai fatti che si estrae la beam saber dalla gamba e che usa un beam rifle. Il Guntank di Graham è un RX-75 Guntank Mass Production Type. Non è chiaro quando sia cominciata la produzione in serie del Guntank esattamente. Si sa che il Guntank è stato il primo mobile suit federale prodotto in assoluto, quindi non è così strano che la versione seriale sia stata progettata e assemblata a poca distanza dal prototipo.

Il combattimento di Dolores contro i due Dom (perché sono MS-09 Dom quelli che affronta con il resto della squadra sul fondo della scarpata) è esagerato, lo so. L’ho fatto così apposta, volevo che le abilità latenti della protagonista fossero evidenti. Non c’è niente di realistico: d’altra parte, penso sia ormai risaputo che la storiella secondo cui ci sarebbe del realismo in Gundam è una favola della buona notte. Che poi la Sunrise ci abbia marciato per fare Stardust Memory e The 08th MS Team, è un altro paio di maniche: non ha pensato al realismo Tomino e ci dovevo pensare io?

Parliamo un po’ dello Zeong. Secondo le MSV di Okawara, furono assemblati tre esemplari di Zeong alla fine dello 0079: quello che pilota Char nella serie TV è l’unico incompleto. In pratica, Dolores combatte contro uno degli altri due, che è uno di quelli impropriamente chiamati ‘Perfect Zeong’, essendo completi e avendo le gambe. Dico ‘impropriamente’, perché casomai dovrebbe essere quello di Char a chiamarsi in un altro modo: gli altri due esemplari sono i veri Zeong, così come dovevano essere in origine.

Ah, magari qualcuno si chiederà perché io abbia preferito usare la dicitura ‘Zack’, anziché ‘Zaku’. Non è una questione nostalgica: non era mia intenzione richiamare l’orrendo doppiaggio del 1981 (già, sono abbastanza vecchio da ricordarmene). Me ne sbatto le palle della nostalgia. Semplicemente, ‘Zack’ era il suono originariamente inteso dagli autori (come testimoniato anche da Z Gundam, in cui compare una versione potenziata di quel mobile suit, ufficialmente traslitterata con Hizack). La traslitterazione ‘Zaku’ fu un errore della Bandai, che la usò sulle confezioni dei modellini: da allora, la Sunrise si attenne a questa versione e la ufficializzò. Ora, dico io, se dovessimo ragionare in questo modo, scriveremmo anche ‘Byg Zam’ e ‘Psycho Gundam’… Amen.

La parte in cui Dolores chiede al novellino se ce la farà, questi risponde di sì e poi muore subito è presa di peso da Zombi (il film). Lì succede più o meno la stessa cosa: una squadra speciale della polizia sta per fare irruzione in un covo di criminali e il veterano chiede al nuovo arrivato se pensa di farcela. Questo risponde "Sì, penso di sì", e un secondo dopo si becca un proiettile in mezzo alla fronte.

Parliamo di cose serie. Tutta la menata che si fanno Dolores e la ragazza che pilota lo Zeong (non l’ho scritto, ma si chiama Victoria) sulla comprensione e sulle possibilità al futuro che aprono i newtype è sostanzialmente la mia visione personale sulla componente contenutistica della prima serie di Gundam. I newtype sono la chiave per interpretare tutto Gundam e il famoso episodio 41 (che è diventato il 40 da quando Tomino ha eliminato una puntata) è quello che praticamente spiega ogni cosa. L’incontro fra Dolores e Victoria ricorda per certi versi quello tra Amuro e Lalah, anche se l’esito è diverso (o magari è lo stesso, dipende dai punti di vista). Forse, semplicemente, Amuro è meglio disposto verso Lalah di quanto Dolores lo sia verso Victoria. Alla fin fine, però… Se consideriamo anche quello che succede negli ultimi due episodi, la conclusione che Tomino suggerisce non è poi così diversa dalla mia.

In realtà, avrei voluto scrivere anche un’ulteriore parte di questa fanfiction, in cui una Dolores ormai anziana vede il V Gundam combattere nei cieli della Repubblica Ceca contro un qualche mobile suit di Zanscare e si chiede se il fatto che siano nati i newtype servirà mai a qualcosa, se mai arriverà davvero il fantomatico giorno in cui chi ha questo potere aprirà all’umanità le porte di un futuro migliore. Due considerazioni mi hanno trattenuto dal farlo effettivamente: la prima è che mi è mancata la voglia mentre mi stavo accingendo a battere le lettere, la seconda è che, al tempo degli eventi di V Gundam, Dolores dovrebbe avere la bellezza di 101 anni (non l’ho scritto nella storia, comunque la sua data di nascita è il 16 ottobre UC 0052, quindi compie 27 anni poco prima della battaglia di Odessa)…

Ah, sempre riguardo a Dolores… è un personaggio che mi è venuto così. Contrariamente a quanto si possa pensare, NON è ispirata a Lara Croft (anche se ha praticamente la stessa pettinatura). A me Tomb Raider non piace nemmeno di striscio. Penso di averla inconsciamente rielaborata a partire da Melissa Mao. D’altra parte, Gundam è la serie che Full Metal Panic! cita di più in assoluto, quindi possiamo vedere questa trovata come la quadratura del cerchio. Come avrete capito, di cognome fa Martin. Vediamo un po’ se riesco a dire qualcosa di più su di lei…

Data di nascita: 16 ottobre UC 0052

Luogo di nascita: Kiev, Ucraina

Altezza: 164 cm.

Peso: 54 Kg.

Misure: 87/63/85

Pilota di: RGM-79[G] GM Ground Type, RX-79[G] Gundam Mass Production Ground Type, RX-78-7 Gundam Deathlock, RGM-79R (RGM-179) GM II, MSZ-006" Z Plus Test Type Dolores Martin Custom ("Dolly"), RGM-89 Jegan

Residenza: Amsterdam, Olanda (poi Belfast, Irlanda del Nord)

Le piace: volare, nuotare, giocare a basket (però rosica perché non è alta, e nemmeno molto brava)

Non le piace: la gente che la ignora, chi non accetta la sua versione dei fatti, chi non fa come dice lei

Cibo preferito: salmone e spaghetti al pesto

Famiglia: genitori, entrambi vivi, e un fratello di due anni più giovane, anch’egli soldato durante la Guerra di Un Anno (vivo? Morto? Vi lascerò con questo dubbio); un figlio, Sean Larouche (nato l’11 gennaio UC 0084), avuto da Benjamin Larouche; ha anche nonni, zii, cugini e quant’altro, ma non ho voglia di starmi a inventare anche questo

***

Cronologia di Gundam D

0009

Nasce Zeon Zum Deikun.

0010

Nasce Yuri Tolenov Minovsky.

6-0018

Nasce il milionesimo bambino spacenoid su Side 2.

20-4-0026

Nasce Gerard Kemp sulla Terra.

0027

Viene completato il primo insediamento lunare permanente, Von Braun City.

0039

L’orbita dell’asteroide Giunone viene alterata affinché arrivi nella Sfera Terrestre.

0040

La popolazione umana raggiunge un ammontare totale di 11.000.000.000 persone, delle quali il 40% vive nello spazio.

0043

Metà della popolazione umana vive ora nello spazio.

Si diffonde l’ereismo, la filosofia secondo cui la Terra è sacra e dovrebbe essere lasciata stare.

0044

Nascono Gihren Zabi e Ramba Ral su Side 3.

0045

L’asteroide Giunone viene spostato nell’orbita lunare per fornire materiali per la costruzione delle colonie e rinominato Luna2.

Viene fondata la Minovsky Physics Society su Side 3.

0046

Zeon Zum Deikun comincia a propagare la filosofia del contolismo, un misto di ereismo e sideismo (la convinzione che i Side dovrebbero essere trattati come nazioni sovrane).

0047

Comincia lo sviluppo del reattore nucleare ultracompatto Minovsky-Ionesco.

0052

Zeon Zum Deikun si trasferisce su Side 3 per realizzare la propria filosofia del contolismo.

16-10-0052

Nasce Dolores Martin a Kiev, Ucraina.

0053

Zeon Zum Deikun viene eletto premier di Side 3.

3-5-0054

Nasce Conner Clark.

0055

Scharnhorst Buch fonda l’agenzia di recupero spaziale Gruppo Finanziario Buch.

Nascono Kycilia Zabi e M’Quve su Side 3.

9-3-0055

Nasce il fratello di Dolores Martin a Kiev, Ucraina. Poco dopo, la famiglia si trasferisce a causa del lavoro del padre.

31-8-0055

Nasce Lloyd Cavenagh su Side 4.

0056

Nasce Shiro Amada.

13-9-0056

Gerard Kemp viene internato in manicomio per la prima volta in seguito ad analisi accurate fatte dietro segnalazione dei suoi colleghi.

18-11-0056

Nasce Lynn Petrie-Smith su Side 3.

3-7-0057

Nasce Patrizia Raimondi su Side 3.

27-9-0057

Data di nascita (fittizia) di "Char Aznable".

0058

Side 3 dichiara la propria indipendenza e viene fondata la Repubblica Coloniale, come Zeon Zum Deikun come proprio presidente. Viene istituita una milizia, la Guardia Repubblicana Coloniale.

6-2-0058

Gerard Kemp viene ritenuto guarito dalla sua patologia mentale e viene dimesso dal manicomio.

1-5-0058

Nasce Christina MacKenzie nel Bunch 35 (Libot) di Side 6.

3-6-0058

Nasce Daniel Wymann su Side 2.

0059

La Federazione Terrestre adotta la politica Bardot e applica sanzioni economiche contro Side 3.

Nascono Garma Zabi e Aina Sahalin su Side 3.

17-11-0059

Nasce Casval Rem Deikun.

0060

L’Esercito della Federazione Terrestre vara il Piano di Rafforzamento degli Armamenti dell’anno 60. Viene istituita la EFSF (Earth Federation Space Force) e Luna2 viene convertita in base militare.

Nascono Bright Noa a Bernard Wiseman.

13-3-0060

Nasce Julius Parker.

16-3-0060

Nasce Colin Raimondi su Side 3.

2-4-0060

Nasce Alice Kemp, figlia di Gerard Kemp.

0061

Nascono Mirai Yashima e Ryu Jose.

0062

La Guardia Repubblicana Coloniale viene promossa a esercito vero e proprio, l’Esercito Scelto di Zeon.

Viene approvato l’Atto di Esclusione Aliena.

Nasce Paptimus Scirocco.

1-4-0062

Su Side 3 viene fondata l’Accademia dell’Esercito Scelto di Zeon.

12-9-0062

Nasce Artesia Som Deikun su Side 3.

27-4-0063

Nasce Suzanne Heinkell su Side 3.

4-11-0063

Nasce Amuro Ray in Giappone.

0064

Parata navale dell’Esercito della Federazione Terrestre, il cui posto d’onore è occupato dalle navi spaziali del Piano di Rafforzamento degli Armamenti dell’anno 60.

0065

La Minovsky Physics Society osserva un effetto d’onda elettromagnetico unico nel reattore a fusione nucleare ultracompatto Minovsky-Ionesco. I risultati delle ricerche che ne seguono vengono tenuti segreti.

Viene resa pubblica la spaccatura politica tra Zeon Zum Deikun e l’influente famiglia Zabi.

9-2-0065

Nasce David Jensen in Germania, sulla Terra.

2-3-0065

Nasce Michael Philbert.

7-12-0065

Nasce Rachel Osborne su Side 4.

13-12-0066

Nasce Ryuu Roots.

0067

La Federazione Terrestre rifiuta una mozione per l’autonomia coloniale.

Vengono annunciati i piani per la costruzione di Side 7.

Terrance Richman e Ullhammer T. Keynes danno dimostrazione del prototipo di robot umanoide Raiant R-7.

10-1-0067

Nasce Haman Karn.

0068

Scharnhorst Buch compra il buon nome dei Ronah, una nobile famiglia europea.

Nasce Alfred Izuruha nel Bunch 35 (Libot) di Side 6.

2-0068

Viene condotto un test sul campo del Raiant R-8.

10-0068

Zeon Zum Deikun muore per cause sconosciute. Gli succede il suo ex-consigliere Degwin Sod Zabi.

Sasro Zabi muore in un attentato; usandolo come pretesto, Gihren Zabi accusa i seguaci di Zeon Zum Deikun e li fa sterminare.

Casval e Artesia Deikun vengono portati sulla Terra da Jinba Ral e sua moglie, che comprano il nome della famiglia Mass e li adottano con i nomi di Edward e Sayla.

15-8-0069

Viene istituito il Principato di Zeon, con Degwin Sodo Zabi come sovrano. L’Esercito Scelto di Zeon diventa un corpo dell’Esercito Regolare di Zeon, una forza molto più vasta.

4-9-0069

Nasce Isolde Tsogatie su una delle colonie di Giove.

10-0069

L’Esercito Regolare di Zeon commissiona il primo incrociatore di classe Papua.

11-11-0069

Nasce Kamille Bidan.

0070

L’Esercito della Federazione Terrestre vara il Piano di Rafforzamento degli Armamenti dell’anno 70.

Nascono Four Murasame e Asuna Elmarit.

3-0070

L’Esercito Regolare di Zeon sperimenta con successo l’effetto di interferenza Minovsky.

5-0070

L’Esercito Regolare di Zeon completa il cannone a mega particelle.

10-0070

Il Piano di Rafforzamento degli Armamenti dell’anno 70 risulta nell’incrociatore di classe Salamis e nella corazzata di classe Magellan.

12-0070

Luna2 viene spostata nell’L3 per cominciare la costruzione di Side 7.

2-12-0070

Gerard Kemp viene internato in manicomio per avere ucciso sua moglie ed essere stato riconosciuto infermo mentalmente.

0071

L’Esercito Regolare di Zeon comincia lo sviluppo di armi da usarsi entro un campo di particelle Minovsky.

Viene completato il reattore a fusione nucleare ultracompatto Minovsky-Ionesco.

Gihren Zabi enuncia la propria teoria della razza sovrana.

0072

Il Principato di Zeon comincia la costruzione della base asteroide di Axis.

Scandalo causato dalla diserzione di Yuri Tolenov Minovsky.

22-7-0072

Nasce Elizabeth Fontaine.

0073

L’Esercito Regolare di Zeon completa il primo esemplare di un nuovo tipo di arma, denominata ‘mobile suit’, l’MS-01. Di lì a poco vengono completati l’MS-02 e l’MS-03 Prototype Zack.

0074

Casval Rem Deikun torna su Side 3 sotto la falsa identità di Char Aznable.

2-0074

L’Esercito Regolare di Zeon effettua il rollout del prototipo MS-04 Prototype Zack. Nello stesso mese, avviene il rollout dell’MS-05A Zack, prodotto dalla Zeonic Company ed equipaggiato con reattore Minovsky-Ionesco. Ne vengono prodotti ventisette esemplari.

10-10-0074

Nasce Judau Ashta nel Bunch 1 (Shangri-La) di Side 1.

0075

L’Esercito della Federazione Terrestre comincia lo sviluppo dell’RX-75 Guntank, ispirandosi anche ai piani di un MS-05A rubati.

Casval Rem Deikun, con la falsa identità di Char Aznable e un’età falsificata di diciott’anni, si iscrive alla scuola per l’addestramento di ufficiali dell’Esercito Regolare di Zeon.

5-0075

L’Esercito Regolare di Zeon effettua il rollout dell’MS-05B Zack.

7-0075

l’Esercito Regolare di Zeon decide di usare l’MS-05B Zack come mobile suit di prima linea, preferendolo all’EMS-04 Zudah.

11-0075

L’Esercito Regolare di Zeon forma il Battaglione Mobile d’Addestramento, ai cui piloti (tra i quali Ramba Ral, Mash, Gaia e Ortega) vengono assegnati i ventisette MS-05A esistenti.

0076

L’Esercito della Federazione Terrestre comincia lo sviluppo del prototipo di VX-76 Ball.

0077

L’Esercito della Federazione Terrestre completa i componenti del prototipo di RX-75 Guntank.

4-0077

Rivoluzione di Riah. Una fazione nazionalista prende il controllo dell’esercito locale di Side 6, incitando una guerra civile contro i lealisti federali. L’Esercito Regolare di Zeon supporta i nazionalisti, schierando una squadra di MS-05B Zack e fermando l’Esercito della Federazione Terrestre. I nazionalisti vincono e Side 6 dichiara l’indipendenza come Repubblica di Riah.

L’Esercito della Federazione Terrestre comincia a sperimentare il sistema Minovsky craft.

8-0077

L’Esercito Regolare di Zeon effettua il rollout del prototipo di MS-06A Zack II. Non sarà prodotto in serie.

9-0077

L’Esercito Regolare di Zeon comincia la produzione di prova dell’MS-06C Zack II.

0078

Nasce Carozzo Viggerson.

1-0078

L’Esercito Regolare di Zeon comincia la produzione in serie dell’MS-06C Zack II, che costituirà il grosso delle sue truppe di mobile suit all’inizio della Guerra di Un Anno.

4-0078

L’Esercito della Federazione Terrestre rafforza le proprie guarnigioni sulle colonie.

7-0078

Daniel Wymann viene ingaggiato dalla Longobarda e si trasferisce sulla Terra, in Italia.

9-0078

A fine mese l’Esercito Regolare di Zeon effettua il rollout dei prototipi di MS-06F Zack II e MS-06J Zack II.

10-0078

Rivolta nel Bunch Kintzem di Side 3, che viene sedata dall’Esercito Regolare di Zeon.

L’Esercito Regolare di Zeon viene suddiviso in Armata d’Attacco Spaziale, al comando di Dozle Zabi, e Armata d’Assalto Mobile, comandata da Kycilia Zabi.

3-11-0078

Gerard Kemp viene dimesso dal manicomio per intercessione di Kycilia Zabi, che lo vuole a lavorare ai sistemi operativi dei suoi mobile suit.

21-12-0078

Gerard Kemp uccide sua figlia Alice per ottenere il nuovo modello di computer senziente e per renderla eternamente felice.

3-1-0079

Comincia la Guerra di Un Anno. Il periodo fra il 3 e il 10 gennaio è noto come Guerra di Una Settimana.

L’Esercito Regolare di Zeon attacca Side 1, 2 e 4 usando indiscriminatamente armi nucleari, chimiche e biologiche, causando la morte di 2.800.000.000 persone.

4-1-0079

L’Esercito Regolare di Zeon dà il via all’Operazione British, dirottando lo spopolato Bunch 8 (Island Iffish) di Side 2 dalla propria orbita.

5-1-0079

Aveno determinato che il punto di caduta previsto della colonia è Jaburo, l’Esercito della Federazione Terrestre raduna tutte le forze in grado di prevenire il disastro.

8-1-0079

La Quarta Flotta Spaziale dell’Esercito della Federazione Terrestre fallisce nel tentativo di deviare la colonia in caduta, subendo in battaglia il 70% delle perdite.

9-1-0079

Nemmeno il lancio di testate nucleari riesce a fermare Island Iffish.

10-1-0079

Island Iffish si spezza in quattro parti sopra il Golfo Persico; la sezione più grande si schianta su Sydney, Australia, distruggendo il 16% del continente e creando un cratere del diametro di 500 Km. L’inverno post impatto che ne segue cambia drasticamente il clima della Terra.

11-1-0079

La Repubblica di Riah si dichiara neutrale, posizione riconosciuta sia dalla Federazione Terrestre che dal Principato di Zeon.

15-1-0079

Battaglia di Loum (Side 5). Lo scontro tra la flotta di Zeon e quella terrestre distrugge praticamente tutto il Side, con l’eccezione della colonia Texas.

16-1-0079

Le Tre Stelle Nere dell’Armata d’Assalto Mobile catturano il generale Revil, comandante delle forze federali. Sconfitta, la flotta federale si ritira.

22-1-0079

L’Esercito della Federazione Terrestre lancia un’operazione per liberare Revil.

28-1-0079

Con la mediazione di Riah, Zeon e la Federazione negoziano una tregua temporanea..

29-1-0079

Agenti federali riescono a liberare Revil.

31-1-0079

Viene firmato il Trattato del Polo Sud, che proibisce l’utilizzo di sistemi di distruzione di massa (armi nucleari, chimiche e batteriologiche, nonché la caduta di colonie) e garantisce la sicurezza delle zone neutrali.

1-2-0079

L’Esercito Regolare di Zeon proclama la formazione dell’Armata d’Assalto Terrestre, al comando di Garma Zabi.

4-2-0079

Dolores Martin viene arruolata forzatamente nell’Esercito della Federazione Terrestre. Viene assegnata al QG di Jaburo.

7-2-0079

L’Esercito Regolare di Zeon comincia l’invasione della Terra. Entro i due mesi seguenti, ne occuperà i due terzi.

13-2-0079

L’Esercito della Federazione Terrestre comincia a pianificare il Progetto V.

1-3-0079

L’Esercito Regolare di Zeon comincia le operazioni di sbarco dall’orbita.

13-3-0079

La Seconda Divisione Mobile Terrestre dell’Esercito Regolare di Zeon cattura la California Base federale, dove stabilisce il proprio QG.

4-0079

Usando risorse e impianti catturati, Zeon comincia la costruzione di nuove forze sulla Terra.

1-4-0079

L’Esercito della Federazione Terrestre vara definitivamente il Progetto V, che prevede la ricerca e lo sviluppo di mobile suit e navi da battaglia. Comincia il programma di addestramento al pilotaggio di mobile suit e Dolores Martin è tra i primi a farne parte.

5-0079

L’Esercito della Federazione Terrestre completa un prototipo di Guncannon.

17-5-0079

L’Esercito Regolare di Zeon ultima la costruzione della fortezza spaziale di Solomon, nei pressi di Side 1.

6-0079

L’Esercito Regolare di Zeon completa la propria linea di difesa essenziale, consistente nelle fortezza spaziali di Solomon (L5), A Baoa Qu (L3) e nella base lunare di Granada.

Nella colonia Baldur Bay del neutrale Side 6 viene fondato l’Istituto Flanagan.

L’Esercito Regolare di Zeon stabilisce il QG della sua Flotta da Battaglia di Sottomarini all’Università Occidentale di Hokkaido.

L’Esercito della Federazione Terrestre effettua il rollout del prototipo RX-76 Ball.

12-6-0079

Battaglia di Canavel: l’Esercito della Federazione Terrestre lancia un contrattacco a sorpresa contro la flotta di Zeon appena al di fuori del territorio di Side 6.

7-0079

L’Esercito della Federazione Terrestre riesce a miniaturizzare le armi a raggio usando la tecnologia E-CAP (Energy CAPacitor).

Viene commissionata la corazzata da trasporto per mobile suit di classe Pegasus SCV-70 White Base.

Rollout dell’RX-78-1 Prototype Gundam. Parte il piano RX-79 e si comincia a lavorare a varie armi di supporto per mobile suit. Poco dopo, avviene il rollout dell’RX-78-2 Gundam.

L’Esercito Regolare di Zeon effettua il rollout dell’MS-07A Gouf e dell’YMS-09 Prototype Dom.

La Flotta da Battaglia di Sottomarini viene avviata con dieci sommergibili di classe Jukon.

8-0079

L’Esercito della Federazione Terrestre comincia il collaudo dell’RX-78-2 Gundam su Side 7.

Il secondo tenente Chirstina MacKenzie, dell’Esercito della Federazione Terrestre, viene assegnata all’unità di prova RX-78NT-1 Gundam G-4 "Alex".

11-8-0079

Comincia la Battaglia di Midway. La Flotta Navale Federale subisce una sconfitta.

9-0079

Il Bunch 38 (Mahal) di Side 3 viene evacuato per essere convertito in Solar Ray System.

Scontro tra la Flotta di Pattuglia dell’Esercito della Federazione Terrestre assegnata a Luna2 e l’Unità di Difesa Spaziale di Granada di Zeon. Grazie soprattutto alle azioni del commando delle Tre Stelle Nere, la Federazione subisce una sconfitta. Il comandante generale di Luna2 Amundsen dà le dimissioni e gli succede il generale Hyatt.

1-9-0079

Viene completato l’SCV-70 White Base.

2-9-0079

Nasce Mineva Lao Zabi su Side 3.

15-9-0079

Lo White Base parte dal quartier generale di Jaburo per recuperare i componenti della serie RX dal Bunch 1 (Green Oasis) di Side 7.

16-9-0079

Il Corpo della Marina Mobile dell’Esercito Regolare di Zeon, comandato dal tenete colonnello Cima Garahau, conduce un raid punitivo contro Luna2.

18-9-0079

Tre MS-06F Zack II dei Reparti Speciali della Prima Divisione dell’Esercito Regolare di Zeon si infiltrano nel Bunch 1 (Green Oasis) di Side 7 pe rordine del maggiore Char Aznable.

Lo White Base attracca su Green Oasis.

Nella prima battaglia tra mobile suit all’interno di una colonia, l’RX-78-2 Gundam, pilotato dal civile Amuro Ray, abbatte da solo due MS-06F Zack II.

La nave di classe Musai Falmel, al comando del maggiore Char Aznable, apre il fuoco su Green Oasis; buona parte dell’equipaggio dello White Base viene ucciso e il colonnello Paolo Cassius è mortalmente ferito.

Lo White Base fugge con i mobile suit della serie RX e più di cento rifugiati civili alla volta di Jaburo.

22-9-0079

Lo White Base attracca a Luna 2.

Dolores Martin, promossa a sergente dell’Esercito della Federazione Terrestre, viene assegnata a uno squadrone in Europa insieme con due RGM-79[G] GM Ground Type e un RX-75 Guntank Mass Production Type. La sua funzione è principalmente quella di istruttrice.

23-9-0079

Il Falmel insegue lo White Base verso la Terra e l’RX-78-2 Gundam effettua il primo rientro nell’atmosfera di un mobile suit.

L’Armata di Occupazione del Nord America, al comando del colonnello Garma Zabi, ingaggia lo White Base nei pressi del Grand Canyon AZ. Durante la battaglia, il dottor Chlust Morses diserta in favore della Federazione Terrestre.

10-0079

L’Esercito della Federazione Terrestre comincia la piena produzione dell’RGM-79 GM ed effettua il rollout dell’RGC-80 GM Cannon e riforma il sistema di promozione, in precedenza basato sull’anzianità, per consentire a più personale di qualificarsi come pilota.

L’Istituto Flanagan completa il prototipo di PSYchic COMMUnicator (PSYCOMMU) System.

Il commando delle Tre Stelle Nere viene equipaggiato con i nuovi MS-09 Dom e assegnato alla Settima Divisione Mobile Terrestre, Primo Battaglione, stanziato a Odessa, Ucraina.

L’Esercito Regolare di Zeon effettua il rollout dell’YMS-14 Gelgoog.

1-10-0079

Le forze di Garma Zabi lanciano il quarto attacco contro lo White Base, che sfugge loro e riceve i rifornimenti portati dal Medea comandato da Matilda Ajan.

3-10-0079

Il sistema EXAM viene avviato sull’RX-79BD GM Blue Destiny.

4-10-0079

Le forze di Garma Zabi ingaggiano lo White Base sopra Seattle, Washinghton. Durante lo scontro, a causa di indicazioni deliberatamente fornite da Char Aznable, il Gaw su cui si trova Garma Zabi viene abbattuto dallo White Base. Garma Zabi perde la vita.

5-10-0079

Matilda Ajan rifornisce nuovamente lo White Base e prende con sé i rifugiati che trasporta.

6-10-0079

Su Side 3 vengono condotti i funerali di stato di Garma Zabi. Gihren Zabi tiene un discorso, al termine del quale viene utilizzato per la prima volta il saluto "Sieg Zeon!".

La squadra comandata dal capitano Ramba Ral dell’Esercito Regolare di Zeon ingaggia lo White Base su di un’isola del Pacifico del Nord.

Durante il viaggio verso la Terra, il secondo tenete dell’Esercito Federale Shiro Amada incontra per caso la pilota collaudatrice di Zeon Aina Sahalin.

Lo squadrone del tenente Ridley ha una schermaglia con alcuni mobile suit di Zeon e riceve l’ordine di spostarsi verso Odessa.

10-10-0079

Un’armata comandata dal generale Revil parte da Southampton, Inghilterra, diretta a Odessa.

15-10-0079

Il generale di divisione Kycilia Zabi dell’Esercito Regolare di Zeon arriva sulla Terra per un’ispezione sul campo.

19-10-0079

La Albatross Base dell’Esercito della Federazione Terrestre, situata nel Deserto del Gobi, viene attaccata dallo squadrone Wolf Gar dell’Esercito Regolare di Zeon. Tra i difensori c’è il capitano Bork Cry sull’RX-78XX Gundam Pixie.

26-10-0079

L’Esercito Regolare di Zeon istituisce un Corpo di Elite, nel quale arruola trenta dei suoi migliori piloti, tra cui il maggiore Johnny Ridden, assegnandoli all’incrociatore di classe Zanzibar Chimera.

30-10-0079

L’Esercito Regolare di Zeon lancia il primo squadrone di sommergibili di classe Mad Angler, al comando del colonnello Char Aznable.

2-11-0079

Viene schierato per la prima volta l’FF-X7-Bst Core Booster.

Il generale Revil ordina allo White Base di procedere verso Odessa senza nascondersi, attirando su di sé gli attacchi di Zeon.

4-11-0079

L’08° Squadrone di MS del Battaglione Kojima dell’Esercito della Federazione Terrestre, comincia a perlustrare l’area in cui si svolgono collaudi di nuove armi di Zeon.

Dolores Martin, unica sopravvissuta dello squadrone del tenente Ridley, raggiunge il campo federale di Odessa. Viene promossa a tenente e nominata comandante di uno squadrone.

5-11-0079

L’unità di Ramba Ral tenta l’ultimo attacco contro lo White Base; il capitano Ral muore nel tentativo.

Dolores Martin riceve il proprio RX-79[G] Gundam Mass Production Ground Type.

7-11-0079

Operazione Odessa: l’Esercito della Federazione Terrestre impiega il 30% delle proprie forze in questa azione.

Primo scontro tra lo White Base e il commando delle Tre Stelle Nere; Matilda Ajan e Mash risultano KIA.

Lo squadrone comandato da Dolores Martin affronta due MS-09 Dom.

L’armata principale federale fa breccia nella linea di difesa nemica.

8-11-0079

Il colonnello M’Quve, comandante delle forze di Zeon a Odessa, fugge nello spazio con l’ultimo HLV.

9-11-0079

L’Esercito Federale riporta la vittoria a Odessa; una trappola di M’Quve, che voleva attaccare con una testata nucleare, viene sventata dall’RX-78-2 Gundam di Amuro Ray.

10-11-0079

Fine dei combattimenti a Odessa.

17-11-0079

Dolores Martin viene assegnata al comando del 12° Squadrone MS del Battaglione Erwyn dell’Esercito della Federazione Terrestre.

18-11-0079

Char Aznable, comandante di un sommergibile di classe Mad Angler, avvista lo White Base attraccato alla base federale di Belfast, Irlanda del Nord.

21-11-0079

Lo squadrone del Mad Angler di Char Aznable lancia un attacco contro la base federale di Belfast usando dei mobile suit anfibi. A mezzanotte lo White Base parte per Jaburo.

Il Battaglione Erwyn dell’Esercito della Federazione Terrestre viene ufficialmente assegnato alla 6a Flotta Terrestre Combinata, che viene radunata nei pressi della base federale di Belfast.

23-11-0079

L’Esercito della Federazione Terrestre comincia la riconquista dell’Australia; lo squadrone White Dingo vara l’operazione Rainbow Valley.

25-11-0079

A partire da questa data, la 6a Flotta Combinata dell’Esercito della Federazione Terrestre viene gradatamente spostata da Balfast in Inghilterra. L’operazione richiederà diversi giorni.

27-11-0079

Lo White Base arriva al QG federale di Jaburo, in Brasile.

30-11-0079

L’Esercito Regolare di Zeon lancia, in anticipo sui tempi, un attacco contro il QG federale di Jaburo. La missione fallisce.

2-12-0079

La Seconda Flotta Combinata dell’Esercito della Federazione Terrestre parte dal QG di Jaburo. Poco dopo partono anche alcune navi esca, tra cui il 13° Squadrone Autonomo, ovvero lo White Base.

5-12-0079

L’Esercito della Federazione Terrestre completa la riconquista del Canale di Suez e lancia un’offensiva in Asia.

7-12-0079

Diversi battaglioni dell’Esercito Federale, tra cui il Battaglione Kojima, assediano una base di Zeon sull’Altipiano del Tibet. Nel corso della battaglia, dopo avere abbattuto il mobile armor Apsalus III, Shiro Amada e Aina Sahalin risultano MIA.

9-12-0079

Il commando Cyclops dell’Esercito Regolare di Zeon attacca la base federale di Augustus Island, da cui sta partendo l’RX-78NT-1 Gundam G-4 "Alex".

15-12-0079

L’11° Squadrone Mobile Autonomo dell’Esercito Federale riconquista la California Base.

Il commando Cyclops di Zeon si infiltra sulla colonia Libot di Side 6.

16-12-0079

Lo White Base attracca al Bunch Baldur Bay di Side 6. Poco dopo, affronta la Flotta Conscon e poi Amuro Ray incontra Lalah Sune e Char Aznable.

Comincia l’Operazione Tristan, l’assalto dell’Esercito della Federazione Terrestre contro gli insediamenti di Zeon sulla costa francese. Dolores Martin partecipa allo sbarco in Normandia da una portaerei di classe Himalaya, insieme con il proprio squadrone.

17-12-0079

Il 12° Squadrone MS del Battaglione Erwyn dell’Esercito Federale, secondo la missione assegnata, si dirige verso una fortificazione zeoniana in cui si pensa vengano sperimentati nuovi prototipi di mobile suit.

18-12-0079

Dolores Martin, comandante del 12° Squadrone del Battaglione Erwyn dell’Esercito Federale, riceve l’RX-78-7 Gundam Deathlock. Lo usa per abbattere una squadra di quattro mobile suit di Zeon.

19-12-0079

Operazione Rubicone: il commando Cyclops lancia un attacco diversivo contro Libot, per poi attaccare la fabbrica federale che lì si trova. Bernard Wiseman è l’unico sopravvissuto.

L’RX-78-7 Gundam Deathlock riceve le parti per la full armor e il 12° Squadrone MS attacca la fortificazione zeoniana il cui assalto era fulcro della missione dell’unità.

20-12-0079

Lo White Base attracca alla colonia Texas.

24-12-0079

Battaglia di Solomon: una flotta federale attacca la fortezza spaziale di Zeon. Viene impiegato il Solar Ray System, l’armata di Zeon viene sconfitta e Dozle Zabi risulta KIA. Solomon viene ribattezzata Konpeitoh.

26-12-0079

Dolores Martin si unisce alla Task Force Orion; il Gundam Deathlock riceve i componenti per la full heavy armor.

29-12-0079

L’Esercito della Federazione Terrestre dà il via all’Operazione Star One, il cui scopo è la conquista di A Baoa Qu.

30-12-0079

Le forze di Kycilia Zabi, nella fattispecie l’MS-14S Gelgoog Commander Type di Char Aznable e l’MAN-08 Elmeth di Lalah Sune, attaccano il 13° Squadrone Autonomo. L’Elmeth viene abbattuto dall’RX-78-2 Gundam e Lalah Sune risulta KIA.

Degwin Sodo Zabi comunica di volere incontrare il generale Revil per dare il via a negoziati di pace. Quando le navi dei due comandanti si avvicinano, Gihren Zabi dà ordine di fare fuoco con il Solar Ray System, distruggendole entrambe.

31-12-0079

Attacco federale contro A Baoa Qu, con lo White Base alla testa. Kycilia Zabi giustizia il fratello Gihren per parricidio e affida al 34° Corpo MS di Char Aznable la linea di difesa. Sia lo White Base che l’RX-78-2 Gundam vengono distrutti in combattimento.

L’armata di Zeon viene sconfitta e, poco prima, il generale di divizione Aiguille Delaz si ritira insieme con i suoi seguaci.

Char Aznable uccide Kycilia Zabi e poi aiuta Zenna Zabi e sue figlia Mineva a scappare verso Axis.

Lo squadrone del colonnello Ernest Fuchs fugge da A Baoa Qu; Colin Raimondi si attarda e, cercando di tornare su Side 3, si imbatte nella Flotta Delaz, che lo raccoglie.

I capi dell’appena stabilita Repubblica di Zeon contattano il Governo Federale, chiedendo di cominciare i negoziati di pace.

La Task Force Orion insegue alcuni soldati di Zeon che si sono impadroniti di alcune testate nucleari. Sull’FHA-78-3 Heavy Full Armor Gundam Deathlock, Dolores Martin affronta l’MSN-02 (MS-16X) Zeong pilotato da Victoria Lurnberg. Il Gundam ha la meglio e recupera le testate, ma gli zeoniani sopravvissuti riescono a fuggire verso Axis.

0080

Nasce Hathaway Noa

1-1-0080

Il generale di divisione di Zeon Aiguille Delaz accoglie con sé i reduci dell’Esercito che si sono rifiutati di andare ad Axis e riorganizza le proprie forze.

Finisce la Guerra di Un Anno: la Federazione Terrestre e la Repubblica di Zeon firmano la pace a Granada.

15-1-0080

Uno squadrone dell’Esercito della Federazione Terrestre ingaggia le forze di Zeon rimaste a Pezun.

18-2-0080

La Federazione Terrestre e la Repubblica di Zeon approvano ufficialmente il Trattato di Granada. Il trattato riconosce l’indipendenza di Side 3 e il suo diritto a un esercito proprio.

3-0080

Raccolte le forze di Zeon ancora nella Sfera Terrestre, Aiguille Delaz si dirige verso il Giardino di Spine, una base nell’L1 mai completata.

Dolores Martin viene promossa a maggiore e assegnata alla base federale di Belfast come istruttrice.

6-0080

Le forze di Zeon sul fronte africano si disarmano.

  
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