Bella era seduta su un divanetto della boutique e stava cercando di dissimulare la noia di quel pomeriggio di
shopping che proprio non era nelle sue corde. Quella ragazza era un vero rompicapo, era talmente fuori dagli
schemi che il tentativo di trovare una logica almeno apparente nei suoi comportamenti era diventato una fatica
quasi fisica. Più mi arrovellavo il cervello per cercare di prevedere le sue mosse o le sue reazioni più mi
trovavo al punto di partenza. Era frustrante non poter frugare nella sua mente e per la prima volta mi sentivo
spiazzato.
Tutto in lei era fuori dal coro: il suo disinteresse per l'apparire, i suoi discorsi mai banali,il modo conciso e
diretto di porsi in relazione con le persone. Per quanto mi riguardava, sfuggiva ad ogni
possibile classificazione che in tutti quegli anni avevo fatto degli umani, e perché no, anche di quelli come me.
Aveva una personalità talmente particolare ed unica che non potevo fare a meno di sentirmi totalmente
attratto da lei. La sua mente, il suo corpo e il suo sangue: il meglio che avrei mai potuto desiderare era sotto i miei occhi.
Ma io non lo potevo avere. Non senza pagare un prezzo troppo alto, non senza perdere qualcosa di
inestimabile, non senza che fosse lei il tributo.
Per il suo bene e per il mio mi ero condannato a starle lontano; in quel modo non avrei spezzato la sua vita ed
avrei reso la mia degna di essere vissuta. Da quando era comparsa non c'erano più giorni tutti uguali e mai lo
scorrere del tempo mi era sembrato così rapido. L'avevo seguita fin lì e per tutto il pomeriggio non avevo
fatto altro che tenermi a distanza ed osservarla da lontano. Era il mio centro di gravità, la mia ossessione
personale, mi bastava essere nella stessa aria che respirava per sentirmi parte del suo mondo. La vidi salutare
le sue amiche ed avviarsi in direzione di un edificio staccato dal resto del centro abitato e mi nascosi
incuriosito per vedere quale fosse la sua destinazione. Si fermò incerta e guardò in alto come per accertarsi di
essere nel posto giusto; entrò in una libreria ed iniziò a far scorrere le mani sui libri allineati negli scaffali,
fermandosi ogni tanto ad osservane qualcuno. Il commesso si diresse verso di lei e a quel punto fui costretto
ad avvicinarmi cercando di sentire cosa si stavano dicendo.
- Ecco, questo è il titolo e questo l'autore; ho cercato in rete e l'unico posto in cui trovare questo volume è risultata la sua libreria.
Lo ha in questo momento? - disse Bella mordicchiandosi le labbra con impazienza.- Uhm...credo di si, ne devo avere una sola copia, sa non è il genere di libri che di solito sbancano il
botteghino - la guardò scettico. - Un attimo, lo vado a prendere -.
Rimase ad aspettarlo assorta, e ogni tanto una smorfia appariva fugace sul suo viso, come a scacciare qualche
pensiero molesto. Affondò le mani nella tasca del suo giaccone mentre si guardava i piedi e vidi un lieve
sorriso illuminarla mentre alzava il viso al soffitto persa in chissà quali pensieri.
Il commesso tornò e, dopo averlo strofinato con la manica del suo vestito, le porse un volume azzurro
dall'aspetto consunto. - Ecco, è esattamente il libro che sta cercando. Non è usato, anche se può sembrarlo;
è solo vecchio perchè è stato in magazzino così tanto tempo da confondersi con la tappezzeria, credo che
fosse già qui quando ho rilevato il negozio - Si grattò la testa e la guardò dubbioso. - Non mi dica che crede a
queste leggende... - continuò;
- Perché dovrebbero essere leggende? Solo perché noi vorremmo credere che lo siano? - rispose lei
pensierosa. Fissava il libro come se non avesse più potuto aspettare, era evidente che moriva dalla voglia di
togliersi di torno ed appartarsi per leggerlo in pace.
- Sembra qualcosa di troppo lugubre per poter interessare una ragazza giovane come lei - disse il commesso
con indulgenza.
- Forse siamo troppo pieni della nostra realtà per accorgerci di ciò che si cela oltre le apparenze, magari
siamo circondati da esseri diversi da noi senza rendercene conto... - sembrava che parlasse a sé stessa.
- Comunque - riscuotendosi dai suoi pensieri - quanto le devo? -
Il commesso glielo disse, lei pagò ed uscì frettolosamente dal negozio. Lui la guardò come se fosse pazza e
scosse la testa con l'espressione di chi sa tutto della vita.
Fuori della porta Bella si fermò e fissò attentamente il volume, stringendoselo al petto come se contenesse una
rivelazione. La luce del lampione illuminò per un breve istante la copertina ed ebbi appena il tempo di leggere
il titolo.
C'era scritto "NON MORTI".