La gente doveva trovare qualcosa da fare mentre aspettava di morire. Era bello avere una scelta. Io l'avevo fatta da un pezzo, la mia scelta. Alzai la bottiglia di vodka e la bevvi liscia. I russi sapevano il fatto loro...Quando il bicchiere tornò sul tavolo, gli occhi si appannarono per un istante. La scelta, la mia scelta, l’avevo fatta da un pezzo e da un pezzo avevo sbagliato. Ormai era diventato il modo di affrontare le cose: riuscire a capire cosa fosse giusto e fare l’esatto contrario. Il mio riflesso spiaccicato sulla bottiglia sembrava essere molto più concreto di tutta la mia persona. Era decisamente una gran giornata, un caldo fuori stagione che a molti non era dispiaciuto. Prima che potessi rendermene conto lei si era accomodata sul tavolino di fronte al mio, i suoi occhi erano fissi al cielo, sembrava avesse visto il quel azzurro un volto familiare. Ordinò una birra chiara, con molto garbo sorrise al cameriere. Arrivata la sua bionda, prese la bottiglia con la mano sinistra, poiché dalla destra usciva un danzatore di fumo che volteggiava vicino il suo volto. Presi una sigaretta dal mio taschino e prima che me ne rendessi conto era già accesa e già mi baciava. Lei si era accorta di avere me come pubblico, mi sorrise e brindo con la birra verso di me...Non potei fare a meno di sorriderle...Ma chi diamine era quest’angelo coi capelli corvini? Un suo sguardo e già sorridevo? Mi calmai pensando che a far scaturire questa reazione fosse stata la vodka, che ripresi a sorseggiare. Ora era lei che mi fissava, sembrava cercasse qualcosa, e guardandomi negli occhi sembro trovarlo. Poi tutto fu naturale e chiaro...Io e lei, anche se nessuno dei due conosceva il nome dell’altro, eravamo già una cosa sola.