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Autore: Nami    29/10/2003    0 recensioni
Shank il rosso giunge con i suoi uomini su un'isola dove incontrerà una misteriosa ragazza molto affascinante e dalle capacità fisiche straordinarie. Da che cosa saranno dovute? E inoltre per quale motivo Shank vuole ritrovarla? Più avanti si scoprirà che tra i due non c'è molta differenza di età e quindi qualcosa potrebbe anche scaturire..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 24: L’esplosivo. Max rimase ghiacciata dallo sguardo di quell’uomo che sogghigava in un tale modo.. i suoi occhi neri e penetranti trasmettevano paura solo nel guardarli. UOMO: Tu chi sei bellezza! Ribattè l’uomo. MAX: Te l’ho chiesto prima io! Rispose seccamente lei. UOMO: Io sono Goldron il magnifico! Lieto di fare la tua conoscenza! Fece un mezzo inchino per poi riprendere a parlare. UOMO: E tu dolcezza? Cosa ci fa una donna bella come te in una cella fredda e umida come questa? MAX: Se non ti dispiace è affar mio! L’uomo scoppiò in una fragorosa risata. UOMO: Ha ha ha ha! Ehi! Che carattere! Adoro questo in una donna! Puoi avvicinarti? Le chiese. A quella domanda Max si sentì pervadere dal terrore. Cosa voleva farle? D’accordo che lei avrebbe potuto menarlo senza contare che era in gabbia.. GOLDRON: Beh? Hai paura di me? Suvvia! Voglio solo vederti da vicino! Max sospirò, tanto in ogni caso entro la fine della giornata sarebbe morta. Si alzò da terra e si avvicinò alle sbarre incrociando le braccia al petto. Goldron si portò una mano sul mento scrutando la giovane donna. UOMO: Mh! Hai dei bellissimi occhi! E anche il resto direi che non è male! Disse squadrando la ragazza da capo a piedi. MAX: Ehi! Vedi di non prenderti tutta questa confidenza se non vuoi ritrovarti con un occhio nero! Come non detto. D’un tratto quello non la intimoriva più. Era uguale agli altri, pervertito e donnaiolo. GOLDRON: Ehi ehi! Una donzella come te non dovrebbe usare la violenza! Non sta bene! Max alzò gli occhi al soffitto. Quello era il classico uomo nioso. MAX: Senti, risparmiami, ti prego! Piuttosto mi diresti per quale motivo stai girovagando per la sede? Non sai che i marine stanno perlustrando ogni singolo angolo? GOLDRON: Già! Mi chiedo.. come mai non strilli per annunciare a tutti che mi trovo qui! Tanto credo proprio che anche se continuassero a cercarmi per tutto il resto del giorno non riuscirebbero a trovarmi! Ora si spiegava tutto. I marine facevano tutto quel casino perché quel Goldron era evaso dalla sua cella.. o almeno così sembrava. MAX: Non ci arrivi da solo? Non ho molta simpatia per coloro che popolano questo lugo! Come puoi vedere sono dietro a delle sbarre! Goldron ghignò con gli occhi sempre puntati sulla ragazza. GOLDRON: Devo ammettere che sei molto combattiva e determinata! Una donnicciola qualunque sarebbe scoppiata a gridare stridulamente! “Aiuto! Qualcuno mi soccorra! C’è un brutto individuo che mi fissa!” Non credi? Max cercò di trattenersi dalle risate dopo l’imitazione ridicola da parte di quel tizio, poi si calmò e ritornò fra i suoi pensieri. GOLDRON: Allora! Non vuoi proprio dirmi come sei finita lì dentro? MAX: No, è affar mio! Non dovresti pensare a nasconderti piuttosto? GOLDRON: Ah! Ormai è inutile che continui a nascondermi! Quello che volevo l’ho ottenuto! Cosa significava? Cosa aveva combinato? MAX: Non capisco! Che intendi dire? GOLDRON: Semplice! Sono evaso per uno scopo preciso! Non proprio per la libertà! Tanto mi sono reso conto che non ho più nulla da fare in giro! Solo volevo.. prendermi la mia rivincita! Avere la mia vendetta insomma! Mi sono divertito a vedere tutti quei bastardi correre qua e là per trovarmi ma ora.. credo che potrei anche smettere! Max non sapeva perché.. ma aveva un brutto presentimento. Lo sguardo di quell’uomo non prometteva nulla di buono. MAX: E.. e cioè? Cosa.. cosa intendi per “vendetta”? Cosa hai fatto esttamente? Goldron sorrise compiaciuto. GOLDRON: Siamo curiose eh? Che sciocca che era stata. Figuriamoci se un perfetto estraneo le andava a parlare dei suoi piani quando lei non aveva avuto intenzione di raccontare come era finita in gabbia. GOLDRON: Beh.. perché non dirtelo? Tanto ormai è una cosa che riguarda tutti quanti! Max divenne più attenta incuriosita da quella frase sentendosi sempre più preoccupata per quello che sarebbe potuto accadare.. GOLDRON: Sai, non amo affatto quest’isola! Anzi! La odio con tutte le mie forze! Gli abitanti hanno aiutato i marine a catturarmi! Sono rimasto rinchiuso qui per un anno intero.. ho avuto tutto il tempo di elaborare un piano! Certo, ormai non ho più nulla da fare in giro, come ti ho appena detto.. ma prima aveva grandi ambizioni, che anche se poi sono svanite, mi rendevano più volenteroso di andare avanti! Ero un fantastico assassino! Mietevo vittime per il mondo e nessuno mi ha mai catturato mentre i parenti dei defunti piagnucolavano sui cadaveri! Max deglutì. Che cosa orribile che sentivano le sue orecchie. Meritava di finire lì dentro. Solo si chiedeva per quale motivo non fosse stato giustiziato dato che lei, che non aveva commesso nessun crimine, stava per essere tolta di mezzo di lì a poche ore. GOLDRON: Finchè non sono giunto qui! Ho cominciato a dedicarmi al saccheggio.. poi.. un uomo si è messo sulla mia strada e.. beh.. puoi immaginare la fine che ha fatto! Allora i cittadini sono venuti a piagnucolare qui dentro supplicando i marine di catturarmi! Così hanno circondato l’isola impedendomi quindi di rifugiarmi da un’altra parte! Ci hanno messo un po’ per trovarmi.. come puoi vedere io sono furbo! Però.. purtroppo mi sono fatto cogliere di sorpresa e … mi sono ritrovato dietro alle sbarre! Hanno deciso di tenermi in vita per farmi patire la fame, per farmi soffrire tappato in un buco dietro con un letto piccolo e duro! L’uomo tirò un calcio violento contro un secchio facendo sussultare Max. GOLDRON: Volevo farla pagare a tutti! Così.. in un anno ho messo in atto un piano.. che avrebbe spazzato via tutti quanti! Così.. ho avvicinato una guardia, gli ho preso le chiavi da bravo ladro che sono e l’ho addormentato per bene! Sono passati ormai tre giorni da quando è successo! Eppure non hanno ancora trovato il poveretto legato e imbavagliato nel ripostiglio! Ha ha ha ha! Si, sono tutti fecce di fogna! Io ormai non ho più nulla per cui vivere.. ma trascinerò tutti con me! Ci fu un attimo di silenzio. Max deglutì nuovamente aspettando il dunque del discorso. GOLDRON: Drante la notte ho piazzato un esplosivo al centro dell’isola! Tra meno di tre ore, alle sette in punto, tutta questa inutile massa di terra verrà spazzata via insieme a tutto ciò che c’è sopra! Max si sentì rabbriddire. Non sono lei e Shank, ma anche tutti coloro che abitavano l’isola erano in pericolo. GOLDRON: Certo, è piccolo.. ma possiede una grossa quantità atomica.. e credimi se ti dico che causerà un autentico disastro! Riprese lui. MAX: No! Non puoi farlo! Tu sei pazzo! Solo un malato di mente potrebbe comportarsi in un modo così idiota! Gridò Max con tutta la sua rabbia. GOLDRON: Ha ha ha ha! Urla, pensala e fai quello che ti pare! Ma è inutile! Sarà la più grande opera di Goldron il magnifico e sarà ricordata nella storia! Max sbattè una mano su una sbarra. MAX: E tu vorresti commettere un crimine così grande solo per finire sui libri di storia un domani? GOLDRON: No! Voglio solo che la gente paghi! MAX: PER COSA! PER AVERE FATTO LA COSA PIU’ GIUSTA? Goldron si avvicinò alla cella cominciando ad accarezzare il viso di Max con un dito. GOLDRON: Vedi bambolina? Tu non puoi capire quello che ho provato io! Mi sono sentito ferito nell’orgoglio e non accetto un affronto simile! Disse mantenendo il suo sorriso tranquillo. Max si scostò. MAX: Ma così salterai per aria anche tu! GOLDRON: Certo! E non mi dispiace affatto! Dovrei vivere per sempre con l’umiliazione che ho affrontato? D’un tratto si sentirono dei passi. Dei marine ritornarono nel corridoio armati di pistoile e spade. MARINE: Ehi! Ti abbiamo trovato brutto delinquente! Goldron fu immobilizzato senza opporre resistenza sorridendo soddisfatto. MAX: Ehi! Mi scusi! La donna chiamò un marine che stava risistemando il secchio ormai mezzo distrutto per il calcio tirato dall’uomo. MARINE: Che vuoi? Si girò verso di lei. MAX: Ascolti! Siamo tutti nei guai! MARINE: Certo che lo siete! Dopotutto dovevate pensarci prima di mettere piede qui dentro! Max scosse la testa. MAX: No! Intevo dire che tutti quanti, noi, voi e gli abitanti dell’isola siamo in pericolo! Goldron ha piazzato un esplosivo atomico nel centro dell’isola che esploderà alle sette in punto! Il marine ascoltò le parole di Max per poi scoppiare a ridere. MARINE: Ha ha ha ha ha ha! Devo ammettere che hai una fervida immaginazione! MAX: No, la prego! Sto dicendo la verità! Me l’ha detto lui! Per questo era così serafico! Mi deve credere! L’uomo si pulì le lacrime dagli occhi allontanandosi dal corridoio. MARINE: Ha ha ha! Si certo! Ha ha ha! La sua risata sguaiata si sentì a lungo finchè non scomparve definitivamente. Max si accasciò sul letto portandosi una mano sugli occhi. MAX: E ora che faccio? Aveva una gran voglia di vedere il suo rosso. Voleva abbracciarlo, stringerlo a sé, baciarlo, almeno per l’ultima volta. Se solo avesse potuto parlare con Chris.. forse lui le avrebbe creduto… ma comunque sarebbe finita male per loro.. a quel punto cosa significava? Certo, anche altre vite innocenti ci sarebbero andate di mezzo.. ma sia che moriva nell’esplosione dopo meno di tre ore o più tardi.. non c’era più niente da fare per lei. MAX: Non è giusto! Disse stringendo la coperta di lana e bagnandola con le sue lacrime. Il suo pianto si fece sempre più grosso ma nessuno poteva udirlo. Su quel piano lei era l’unica in gabbia e nessuno stava di guardia. Ma in ogni caso non si sarebbe fatta scrupolo. Quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe potuto versare delle lacrime. Non avrebbe più potuto vivere con Shank a bordo della sue comfortevole nave, non avrebbe più potuto fare l’amore con lui, non avrebbe più potuto andare insieme a lui al villaggio del piccolo Rufy, non avrebbe mai conosciuto quel bambino così importante per Shank, non avrebbe più vissuto avventure, non avrebbe più visitato il mondo.. certo. Aveva passato tredici anni a fuggire dagli altri, nascondendosi, isolandosi temendo di fare del male a qualcuno.. e spesso aveva pensato che per lei vivere era praticamente inutile. Ma poi, dovette ricredersi dopo aver conosciuto il rossino. Da quando si era innamorata di lui d’improvviso la vita aveva assunto valore per lei. E ora il desiderio che l’aveva pervasa fino a poco tempo prima e che in quel momento si era tramutato in un incubo, si stava per avverare. Stava per essere strappata alla vita per sempre.
  
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