Serie TV > Il mondo di Patty
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Autore: Okimar    27/02/2010    3 recensioni
(dopo la seconda serie) .... -Sei solo un ragazzino, non sai neanche quello che dici!- le solite frasi, quante volte le aveva sentite? E quante volete erano rimaste implicite negli occhi di quello che lui chiamava papà?
[Personaggi: Patty; Matias, Giusy, Laura e Roberto Beltran]
[Coppia: PattyxMatias]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Josefina Beltrán, Matias Beltràn, Patricia Díaz Rivarola
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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::Peccato mortale::

-Sei stanca?- chiese il ragazzo voltandosi verso di lei. La ragazza scosse leggermente la testa, e tra gli sbadigli disse: -No, non sono stanca, sto solo cascando dal sonno..- e si addormentò sul divano. Il ragazzo rimase qualche minuto ad osservarla, poi la prese in braccio e la portò in camera sua, così se sua sorella, o peggio ancora i suoi genitori, fossero entrati, non avrebbero pensato qualcosa di male. La depositò sul suo letto, e la ragazza socchiuse gli occhi, dicendo: -Dai Mati, dove mi hai portato, devo andare a casa!-
-Non penso che tu sia in grado di arrivare a casa.- le rispose.
-Ma non posso restare qui- ribatté lei.
-Non è tardi.- disse guardando l'orologio.
-Lo è per mia mamma.- disse mettendosi seduta.
-Dille semplicemente che resti a dormire da noi.- propose lui. Lei scosse la testa.
-Ma i tuoi non tornano prima delle dieci e Giusy è a casa di Guido.- gli fece notare lei. Lui le sorrise in modo azzardato.
-Tanto meglio.- disse avvicinandosi a lei. Patty gli sorrise.
-Che vuoi fare Matias?- domandò. Lui si piegò su di lei e la baciò normalmente, un bacio sì passionale, ma con niente di particolare. Poi mentre lei aveva ancora gli occhi chiusi si staccò e le leccò le labbra. -Oh.. Oh mio Dio..- disse. -Non vuoi fare.. quello che penso io?- gli domandò un po' preoccupata.
-Non so cosa stai pensando...- e continuò scendendo dalla bocca al collo provocando dei risolini da parte sua.
-Matias.. non pensi che siamo troppo giovani per..?- lasciò in sospeso perchè non aveva il coraggio nemmeno di dirlo. Arrossì solo al pensiero.
-Sei davvero carina quando arrossisci..- le sussurrò.
-Ehi, non hai risposto alla mia domanda..- gli fece notare lei. Lui sbuffò.
-Senti.. io ti amo.. ma sono anche un ragazzo.. e ti desidero.. ma non arriverò certo a spingermi più in là di quello che vuoi tu..!- la rassicurò lui accarezzandola.
-Ok..- disse solamente lei. -Ti lascerò sfogare i tuoi "istinti" maschili, se risponderai a una mia domanda.- sorrise mentre faceva le virgolette.
-Ok, spara..- le disse.
-Tu.. hai mai desiderato in.. quel senso.. un'altra ragazza? E.. l'hai mai ottenuta? Si sincero per favore..- disse molto seria. Lui anche era serio mentre le dava la risposta.
-No. Non ho mai voluto nessun'altra, come voglio te ora. L'unica che ho desiderato, sei sempre stata tu.. anche se ti sembrerà strano.. i miei..- fece anche lui le virgolette, scherzoso. -.."ormoni" trovano tutto il dolce essere da bambina, quell'ingenuità e quello sprizzare vita da tutti i pori, molto, ma molto accattivante.. e poi è da poco che hanno cominciato a darmi questi problemi.. e so controllarmi.. credimi..- le disse sincero. Lei gli sorrise.
-Ogni tanto.. ma ogni ogni ogni.. anche a me capita di pensarci.. ma mi sento ancora piccola per cose del genere.. e non pensavo mai che qualcuno volesse mettersi con me, figuriamoci arrivare a fare..- scosse la testa. -E poi.. tutte le conseguenze che potrebbero venire sarebbero una peggio dell'altra.. non voglio nemmeno pensarci.. e quando appunto invece per sbaglio lascio vagare la mente fino lì, mi sento subito diventare rossa come un pomodoro.. è difficile da spiegare.. provo sia ribrezzo che curiosità.. e forse, ma solo forse, anche voglia di provare nuove esperienze..- lui si sdraiò di fianco a lei, accarezzandole i capelli.
-Ehi.. non ti devi imbarazzare per queste cose.. sono perfettamente normali! E lo so anche io che ci sarebbero molti rischi, ma quando verrà quel giorno, e sottolineo Quando, saremo preparati, o a evitarlo, oppure, magari invece proprio a desiderarlo.. e in quanto all'età adesso hai sedici anni e io quasi diciotto.. e non per sconvolgerti.. ma ci sono ragazze.. che hanno tre anni meno di te e sono più..- si fermò a cercare la parola adatta. -Esperte.- stavolta toccò a lei sorridergli.
-Va bene... quindi sei convinto di essere condannato a passare la tua intera vita con me..- gli disse a metà tra la serietà e lo scherzo. Lui le fece una faccia contrariata. -Scherzavo..- si giustificò lei. -Quale aggettivo preferisci? Destinato? Ti sta bene desti..- lui che non ce la faceva più ad ascoltarla parlare con la sua bellissima voce, per zittirla la baciò così intensamente e improvvisamente da toglierle il fiato.
-Ti sta bene come risposta, questa?- le domandò poi, rimanendo sporto verso di lei. Patty annuì.
-Mmm.. sì.. solo un po' lungo.. dovresti lavorare sui riassunti..- lo criticò. Lui non resisté alla provocazione e alzandole la testa la baciò di nuovo, stavolta per poco tempo meno.
-Meglio?- le domandò quindi mostrandosi molto interessato alla risposta.
-Mah.. ancora non ci siamo..- rispose lei, convinta. Lui testardo la baciò per la terza volta aspettando poi il responso. -Sì.. diciamo.. sufficiente.. discreto..- disse apposta solo per farlo arrabbiare un pochino, mentre se la rideva e godeva un mondo. Matias stanco, capendo che sarebbero andati avanti all'infinito, era deciso a vincere quella specie di sfida, così lasciò che fosse completamente sdraiata sul suo letto, con quella finta espressione indifferente, ne fece una anche lui, da basta mi arrendo, sconfitto, poi però, di colpo si buttò su di lei e un'altra volta le lecco le labbra per aprirle e darle un bacio vero, servizio completo, che poche volte, raramente, lei si era lasciata dare. Con le labbra del suo ragazzo sopra le sue, la ragazza riuscì a dire solamente: -Matias, va bene hai vinto, ma finiamola.- ma a lui apparve come -Ma..as ha.. v..nto, ma.. iam..a- quindi continuò a spingere sempre di più per farsi spazio. Quando capì che la ragazza era intenzionata a mantenere serrata la sua boccuccia così tanto agognata, decise di usare il metodo del "campeggio". Prima le tappò la bocca con la mano, tenendola ancora sdraiata e impedendole di scappare, poi le parlò, dicendole che cosa sarebbe accaduto.
-Non vuoi cedere, eh? Ma avevi detto che mi avresti lasciato, se rispondevo alla tua domanda, e io sono stato ai.. patti.. ma tu no, e nemmeno ti avessi chiesto di fare chissà cosa.. lo sai che adoro farlo, è il mio modo per sfogare tutto quello che potrebbe venirmi voglia di fare.. ah, ma tu me lo vieti.. e io ti punisco.. così.- fece un sorrisetto mentre vedeva gli occhi della sua fidanzata osservarlo restando in attesa. Era tutto quello che poteva fare. -Oh.. una ragazza sta affogando! Non posso permettere che muoia!- recitò la commedia, mentre lei capiva cosa aveva intenzione di fare. -Dovrò praticarle la.. respirazione bocca a bocca..- sogghignò. Poi tolse la mano per spostarla più in su, a tapparle il naso, obbligandola quindi ad aprire o almeno anche solo socchiudere la bocca, per riuscire a respirare. Rimase qualche secondo a guardarla. Era sua. Tutta Solamente Esclusivamente, SUA. Poi posò le labbra tenendo la bocca aperta sulle sue e all'inizio le fece veramente la respirazione bocca a bocca, soffiandole aria in corpo. Poi però cominciò a premere di più le sue labbra su quelle adiacenti di lei. E quindi mandò in esplorazione la sua lingua, che subito incontrò i denti ora privi di apparecchio, ma non si fece demordere e dopo qualche tentativo, finalmente i cancelli cedettero e poté entrare nella villa. E nell'istante in cui trovò la sua simile, quasi addormentata, le lasciò andare il naso, permettendole di respirare normalmente. Le leccò la lingua con la sua per stimolarla. Dopo poco finalmente ottenne quanto sperato, risvegliandosi dal letargo, la lingua della ragazza si lasciò guidare dall'altra, completamente in suo potere. Era per questo motivo, non per altro, che lei non voleva quel genere di baci. Perchè la possedevano. La facevano diventare una specie di zombie nelle mani di chi lo faceva, che per sua fortuna erano quelle fidate di Matias, che non chiedeva che farlo qualche volta, poverino. Quando fu soddisfatto, dopo averle praticamente lucidato tutto il palato, le sfiorò le labbra per l'ultima volta, ancora con la lingua e quindi passò subito alla bocca, strofinandola contro quella della ragazza per vedere se le era rimasto un briciolo di provocazione. Lei rispose subito baciandolo. I baci di lei però erano molto più dolci, e innocenti.
-Oh........- disse solamente lei, senza fiato, mentre si metteva seduta, e lui le sorrideva, beato, un sorriso da bambino, che proprio non capiva da dove potesse uscire.. come faceva a essere così tanto estasiato nello stare insieme a lei? Patty non lo capiva.
-Scusami se ti ha dato fastidio.. ma per me è stato.. bellissimo..- le disse il ragazzo con gli occhi da tutt'altra parte, che verso di lei dove sembravano guardare. -Veramente bellissimo, fantastico..- Matias si avvicinò di nuovo a lei, e prima che potesse dire qualcosa, la baciò ancora e la mise in braccio a lui, continuando a baciarla con molto trasporto, cingendola per i fianchi. Lei dopo aver provato un po' di sorpresa, ricambiò i baci pienamente. Poi lui si staccò lentamente e l'abbracciò. -Ti amo, sei la mia vita.- le disse poi. Lei, forse perché temeva che glielo dicesse solo perchè si era lasciata baciare fino in fondo, disse:
-Sei la mia vita è una frase scontata che usano tutti..- lui ribatté pronto, senza farsi scappare quel sorriso dalla labbra.
-Ma io ho una brillante spiegazione per giustificare quelle parole.- lei allora fece una faccia da "sto aspettando" mettendosi a braccia conserte. -Tu sei la mia vita, perchè se tu morissi o anche solo mi lasciassi, non riuscirei a continuare a vivere, morirei sul colpo, e quindi smetterei di avere una vita.. per questo, tu sei l'aria che mi entra nei polmoni, il mio soffio di vita.- Patty era rimasta colpita da quelle parole.. quasi quasi aveva desiderato che dicesse una stupidaggine, solo per poterlo rimproverare.
-Cavolo.. però così non vale.. ora non ti possa più criticare..- e si passò la lingua tra le labbra. Lui la osservava come ipnotizzato.
-E non è nemmeno valido che tu faccia così.. è una provocazione che difficilmente riesco a ignorare..- lei lo guardò strano.
-Non ti ho provocato..- lui le guardò le labbra bagnate di saliva. -E va bene... forse posso averlo fatto.. ma non di proposito.. era per..- si fermò prima di dirlo. -..per sentire il tuo gusto ancora..- lui la posizionò più comodamente sulle sue gambe.
-Oh, ma vedi allora che anche tu ogni tanto pensi in modo non tanto dolce..- le disse tutto soddisfatto. Lei per tutta risposta mise su un broncio. -Se volevi sentire ancora il mio sapore su di te, non dovevi far altro che chiederlo.. o farlo direttamente.. di sicuro io non ti rifiutavo!- le disse sorridendo in modo leggermente cretino. A lei piacque, nonostante i pronostici che lui poteva essersi fatto nella sua testa. E gli rispose con un sorriso sensuale, sexy, con la chiara intenzione di provocarlo. Missione facilmente superata e a pieni voti. Matias diminuì i centimetri che c'erano trai loro corpi mettendola più vicino a lui, quindi la baciò possedendo le sue labbra per qualche secondo, poi staccandosi appena, ma le labbra di lei erano appiccicate alle sue e lui premette di nuovo la sua bocca su quella della ragazza, che stavolta non si fece pregare e aprì subito il passaggio. Lo voleva, voleva sentire dentro di se il sapore che aveva lui, senza doversi leccare le labbra, ma lasciando fare direttamente a lui. Matias rimase sorpreso di come Patty rispondeva ai suoi baci, ma tenendo gli occhi chiusi la prese per la vita avvicinandola ancora di più, lei però aveva una mano appoggiata sul suo petto che gli impediva di abbracciarla mentre la baciava. Lasciandole andare con una mano la vita, prese quella di lei e tolse l'impedimento, nel frattempo che lei era completamente andata di cervello, sua e basta. Finalmente lui l'abbracciò, ma lei si staccò convinta che intendesse dire "basta". Matias prese per il mento Patty costringendola a guardarlo negli occhi. -Sei così bella.. troppo bella..- le disse a bassa voce. Poi sempre tenendole la testa in su, si chinò a baciarla di nuovo, stavolta anche mentre la stringeva completamente tra le sue braccia, una sul fianco di lei e l'altra che le teneva il viso, anche se non serviva più. Vaniglia. Sentiva che le labbra di lei avevano quel sapore, non troppo dolce, né troppo amaro, perfetto. Si ricordò che avevano mangiato un gelato, quel pomeriggio e che lei l'aveva preso proprio del suo secondo gusto preferito. Amava quel sapore e sperava che gli restasse anche solo un piccolo accenno per tutta l'intera notte, fino al giorno dopo, quando avrebbe potuto riviverlo in diretta. Poi, ancora mentre manteneva il possesso sulla sua bocca, quasi non volesse staccarsene, scese senza mai smettere di sfiorare il suo corpo con le labbra, fino alla spalla, quindi risalì appoggiandoci il suo mento. Patty invece si appoggiò sul suo petto, lì sentì il profumo inconfondibile che dalla prima volta le aveva fatto girare la testa, come una potentissima droga e lei era la drogata, ma a differenza di quella vera, anche se aveva una vera e propria dipendenza, non faceva male né nuoceva alla sua salute. Patty guardò l'ora sul display del suo cellulare.
-Oh cavolo! Ma è tardissimo!- esclamò alzandosi in piedi. Il ragazzo la prese prontamente per un braccio. -Mati, lasciami andare, devo andare a casa!- diceva lei tentando di liberarsi e allo stesso tempo di trovare le sue scarpe per rimettersele.
-No, ti prego, di che ti fermi a dormire in camera di Giusy, non mi lasciare, non mi voglio separare da te per questa notte..- le disse invece lui facendole una faccia da cucciolo che avrebbe fatto invidia persino al gatto con gli stivali di Shrek. Lei scosse la testa tentando di rimettersi la scarpa sinistra, senza l'uso del braccio destro che lui le tratteneva. Riuscì in un modo o nell'altro a mettere entrambe. -Ti prego..- riprovò il ragazzo. Lei lo ignorò e prese il suo cellulare in mano, cercando nella rubrica il numero di sua madre per avvisarla. Matias la prese per il polso tentando di strapparle di mano il telefonino. Riuscì ad afferrarne una parte e tirò per rubarglielo. -No, non chiamare tua mamma per dirle che vai a casa..- le disse nel frattempo. -Ti prego tesoro, amore mio, cucciola, vita mia, non farlo..- provò di tutto e di più.
-Ma Matias, devo andare a casa, non scherzare!- disse lei contrariata, premendo il tasto cornetta verde sul numero di sua madre. Il ragazzo la attirò a se tirandola per entrambi i polsi e la baciò proprio nell'esatto momento che Carmen rispose.
-Pronto? Patty, pronto?- chiese la donna una seconda volta, non ottenendo alcuna risposta. Matias le lasciò andare le braccia e prese la sua testa tra le mani, trattenendola e impedendole di parlare con sua madre. -Patty, ci sei? Piccola mia? Hai sbagliato numero?- La ragazza mise i palmi delle mani sul petto del ragazzo per allontanarlo, ma lui un secondo dopo l'aveva già rifatta sua. Con una mano afferrò il cellulare e chiuse la chiamata. Tanto era inutile. Avrebbe spiegato tutto, o meglio, solo quello che lei voleva sapesse, più tardi a sua madre. Il ragazzo se ne accorse perchè aveva gli occhi socchiusi e prendendole il cellulare dalle mani, riuscì a scrivere, mentre continuava a baciarla, un messaggio che spiegava a Carmen la sua decisione, che di Patty proprio non era.. Patty sentiva che le mancava il respiro e riuscì a separarsi di poco da Matias.
-Mati, che hai fatto!- lui continuò a baciarla impedendole di parlare in modo normale. -Non.. non so cosa..- prendendola per i fianchi la mise sulle sue gambe. -..dire..- poi quando ne ebbe abbastanza si staccò.
-Ora amore puoi benissimo trascorrere la notte qui..- le disse quindi facendo un sorriso fin troppo spinto. Lei doveva ammettere di avere un pizzico di paura, misto a un goccio di desiderio di sapere che cosa veramente voleva lui da lei per costringerla praticamente a dormire con lui..
-Matias.. sì sincero per favore.. tu mi vuoi qui.. solo per.. farlo con me?- disse con non sapeva nemmeno lei quale coraggio. Lui la guardò negli occhi e le accarezzò dolcemente una guancia.
-Vuoi che sia sincero?- lei ebbe paura nel sentire quella domanda, ma annuì. -Amo ogni singola parte di te.. ma non devi temere che me ne approfitterei..- non terminò nemmeno la frase, scosse la testa. -.. è troppo forte quello che sento per te, per rischiare di perderti in un modo così.. sciocco.. io vorrei trascorrere la notte con te.. ma per coccolarti, per stringerti a me tutto il tempo.. perchè non voglio separarmi da te.. non per altro..- Patty lo guardò con le lacrime agli occhi.
-Matias.. sei così dolce.. e io così sciocca ad avere paura nei tuoi confronti..- il ragazzo le lasciò posare la testa sul suo petto e la circondò interamente con un braccio.
-No.. sei solo una ragazza.. ed io un ragazzo.. sono cose normali..- le sussurrò. -Comunque.. mi è piaciuto impedirti di parlare in quel modo.. penso che lo userò molto spesso..- aggiunse poi scherzando, per ottenere da parte sua quel sorriso che gli dava la vita.
-Anche a me.. anche se mi sono sentita schiacciata, debole più che mai, incapace di fare qualsiasi cosa, insomma, è stato come se fossi stato.. il mio padrone..- a lui quel paragone suggerì un'idea non poi diversa da quella che si era fatta lei. In fondo, piaceva a entrambi.. fino ad un certo limite.
-Ma non devi usare questi termini.. i padroni hanno.. schiave.. tu non sei la mia schiava.. la nostra è una relazione alla pari.. o pensi che io ti abbia mai trattata in quel modo? No, perchè altrimenti dovresti farmelo notare...- lei si preoccupò.
-No.. no, Matias, certo che no! Tu mi tratti sempre splendidamente.. anche di più.. sei il miglior ragazzo che esista sulla faccia della terra!- lui le sorrise, ma lei ci lesse che non era pienamente convinto. -Dico davvero.. non solo perchè sono una ragazzina timida e insicura e più piccola di due anni di te.. ma perchè lo penso seriamente..- disse Patty ancora più convinta di prima.
-Lo so che tu non dici mai bugie.. men che meno a me.. è solo che.. mi hai fatto pensare a cose strane, usando proprio quel termine.. se ti da fastidio.. non ti bacerò più in quel modo, finché non mi darai il via libera tu.. e posso anche chiamare tua madre e dirle quasi tutto.. se non vuoi restare accanto a me questa notte..- il viso del ragazzo era una tristezza sola, ma già le sue parole le avevano fatto capire che non gli avrebbe dato il permesso di fare una cosa del genere.
-No, no Matias.. non c'è bisogno che la chiami.. perchè la verità è che.. anche a me piace l'idea di starti accanto tutta una notte.. ma sono timida per queste cose.. lo sai..- arrossì vistosamente -.. e riguardo.. ai baci..- divenne ancora più rossa -.. sentiti libero di farlo come vuoi.. anche se io mi comporto in un certo modo dicendo certe cose.. e solo per... per una paura di crescere, non per paura di te.- lui le sorrise, poi guardò l'ora.
-Adesso amore.. se anche tu hai un po' di sonno, direi che potremmo andare a dormire.. visto che anche domani dobbiamo svegliarci presto.. come oggi..- il ragazzo sbadigliò e lei lo seguì a ruota.
-Sì.. ma ho un problema: con cosa dormo?- gli domandò alzandosi in piedi e facendo fare una piroetta alla gonna della loro divisa scolastica. Lui la guardò, senza farlo apposta il suo cervello disegnò una traccia schizzata delle varie curve e rotondità, o in alcuni casi spigoli della ragazza.
-Puoi andare a prendere uno dei pigiami di Giusy..- le disse il ragazzo. Lei scosse la testa piano.
-No.. il fatto è che lei è molto più formosa di me.. io ci starei un po' larga..- Matias comprese che non stava parlando solo di vestiti, ma anche un'altra volta di se stessa. -Ma tesoro, ho capito cosa nascondi in questa semplice frase, guarda che non sei piatta.. sei solo minuta.. ma sei anche più giovane di Giusy.. e poi.. che vuoi che me ne importi? Tu sei bellissima così.. e per il pigiama.. non so che dirti, fa anche caldo in questo periodo, quindi..- Patty tornò ad avere un colorito rossiccio.
-Ehm.. sì, infatti a casa ormai dormo senza maglia.. solo in.. reggiseno.. e pantaloncini..- si azzardò di dire. Il ragazzo le sorrise normalmente.
-E' comprensibile.. io solo in boxer..- e entrambi si misero a ridacchiare. -Allora che vuoi fare?- le domandò quando smisero tornando a pensare razionalmente, o quasi. La ragazza alzò le spalle.
-Non so.. sopra potrei anche starci.. ma sotto.. ho bisogno proprio di avere almeno dei pantaloncini o..- di colpo ricordò qualcosa. Era ancora in piedi e quindi alzò la sua gonna mentre Matias la guardava stranito. -Ho dimenticato che noi ragazze portiamo apposta questi pantaloncini per.. sicurezza..- gli sorrise. -Mi potrebbero andare bene.- si disse decisa. Lui la prese per le mani facendola sedere sul letto e quando i loro occhi furono vicini le chiese:
-Sicura?- Patty annuì subito. -Allora.. a nanna, che sto morendo di sonno..- la ragazza fece un risolino mentre si toglieva per prima cosa la gonna, rimanendo con quei bei pantaloncini famosi, lui si era voltato, ma non poteva fare a meno di osservarla con la coda dell'occhio, mentre alzava le braccia sfilando via dalla maglia bianca con stemmino della loro divisa scolastica, lasciando la pelle nuda ovunque tranne che la parte coperta appunto dal reggiseno. Era una tentazione unica, un'insieme di emozioni contraddittorie, ma lui doveva resistere alla sua bellezza. La ragazza si voltò verso di lui e lo vide girato dalla parte opposta, si era tolto la maglia e la schiena del ragazzo era liscia sulla sua pelle. Al contrario di Matias, Patty non ce la fece e dovette per forza abbracciarlo da dietro per poco tempo. Quando la stoffa sfregò sulla sua pelle, lui sentì mille brividi pervaderlo interamente. -Wow..- riuscì a commentare lui, privo di fiato. La sua mente era completamente andata. La ragazza si spaventò, si sentì persino colpevole e lui se ne rese conto. -Tranquilla Patty, era un segno di approvazione.. e comunque sei fantastica in qualsiasi modo..- si voltò verso di lei che arrossì. Non l'aveva mai vista così tanto femminile. Lei che era quella ragazzina tutta rosa confetto, non era mai stata tanto attraente. Per lui sì, era una calamita anche prima che stessero insieme, ma sul piano sentimentale. Mentre ora era principalmente sul piano fisico. -Adesso dormiamo, che ne dici?- le domandò poi dolcemente, stendendosi nel suo letto. Alla ragazza sorsero nuovi dubbi.
-Ma.. se i tuoi entrassero e mi trovassero qui.. sopratutto così..- si sfiorò con una mano la pelle nuda. -Che penserebbero di me?- si preoccupò sempre di più.
-Rilassati.. mio padre non ci sarà, perchè deve rimanere lontano per qualche giorno.. e mia madre si sveglia qualche minuto sempre più tardi rispetto a me. Scommetto che se glielo chiedessimo, ti lascerebbe dormire in un sacco a pelo nella mia camera, per quanto la cosa può sembrare.. scandalosa..- fece un sorriso ridicolo. -.. ma in realtà, visto che anche tu sei d'accordo, dormirai accanto a me..- le spiegò assumendo un tono dolce e persuasivo. Patty annuì.
-Hai sempre la soluzione per tutto.. è anche per questo che ti amo..- lui le sorrise e le diede il bacio della buona notte. -Notte amore mio..- le sussurrò. Lei si sdraiò di fianco a lui. -Buona notte..- disse appoggiando la testa sul cuscino, con lo sguardo rivolto verso il centro. Patty si addormentò per prima, mentre lui restò a guardarla riposare. Ogni tanto le dava una carezza delicata o le sistemava una ciocca di capelli ribelle. Restava così dolce e tenera anche mentre dormiva. Ma allo stesso tempo, rimaneva ancora una tentazione fortissima: il ragazzo poteva infatti vedere l'incavo dei seni, appena nascosto dalla coperta, e alcuni capelli le incorniciavano il collo. Matias provò a chiudere gli occhi, ma il sonno l'aveva ormai abbandonato. Aprì appena le palpebre e riprese a guardarla. Era così serena.. Le fece un'altra carezza e le si avvicinò, restando in ascolto del suo respiro regolare. Con quei suoni per le sue orecchie melodiosi, lentamente si addormentò a sua volta.
La mattina si svegliò per primo e la trovò più vicina, lui l'aveva abbracciata durante la notte senza rendersene conto. Non si mosse, non la voleva svegliare, sembrava una principessa in un sonno incantato. "Ah, amore, quanto sono fortunato ad averti.." pensò accarezzandole una spalla. "Chissà come ho fatto a non capire che eri tu la ragazza della mia vita..". Patty emise qualche versetto prima di aprire gli occhi. Non appena lo fece vide il petto nudo del suo ragazzo. Era appoggiata su di lui! Con grande imbarazzo si allontanò, poi incontrando lo sguardo di Matias. -Rilassati.. primo, non è successo niente di che, secondo, mi piaceva averti così vicina..- la rassicurò ancora una volta. Lei gli si riavvicinò e gli sorrise. -E' prestino, comunque.. se vuoi puoi continuare a dormire ancora un po'..- la informò.
-E tu?- domandò la ragazza.
-Io non so se mi addormenterò di nuovo.. ma resterò a coccolare te..- aggiunse poi.
-Ok..- rispose la ragazza non sapendo che altro aggiungere.. lui era troppo dolce.. ma non in modo esagerato. La ragazza si era appena riavvicinata a lui, appoggiando la testa sul suo petto mentre lui giocava con i suoi capelli biondi, avvolgendoli intorno alle dita. Lei non aveva più sonno, ormai aveva solamente una gran voglia di stare ancora tra le sue braccia. Solamente un pochino di più.
-Amore, amore, amore..- sussurrava a bassissima voce ogni tanto lui. Lei aprì gli occhi fissandolo con dolcezza. -Scusami.. non volevo svegliarti..- fece una faccina da dispiaciuto. Lei gli sorrise.
-Tranquillo, non mi hai svegliata..comunque.. è bellissimo stare in silenzio abbracciata a te..- Matias la strinse più forte e l'avvicino ancora, se era possibile. Poi la baciò, venendo ricambiato istantaneamente, sempre con più foga, ma anche con tanto amore. Peccato che proprio in quel momento, mentre lui era in mutande e lei anche in reggiseno, entrò un uomo, che non appena li vide non chiese spiegazioni, ma gli urlò direttamente addosso insulti. -Matias, Patty che state facendo! Svergognati! Ma non avete un po' di rispetto per questa casa? E alla vostra età!- fece per avvicinarsi, Patty che si era alzata di scatto tentò di coprirsi con le lenzuola, mentre il ragazzo di fianco a lei provava ad alzarsi in piedi.
-Papà, guarda che non è come pensi! Non stavamo facendo nulla di male, semplicemente Patty ha dormito con me.. e basta.. prima ci stavamo baciando..- ma l'uomo non gli diede neanche retta.
-Da te.. da te proprio non me lo aspettavo! Sembravi una così brava ragazza.. invece sei solo una..- Matias fece finta di non aver sentito l'aggettivo che suo padre aveva usato per definire Patty, lei che era così dolce, ma sopratutto sensibile. Chiuse gli occhi e serrò i pugni, mettendosi a fianco della ragazza, che era scoppiata a piangere. Lui le mise un braccio intorno alle spalle. -Staccatevi, non ne avete ancora abbastanza?- con un gesto fulmineo separò le loro braccia, facendo male ad entrambi. Al ragazzo non interessava del dolore fisico, solamente voleva che non sfiorasse lei nemmeno con un dito.. altrimenti.. -Vattene a casa, razza di sgualdrina! E non tornare mai più in questa casa, nemmeno per Giusy!- la prese per un braccio, stringendoglielo forte, non proprio volontariamente, ma lei gemette e questo il figlio non lo tollerò. Ma rimase zitto, ancora per poco. La ragazzina non ribatté niente, solo si voltò a guardare l'amato, in una valle di lacrime, occhi rossi, singhiozzi. Roberto la strattonò lontano da Matias, e il lenzuolo cadde. La poverina si coprì come meglio poteva, ovvero con l'altro braccio, l'unico libero che aveva. Non si sa come l'austero uomo riuscì a trovare i vestiti della ragazza e glieli gettò addosso. -Vestiti e poi fuori di qua!- le lasciò il braccio, su cui rimase un bel segno rosso, abbastanza evidente. Patty respirava a fatica, indossò la gonna tutta spiegazzata e la maglia al contrario.
-Mi.. mi lasci almeno salutare Matias..- le uscì una piccola richiesta, da quella boccuccia che non faceva altro che emettere singhiozzi strozzati e sommessi. Il ragazzo fece per avvicinarsi a lei, ma venne subito rimandato indietro.
-Certo che no, e ora sparisci!- le rispose sgarbatamente Roberto, spingendola fuori dalla stanza. Lei per la prima volta oppose resistenza, sapeva di non essere nel torto, di non avere niente di male sulla coscienza, l'unica sua colpa era di amare suo figlio alla follia.. che non era poi nemmeno un peccato. L'uomo stava perdendo seriamente la pazienza, no quella aveva già preso il treno appena era entrato nella stanza, ora stava per perdere qualcos' altro: il senno. -Vuoi che lo dica anche ai tuoi genitori? Quanto sarebbero felici di sapere che hanno una figlia..- anche questa volta Matias avrebbe voluto essere sordo, ma non lo era.
-No, sono passato sopra a tutto.. anche se non dovevo.. ora mi hai stancato: tu non hai nessun diritto di dire queste cose alla mia ragazza!- replicò al posto della giovane, il figlio. Venne guardato dal padre con un astio che in confronto quando aveva scoperto dell'imbroglio calcistico, non aveva neanche minimamente scalfito la sua mente.
-Matias come ti permetti di dirmi queste cose? L'hai voluto tu, non giocherai mai più a calcio, scordati il Barcellona, scordati anche le partite in tv e scordati Buenos Aires! Altro che in America.. meriti di essere mandato.. al polo nord!- ormai le frasi non avevano più alcun senso.. eppure facevano male allo stesso modo. Il ragazzo resisté, avrebbe tanto desiderato poter piangere in quel momento, ma non poteva, per non dargli soddisfazioni, non doveva, per Patty, e non voleva nemmeno, per se stesso. Doveva dimostrare di essere finalmente maturato. Di essere diventato l'uomo che sosteneva di essere. -E smettila di dire "tua", la vostra storia è finita, non vi vedrete mai più, e questo perchè chi troppo vuole nulla stringe!- Matias gli fece un sorriso strano.
-Metti di mezzo anche i proverbi adesso? E sappi che non mi importa dove mi manderai.. perchè io amo Patty.. non mi importa niente del calcio, se sullo stesso piano metti anche lei.. sono abbastanza grande per potermela cavare autonomamente.. certo, Giusy e mamma mi mancheranno..- ci tenne a precisare solo le due donne della loro famiglia, mentre mirava la smorfia che si stava creando sul viso del padre -ma ce la farò. Non ho bisogno di te. E tu non mi puoi obbligare a lasciare andare la ragazza della mia vita!- lei sentendo il discorso del ragazzo aveva provato tante emozioni: paura per quello che avrebbe detto Roberto, il rischio che stava correndo solo per difenderla era troppo alto.. ma anche tanta riconoscenza.. amore.. voglia di abbracciarlo e dirgli grazie fino a stordirlo.
-Sei solo un ragazzino, non sai neanche quello che dici!- le solite frasi, quante volte le aveva sentite? E quante volete erano rimaste implicite negli occhi di quello che lui chiamava papà?
-Sei tu che mi tratti come tale, perchè non vuoi renderti conto che i figli crescono!- lo stesso discorso di sempre, la cosa stava un po' travisando. Patty emise un sospiro di sollievo.. forse si sarebbe risolto tutto in una bolla di sapone.. ma l'uomo si accorse anche di quel piccolo gesto.. e non lasciò correre.
-E tu che ci fai ancora qui? Non hai sentito quello che ho detto? Fuori da casa mia!- Matias non ce la faceva più.. per quanto ancora avrebbe retto? La tentazione di tirargli un pugno era troppo forte.. quante volte avrebbe voluto poterlo fare..
-Non trattarla così! Non potresti nemmeno sfiorarla con una piuma! E invece guarda che braccio rosso che le hai conciato!- il ragazzo veloce e silenzioso come un felino in un attimo le fu di fianco e alzo delicatamente il braccio della giovane, stando attento a non farle male. Roberto deglutì, quando lo accecava la rabbia non si rendeva più conto di quanta forza esercitava sugli altri. Ma non poteva chiedere scusa. Non faceva parte delle cose che sapeva fare. -Potrebbe anche denunciarti.. se volesse..- guardò la ragazzina negli occhi intensamente e le strinse una mano. Silenzio. Il miracolo era avvenuto. Roberto Beltran era stato zittito. Molti suoi compagni di militare avrebbero forse pagato per godersi questa scena.
-Chiudi quella boccaccia!- un grido inumano e poco comprensibile riempì la stanza. Il ragazzo vide il padre farsi sempre più vicino, si mise davanti a parare lei, anche se sapeva quali erano le intenzioni dell'uomo che ora gli sembrava un totale estraneo.
-Papà.. calmati..- ora aveva anche paura.
-NO, ORA MI AVETE STUFATO VOI RAGAZZINI DI MERDA!- non tanto per il tono altissimo di voce, ma più per l'ultima parola finale, Patty rimase stupita a pensare e non si scansò in tempo, prendendo il non regalo di compleanno che spettava a Matias. In un secondo il corpo della giovane si afflosciò come una foglia che appena staccatasi dall'albero dove stava, cadendo sul terreno si accartocciava o veniva.. pestata. Occhi chiusi, labbro gonfio, un segno rosso e incancellabile dal cuore.
-Patty!- il ragazzo non si chinò su di lei. Aveva un'altra missione da compiere, prima. -CHE CAZZO HAI FATTO COME TI SEI PERMESSO!- si scagliò sull'uomo, che ancora immerso nella furia non si rendeva conto dell'esito negativo delle sue azioni. -TI AMMAZZO, BASTARDO!- mai aveva usato parole di quel genere con lui. Ma le meritava ampiamente, sia prima, che dopo. Le mani appena muscolose del giovane si strinsero intorno ad un collo. Una voce.
-Matias, che stai facendo? Matias, basta, fermati.. così lo.. uccidi!- udì l'ultima parola che usciva dalle labbra di sua madre e non mollando la presa, si voltò verso la donna, che lo guardava con un volto straziato.
-Proprio quello che voglio.- disse piattamente, ma sul suo volto comparve un ghigno quasi maligno.
-Fratellino.. lascia andare papà... lo sappiamo che è uno.. stronzo a volte, ma è sempre quello che ha contribuito a farci nascere..- la sorella essendo meno raffinata riuscì a farsi ascoltare. Ma lui avrebbe dato retta ad una sola persona..
-Maty..- sentì una vocina strozzata che lo nominava, si voltò e vedendola le sorrise, come se non fosse successo niente. -Maty, lascia andare tuo padre.. e vieni da me..- gli propose la giovane, sbattendo le ciglia un secondo e poi tornando a guardarlo con il suo faccino da cucciolo spaventato. Il ragazzo eseguì quanto detto, e liberandosi dell'uomo come fosse un pacco, si diresse verso Patty, l'abbracciò e la strinse forte, finalmente tornando conscio di quello che aveva fatto.. anche lui.
-Oh Patty.. io non volevo che succedesse niente di tutto questo.. ma non.. non doveva permettersi di toccarti.. non poi tu.. che sei così delicata.. ti senti bene?- lei tossì, poi annuì.
-Sì.. però.. però non dovevi fare quello che hai fatto a tuo padre.. in fondo il suo è stato.. un impeto di rabbia..- lo difendeva solo perchè altrimenti Matias sarebbe impazzito di nuovo. Nessuno dei due si era accorto che erano rimasti soli, la famiglia del ragazzo era corsa a stendere Roberto, che ansimante sul divano attendeva l'arrivo dell'ambulanza, che forse, solo forse, gli avrebbe salvato la vita. -Ho tanta paura che possa morire..- il giovane scosse la testa.
-Non mi importa di quell'uomo. A me importa solo di te. Ma pensandoci.. devo andare un attimo a fare una cosa.. aspettami qui..- Matias si chinò su di lei e le diede un bacio poco più lungo di uno a stampo, ma sufficiente a stordirla quello che le mancava. Quando lui ormai non c'era già più, annuì.
"Ma.. non sarà andato a.." neanche il tempo di pensarlo, che sentì un urlo, maschile, adulto, provenire dal salotto. -No.. Matias.. che cosa sei andato a fare!- gridò disperata alzandosi in piedi e barcollando raggiunse le scale, inciampò al primo gradino e se la fece tutta in ruzzolone. -Fermati.. ti preg..- alzando gli occhi rimase allibita.
-Perchè? Non è successo niente.. semplicemente mi sono fatto promettere qualcosa da quel razza di buzzurro rudere che c'è laggiù.- sorrise al padre. Patty aggrottò le sopraciglia. -Che cosa?- domandò quindi.
-Nulla di importante.. futura mia sposa.- la ragazza rizzò le orecchie.
-Che?- domandò ancora più confusa. Lui le accarezzò la testa.
-Sì, non solo potremo restare insieme, qui a Buenos Aires, ma ho già anche preso accordi per il futuro.- lei pensò "Oh mio Dio.. mi sa che non si è ancora ripreso..". -Non sei felice?- le chiese diventando sospettoso.
-Ehm.. Maty.. io ho solo 16 anni..- gli fece notare. -E comunque... sei sicuro di stare bene?- ebbe il coraggio di porgergli quella domanda.
-Certo.- e prendendola per il mento cominciò a baciarla. Ma quando lei riaprì gli occhi non incontrò quelli castano chiaro del giovane, ma quelli scuri e severi del padre.

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Un urlo si disperse nella notte. -Amore.. l'ho fatto di nuovo..- si udì una voce, forse della stessa persona, parlare ad un'altra. Rumore di coperte che venivano scostate.
-Oh cavolo.. su su, è solo un brutto incubo..- le accarezzò il viso, i capelli, poi soffermò la sua mano sulla pancia della ragazza, stranamente gonfia. -Sei proprio sicura di voler chiamare il nostro primo figlio così?- lei non ci pensò su più di una volta per rispondergli.
-Ma sicuro. Voglio che non venga dimenticato.- lui annuì distratto, levando la mano e si grattò la testa.
-Se lo dici tu. A me questa storia non convince parecchio..- nel buio si vide una luce riflettersi e accecarlo in pieno.
-Invece è un'idea genial.. ohi..- si lamentò la ragazza posandosi una mano sulla pancia. Il ragazzo aggiunse le sue mani poco dopo e le fece un massaggio.
-Ancora calci?- domandò.
-Eh sì.. si vede proprio che ha preso.. il talento di suo padre.. e la forza di suo nonno, purtroppo..- mentre riaffioravano vari ricordi, belli o brutti che fossero, si passò una mano sulla guancia e riuscì a sentire nonostante il tempo trascorso, ancora il dolore, più emotivo che fisico. Lui le diede un bacio sulla guancia, poi si chinò sulla pancia della giovane e fece lo stesso.
-'Notte piccolo Roberto.- e dopo poco cadde di nuovo tra le braccia di Morfeo.

Spazio autrice:

Non so da dove sia uscita questa fan fiction.. l'inizio e la fine non sono stati scritti in una cronologia di tempo breve.. l'avrò cominciata a scrivere molti mesi prima di quando poi sono riuscita a concluderla.. il problema è che talvolta mi capita di affezionarmi ad una storia, tanto che mi dispiace finirla.. xD per fortuna è successa una cosa ad una mia amica che mi ha ispirata a sufficienza.. so che non è tra le mie migliori.. però per qualche fan di Patty e Matias, forse valeva la pena di pubblicarla.. e in una recensione mi è stato consigliato di pubblicare sempre una storia, perchè qualcuno che la leggerà e che gli piacerà ci sarà sempre.. beh, fatemi sapere che ne pensate.. e se avete domande.. recensendo.. ^^
p.s. (le mie amiche avrebbero voluto che facessi morire Roberto.. XDXD)
Angy
  
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