Storie originali > Noir
Ricorda la storia  |      
Autore: Dors    22/07/2005    5 recensioni
-Il confine fra giustizia e vendetta è molto sottile , Lorna-


E' la prima volta che scrivo qualcosa di questo tipo. Siate clemeti e recensite please :-)
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Una pallida notte d'inverno.
Lo adoro.
Adoro il meraviglioso odore del sangue fresco, della paura.
Normalmalmente rimarrei a torturarti, bastardo. Ma non stasera. Stasera ho fretta.
Questo non significa che non soffrirai, oh no. Lo farai, e capirai cosa significa trovarsi a desiderare di non essere nato.
Chiudo gli occhi e respiro profondamente per assaporare il piacevole suono delle tue ridicole suppliche e dei tuoi gemiti.
La mia vittima striscia sul pavimento di marmo lasciando dietro di se una striscia di sangue, lo guardo senza fare nulla mentre prende il
telefono e chiama gli sbirri.
Che importa. Sarò già via quando arriveranno.E anche tu, bastardo, non ci sarai più.
Muovo qualche passo in avanti e scoppio a ridere. Non riesco davvero a restare seria quando mi supplica di lasciarlo vivo.
Ora basta perdere tempo. Ho gia detto che ho fretta, vero? Non vorrei ripetermi.
Qualche secondo dopo ho finito, do un'occhiata alle mie scarpe nuove : devo ricordarmi di non metterle quando devo lavorare, potrebbero malauguratamente
sporcarsi.
Ah ecco i piedipiatti che arrivano, forse è meglio sparire ora.
Sfondano la porta ma io non sono lì. Salgo di corsa la scala antincendio fino ad arrivare al terrazzo.
Rimango ad ammirare la New York più affascinante che abbia mai visto illuminata dalle luci dei Night, dagli abbaglianti delle auto.
E' bella New York di notte, e come una vecchia signora che si mette in tiro per un appuntamento importante.

-Come mai sei ancora qui, Lorna?-

A parlare è stato un poliziotto. Il vento gli scompiglia i capelli biondi; non è male, lui intendo, non è niente male, davvero.
A giudicare dalla pronuncia deve essere straniero.

-Sei francese, cocco?-chiedo tornando a guardare oltre il cornicione.

-No, ma mi piace l'accento. Sono Americano. Tu sei Lorna Thurman.-

Questo non è una domanda, non dico niente.
Perchè quest'uomo non ha paura di me? Perchè non mi punta una pistola e tremando mi intima di arrendermi?

-Ti va di parlare? Abbiamo tempo.Nessuno sa che sei qui, ne lo immagina.-

Mi siedo sul cornicione facendo penzolare giu le gambe nel vuoto. Il polizziotto viene a sedersi vicino a me -Io sono Ryan.-

-Mi sei simpatico Ryan, magari non ti ucciderò-

-Deve chiederti una cosa...-

-Spara-

-Ho passato quasi tre anni a studiarti. Non hai legami evidenti con le tue vittime, le vittime non si conoscono fra di loro. Usi sempre lo
stesso tipo di arma: coltello leggermente ricurvo con un lato seghettato-

-Adoro quel coltello:taglia quando affondi, lacera quando ritrai-

-Negli archivi non compari neanche come serial killer, eppure le tue vittime qualcosa in comune fra di loro l'hanno-

-Gia. Meritano tutte di morire-

-Così passi le notti a far fuori stupratori, gangster, guidici e ministri corrotti. Tutti quelli che si sono salvati dalla galera o dalla sedia
elettrica con i loro soldi. Ma perchè la tortura?-

Alzò le spalle e non rispondo.Restiamo in silenzio qualche minuto, i polizziotti giu sono gia andati via.
Sospirò poi dico più per convincere me stessa che lui:-Voglio solo fare giustizia-

-Il confine fra giustizia è vendetta è molto sottile, Lorna. Credo che tu in prima persona abbia ricevuto torto da persone così-

Prendo da una tasca dello zaino un panno per pulire il coltello, strofino la stoffa sulla lama più volte finchè il sangue non va via., rimetto
entrambi nello zaino.
Guardo giu, verso la strada.

-Ryan, vedi.Come sono piccole le persone viste da qui, tutto il mondo sembra piccolo-

-Non puoi sempre limitarti a vedere tutto da lontano-

-Tu dici che è meglio starci dentro questo mondo schifoso? L'uomo che ho appena ucciso era un avvocato, due lauree , un casino di soldi.
E un morto sulla coscienza. Ha ucciso la moglie a forza di botte. E' stato assolto per mancanza di prove da quegli idioti del tribunale-

Ryan si alza in piedi -Addio Lorna. E' stato un piacere conoscerti- si volta e cammina verso la scala antincendio.

-Aspetta Ryan non mi arresti?-lo prendo in giro. -Come vuoi. Salutami i tuoi amici sbirri-
Mi metto a spalle lo zaino.

-Suppongo che questo incontro abbia una sua morale-dice alzando un sopracciglio, le sue labbra si piegano in un sorriso enigmatico.

-Si. Ma non la conosco-gli rispondo , mi lancio nel vuoto a braccia spalancate.

Sento Ryan che grida il mio nome mentre mi vede cadere. Per un attimo mi sembra di essere un angelo , volo come un angelo, leggera come una
foglia. Apro il paracadute e plano verso il tetto di un palazzo più basso.
Do un'ultimo sguardo a Ryan , sorride fa un cenno con la mano.
Saluto di rimando.

Cos'è quella faccia cocco? Credevi che mi portassi quello zaino enorme dietro per sport?

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Dors