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Autore: DadaOttantotto    27/02/2010    7 recensioni
Yusuke è partito per un viaggio di allenamento con Genkai, ed è stato via tre anni. Cosa succederebbe se Keiko decidesse di non aspettarlo più, di farsi una propria vita dimenticandosi di lui? E cosa farebbe Yusuke al suo ritorno, non trovandola?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Keiko Yukimura, Yusuke Urameshi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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finchè morte non vi separi
"Quando tornerai, non mi troverai lì ad aspettarti".
Così gli aveva detto Keiko tre anni prima, quando era andato a salutarla.
Ma Yusuke non l'aveva presa sul serio, non le aveva creduto. Keiko era... Keiko! La sua amica da sempre. Forse anche qualcosa di più, benchè non lo avrebbe mai ammesso.
Non riusciva nemmeno ad immaginare la sua vita senza di lei. Non poteva pensare di non rivederla dopo tre anni di duro allenamento con la vecchia Genkai.
Eppure quelle parole rimbalzavano nella testa di Urameshi come una palla impazzita.
Keiko non poteva abbandonarlo! Non proprio quando si era finalmente deciso a dirle che l'am... che si era innam... sì, insomma... a dichiararle i suoi sentimenti!!!
Sospirò pesantemente, poi girò la chiave nella serratura della porta di casa sua e l'aprì.
Aveva decisamente bisogno di un po' di ripo...
- SORPRESA!!! - gridarono in coro circa una decina di persone, poco prima che iniziassero a scoppiare palloncini e botti di ogni genere.
Il povero Yusuke fu investito da una quantità incredibile di coriandoli, senza che riuscisse a rendersi minimamente conto di quello che stava succedendo.
- Ma cosa diav... - mormorò.
- Bentornato, Urameshi!! Ti è piaciuta quest'improvvisata? - chiese Kazuma, in testa un capellino colorato a forma di cono.
- Kuwabara! E ci sono anche gli altri! Che ci fate qui, ragazzi?
- Siamo venuti a festeggiare il tuo ritorno, che domande!! - sbottò Botan, leggermente offesa.
Uno a uno, Yusuke abbracciò tutti i suoi amici: prima Kazuma, Kurama e Botan, poi Yukina, Shizuru, Koenma e persino un reticente Hiei.
Tutti lo esortarono a raccontare la sua esperienza con la Maestra, fin nei minimi particolari.
Perciò il ragazzo iniziò a lamentarsi di quanto l'allenamento fosse stato duro e faticoso, di quanto Genkai fosse stata "severa e rompiscatole" e di quanto intensamente avesse desiderato tornare a casa.
Quando ebbe finito il suo racconto, e gli amici furono soddisfatti di tutte quelle informazioni, Yusuke si avvicinò furtivamente a Kuwabara.
- Ehi! Scusami, ma dov'è Keiko? Perchè non è venuta?
Rimase non poco sorpreso quando il rosso gli posò una mano sulla spalla.
- Sta bene? Non le è successo niente mentre non ero qui, vero? - chiese, con tono ancora più preoccupato.
Lo sguardo di Kazuma si fece cupo.
- Urameshi, c'è una cosa che devi sapere...

Guardò a lungo il vestito appeso all'anta del guardaroba. Era semplice, privo di pizzi o ricami. Solo un pezzo di stoffa color della neve, scelto senza nemmeno troppa cura da lei stessa.
Fosse stato per lei, al suo matrimonio ci sarebbe andata in jeans e maglietta, obbligando tutti gli invitati a fare altrettanto.
Non c'era bisogno di essere eleganti, perchè non c'era niente da festeggiare. Non era il "giorno speciale" che sognava praticamente da tutta la vita.
Aveva ragionato per un sacco di tempo su chi scegliere come damigelle d'onore, ma alla fine aveva optato per Yukina e Botan, e Shizuru non se l'era presa. I loro vestiti sarebbero stati azzurri, come i loro capelli.
LORO sarebbero state magnifiche, LEI sarebbe stata al massimo decente. Ma non le importava. Non avrebbe nemmeno voluto sposarsi. Per convincersi aveva dovuto ripetersi milioni di volte che non avrebbe potuto aspettare quel baka testone in eterno, che quella era la scelta giusta. E aveva funzionato.
- A cosa pensi, tesoro?  - le chiese sua madre, entrata silenziosamente nella stanza.
- A niente, mamma - rispose Keiko, simulando un sorriso.
- Sei agitata per domani?
La ragazza annuì. Poi si concentrò su un punto indefinito del pavimento, per non far notare lo sguardo triste che aveva assunto.
- Reijiro è una bravo ragazzo - continuò la donna.
- Lo so.
- Ma non è Yusuke...
Keiko si voltò di scatto, fissando gli occhi in quelli della madre.
- Non. Lo. Nominare. - fece, adirata.
- Ma...
- Ma niente! Ha fatto la sua scelta tre anni fa, quando ha deciso di partire, incurante delle mie parole. A lui interessano solo gli allenamenti e i tornei di arti marziali. Non ha tempo per avere una fidanzata, tantomeno per prendersene cura. Ed io sono disposta ad aspettarlo ancora. Non più. E ora vorrei restare sola, se non ti dispiace.
La madre la guardò per qualche secondo, poi si alzò e uscì dalla stanza.
Puu volò tra le braccia di Keiko.
- Sei triste anche tu, piccolino? - chiese la ragazza.
Poi, ricordando che l'animaletto era una parte di Yusuke, non riuscì a trattenere la lacrima che solitaria le stava solcando la guancia.

La festa era finita, la casa ormai quasi completamente vuota.
I ragazzi se ne erano andati, intuendo che Yusuke non sarebbe più stato di compagnia. Soprattutto non dopo quello che aveva saputo.
Solo Kazuma era rimasto. Si sentiva un po' in colpa nel vedere il suo migliore amico in quello stato, sebbene non gli avesse fatto nulla.
Si sedette accanto a lui, che intanto continuava a guardare ostinatamente fuori dalla finestra.
- Che cosa intendi fare, Urameshi?
- Niente - rispose quello, scrutando il cielo con aria abbattuta.
- La tua fidanzata si sposa domani e tu non farai niente?? - chiese incredulo il rosso.
- Keiko non è la mia fidanzata. E poi, mi aveva avvertito. Mi aveva detto che non ci sarebbe stata al mio ritorno. Ma io sono partito ugualmente. Quindi è inutile che stia qui a piangermi addosso. Mi basta che sia felice.
Chiuse gli occhi e cercò di immaginare Keiko sorridere vicino ad un altro ragazzo. Sentì un dolore forte al petto, come se il cuore gli si fosse frantumato in mille pezzi.
Non riusciva ancora a realizzare che le parole che l'amica aveva pronunciato anni prima potessero essere vere. La vita senza Keiko gli sembrava un incubo, ma se lei era sicura della sua scelta, a lui andava bene in quel modo. DOVEVA andargli bene. O, comunque, doveva farsela andar bene.
- Non ti riconosco più. - sbottò Kazuma all'improvviso - Pensavo che avresti lottato, che avresti cercato in ogni modo di riconquistarla... o almeno era quello che credevo avresti fatto. Si vede che mi sbagliavo. Il Yusuke che conosco non si sarebbe mai arreso come hai fatto tu. Ma sei stato via tre anni, probabilmente sei cambiato.
Detto ciò, abbandonò la stanza, lasciando l'amico perso nei suoi pensieri.
Tra meno di dodici ore, Keiko avrebbe sposato un altro. Non lui. La sua Keiko... no! Keiko non era sua, e mai lo sarebbe stata. Ed era solo colpa sua. Se solo avesse avuto il coraggio di dirle la verità... lei sarebbe stata al suo fianco, come Yusuke aveva sempre sognato. Ma lui aveva preferito andarsene, scegliendo ancora una volta le arti marziali.
Strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi.
No, non sarebbe successo. Non avrebbe lasciato che Keiko sposasse qualcuno che non fosse lui. Sarebbe andato da lei, le avrebbe detto che l'amava. Che voleva passare il resto della sua vita insieme a lei, le avrebbe chiesto perdono.
Avrebbe impedito quel matrimonio, a qualunque costo.

- Sei un incanto, Keiko - disse Botan, osservando l'amica finalmente pronta per entrare in chiesa.
La ragazza si osservò riflessa nello specchio. Il vestito le cadeva a pennello e l'acconciatura, per quanto fosse semplice, le incorniciava perfettamente il viso.
- Toc toc! Possiamo vedere la sposa con un po' di anticipo? - chiese Kazuma, spuntando solo con la testa dalla porta del camerino.
- Certo! - rispose Keiko.
Tutti i ragazzi entrarono, uno dopo l'altro, riempiendo quasi completamente la stanza.
- Per te - disse Kurama, porgendo alla sposa una rosa bianca.
- Grazie mille. E' bellissima - replicò lei sorridendo.
In un angolo della camera, Botan e Kazuma bisbigliavano cose incomprensibili. L'unica frase che la ragazza sentì fu "Keiko merita di saperlo".
- Sapere cosa? - domandò allora ai due.
Kuwabara si grattò la testa, assumendo un atteggiamento da ingenuo.
- Eh? No, niente. Non ti preoccupare...
- Kazuma, cosa devo sapere?
- Yusuke è tornato - si intromise Botan.
- Ma zitta tu non ci riesci proprio a stare? - sussurrò il rosso.
Keiko si dovette reggere al tavolo per non cadere.
Yusuke. Era. Tornato. Era di nuovo in città.
- Bene. - disse, secca.
- Sa del matrimonio.
Perfetto. Almeno non avrebbe dovuto dirglielo lei. In fondo avrebbe dovuto aspettarselo, no? Cosa credeva, che sarebbe rimasta brava e buona ad attendere la sua ricomparsa?
L'aveva avvertito. Non avrebbe voluto metterlo davanti ad una decisione del genere, ma non aveva avuto altra scelta. Era stanca di vederlo andare via, stare in pensiero per lui, non sapere se e quando sarebbe ritornato...
Yusuke aveva anteposto le arti marziali a lei. Quello voleva dire che, qualunque cosa ci fosse o ci fosse mai stata tra loro, era finita. E a lei non importava.
Allora perchè ci stava così male?
- Keiko, è ora di andare - disse suo padre, facendosi spazio tra i presenti.
- Sì, certo.
Arrivarono in chiesa con qualche minuto di ritardo. Le damigelle aprirono la cerimonia, spargendo petali di rose di vari colori.
Poi, con grande gioia di tutti gli invitati, la sposa fece il suo ingresso. Scortata dal padre, attraversarono lentamente tutta la navata, fermandosi davanti all'altare.
Reijiro le prese delicatamente la mano e le sorrise. Si sforzò di ricambiare, ma con scarsi risultati.
- Siamo qui riuniti, in questa meravigliosa giornata - esordì il prete - per unire in matrimonio questi due giovani, Keiko Yukimura e Keijiro Toshima.
La funzione andò avanti in maniera tranquilla, senza intoppi. Nessuno fiatava, quasi non respiravano. Attendevano tutti con ansia il momento in cui i due si sarebbero scambiati i voti.
- Vuoi tu, Reijiro Toshima, prendere la qui presente Keiko Yukimura come tua legittima sposa, prometti di amarla e onorarla, in ricchezza e povertà, in salute e malattia, finchè morte non vi separi?
Il ragazzo la guardò dolcemente prima di pronunciare il fatidico
- Sì, lo voglio.
- E tu, Keiko Yukimura, vuoi prendere il qui presente Reijiro Toshima come tuo legittimo sposo...
- Certo che non lo vuole!!! - esclamò una voce proveniente dal fondo della piccola cappella.
Ogni singola persona presente si voltò in quella direzione.
Yusuke stava lì, in piedi, con un sorriso sarcastico stampato in faccia.
- Mi dispiace Retino, o come cavolo ti chiami - disse - Ma Keiko non ti può sposare.
- E perchè, se è lecito chiedere? - domandò la ragazza, estremamente irritata.
Urameshi avanzò lungo la navata. Si arrestò a pochi passi dai promessi sposi, poi il suo sorriso si allargò ulteriormente.
- Perchè tu sei la mia fidanzata, e non posso assolutamente lasciarti sposare qualcun altro.
- Come diavolo ti permetti di venire qui e rovinare il mio matrimonio, Yusuke??? - ribbattè Keiko - Io non sono la tua fidanzata! L'unica cosa a cui tieni sono i tuoi allenamenti e i tuoi tornei. Allora sai che ti dico? Vai, allenati quanto ti pare, ma lasciami in pace!
- Hai ragione, Keiko. Avrei dovuto ascoltarti tre anni fa. Sarei dovuto rimanere con te e prendere il posto di questo damerino qui. Ma lo sai come sono fatto: sono un testone, un baka, uno stupido. Mi hai sempre accettato per quello che sono, ti chiedo di farlo un'altra volta. Ti amo, Keiko.
Nella chiesa regnava un silenzio di tomba. Nessuno si era aspettato una cosa del genere, neanche gli amici di Yusuke.
La ragazza scosse la testa.
- No, adesso basta. Te ne ho fatte passare troppe. Tre anni fa hai scelto le arti marziali, e ora ne paghi le conseguenze.
Yusuke si avvicinò ancora di più, fino a portarsi a pochi centimetri da lei. Si inginocchiò ai suoi piedi e le prese la mano.
- Keiko Yukimura, vuoi sposarmi?
Il silenzio si fece ancora più assoluto di quanto non fosse in precedenza. Le mamme dei due ragazzi piangevano copiosamente.
- No. - replicò secca Keiko - E ora vattene, prima che chieda a Kurama o Hiei di portarti via.
- Non mi fermerebbero,  e lo sai. Keiko, guardami negli occhi. Mi conosci, sai capire quando sono sincero o quando sto mentendo. Dimmi, ora cosa vedi?
Lo osservò per qualche istante.
Le costava ammetterlo, ma Yusuke era dannatamente serio. La domanda era: lei era pronta a riprenderlo?
Ma Keiko sapeva già che non c'era una risposta valida. Solo Keiko e Yusuke, com'erano sempre stati, fin da bambini.
- Sei sincero - disse infine.
- Allora mi sposi? - chiese il ragazzo.
- Qui?
- Sì, qui e adesso. Non c'è più ragione di attendere.
Lei prese un bel respiro, poi lasciò uscire l'aria in un lungo sospiro.
Si voltò verso Reijiro, che, rimasto spiazzato dalla situazione, non aveva mosso nemmeno un muscolo.
- Mi dispiace... - sussurrò.
- Non ti preoccupare. Avevo capito che eri innamorata di un altro, ma ho voluto sposarti lo stesso. Spero solo che tu sia felice - disse lui, andandosene.
Subito Yusuke prese il suo posto.
- Devo prenderlo come un sì?
- Solo se prometti di cambiare. Se divento tua moglie, non voglio passare in secondo piano.
- Te lo giuro - fece Yusuke - Tu sei la cosa più importante che ho. Non ti lascerò mai più, neanche se Genkai mi obbligasse a seguire un allenamento sulle Dolomiti!
- Ehm... scusate, ma io che dovrei fare? - li interruppe il prete, leggermente in imbarazzo.
- Sposarci, mi sembra ovvio!! - replicò il moro sorridendo.
- Bene. Vuoi tu... come ti chiami, ragazzo?
- Urameshi, Yusuke Urameshi.
- Allora, vuoi tu, Yusuke Urameshi, prendere la qui presente Keiko Yukimura come tua legittima sposa, prometti di amarla e onorarla, in ricchezza e povertà, in salute e malattia, finchè morte non vi separi?
- Sì, lo voglio.
- Vuoi tu, Keiko Yukimura, prendere il qui presente Yusuke Urameshi come tuo legittimo sposo, prometti di amarlo e onorarlo, in ricchezza e povertà, in salute e malattia, finchè morte non vi separi?
La ragazza esitò, tanto che per un attimo tutti credettero che ci avesse ripensato.
- Sì, lo voglio - disse, invece.
- Per i poteri a me conferiti, vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa.
Yusuke si avvicinò a Keiko e posò le labbra su quelle della ragazza.
Non fu un bacio da film, ma per loro due era abbastanza.
Lei aveva coronato il sogno di una vita, lui era talmente felice che il suo cuore faceva le capriole.
Quando si staccarono, Yusuke la guardò sorridendo.
- Amore, ti dispiace se la luna di miele la facciamo in un'altra dimensione? Sai, Koenma mi ha informato di un nuovo torneo, e...
Non riuscì a finire la frase, perchè un sonoro schiaffone lo fece volare quasi dalla parte opposta della chiesa.
- SEI SEMPRE IL SOLITO!!! - urlò Keiko.
- Ahia!! Ma io stavo scherzando! Te l'ho detto che non vado da nessuna parte. - fece lui, massaggiandosi la guancia dolorante.
- Voglio il divorzio!!
- Dai, amore, non ti arrabbiare...
- Ma faranno sempre così? - chiese Botan, sconcertata.
Kurama si mise a ridere. Guardò la sua amica, poi rispose
- Almeno finchè morte non li separi!!

Rieccomi ad infestare questa meravigliosa sezione! Spero che non mi odierete per questo... :)
Ma, soprattutto, spero che vi piaccia questa shot, anche se nemmeno io so come mi sia uscita!!
Un grazie a ale_417 per la sua recensione all'ultimo capitolo di "The Dark Castle"! Sono felice che ti sia piaciuta!!!
Ringrazio in anticipo chiunque leggerà, commenterà o metterà nei preferiti questa storia!!!!
Un baci8 a tutti!
   
 
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