Cheshire
Scorre come le tue parole, molle e sinuoso, anche il tuo dolore.
Non sei capace di urlare e disperarti, e neppure di piangere e tremare, balbettando l'infantile “non è giusto” che da tempo ti stringe il cuore. Quel frutto che hai nel petto ora geme dolorante, maturo, e tu lo guardi aprirsi senza reagire. Ti abbandoni in un debole abbraccio, stretto a donne che conosci come le nuvole: solo un momento, perché poi scompaiono divorate da un cielo che ne rigurgita sempre di nuove. E intanto la tua padrona sale al patibolo col passo indifeso del cerbiatto,
Gatto del Cheshire!