Love's Chalet
Prologo
- Ragazzi…niente da fare.
La neve ha bloccato la strada e i cellulari sono irraggiungibili. È ufficiale:
siamo bloccati qui. – disse Eric,
sospirando pesantemente, e rientrando nella baita rabbrividendo per il
freddo. Aveva le labbra quasi viola, tanto la temperatura era bassa, e c’era
della neve depositata sulle sue spalle larghe. Fuori nevicava
ancora.
La prima persona che
guardò fu Cedric che, seduto sul divano accanto al suo ragazzo Davy, lo guardava
con un espressione tra il confuso e spaventato.
Le sue aspettative di
reazione non furono deluse.
Cedric infatti scattò in
piedi, facendo sobbalzare per lo spavento Davy che lo teneva, fino ad un secondo
prima, sotto il suo braccio.
- Oh mio Dio! Lo sapevo
che non dovevo venirci qui su! Accidenti a te Davy e a me quando ti do retta!
Oddio…non voglio morire assiderato! – esclamò, battendo quasi i piedi a terra
come un bambino capriccioso.
Benjamin, appoggiato con
una spalla allo stipite della porta che divideva la sala dalla cucina, sbuffò
sonoramente, prendendo subito dopo un sorso dalla birra che aveva appena
aperto.
Beh, c’era un punto
positivo nell’essere rimasi chiusi in uno chalet di montagna con la neve che
continuava a cadere e a impedirgli sia di divertirsi, sia di scendere nuovamente
a valle: le birre rimanevano fresche anche fuori dal
frigo.
- Mio Dio, sei proprio una
checca isterica Cedric. – commentò, con il suo solito tono freddo e distaccato.
Nessuno disse nulla, anzi Eric e Keith, il ragazzo di Ben, risero leggermente,
nascondendosi dietro una mano guantata.
Solo Davy guardò male il
ragazzino. Cedric era abituato a sentirsi chiamare in quel modo, ormai non si
offendeva più anche perché sapeva che, in un certo senso anche se non era
possibile sempre rendersene conto, Ben scherzava. Ma Davy era un po’ una testa
calda, e troppo protettivo nei confronti del suo
ragazzo.
Cedric si rimise a sedere
accanto a lui, riappoggiandosi contro il suo petto.
Davy si rilassò
immediatamente.
- Stai tranquillo Ced…non
penso ci saranno problema. Prima che andasse via il segnale alla radio hanno
detto che entro la tarda mattinata di domani dovrebbe smettere di nevicare. Poi
potremo tornare giù. Dobbiamo solo farci bastare il cibo e la legna fino a
domani. Non possiamo uscire a prenderne dell’altra, fuori si congela. –
intervenne Eric, con tono calmo. Era abituato a tenere il sangue freddo, dato
che era un medico e quindi sempre sottoposto ad
emergenze.
In quel momento Alex entrò
nella sala, dove tutti i ragazzi si trovavano. Indossava un pigiamone di lana, i
capelli castano chiaro, lunghi sulla fronte, erano disordinatissimi e lui stava
ancora sbadigliando.
- Uh, la principessina si
è svegliata! – commentò Keith, sorridendo. Il ragazzo alzò lo sguardo su di lui,
per un secondo, e gli mostrò il dito medio, facendo scoppiare tutti a
ridere.
Eric, quando lo vide, non
poté fare a meno di sorridere. Era tenerissimo appena
alzato.
- Ehi amore, non dirmi che
sei uscito? – chiese Alex, preoccupato, quando vide il suo ragazzo fermo vicino
alla porta con il cappotto ancora addosso.
- Si, sono andato a vedere
com’era la situazione fuori. – gli disse, iniziando quindi a sfilarsi i guanti e
la sciarpa.
- Siamo bloccati qui. I
cellulari non prendono e le strade per scendere a valle sono bloccate dalla
neve. – gli disse e ragazzino sospirò.
- Beh, cazzo, bel casino.
È ora che si fa? – chiese, guardando i suoi compagni di
avventura.
Avevano deciso, meno di
due settimane prima, di andare fuori per un weekend lungo. Da Venerdì a lunedì.
Per stare un po’ insieme e allontanarsi dalla routine quotidiana.
Avevano
affittato quello bellissimo chalet in montagna, aspettandosi una tempo perfetto
per sciare, oppure fare snowboard, quello che Ben
preferiva.
Il giorno prima, venerdì,
il tempo prometteva bene ma, durante la loro prima notte nello chalet una bufera
di neve gli aveva rovinato il weekend.
- Non si fa nulla.-
rispose Keith, facendo spallucce - Rimarremo qui fino a quando questa cazzo di
tempesta non si sarà calmata e allora torneremo a valle. –
Eric annuì, avvicinandosi
al centro della stanza in cui c’erano due divani, uno davanti all’altro, pieno
di morbidi cuscini e coperte calde. Poi, intorno, sempre nel rettangolo
delimitato del tappeto che ricopriva il pavimento, altre due poltroncine
abbinate ai grandi divani.
Si sedette su uno di
questi – Keith ha ragione. – disse sistemandosi i capelli castano scuro che
erano stati schiacciati dal cappello di lana.
- Rimarremo qui e
aspetteremo. Qui dentro siamo al sicuro e abbiamo abbastanza cibo e legna per
riscaldarci per la notte. Non sarà un problema. – li
tranquillizzò.
- Io sto già iniziando a
sentire freddo. – si lamentò Cedric, a mezza voce.
Davy lo prese tra le
braccia – Ti riscaldo io, piccolo. – gli sussurrò,
stringendolo.
Si sentì immediatamente un
gemito disgustato da parte di Ben, dietro di loro.
- Siete proprio gay. –
commentò poi, per poi prendere un altro sorso dalla
birra.
- Vaffanculo Ben. Se sei
invidioso vai da Keith è farti coccolare anche tu. Ne hai bisogno cristo santo,
sei rigido come mio padre. E credimi…non è un complimento.- disse Cedric, senza
però scomodarsi a voltarsi verso di lui, ma affondando il viso nel collo del suo
ragazzo che ridacchiò.
- Credigli Ben, io ho
conosciuto suo padre e forse solo il David di Donatello lo batte. – disse, dando
anche la sua parte.
Alex ridacchiò apertamente
e poi andò verso la poltrona su cui era seduto Eric, che aprì le braccia e lo
accolse sulle sue ginocchia.
- Noi due non abbiamo
bisogno di queste smancerie, vero Keith? – fece Ben, verso il suo ragazzo,
seduto da solo sul divano opposto a quello su cui erano seduti Cedric e
Davy.
Cedric alzò la sua testa
bionda proprio per guardare il ragazzo e aspettare una sua
risposta.
Davy si sentì addosso
anche lo sguardo di tutti gli altri, ma lui guardava solo il suo ragazzo che lo
fissava con i suoi occhi neri.
Avrebbe davvero dovuto
dire la verità. Avrebbe dovuto dire che qualche smanceria, come le
chiamava Ben, ogni tanto avrebbe fatto bene anche a
lui.
Ma sapeva benissimo che
Benjamin non era tipo da coccole. Non era tipo da rimanere abbracciato a lui,
con la testa sul suo petto, dopo che avevano fatto
l’amore.
Ne era tipo da dire “ti
amo” almeno una volta al giorno come invece faceva Cedric, in tutti i modi
possibili.
Ricordava un episodio che
Davy gli aveva raccontato qualche mese prima.
Una mattina si era alzato
e aveva trovato la cucina un disastro. C’era Cedric completamente pieno di
farina, ma sul tavolo una torta con un “ti amo” scritto su con la panna.
Ora, Keith sapeva
benissimo, anche se Davy non lo aveva ammesso, che il sapore di quella torta non
era davvero la fine del mondo, ma sapeva anche che all’amico non
importava.
Davy era uno chef
bravissimo e nella sua vita aveva assaggiato mille tipi di torte diverse e tutte
buonissime, ma Keith era convinto che se gli avessero chiesto quali fossero le
sue torte preferite, avrebbe risposto “quelle che mi cucina Cedric”.
Invece le volte in cui Ben
gli aveva detto “ti amo”, in due anni di relazione, potevano contarsi sulle dita
di una mano. Ed era pronto ad affermare che la maggior parte di queste volte
fosse stato durante un orgasmo.
Ma abbassò la testa, per
un attimo, abbozzando un sorriso. Poi guardò Cedric.
- Già, non abbiamo bisogno
di queste cose. – affermò, a mezza voce.
Eric aveva visto
l’indecisione e l’imbarazzo nei suoi occhi. Aveva notato il fatto che si sentiva
notevolmente a disagio. Lo guardò attentamente, e Keith se ne accorse, infatti
voltò la testa verso di lui, ma quando vide che Eric non aveva alcuna intenzione
di distogliere lo sguardo, lo fece lui, tornando a guardare davanti a
se.
Ben fece subito un
sorrisetto soddisfatto e lanciò un’occhiata a Cedric, come a voler dire: “Visto?
Avevo ragione.”
Cedric fece spallucce –
Beh, peggio per te. Non sai cosa ti perdi. – gli disse, accoccolandosi di nuovo
contro il suo ragazzo.
- Ehi Davy…ci prepari un
po’ di cioccolata calda? – gli chiese, sorridendogli.
Davy guardò nei suoi
occhi. Erano di un colore strano, meraviglioso. Un incrocio tra il verde e il
grigio. Oppure era solo lui che lo vedeva così.
- Ced…non ci vuole mica un
cuoco per fare una cioccolata. – gli disse, accarezzandogli i capelli
biondi.
- No, Ced ha ragione. –
intervenne Alex – Quando la fai tu ha un sapore diverso. – disse, accavallando
le gambe e circondando il collo del suo ragazzo con un
braccio.
Davy lo guardò e abbozzò
un sorriso.
- Okay. Vado a prepararlo.
– disse infine, arrendendosi.
Si alzò, dopo che Ced si
fu staccato da lui, ma appena arrivò alla porta della cucina sentì la voce del
suo ragazzo e il conseguente sbuffo di Ben.
- Fai presto! Fa già freddo senza di te! -
Eccomi qui! Salve a tutti!
Non so cosa uscirà fuori da questa fic, sinceramente. Ne come è venuta fuori, mi è solo venuta quest'idea e dovevo scriverla assolutamente, altrimenti mi avrebbe perseguitato per sempre! xD
Comunque sarà una fic di cinque capitoli, sei al massimo. Ancora non lo so con precisione. Ma comunque abbastanza corta.
In questo prologo ho presentato, più o meno, tutti i personaggi di questa fanfic.
Cedric&Davy, Alex&Eric e Keith&Benjamin. Nei prossimi capitoli comunque si farà un focus su ognuno di loro per conoscerli un pò meglio. Vi ho messo anche le fotine di come me li immagino! Speriamo solo che si vedano, io ho litigato con la tecnologia, sapete!
Io comunque patteggerò sempre per Cedric, sappiatelo ù_ù xD
Va bene, se passate di qui fatemi sapere cosa ne pensate, okay? Ne sarei molto felice! -//-
baci!
Vale