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Autore: Tracey    28/02/2010    1 recensioni
Questa è una storia che avevo scritto tempo fa.. rileggendola mi è venuta voglia di ampliarla.. e correggerla.. quindi fatemi sapere =)°°° Oggi ho deciso di seguire i miei genitori e così mi sono ritrovata circondata dalla natura. Siamo venuti vicino ad un lago. La vista è spettacolare e anche la sensazione di libertà che sento in questo momento.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Decisione.

Non feci caso a suo cugino, che venne a controllare perché ci mettesse tanto a recuperare un pallone.

Quasi non mi accorsi delle prese in giro, dei miei genitori, per le mie condizioni. Completamente gocciolante e con occhi sognanti.

Dei mesi successivi tanti sono stati i momenti felici, quasi tutti creati dal proprietario di due occhi che mi hanno stregata, nell’attimo in cui il mio azzurro ed il suo verde si sono fusi. E così sono rimasti.

Perfettamente uniti.

Anche se ho capito subito che mi sarei innamorata perdutamente di questo diavoletto, sono passati mesi prima di una svolta.

All’inizio mi vedeva come una bambina pasticciona, successivamente come una sorellina da proteggere.

Ripensandoci bene… mi ha fatto passare anche le pene dell’inferno.

Ho pensato di essere troppo poco per uno come lui.

Ogni volta che uscivamo insieme comprendevo quanto i nostri mondi fossero diversi e lontani. Niente ci accomunava.

Ho creduto che fosse impossibile poter essere anche solo amici. Ed è stato proprio questo a cambiare tutto.

Mi sembra ieri e invece sono passati mesi. Tutto scorre velocemente quando sei innamorata e felice.

Invece in quei giorni era l’esatto contrario.

Avevo rinunciato a tutto. Al mio amore, alla nostra amicizia. A lui.

Come potevo stargli ancora accanto quando non facevo altro che mentirgli?

Perché ogni mio gesto era una presa in giro. Non era amicizia quella che provavo per lui.

Non erano abbracci fraterni quelli che ci scambiavamo. Non potevo continuare a dare altre spiegazioni alle quelle lacrime, che ormai mi facevano compagnia quasi ogni giorno.

Ogni volta che vedevo qualche ragazza vicino a lui, mi sentivo un mostro. La gelosia mi investiva come un fiume in piena, i pensieri cattivi invadevano la mia mente ed il mio cuore.

Così la decisione finale è stata presa più dalle nostre vite che da noi.

Erano giorni che non uscivo, che tenevo il cellulare spento. Fortunatamente i miei presero tutto come una conseguenza della febbre che mi era venuta.

Non so se aveva provato a cercarmi e cercavo di pensarci il meno possibile. Da quel momento in poi il mio mondo non doveva più avere come centro Fabio.

Sarebbe stato solo un punto felice in una vita triste. Perchè mi rendevo conto che lui non era una semplice cotta. Nei miei diciassette anni avevo creduto di amare. Ma niente era a confronto della tempesta che lui scatenava in me.

Durante la visione di un film sentii bussare alla porta della mia camera.

Stavo per dire di non voler vedere nessuno, quando una testa bionda fece capolino nella stanza.

Tutte le convinzioni e gli sforzi di quei giorni crollarono in quel secondo.

-Che ci fai tu qua?-

- Potrei farti la stessa domanda-

-È casa mia questa..-

-Questo non vuol dire che tu ti ci debba seppellire dentro. Sono giorni che provo a contattarti, mi hai fatto preoccupare, scema…-

Era arrabbiato, e si vedeva dai lampi verdi che mi lanciavano i suoi occhi.

Mi innervosii anche io. Non poteva permettersi di prendersela con me, quando stavo per dedicargli tutto l’amore che potevo provare. Non poteva neanche vanificare tutte le sofferenze che stavo passando per riuscire a stare lontano da lui.

-Sei pregato di andare via-

Non se l’aspettava, il suo sguardo confuso mi ferì. Possibile che l’idea di un “Noi” fosse così impensabile da non fargli minimamente pensare che, se stavo in quelle condizioni, era per lui?

-Ho fatto qualche cosa di sbagliato? Perché sei arrabbiata con me?-

A quel punto era inutile cercare di fargli capire il mio sentimento.

-Non sei tu. Sono io che non voglio stare con nessuno…-

-Lo sai che non mi muoverò di un solo centimetro, finché non mi dirai quello che ti ha ridotta così, vero?-

-Lo sai che sono capace di picchiarti in qualsiasi momento… vero?-

Uno strano sorriso curvò le sue labbra.

Piano si avvicinò a me, senza farmi capire la pazza idea che gli era appena venuta.

Con uno scatto mi buttò a terra e iniziò a farmi il solletico.

Sentire le sue mani, il suo calore, la sua risata, per un attimo, mi fece dimenticare tutto. E risi anche io.

Ma tutto mi ferì ancora di più. Perché significava che il mio sentimento era così forte, che la sua sola presenza curava, in parte, la mia ferita.

Fra le risate spuntarono piccoli cristalli di tristezza. Piangevo.

Appena se ne accorse smise la tortura e mi guardò preoccupato.

-Cosa ti è successo scricciolo?-

Non riuscivo neanche a guardarlo negli occhi.

Scricciolo… mi chiamava sempre così nei nostri momenti “dolci”. Quando guardavamo un film da soli o mi veniva a prendere per fare semplicemente un giro insieme. Quando la mia parte pessimista prendeva il sopravvento e lui mi consolava.

Quando a San Valentino mi ha regalato una rosa, anche se non eravamo una coppia.

È stato in quel momento che ho capito di amarlo con tutta me stessa. Fino a quel momento cercavo di mentire a me stessa, dicendomi che era una semplice cotta e che la nostra amicizia era più importante.

Ma non era così e io non potevo continuare a ignorare tutte le sensazioni stravolgenti che, con un solo sguardo, era capace di farmi provare.

Le lacrime continuavano ad accarezzare il mio viso. E sinceramente non volevo neanche fermarle.

Volevo solo che tutto finisse e che lui andasse via, lasciandomi in quel baratro di sofferenza.

-Vai via..- dissi, dopo essermelo tolto di dosso, guardando un angolo della mia stanza.

-Alice…-

-Ti prego… vai via…- non riuscivo neanche a parlare.

E lentamente, dopo avermi lanciato un ultimo sguardo triste, se ne andò.

   
 
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