Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: The White Lotus23    02/03/2010    3 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la mia prima fic in assoluto ed è nata come una sorta di esperimento. Kagome Higurashi, appena tornata da una vacanza, si ritroverà faccia a faccia con la misteriosa sparizione del padre. Deciderà di mettersi sulle sue tracce e vivrà un'avventura piena di enigmi e di incontri pericolosi. Mi sono ispirata alla trama di un pc-game molto avvincente e ho ambientato la vicenda ai giorni nostri. Spero vivamente che sia di vostro gradimento, vi auguro una buona lettura!
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ch.6 Salve a tutti!!!
Prima di tutto ringrazio lirinuccia: mia cara i tuoi commenti mi fanno un piacere immenso, sei davvero molto carina e gentile!!!! ^_^   la storia ho tutte le intenzioni di finirla, spero che continuerai a seguirla e a recensire e che a lungo andare non ti annoi!  Un bacio grande!
Naturalmente ringrazio di vero cuore anche tutti coloro che leggono! ^_^
Ordunque ecco qui un altro capitolo (mi sa che è penoso ç_ç)! Per ragioni di "copione" è corto ed è una sorta di collegamento per introdurre il prossimo. Spero di non aver deluso le aspettative, ma prometto che i capitoli seguenti saranno un pò più movimentati.
Vi saluto e vi auguro una buona lettura!!!
Un bacio!
Sandy

//////////////////////////////////////////////////////



Mentre si dirigeva verso casa, Kagome provava una strana sensazione: le sembrava che qualcuno la stesse seguendo. Si diede della stupida e si convinse che probabilmente gli avvenimenti strani accaduti nel pomeriggio l’avevano un po’ suggestionata. Quando arrivò dinanzi alla bella villa dove viveva suo padre, e dove fino a sei anni prima aveva vissuto anche lei, si sentì un po’ meno tesa. Nonostante le luci all’interno della villa fossero tutte spente, l’aria familiare che la circondava le sollevò un po’ il morale. Amava molto quella casa, era piena dei ricordi della madre; quando vi entrava immaginava di essere avvolta dalla sua aura benevola e istantaneamente si sentiva meglio, dimenticava i dolori e i brutti pensieri. Entrò e andò decisa verso lo studio di suo padre. Era buffo che all’interno di casa sua si potessero trovare così tanti cimeli e pezzi d’antiquariato da far invidia ad un vero museo! Era sempre rimasta affascinata da tutte quelle anticaglie che lui stesso aveva disseppellito durante le sue ricerche in giro per il mondo in così tanti anni di lavoro. Immersa in questi pensieri, improvvisamente sentì un tonfo provenire dal piano superiore e un brivido di paura le corse lungo la spina dorsale. In casa era sicura che non ci fosse nessuno: quando c’era, suo padre aveva l’abitudine di lasciare la luce del portico accesa tutta la notte, fino all’alba; quando lei era arrivata il sole era già tramontato e la luce era spenta, segno che la villa era completamente deserta. Raccolse tutto il suo coraggio e decise di salire di sopra per scoprire l’origine di quel rumore, se si fosse trovata in pericolo avrebbe urlato in modo da attirare tutto il vicinato e si sarebbe difesa a colpi di aikido (in quel momento ringraziò mentalmente Miroku per averla costretta, quando erano bambini, a fare con lui il corso di arti marziali). Era appena arrivata davanti alla porta della camera di suo padre quando questa di scatto si aprì e un’ombra, con un gesto fulmineo, la colpì con forza sulla testa. Svenne immediatamente e rimase incosciente fino a mattino inoltrato.

Quando riprese i sensi, provò un dolore terribile alla testa…in principio non riuscì a ricordarsi perché fosse svenuta, ma poi, a poco a poco, riacquistò lucidità e le tornò alla mente l’ombra che l’aveva colpita la sera precedente. Realizzò che la botta ricevuta doveva essere stata davvero molto forte per farla rimanere svenuta dalle 20 fino alle… 9, come segnava il suo orologio da polso. Incredibile…chissà che cosa aveva usato per darle la botta in testa? Come a voler rispondere alla sua domanda, accanto a lei c’era una statuina di Buddha in giada… - Accidenti che male! Maledizione! – disse tra sé. La raccolse e la rimise al suo posto sul comodino di fianco al letto di suo padre. Si guardò intorno e si accorse che l’individuo misterioso aveva messo un po’ in disordine la stanza frugando nei cassetti e nell’armadio come se stesse cercando qualcosa, magari era la stessa persona che aveva ridotto ad un campo di battaglia lo studio al museo. Riordinò il tutto e si sedette per terra in mezzo alla stanza. Era da tanto tempo che non entrava lì dentro, ma non era affatto cambiata dall’ultima volta. C’era un bell’acquario grande con una dozzina di pesci dai colori vivaci, un grande armadio, una serie di mensole stracolme di libri e il mobile toilette con il grande specchio davanti al quale sua madre, prima di andare a dormire, si spazzolava i suo splendidi capelli…Su di esso era appoggiata una elegante cornice d’argento lavorato e dentro c’era la foto che ritraeva lei e sua madre sedute in un campo fiorito. Era una donna bellissima dai lunghi capelli biondi, due occhi azzurri chiari e limpidi come il cielo di primavera e una pelle di porcellana. La foto era stata scattata durante una vacanza estiva in Svezia, la terra natìa di sua madre. Si chiamava Heléne Karolina Karlsson ed era una violoncellista dell’orchestra sinfonica di Tokyo, conobbe suo padre dopo un concerto, nel foyer del Teatro dell’Opera cittadino, e fu amore a prima vista. Una splendida quanto triste storia d’amore la loro, che però continuava ad esistere nonostante la morte prematura di Helène: Kyosuke non aveva mai smesso di pensare a lei neanche per un istante. Una lacrima solitaria scese dai suoi bellissimi occhi pervinca e sorrise cullata da quei dolci ricordi. Uscì dalla stanza e tornò al piano inferiore, le era venuto in mente che aveva lasciato lì tutte le sue cose. Andò nello studio, si accoccolò sulla grande poltrona in pelle vicino al caminetto e cominciò a riflettere su dove potesse trovarsi suo padre. La sua attenzione fu improvvisamente catturata da un luccichio particolare che proveniva da sotto una delle tavole dell’antico e pregiato parquet. Si avvicinò alla fessura illuminata da un raggio di sole e notò che al di sotto di essa si trovava qualcosa. Con un po’ di fatica riuscì a sollevare l’asse e al suo interno vi trovò una sorta di piccola cassetta di sicurezza a forma di libro chiusa da una serratura dall’aspetto solido. Il problema ora era trovare la chiave: non aveva idea di dove fosse né tantomeno dove potesse cercarla. Mentre pensava alla soluzione per aprire la cassetta decise di dare un’occhiata all’account di posta elettronica di suo padre, nella speranza di reperire qualche informazione. Magari era andato dal suo amico che lavorava al Museo della Tradizione Giapponese che c’era a Kyoto e si era scordato di avvisarla (cosa poco plausibile, ma possibile). Purtroppo per lei, non sapeva la password, ma suo padre a volte era un uomo assai prevedibile, quindi dopo soli tre tentativi riuscì ad accedere all’account. Lesse attentamente le ultime mail che aveva inviato e ricevuto e appurò che lo scambio di mail più recente era avvenuto con due signori: uno era un certo Totosai Mizuki e  l’altro si chiamava Onigumo Atsuko. Non aveva idea di chi fossero ma voleva rintracciarli e sapere se erano in qualche modo implicati nella scomparsa di suo padre. Cercò i loro indirizzi su internet e sull’elenco ma non li trovò. Sconsolata tornò di sopra nella camera da letto e cercò tra i libri di suo padre, sperando di trovare una rubrica o un’agenda con i recapiti dei suoi conoscenti. Non c’era proprio nulla di tutto ciò: aveva trovato saggi sull’archeologia, storie di faraoni, atlanti, mappe, libri di E. A. Poe (quelli che lei, quando aveva dieci anni, prendeva di nascosto e che leggeva rintanata nello spazio angusto del piedistallo al museo, suo padre riteneva che fosse ancora troppo piccola per leggere quel tipo di storie), romanzi storici e chi più ne ha più ne metta. Niente rubriche, niente agende, nessun indirizzo. Si avvicinò all’acquario per dare da mangiare ai pesci e osservando bene, vide che tra le foglie delle piantine acquatiche era nascosta una piccola chiave. Sorrise vittoriosa e la ripescò subito, era sicura che fosse quella necessaria per aprire la cassetta: che ingegnoso il prof. Higurashi! Un nascondiglio improbabile che nessuno avrebbe immaginato! Tornò di sotto tutta baldanzosa, la inserì nella piccola serratura del finto libro…et voilà, aperta!!! Si fece i complimenti da sola per l’acume dimostrato ed esaminò il contenuto: era un piccolo taccuino sul quale erano annotati gli indirizzi di alcuni scienziati e professori che probabilmente avevano collaborato con suo padre nelle varie spedizioni. Sfogliò velocemente per vedere se erano presenti anche i nomi dei due tizi delle mail. Trovò solo l’indirizzo di Onigumo Atsuko: abitava dall’altra parte della città ma  decise che era il caso di fargli una visita. Avrebbe avvertito Inuyasha più tardi, dopo aver ottenuto qualche informazione in più. Sperò che il ragazzo non avesse raccontato nulla a Miroku, non voleva farlo preoccupare, gli avrebbe detto tutto nel momento in cui fosse riuscita a trovare un nesso logico che legasse l’assurda successione di eventi.  
- Ti troverò  a qualsiasi costo, papà…Resisti… - Kagome, decisa più che mai, prese le sue cose ed uscì di corsa da casa diretta alla dimora di Atsuko: non aveva tempo da perdere.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: The White Lotus23