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Autore: Piccola Ketty    02/03/2010    10 recensioni
E' un po' taglia vene, lo ammetto. Però a me piace molto. Ho cercato di descrivere l'amore dal mio punto di vista. Non nel senso tragico, ma nel senso che nonostante il ciclo della vita, non smette di esistere. Mai.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Un giorno una persona mi ha detto che i sogni sono le rappresentazioni di quello che la nostra anima fa..secondo te è vero?”.

“Non ne ho idea, non so che cosa faccia la mia anima quando dormo”.
“Quindi potrebbe essere vero”.
“Certo. Cosa hai sognato questa notte?”.
“Te”, i tuoi occhi neri mi fissano per interminabili secondi, prima di baciare le mie labbra.

Ti guardo negli occhi e posso ancora sentire la tua voce, nel silenzio dell’autunno.
Mi sorridi, e le mie labbra si alzano spontaneamente verso un accenno di felicità.
Ho tante cose da dirti, eppure in questo momento ho soltanto voglia di stringerti.

“Senti, secondo te. Perché io e te ci siamo incontrati?”.
“Sei così curiosa..”, mi stringi tra le tue braccia ed io mi annullo.
“Lo so, non posso farci niente. Ma ho voglia di sentire la tua voce”, alzo lo sguardo, incontrando il tuo nero e profondo.
“Vediamo..”, giochi con una ciocca dei miei capelli, pensieroso, “secondo me, è destino. Tu credi nel destino, Lily?”.
Mi lasci spiazzata. Ogni tua domanda mi lascia senza parole.
Forse è anche colpa dei tuoi occhi, così profondi che mi rendono difficile trovare una risposta pronta.
“Si. Però non sempre il destino è dalla nostra parte. Secondo me, siamo anche noi a decidere”.
“Certo, altrimenti non avremo vita propria. Però, se quel giorno tu non avessi scontrato la mia spalla, al centro commerciale. Ora non saremo qui”, avvicini il tuo viso al mio, ingabbiandolo tra le tue mani.
“Lo rifarei altre mille volte, se significasse trovarti”, ti bacio, un bacio delicato, a fior di labbra, capace di scatenare dentro di me l’inferno.
“Ed io ti guarderei negli occhi altre mille volte, per poterti baciare così”, il bacio si approfondisce, fino a quando la passione si impossessa dei nostri corpi, ed io mi lascio prendere dalle tue braccia.


“Pensa che scema, l’altro giorno, ho detto al postino di continuare a recapitare le tue lettere alla mia cassetta postale. Che scema. Ma te lo giuro, non l’ho fatto di proposito”.
Mi abbasso fino ad arrivare all’altezza del tuo viso, osservando i tuoi lineamenti.
“Senti, da quando hai quelle rughe sotto gli occhi?”, ti domando seria, e curiosa.
Eppure, come sempre, ti ostini a non parlarmi.
Non so cosa io ti abbia fatto, eppure continui a non volermi rivolgere la parola.
“Ho capito, ti sei offeso per la scorsa settimana. Quando abbiamo litigato. Guarda che io non volevo..”, sul mio viso si dipinge una smorfia di dolore, e sono sicura che tu puoi vederla, nonostante il tuo silenzio.
“Io..”, non voglio piangere, ma è difficile resistere, il dispiacere per quel giorno ce l’ho ancora dentro, “non volevo dirti quelle parole. Lo so che ora ti sei offeso, ma io non volevo Jake, te lo giuro”.
Mi asciugo una piccola lacrima che non sono riuscita a trattenere.
“Non le penso quelle cose che ti ho detto. Non le ho mai pensate, e mai le penserò”.
Chiudo gli occhi, e quella giornata come un fulmine, si ripresenta nella mia mente.

“La devi finire di dirmi sempre le stesse cose. Io non posso cambiare. Non posso dedicarti più tempo di quanto non faccia già adesso, Lily. Devi capirlo”.
Stai urlando da qualche minuto, ed io non riesco nemmeno a ricordare il motivo per il quale hai iniziato.
È San Valentino, eppure siamo così distanti.
È stata colpa mia, lo so, sono io che ti stresso sempre con le mie paranoie.
“Tu hai un’altra Jake, è vero? Tu mi dedichi meno tempo, perché lo dedichi a lei”, sputo come veleno queste parole. Ma me ne pento subito, notando la tua espressione addolorata.
“Tu. Non. Ti. Fidi. Di. Me?”, scandisci bene parola per parole, in modo che possa capirle bene.
“Si, io non mi fido di te. E questo l’ho capito ormai. Torni tardi la sera, non mi consideri per qualche giorno, e poi ritorni da me, nel mio letto, come sempre. Io non sono la tua puttana”.
Sento che la tua ira sta per scaraventarsi sul vaso accanto a te, e non devo aspettare molto.
Non colpisci il vaso, no. Colpisci me, nel cuore. Con il tuo sguardo.
Non mi tocchi nemmeno con un dito, eppure posso sentire il dolore che stai provando anche tu.
Non parli.
“Non capisci niente. Tu non capisci niente di me”, alzi una mano, in segno di resa, ed esci da questa casa.


“Jake, se avessi saputo che tu volevi farmi un regalo del genere, io..oddio..mi sento talmente tanto stupida”, poso una mano sulla mia bocca, per evitare di farti sentire i miei singhiozzi.
“Quella casa, io l’ho vista sai? Sei stato bravissimo. Tutte quelle notti a dipingere i muri come li sognavo io. Tutte quelle giornate passate a lavorare per pagare il mutuo. Jake, ti chiedo di perdonarmi. E di tornare a casa, da me”.
Da quel giorno non sei più tornato a casa.
Dovevi sbollire la rabbia, giusto.
Per questo sei scappato così, sbattendo la porta in quel modo.
“Ora devo andare però, lo sai, il piccolo Thomas richiede più attenzioni di quanto non immaginassi..”.
Ti ho parlato del bambino che porto dentro, della vita che insieme a te, sto facendo crescere.
Tuo figlio, nostro figlio.
La nostra passione è sfociata con lui, ed ora io mi sto prendendo cura di lui, come non sono riuscita a fare con te.
“Sai, ieri ha dato il primo calcio. Penso che saresti felice di poterlo sentire, insieme a me”.
Ti do un bacio, nonostante la tua freddezza, io ti amo. E non smetterò mai di farlo.
Sei tutta la mia vita.

Do un’ultima occhiata al tuo viso, prima di uscire dal cimitero.
Entro in macchina, e prego il signore di non incontrare mai, il pirata della strada che ti ha portato via quella notte del 14 febbraio.
Perché se mai lo dovessi trovare, io, Jake, vorrei soltanto la sua fine.
Così come lui ha procurato la tua, la mia.
Oggi è il 22 marzo, il giorno del nostro settimo anniversario.
Le rose che ho posato sulla tua lapide rimarranno lì, fino alla prossima settimana, quando tornerò a trovarti amore mio.
Ti amo.





E' parecchio tagliavene.
Ma vi giuro, che ci ho messo l'anima.
Scusate gli scleri, che sfogo con queste ciarbellerie.
Un bacio
Piccola Ketty
   
 
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