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Autore: Cipria    03/03/2010    7 recensioni
Spero gradiate questa pubblicazione, devo tributarne l'idea ad un ragazzo spagnolo, Andreuccio -sono certa non ne avrà a male se lo cito senza permesso, ma l'idea è sua ed è dovuta la citazione- frequentatore del forum sul quale scrivo anch'io, nella sezione dedicata alle canzoni che ci ricordano i nostri beniamini, lui qualche tempo fa postò la celeberrima aria della Tosca di Giacomo Puccini E lucean le stelle. Ecco come l'ho elaborata io, umilmente ve la mostro:
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E lucevan le stelle,

e olezzava la terra

stridea l'uscio dell'orto

e un passo sfiorava la rena.

 

Ed una miriade di stelle, punti di fuoco, lacrime degli dei lì immanenti, fissate dalla notte dei tempi, ieri hanno assistito indiscrete a due ragazzi nel fare l’Amore, lo sbocciare d’una rosa , il suggello d’una vita offerta. La terra odorosa ha accolto accocolati due corpi nuovi, nella danza più atavica dell’universo, quella che permette alle anime di sfiorarsi e plasmare l’una il corpo dell’altra, dopo l’Amore uno spicchio d’anima, una piuma che leggera plana, rimane dentro l’altro e per sempre tu diventi parte di lui, un piccolo frammento si cuce al cuore. Un tappeto d’erba arsa e riarsa dalla calura ha cullato due amanti impacciati, i pudori taciuti nascosti dal buio, scemati con l’arrivo della luce.

 

 

Entrava ella fragrante,

mi cadea fra le braccia.

 

Per la prima volta come venuto al mondo in una pelle nuova, immergevo il volto nel tenero dell’incavo del suo esile collo, meraviglia di rosa fragrante la curva di una nuca nuova ai gesti d’amore. Abbandonata tra le mie braccia ardenti di gesti arditi, e ritrattati dal pudore di un novello stupore.

 

 

Oh! dolci baci, o languide carezze,

mentr'io fremente

le belle forme disciogliea dai veli!

 

Un battito in meno… le sue labbra sulle mie, tenere, dolci dischiuse per me, non urla, non ordini sguaiati, aperte mute, tecenti di baci nuovi rivolti a me… i gesti ansiosi attesi da lustri, una mano a farsi strada come acqua tra gli intonaci d’un affresco, fretta ardente sciogliendo strisce di seta odorosa, seta come sudario d’un corpo esposto alla vista, veemenza di atti insidiosi e timidi, strategie belliche d’avanzata subito ritrattata in ritirata, in un baleno già avanzata di nuovo, e di nuovo, una marea che più volte sotto la luna ne segue le movenze.

 

Svanì per sempre il sogno mio d'amore.

L'ora è fuggita,

e muoio disperato!

 

Ieri, già, ieri… M’era parso troppo, m’era parso ardito l’esser felice, già ieri temevo la sorte avversa, ho avuto troppo tra le mani, e tutto sta per scorrere, come per gli eroi tragici più alta è  la vetta più è rovinosa la caduta, ed io come Icaro non solo ho lambito il sole con cera piumata, ho osato cingerlo, ed ecco che troppa felicità la devi pagare, ed ecco che poche ore addietro facevo l’Amore con una donna, la Mia donna, ecco che adesso un’altra invidiosa, gelosa mi reclama, mi circuisce, una donna alla quale non puoi negarti, nessuno può… Lei, la Mia, mi promette quel che sa di non dover mantenere, io fingo la convinzione, come se quel che dice fosse fattibile, come se non stessi già ballando un minuetto con l’Altra, almeno quando l’Altra m’avrà preso, Lei - la Mia- sarà convinta che non me ne sia accorto, invece lo so eccome, stiamo mentendo a vicenda, lei parla di un domani come se ce lo avessi, io le rispondo come se lo sperassi!

 

E non ho amato mai tanto la vita!

 

Mai la vita s’era rivelata tanto bella, mai avevo creduto nell’immortalità, quella che tocchi quando ami, quella che ti fa sentire vivo, perché in fondo l’Amore è eterno, sono i corpi che lo indossano a mutare, di per sé Egli è eterno -l’amore dico- amare è un modo per garantirsi l’eternità, amiamo vestendo l’amore che sopravvive ai corpi, e quindi diveniamo eterni per via dell’Amore che seguita. E sto morendo, sto lasciandola sola, almeno una cosa positiva c’è, non avrei mai potuto sopravviverle, quindi ringrazio almeno di precederla in una danza inevitabile, e sono fiero di star andandomene avendola salvata. Eros e tanathos sono proprio inscidibili, l’uno alle spalle dell’altro due volti d’una sola realtà, ed io paradigma perfetto della loro relazione intima…

Ed io muoio disperato!

                                                                                                                               Cipria

   
 
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