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Autore: soletta    03/03/2010    1 recensioni
Bella una ragazza 17enne normale, quasi invisibile agli altri. Un giorno mentre era in camera sua a rileggere uno dei suoi libri preferiti, chiuse gli occhi solo un istante e quando li riaprì si ritrovò nel 1800. Li incontrerà diverse persone che la cambieranno in meglio, ma sopratutto una che le farà capire cosa vuol dire amare e perdere ciò che ami. Ci saranno, durante la storia, tutti i personaggi della Meyer. La storia non è collegata in alcun modo con Twilight e saranno tutti dei semplici umani. La storia parla della amore tra Edward&Bella, ma premetto che non sarà un amore semplice.
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti i lettori o lettrici che hanno avuto il coraggio di leggere la mia storia! Non sono molto brava e lo so, ma spero che comunque l'idea vi piaccia. Questa è la mia prima storia e penso anche l'ultima, ma se ci sarà qualcuno in grado di farmi cambiare idea, allora sarò lieta da accontentarlo.

Se ci saranno almeno 2 recensioni vi posso promettere che aggiungerò domani stesso il secondo capitolo, visto che è già pronto.

Vorrei ringraziare una mia grande amica e grande scrittrice, che mi ha dato una mano a creare questa storia, senza di lei non ci sarei riuscita!! GRAZIE ERICA!!! Buona lettura!

P.s. Se avete consigli o se volete urlarmi contro tutto il vostro disprezzo, io ci sono.

Grazie, anche, a tutti a quelli che leggeranno senza lasciare tracce!!

 

Non tutti i sogni sono irraggiungibili, anche quelli + difficili...

 

Un bellissimo incubo che si realizza...

(1capitolo)

Sapere che sei invisibile per il mondo - un mondo troppo grande, dove ti perdi e dove nessuno ti cerca - che non sei importante per nessuno e che quelle poche non ci sono; sapere di non poter contare sugli amici nei momenti più difficili e che i tuoi giorni saranno tutti uguali, senza novità, svolte o incontri; che tutto quello che fai non importa a nessuno, ti fa sentire sola, diversa, sbagliata.
Sono una ragazza vecchia per la mia età, anche se ho solo 17 anni. Non ho amici, a parte quelli di mio padre. Vivo con lui a Forks: un paesino sperduto in culo al mondo. Renée (mia madre) se ne è andata da casa quando avevo 12 anni e si è portata via il mio fratellino Chris. Oddio quanto mi manca! I miei sono divorziati e adesso, quella che sarebbe mia madre, si è risposata con uno più giovane di 15 anni e vive con lui e Chris a Pheonix (cioè il più lontano possibile da noi). Chris adesso ha 8 anni, ma l'ultima volta che l'ho visto ne aveva 3. Io e Charlie (papà) non possiamo vederlo, perché quella bastarda di Renèe a fatto in modo, magari con l'influeanza del lavoro di Phil (il suo nuovo giovane marito), di far credere al giudice che lei, era ed è, una buona madre e che quindi un bimbo piccolo di 3 anni doveva vivere e crescere con la propria madre e che mio padre, invece, era una cattiva persona (addirittura, una volta ha detto che la picchiava, cosa che non era assolutamente vera!). Ha cercato anche di comprarmi promettendomi tutte le cose che volevo se fossi andata con lei a Pheonix, ma io ho rifiutato. Visto che avevo più di 10 anni per il giudice ero abbastanza grande da sapere con quale dei miei volevo stare e io ho scelto mio padre. Charlie c'è sempre stato sia per me che per Chris. Charlie, lui si che è un bravo genitore. Renèe, invece, non c'era mai, e se c'era, era troppo impegnata per dedicare anche 5 minuti ai propri figli. Non l'ho mai considera come mia madre, per me lei era solo una donna egoista che ero costretta a chiamare mamma. “Mia madre” non ha mai fatto niente, ma proprio niente per me: non mi ha mai accompagnata a scuola, non mi ha mai aiutato a fare i compiti o non mi ha mai chiesto semplicemente se stavo bene. Renèe era rimasta indignata dalla scelta che avevo fatto e anche il giudice, per quello che diceva mia madre, si aspettavano che scegliessi “la brava donna che aveva tirato su 2 figli mentre il marito stava tutte le sere a bere e picchiarla”. Il giudice mi aveva addirittura preso in disparte chiedendomi se Charlie mi aveva minacciato o se avevo paura che lui potesse farmi del male. Infuriata nera cominciai ad urlare come una matta dicendo che loro erano solo degli stupidi da non vedere che quella cattiva era Renèe e che mio padre era il padre migliore del mondo. Nonostante la mia scenata, per quel giudice, ero sì abbastanza grande da sapere con chi volevo stare, ma le mie parole non erano abbastanza valide in confronto a quelle di una donna adulta. La cosa buona fu che alla fine potei rimanere con mio padre, ma la mia punizione fu che ne io e ne lui potessimo vedere Chris. Mio padre vietato dalla legge, ed io da mia madre. Dopo che Chris fu portato via, la vita mia e di Charlie perse significato. Quello che rimase profondamente colpito fu mio padre, che per i primi mesi era come diventato un automa. Io, invece, dovevo farmi forte e occuparmi anche di lui. Ero piccola ma non ero stupida. Volevo tanto che Chris tornasse a casa, per questo cercavo su internet, libri o chiedevo a persone che se ne intendevano di legge, il modo per farlo tornare da noi, ma tutti e tutto mi davano un unica risposta: "Finché non avrà compiuto 16 anni lui sarà sotto la tutela esclusiva della madre". Mi rassegnai al fatto che fra qualche anno lui sarebbe potuto venire a trovarci, anche solo per conoscerci (sempre se Renèe non gli aveva fatto credere che noi non esistessimo). In quel caso, quando sarebbe arrivato il sedicesimo compleanno di mio fratello, io e mio padre saremmo andati davanti a casa sua, anche contro quella arpia di Renèe e contro la legge. Adesso sono passati 5 anni e mio padre dopo quei mesi si è ripreso ed è tornato ad essere una persona. Io, beh io sono quella che sono, una ragazza vecchia. Non esco quasi mai, se non per fare la spesa, andare a scuola, andare in biblioteca o in libreria. Amo leggere, soprattutto i classici, loro sono il mio mondo, fatto di storie d'amore antiquate ai giorni nostri e impossibili. Passo tutto il mio tempo a leggere, tranne quando devo studiare. Non sono molto brava a scuola, nella media. Non ho mai aspirato in alto e non lo farò mai, perché non mi piace essere al centro dell'attenzione. Leggere mi porta in mondi diversi dal nostro, in mondi in cui l'amore veniva scritto in poesie lunghissime, invece adesso bastano tre lettere per dire tutto l'affetto per una persona: TVB. Tutte le volte che leggo e rileggo una storia d'amore mi immedesimo nei personaggi e immagino di essere, finalmente, felice e di vivere per sempre così. Anche adesso, erotutta sola in camera mia a rileggere Orgoglio&Pregiudizio per la decima volta, seduta sul letto a immaginare come potrei reagire io al posto di Lizzy, quando Mr.Darcy le dichiara il suo amore.
Chiudo gli occhi solo un secondo, il tempo per far riposare le palpebre ed aprirle. Quando riesco a capire cos'è appena successo l'unica cosa che riesco a fare è quella di mettermi la mano tra i miei lunghi capelli castani. Lo faccio sempre quando sono nervosa, è un modo per scaricare la tensione. Mi trovavo in piedi tra le strade di Forks, ma diverse da come ero abituata, confusa e disorientata, e non sapevo cosa stava succedendo. Vedevo la gente passarmi di fianco e guardarmi nello stesso modo in cui io guardavo loro, ma a differenza di me, loro mi salutavano cordialmente o mi dedicavano anche solo un sorriso.

Tutto mi era così familiare che pensavo di sognare come facevo spesso. Quello che era davanti ai miei occhi non poteva essere reale, al contrario doveva essere uno dei miei tanti sogni ad occhi aperti.

Non volevo guardare e per questo chiusi gli occhi, non volevo credere a tutto ciò e per questo svuotai la mente, volevo tornare alla mia vita monotona e allora aprì nuovamente gli occhi, ma tutti i miei sforzi furono vanificati. Mi trovavo dentro al mio peggiore incubo e, allo stesso tempo, al mio più grande sogno. Non sapevo se essere felice o se piangere disperata.

Decisi di scappare da questa illusione, non volevo che una volta tornata alla realtà avrei sofferto ancora di più, sapendo che avevo sprecato un altra occasione per essere felice.

Ma la fortuna non mi accompagnò nemmeno questa volta, inciampai nei miei stessi piedi, perdendo l'equilibro ma, invece di cadere rovinosamente a terra, mi ritrovai tra le braccia di un uomo.

Un ragazzo mi teneva tra le sue braccia, anche se ormai il pericolo era scampato; era bellissimo e mi sorrideva, di un sorriso sincero. La cosa che mi attirò subito furono suoi magnifici occhi verdi smeraldo. Poi guardandolo bene vidi che portava scompigliati una chioma di capelli biondicci, sull'oro e il ramato.

Non volevo staccarmi da lui, in un certo senso tra quello braccia mi sentivo al sicuro, protetta da tutto e da tutti; ma i passanti ci stavano osservando e non mi andava di attirare troppo l'attenzione, per questo mi distanziai, a malincuore, da lui.

<Grazie per avermi salvato, comunque non si doveva scomodare per aiutarmi> solo rivolgergli la parola mi imbarazzava, sentì il sangue fluirmi su per le guance e mi sentì ancora più imbarazzata al pensiero di essere diventata rossa in viso.
<Non mi pento di quello che ho fatto, se fossi rimasto a guardare e non vi avessi aiutato mi sarei sentito tremendamente in colpa e avrei cercato in tutti i modi di farmi perdonare> era stato molto gentile ma, improvvisamente, la realtà mi saltò addosso e sentivo che le lacrime sarebbero uscite a momenti, per questo sussurrai un flebile “grazie e arrivederci” e mi incamminai velocemente verso una meta lontana da lui. Nonostante questo fui fermata da una sua mano che, tenendo stretto il mio braccio, mi impediva di scappare; il ragazzo mi tirò a se facendomi sbattere contro il suo grande petto.

Alzai il viso e due occhi verdi smeraldi mi fissavano, come se volessero entrarmi dentro. Anche se non lo conoscevo minimamente sapevo che di lui potevo fidarmi e per questo non feci niente per oppormi a quella situazione.

Mi aveva salvato di nuovo, stavolta non da un male fisico, ma da un qualcosa dentro l'anima, che fa molto più male ed è più difficile da curare.

<Io sono Edward, Edward Cullen...voi??> sempre con quel suo maledetto sorriso stampato in faccia, maledetto perché mi impediva per qualche secondo di ragionare normalmente o mi faceva fare pensieri un po sconci. Avevo pur sempre 17 anni e essere tra le braccia di un ragazzo bellissimo era una cosa alquanto strana per me, per questo riuscire a ragionare correttamente era assai difficile.

Non ero mai stata innamorata, avevo avuto qualche cottarella si, ma non ero mai stata così presa da sentire le farfalle nello stomaco quando lo vedevo, o pensare costantemente a lui, e tutte quelle cosa da innamorati.

Non sapevo cosa voleva dire amare qualcuno e sentirsi amato. Tutto quello che sapevo lo leggevo nei libri, nei romanzi d'amore, ma sono sempre stata dell'idea che amare e leggere sull'amore sia due cose totalmente diverse.

Edward mi guardava in modo buffo e non ne capivo il motivo, poi ricordai che mi aveva posto una domanda e io non avevo ancora risposto, anzi, ero stata li imbambolata a guardarlo e fare i miei discorsi mentali.

Mi ricomposi subito e gli dissi: <Io..Io..Sono..Io sono Bella Swan..Cioè Isabella Swan..Ma prefe-risco..Esssere chiamata Bella!!>

Proprio adesso ti devi mettere a balbettare, proprio davanti lui?!?!? Stupida, stupida, stupida Bella!! Non ne combini una giusta!!”

Eh già, un mio altro difetto tra i tanti è balbettare e mi capita sempre quando mi trovo in situazioni imbarazzanti, come adesso.

Ciliegina sulla torta PARLO PURE CON ME STESSA!!

E come al solito diventai immediatamente rossa come un peperone, ma lui assisteva alla scena sempre con quel sorriso sghembo, che avrebbe fatto svenire pure una nonnetta, e rideva, si rideva di me e della mia goffaggine, della mia stupidità, e della mia insanità mentale, se avesse saputo che parlavo da sola!!!

Ero un caso disperato e lo sapevo bene.

Era per questo motivo che non volevo avere amici, e per questo scappavo da chiunque si avvicinasse a me, perché non volevo soffrire quando anche queste persone mi avrebbero lasciato sola.

Ero solo una stupida a credere che lui era diverso, non potevo caderci di nuovo come una sciocca, no stavolta dovevo farcela e se per farcela sarei rimasta sola per sempre, beh come dice il proverbio:“meglio soli che male accompagnati” ...anche se Edward non sembrava cattivo... “Smettila Bella!! Apri gli occhi tu non sei nessuno per lui e per tutti gli altri, tu non vali niente!!! Vivi da sola che si sta meglio, se ti fidi troppo dopo soffri perché nessuno è disposto ad amarti, lo sai!! Perché sei così masochista!?!?!?”

La realtà fa male, ma è meglio così.

 

Calde lacrime scendevano di volontà propria dai miei occhi, Edward che all'inizio era divertito dalla scena, dopo aver visto il mio cambio di umore e infine le gocce salate scendere lentamente dal mio viso, mi abbracciò stretta a se, come se da un momento all'altro potessi scomparire dal nulla.

<Bella calma ci sono io, calma non ti lascerò da sola, te lo prometto!! Adesso che ti ho trovata non voglio lasciarti mai più, almeno fin ché tu non ti sarai stufata di me!!> E mi guardò solo come sapeva fare lui, entrandomi dentro.

< Grazie... senza di te non saprei cosa fare...>

 

  
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