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Autore: Shahrazad    03/03/2010    4 recensioni
Anche Bella ha diritto ad un addio al nubilato. Ma Edward ne sarebbe contento?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bella

Faceva troppo caldo, quella sera di agosto a Forks.
Avevo cucinato per Charlie, discusso per l'ennesima volta delle persone da invitare al matrimonio, per me erano sempre troppe, e sparecchiato poco prima che si facessero le nove.
L'umidità rendeva l'aria quasi irrespirabile, e non ero del tutto certa di riuscire ad addormentarmi.
Ma sapevo benissimo che la reale motivazione non era quella.
Edward, il mio freddo miracolo, fidanzato nonchè, presto, futuro marito non era a vegliare sul mio sonno.
Era a caccia, a Gotan Rock, con i suoi fratelli. Non voleva lasciarmi, avevo combattuto con tutte le mie forze purchè si cibasse, da giorni ormai i suoi occhi erano più neri e le sue occhiaie più profonde. Che senso aveva ridursi in quello stato?
E poi, quella era una sorta di caccia prematrimoniale. Jasper ed Emmet l'avevano pure chiamata "Addio al celibato".
Non c'era nessun streep-club per i ragazzi Cullen, nessuna ballerina dentro la torta. Solo qualche cervo, e se andava bene un puma.
E la cosa invece che suonarmi macabra, mi compiaceva segretamente.
Adesso però che il tempo non sembrava trascorrere, che non facevo che rigirarmi tra le lenzuola fresche per cercare refrigerio, quasi mi pentivo di avercelo spinto.
Una notte.
In fin dei conti sarebbe stato solo una notte lontano da me. Domani, al mio risveglio, l'avrei trovato magicamente steso nel mio letto con il suo solito sorriso sghembo.
Ma quanto potevano essere duri i minuti, le ore, persino i secondi lontani dalla tua anima gemella?
Ed io lo sapevo bene, cosa significasse stare senza di lui. Scossi la testa, era meglio non gettare legna da ardere alle vecchie ferite.
Mi sedetti sulla scrivania e accesi il computer ronzante. Scaricai la posta alla ricerca di qualche e-mail che richiedesse una lunga e dettagliata risposta, in modo da ingannare il tempo.
Ma nulla, solo spam, e fastidiose e tediose congratulazioni dai siti dei college in cui ero stata accettata.
Mancava appena un giorno al matrimonio. Rabbrividii, con quella parola ancora avrei dovuto farci in conti.
Mi sembrava di vivere in una campana di vetro, dove io vedevo tutti quanti affannarsi per rendere quel giorno il più bello ed emozionante della mia vita, mentre io me ne stavo a guardarli da dentro, ero al sicuro.
A conti fatti l'unico obiettivo che mi ero prefissata da sola, era che quella data sarebbe coincisa con la mia liberazione.
Finalmente, dopo che Edward avrebbe tenuto fede alla sua promessa, mi avrebbe cambiato. Sarei stata libera di vivere accanto a lui, senza nessun ostacolo, senza il timore di incappare in qualche disgrazia imminente.
Staccai il pc, trascinandomi come un vero e proprio zombie con un vecchio plaid verso la sedia a dondolo. La sua.
Forse seduta lì, cullata dai ricordi e dal suo odore, sarei riuscita ad addormentarmi.
Ero quasi in dormiveglia quando una figura scura e gigantesca comparve alla mia finestra. Non che non fossi abituata a vedere qualcuno arrampicato sul mio davanzale, ma quella sera, dato che i Cullen non c'erano, non aspettavo visite.
Sbarrai gli occhi e per poco non cacciai un urlo degno di uno di quei splatter di serie b.
Mi fiondai a controllare che gli infissi fossero chiusi, quando vidi il sorriso del mio amico Jake illuminare la penombra
quasi fosse il sole.
-Jacob!- squittì come la protagonista di un melodramma.
Aprii la finestra per avventarmi sul suo collo stritolandolo, come se ne fossi capace.
Sentii sui capelli il suo sorriso aprirsi ancora di più -Se sapevo che mi avresti accolto in questo modo sarei tornato prima-
Con le lacrime agli occhi gli diedi una manata sul collo, ma scoppiò a ridere in maniera liberatoria.
Sembrava essersi tolto un grosso peso. Magari pensava che al suo ritorno non avrebbe ritrovato la solita Bella.
Scavalcò la finestra e si sedette sul letto, lo seguii estasiata che fosse di nuovo qui, accanto a me, e perfettamente intero.
-Sei stato da tuo padre? Lo hai fatto stare così in pena. Non fare mai più una cosa del genere!-
-Calmati Bells.. non ero partito mica per la guerra. E, sì, sono già stato da mio padre- mi rispose con il suo solito sguardo baldanzoso -avevo solo bisogno di riordinare le idee, non dovevate preoccuparvi per me. So badare alla mia pellaccia-
-Questo non lo mettevo in dubbio-
Il ricordo dell'ultima lotta contro i neonati affiorò nella mia mente riaprendo tremende voragini. Degludii al pensiero di come fossi stata preoccupata per la sua salute, di quanto non avessi mai voluto che combattesse per salvare me.
-Dove sei stato?-
-In giro qui e la. In nessuna parte precisamente- si guardò attorno affilando lo sguardo -ehi ma il tuo mostro preferito come mai non c'è?-
Aggrottai la fronte e sbuffai -Jacob-
Jake alzò le braccia per scusarsi -Okay, okay pace- si distese del tutto, e io lo seguii appollaiandomi sul suo torace muscoloso.
Rimasimo in silenzio.
-E' al suo addio al celibato-
Sghignazzò incapace di contenere ancora il suo sarcasmo -Magari sgozzerà una ballerina di lap dance-
Grugnii -Molto divertente-
Cominciò ad accarezzarmi i capelli dietro le orecchie, ero felice. Serena e soddisfatta che lui fosse lì, a casa mia, sano e salvo.
Sapevo che era ingiusto, avevo già avuto la mia porzione di felicità per quel giorno. Edward voleva ancora me, stava per sposare me.
Ma non riuscivo a rinnegare la sensazione di benessere che provavo quando sapevo che anche Jacob stava bene.
-Ti è sembrata una mossa leale?- alitò, il suo fiato caldo m'investì la guancia.
-Quale?-
-Mandarmi la vostra partecipazione di nozze..- scosse la testa -e poi ero io quello a giocare sporco-
Mi alzai di scatto a sedere, ma lui rimase ancora placidamente sui miei cuscini -Edward è l'uomo più leale che io abbia conosciuto- tuonai ostinata.
Zittì le mie parole puntandomi un dito sulle labbra -Errore bambina, lui non è un uomo- poi catturò una mia mano e alzandosi anche lui a sedere se la portò sul petto, proprio vicino al cuore.
Sentivo il suo battito accellerare, forse per la nostra vicinanza -Io invece lo sono-
Ci guardammo intensamente negli occhi per un tempo indefinito, poi non so come tirai via la mano e decisi, saggiamente, di andarmi a sedere sulla sedia della scrivania.
Jake scrutava torvo ogni mia mossa dal letto. Non avevo ancora parlato.
Poi il suo volto improvvisamente s'illuminò, ebbi la sensazione di essermi persa qualcosa.
-Ti sembra giusto che lui abbia il suo addio al celibato e tu no?-
Rimasi a bocca aperta, questa proprio non me l'aspettavo.
-Cosa mi stai proponendo Jake?-
  
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