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Autore: IwantToBeLikeSomeoneElse    03/03/2010    1 recensioni
"Tu stai ai miei ordini!"
Mello era fuori di sè,non sopportava quel modo di fare ribbelle da parte della ragazza
"Sei solo un'ingrata"
Mave guardò il ragazzo negli occhi
"Io non ti appartengo"
Un ringhio risuonò nell'aria
"Tu sei mia e con te faccio quello che voglio!"
Mello prese Mave per il colletto della camicia facendola sussultare
"Chi è il tuo padrone?"
"Non lo dirò mai"
Il ragazzo strinse violentemente il braccio di Mave
"Chi è il tuo padrone?"
L'esile fisico della ragazza venne violentemente urtato dalla forza di Mello
"Ti prego smettila,mi stai facendo male"
"Rispondi allora"
Mave era esausta,non sopportava più tutto quel dolore
"Tu sei il mio padrone"
Mello mollò la presa
"Lo so dolcezza"
 
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, Mello, Near
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Era una calda giornata estiva a New York,forse la più calda dell’anno.
I raggi del sole illuminavano tutta la città,non c’era nemmeno una zona d’ombra.
I suoi amici erano usciti a godersi quella giornata estiva,ma lei era costretta a stare chiusa in casa con suo padre.
Aveva paura di quei raggi,fin da piccola era costretta a passare le sue giornate nel buio della sua stanza per via dei suoi occhi così delicati.
Sua madre la chiamava amorevolmente la sua piccola vampira,come i vampiri non poteva uscire con il sole.
Mave era una ragazza davvero singolare,di una bellezza particolare.
Sembrava una bambolina di porcellana,la sua pelle era bianca come la neve e perfettamente liscia,i capelli erano lunghi e neri ed un ciuffo le copriva sempre un occhio.
Mave aveva degli occhi meravigliosi,unici al mondo.
Erano bianchi,completamente bianchi se non fosse stato per pagliuzze celesti non visibili normalmente
Quegli occhi così rari erano in un certo senso un problema,era costretta a coprirli con ogni mezzo,ciocche ribelli,frange esagerate,occhiali da sole e foulard di seta.
Quelli erano gli occhi di suo padre,che era albino.
Per sua fortuna Mave non soffriva di albinismo completo,ma solamente di albinismo oculare.
Quel giorno decise di uscire dalla sua stanza visto che il sole non c’era più,pioveva ed il cielo era grigio.
Prese la sua tracolla,il suo I-pod ,i fedeli occhiali da sole ed uscì.
Pioveva ma non le importava,un po’ d’acqua non le avrebbe fatto male.
Visto che non usciva di casa da molto tempo si soffermò ad osservare il paesaggio della sua città Natale.
Non c’era nulla di diverso dal solito,turisti con macchinette fotografiche,bambini che giocavano al Central Park,skaters vari…come sempre.
Improvvisamente si fermò.
Un ragazzo dai capelli dorati e con dei grandi occhi azzurri si voltò verso di lei,era davvero bellissimo.
I loro sguardi si incontrarono,il cuore della ragazza si fermò.
“Mello vieni subito qui!”
Il ragazzo corse via,Mave era ancora ferma a fissare lo spazio che prima occupava quel misterioso biondino,era come sotto l’effetto di qualche incantesimo.
Un raggio di sole le illuminò il viso,urlò per il forte bruciore che provava all’occhio destro.
Un po’ turbata da quell’incontro decise che avrebbe fatto ritorno a casa.
Tornata a quell’appartamento situato vicino alla Fifth Avenue Mave ebbe uno strano presentimento,ma ignorò quella sensazione giustificandola con lo stupore provato prima.
“Papà,sono a casa”
Nessuno le rispose,forse suo padre stava dormendo oppure era troppo impegnato a scrivere il suo romanzo.
La ragazza salì di corsa le scale ed aprì la porta dello studio di suo padre.
 Quello che trovò le fece cadere le chiavi di mano.
Era tutto sotto sopra,i libri ovunque,le tende erano state strappate ed un cellulare era sul pavimento.
Quel cellulare non era ne suo ne del suo papà così Mave lo raccolse,sulla schermata principale appariva un indirizzo
“San Fernando valley  43street”
Doveva andare a cercare lì suo padre,ne era sicura.
 Era l’unico indizio presente nella stanza,non era affatto un caso.
Improvvisamente un pensiero ovvio le venne in mente:
Chi mai poteva rapire uno scrittore albino di libri dell’orrore?
Aveva un po’ di notorietà tra gli amanti del genere,ma nulla a livello nazionale.
Forse qualche squilibrato che non aveva digerito la morte di qualche personaggio,come per Mark Chapman che uccise Lennon perché aveva lasciato i Beatles.
Cercò di levarsi quel pensiero dalla testa,se fosse andata così suo padre era già bello che andato.
Preso il cellulare uscì di casa e chiamò un taxi,il viaggio le sarebbe costato minimo 300$ ma il costo era l’ultimo dei problemi.
“Dove è diretta signorina?”
Prese quel cellulare a lei sconosciuto e lesse l’indirizzo
“San Fernado valley,43street…in California”
Il tassista controbatte affermando che ci sarebbero volute minimo sei ore
“Tenga,è un anticipo”
Mave gli offri 100$,era l’unico modo per farlo stare zitto.
Non sapeva cosa fosse accaduto a suo padre, che era l’unica persona che l’abbia mai amata fino ad allora.
Era l’unica persona che si fosse minimamente interessata a lei,non riusciva nemmeno ad immaginare una vita senza di lui.
“Signorina,siamo arrivati”
Un po’ sorpresa di essere già a destinazione rispose di malavoglia
“Grazie,il viaggio è stato davvero piacevole”
Naturalmente stava mentendo.
Scese dall’auto lentamente,facendo attenzione a non sporcarsi il vestitino di pizzo nero.
Non sapeva dove andare,così un po’ per istinto un po’ per intuito si diresse verso un vecchio e squallido palazzo isolato dal resto della città.
Entrò in punta di piedi allo scopo di non farsi sentire,ma non servì a nulla.
“E questa chi è?Roba tua Felix?”
Un uomo robusto la guardò con uno sguardo inquisitore,per poi rivolgersi a qualcuno che lei non poteva vedere
“Chi è la bambolina?”
Un ragazzo si affacciò oltre la spalla del tipo palestrato.
Mave non poteva credere ai suoi occhi
“Non lo so,non l’ho mai vista prima d’ora”
Era il ragazzo che aveva incontrato a New York,Mello.
“Posso tenerla io?Ne avrò cura…”
Un bizzarro ragazzo sbucò da dietro il biondo,doveva essere l’idiota della situazione.
“Ma sei impazzito?E se fosse una spia?
Il ragazzo morse di malavoglia una baretta di cioccolato
“No,troppo appariscente.Ma sarà meglio eliminarla,non si sa mai”
Il cuore della ragazza si fermò,aveva paura,tanta paura
"Vi prego non uccidetemi,non ho fatto nulla di male!"
Tutti la ignorarono,come se non avesse aperto bocca
"Sentiamo...e perchè mai dovremmo risparmiarti?"
"Io non sono una spia,non sò chi siete...volevo solo vedere se mio padre era qui"
Il biondo si alzò di scatto e prese Mave per il colletto del vestito
"Ma davvero?Così sei una parente dell'albino?"
La ragazza emise un gemito di dolore
"Lasciami,mi stai facendo male"
Il ragazzo sorrise divertito e avvicinò il suo viso a quello di Mave
"Tu stai ai miei ordini,sono io che decido cosa fare di te"
 Cercò di ribbellarsi ma ottenne solo una pistola alla tempia
"Se opporrerai resistenza non esiterò a farti fuori"
Il ragazzo allentò improvvisamente la presa facendo cadere Mave al suolo.
Era terrorizzata,chi era quel tipo e cosa voleva da lei e da suo padre?
"Bambolina tuo padre è uno scrittore?"
Mave stremata si voltò verso il biondino
"S-Si"
Mello ammiccò fintamente dispiaciuto
"Peccato,adesso che è cieco al massimo potrà fare il lavapiatti"
La ragazza rispose con acidità e disprezzo
"Bastardo"
Calò il silenzio nella stanza
"Questo non dovevi dirlo"
Mello si avvicinò a Mave
"Mi dispiace,non volevo ucciderti.
Dopotutto sei così carina,potevo divertirmi con te"
La ragazza si irrigidì,sapeva cosa sarebbe successo.
Il freddo metallo di quell'arma le carezzò il viso diafano.
Prima di morire guardò il volto del suo assassino.
Era così dannatamente bello,ma sarebbe stato lui a mettere la parola fine alla sua breve esistenza.
Sul volto del ragazzo spuntò un espressione sorpresa.
Prese il volto di Mave tra le mani,si soffermò sui suoi occhi.
Non capiva,perchè non le sparava?
Cosa stava aspettando?
Lasciò che il corpo di quella ragazza così fragile cadesse a terra,senza badare ad eventuali urti.
L'aveva risparmiata.
Qualunque persona si sarebbe chiesta il perchè di ciò,ma lei non era come gli altri.
Le bastava sapere che era salva,per ora.
"Grazie"
Il biondino rispose infastidito
"Non ringraziarmi,sono io che decido cosa fare di te"
Dopo quella frase Mello uscì dalla stanza.
Mave chiuse gli occhi esausta,quello che era accaduto quel giorno era troppo per una ragazzina di 14 anni,davvero troppo.

 


                                   


 

  
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