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Autore: redseapearl    04/03/2010    8 recensioni
Un insolito luogo dove recarsi il giorno prima del fatale rapimento di Takada. Perchè Mello ha deciso di andare proprio lì e soprattutto perchè proprio oggi? POV Matt [MxM]
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sacro e Profano


Secondo Mello, riposare placidamente adagiati su un letto, anche se non è il più comodo, pulito e profumato del mondo, è uno spreco di tempo che si potrebbe impiegare, in alternativa, a fare qualcos'altro, ma per me è un ottimo modo di rilassarsi, dopo i videogiochi e le sigarette, ovviamente. Se solo Mello la smettesse di camminare avanti e indietro per la casa, disturbandomi con il rumore delle scarpe che battono pesantemente per terra, sarebbe ancora meglio!
"Matt, usciamo!" usciamo? E perchè mai dovremmo uscire? Eppure lo sa quanto odio gli spazi aperti!
"Sto bene qui" rispondo svogliatamente, girandomi tra le lenzuola e affondando il viso nel cuscino. Peccato che dimenticavo che a Mello non piacciono gli ammutinati e senza il minimo rispetto, tira via le coperte, esponendomi al freddo invernale nipponico.
Ma perchè non mi lascia in pace? Ho sempre fatto quello che mi chiedeva e in modo assolutamente perfetto; anche domani che dobbiamo mettere in atto il rapimento di Takada, non ho alzato la minima protesta! E' rischioso, pericoloso e le probabilità di morire sono alte ma tutto quello che voglio è restare in pace con me stesso e godermi quest'ultimo giorno facendo quello che più mi piace!
E invece lui... lasciamo perdere! E' meglio! Litigare è inutile e controproducente: lo preferisco calmo, così è anche più avvicinabile.
Pigramente mi alzo da quello che mi sembra il giaciglio più accogliente dell'universo; qualche minuto per prepararmi e usciamo insieme dopo tanto di quel tempo che non riesco a quantificare!
Perchè proprio oggi?


Stranamente è molto silenzioso; mi domando dove stiamo andando. Sono circa venti minuti che camminiamo apparentemente senza meta: come faccio a saperlo nonostante non ho l'orologio? E' semplice!
Calcolo il tempo in base alle sigarette che fumo: quando sono impaziente o annoiato, ne fumo una ogni otto minuti, fin quando il periodo di noia o impazienza non passa; per fumarla impiego due minuti; ne ho fumate già due, quindi sono passati venti minuti, anzi ventuno per la precisione!
Mello si ferma di colpo, volgendo lo sguardo verso l'alto. Indirizzo gli occhi nella stessa direzione e ciò che vedo mi lascia basito: una chiesa!
Non vorrà entrare dentro a pregare? Va bene che porta anche un rosario appeso al collo ma non avrei mai sospettato che lui fosse così credente. A quanto pare le mie ipotesi si dimostrano vere e senza dirmi nulla sale la scalinata della suddetta chiesa, lasciandomi qualche passo indietro.
Probabilmente c'è sotto qualcos'altro, magari c'è un passaggio segreto che porta ad un nascondiglio pieno di armi, soldi o qualcosa di derivante dalle sue attività illecite. Quale posto migliore di una chiesa per nascondere oggetti così compromettenti?
Probabilmente è così e sicuramente ha bisgono di un paio di braccia in più per prendere tutto ciò che gli serve.
Oltrepasso la grande porta di legno dell'entrata e subito mi sembra di entrare in un mondo parallelo, ovattato nel silenzio più sacro e impregnato dell'odore dell'incenso... incenso... fumo... ho voglia di un'altra sigaretta, merda!
Mello è davanti l'acquasantiera mentre intinge due dita della mano destra, privata del nero guanto di pelle, e si appresta a fare il segno della croce. Mi avvicino a grandi passi sino ad affiancarlo e ciò che vedo non mi evoca certo pensieri casti e religiosi: finito di fare il saluto cristiano, per asciugarsi le dita inumidite le porta alla bocca, succhiandone via l'acqua in eccesso rimasta intrappolata nelle pieghe dei polpastrelli. Un gesto lento e apparentemente distratto, accompagnato dal rumore umido delle labbra che si schiudono accogliendo le due falangi, suggendole per un solo secondo prima di uscirle con un silenzioso schiocco della bocca.
Ma lui ha idea di quanto sa essere sensuale certe volte e soprattutto di cosa scatenano in me certi gesti?
Ho bisogno di una sigaretta e me ne frego se sono in chiesa, tanto ci sono solo due vecchiette sedute ai primi banchi pregando un Dio che dubito fortemente che esista.
Il rumore dell'accendino ridesta Mello dai suoi pensieri che mi scruta severo, come il più blasfemo dei peccatori, con il suo sguardo agghiacciante.
"Matt! Siamo in chiesa, un po' di rispetto, cazzo!" ha appena bestemmiato in chiesa e parla a me di rispetto? Tipico ragionamento di chi si pone sopra le regole, cosa che ha sempre fatto e che sempre farà!
Già, farà... ironico uso del futuro, se mai ci sarà un futuro per noi...
Fa qualche passo verso i banchi di legno scuro e prima che lo segua, spengo la sigaretta nell'acqua santa con un silenzioso sibilo, non prima però di aver bagnato anche io due dita nel liquido benedetto.
Dopotutto il saluto quando si entra in una casa è una regola fondamentale della buona educazione.
Come ha fatto lui prima, per pulire le dita, lecco via l'acqua dalle punte, anche se non c'è nessuno a guardarmi in modo languido e soprattutto, consapevole di non essere sensuale come Mello.
Da piccolo credevo che l'acqua consacrata fosse un fluido diverso da qualunque altro e che fosse velenoso, per questo nessuno la beveva, ma ora, sebbene so perfettamente che è della comunissima acqua, sento solo il sapore di acqua e pietra: non c'è nessun gusto sacro, solo questi due e niente di più.
Mi siedo accanto a Mello che continua a guardare il grande Cristo crocifisso appeso sopra l'altare, i suoi occhi sono vacui, chissà cosa pensa... guardo anch'io davanti a me, nella vana speranza che mi colgano i suoi stessi pensieri, ma ovviamente non accade nulla. Tutto ciò che vedo sono simboli cristiani che dovrebbero rappresentare amore, sacralità, conforto ma in me non suscitano nulla.
Questi posti mi fanno pensare a quelle musiche apocalittiche da videogiochi fantasy!
"Mello, mi spaventi così! Che stiamo facendo qui?" non mi curo di usare un tono di voce basso, ma parlo in modo normale, udendo la mia voce rimbombare sulle pareti. Come immaginarsi, una delle vecchie sedute davanti si gira per guardarmi con il tipico sguardo di chi dice 'I giovani di oggi non hanno più rispetto'!
Le rivolgo un bel sorriso, facendole capire quanto poco mi importi dei suoi giudizi.
"Non farmi ripetere le cose: abbi rispetto!" bisbiglia silenzioso, ma il tono di voce irato fa sembrare la frase un sibilo serpentino. Lo assecondo, abbassando il volume della mia voce.
"Rispetto per cosa? Qui dentro non c'è niente!"
"Rispetto per me che ho scelto di venire qui" si gira guardandomi intensamente. I suoi occhi cianonici sono così belli, così chiari, così forti: farei di tutto per vedere un lampo di gioia in quelle fonti di tristezza e durezza.
E' per questo che sto rischiando la vita.
Voglio aiutarlo a battere Near, perchè so che questo gli porterà felicità e soprattutto spazzerà via Kira da questo mondo noioso e dalle nostre vite, permettendoci di vivere sereni anche se conoscendo Mello, so che una tale tranquillità non durerà a lungo.
Lui è troppo attivo e non sa stare senza fare nulla ad oziare: sicuramente mi coinvolgerà in qualche folle progetto ed io vi parteciperò lieto per stargli accanto.
"Non credevo che tu avessi tutta questa fede" dico sottovoce, distogliendo gli occhi dai suoi che continuano a fissarmi, scrutandomi anche l'anima per leggere i miei pensieri.
"Ho una grande fede in me"
"E allora cosa ci facciamo qui? Preghiamo affinchè il nostro piano abbia successo?" potevamo restare a casa, magari abbracciati sul letto, anche senza fare l'amore ma solo sentendo l'uno il respiro dell'altro.
Ti piace quando il mio respiro caldo ti solletica la nuca, vero Mello? Ti culla dolcemente, specie dopo che siamo stati insieme e scivoli nel sonno senza incubi, mentre il mio respiro scaccia via come un uragano ogni pensiero su Near o Kira; ogni cosa che turba la tua vita.
"Il piano avrà senz'altro successo..." sempre sicuro di sè "... però non ero mai stato in chiesa, una vera chiesa e non quella piccola cappella alla Wammy's House!" curioso scegliere oggi come data per visitare una chiesa.
Perchè proprio oggi?
Hai paura Mello? Sì, ne hai! Te lo leggo negli occhi: cosa devi fare? Mi hai solo spiegato ciò che io devo fare, cioè distrarre le guardie di Takada, permettendoti di rapirla; e poi? Perchè non vuoi dirmelo?
Hai il timore che io possa rifiutarmi di aiutarti se sapessi che correrai un rischio mortale? Credi che sia stupido e non l'abbia capito? Mi sottovaluti, Mello! Eppure mi hai scelto per aiutarti: dovrò pur valere qualcosa!
Ho capito che tra di noi, colui che va contro il pericolo più grande sei tu ed effettivamente sono un grande stronzo se, nonostante sappia tutto questo, te lo lascio fare. Dovrei fermarti, aiutarti a pensare un altro piano più sicuro, ma non lo farò, perchè tu non cambierai idea, ti conosco troppo bene.
Non vorrai ascolarmi e ti ostinerai a compiere i tuoi progetti perchè tu li hai elaborati e quindi sono infallibili.
Per questo hai scelto me, non è vero? Perchè sapevi che non mi sarei tirato indietro e ti avrei seguito fino alla fine: che bastardo che sei!
"Io non ho fede in Lui..." indico il volto di Gesù sofferente che ci guarda dalla sua croce "... ma ho fede in te e non mi servono chiese o altri luoghi al di fuori del nostro appartamento per dimostrartelo" sorrido per dargli un po' di calore. Non voglio ringraziamenti o cose simili, non sarebbe da lui: basta che lui sappia che io ci sono, qui al suo fianco. Mi accontento di poco in fondo!
"Andiamo a casa" dice parlando con un volume di voce normale e quindi stonato in questo luogo di pace e tranquillità "Questo posto mi ha depresso abbastanza per oggi!" e senza badare alle occhiatacce delle due vecchie dinanzi a noi, si dirige a passo sostenuto verso l'uscita.
Io le guardo divertito, notando quanto sono sconvolte e batto il piede contro l'angolo della panca: non ci mette molto il dolore ad arrivare alla mia bocca.
"Porca puttana!" e una risata divertita, immaginandomi le facce delle due, mi fa accantonare il malore per un attimo.
Seguendo Mello, noto la sigaretta spenta con la punta annerita, galleggiare nell'acqua santa come un pezzo di legno staccatosi da una nave distrutta.
Un piccolo segno del nostro passaggio in questo posto!


Tornati a casa, Mello fa qualcosa di inaspettato: si butta sul letto, abbandonandosi completamente su quel materasso che ha sempre bestemmiato per il tempo che io trascorrevo sopra senza fare altro che giocare ai videogiochi.
Invitante!
Però non è il momento per farsi venire certi pensieri, tuttavia la sua voce mi chiama inaspettata.
"Matt" mi avvicino e qualcos'altro di insolito succede: si siede e prendendomi per la maglia mi avvicina a sè baciandomi dolcemente sulle labbra. Se prima abbiamo bevuto qualche goccia di acqua benedetta, consacrando le nostre bocche, di sicuro ora le abbiamo profanate, proprio come quella chiesa con tutte le bestemmie e la sigaretta nell'acqua.
Confesso che mi spaventa questo! Non hai mai fatto così, Mello!
Perchè proprio oggi?
Sei così sicuro che non ci sia un domani per noi e vuoi concederti oggi tutto ciò che non hai mai fatto in vita tua? Smettila! Come puoi pensare di sopravvivere se non ci credi abbastanza? Ti stai rassegnando?
No! Sei consapevole e ti va bene così, senza curarti di sapere cosa importa a me.
"Non avere paura" l'ho detto sul serio? Ho detto questo a Mello? A giudicare dal suo sguardo, direi di sì. Vorrebbe fulminarmi.
"Se c'è una cosa della quale ho paura è il fatto che tu combini qualche casino mandando il piano a puttane!" il solito irascibile Mello, ma almeno è tornato quello di sempre. Ora sono più sollevato però l'angoscia ancora è rimasta.
"Non hai fede in me?" gli chiedo beffardamente. Sorride maligno, cogliendo l'ironia delle mie parole.
"Parlando di fede: hai detto che tu ne hai in me e che ti basta questo posto per dimostrarmelo" credo di capire a cosa si riferisce e sorrido malizioso.
"Ti piace giocare la parte dell'essere superiore!"
"Io sono superiore"
"Ti mostrerò la mia devozione nei tuoi confronti, in cambio di qualcosa" dico ambiguo portando due dita alle sue labbra, disegnandone il profilo con sapiente lentezza, beandomi di quella morbidezza setosa "Succhiale come hai fatto con le tue in chiesa".
Sorride e lo fa, aprendo le labbra con voluttà e afferrando con la loro morbida morsa l'indice e il medio della mia mano, regalandomi una sensazione di libidine intensa.
La sua lingua calda e vellutata gioca con i polpastrelli come farebbe con la sua cioccolata. Che strano, non ne ha mangiato neanche un po' da prima!
Perchè proprio oggi?
I miei pensieri vagano su mondi lussuriosi portati dalla sua bocca avvolgente: immagino di fare l'amore con lui su l'altare della chiesa, sotto lo sguardo della Vergine e del Cristo; blasfemia pura!
Si lascia toccare, baciare e fa tutto quello che gli chiedo senza ribellarsi come è solito fare.
Solitamente è sempre lui che comanda il gioco dell'eros tra noi e non sopporta che io prenda il comando anche solo per un momento! Eppure oggi è così accondiscendente!
Perchè proprio oggi?



Io giuro, giuro, giuro che non volevo farne una yaoi, volevo semplicemente raccontare un episodi malinconico ma a tratti divertente sui mie personaggi preferiti ma alla fine il Demonio si è insinuato nella mia mente e mi ha fatto scrivere qualcosina in più rispetto a ciò che volevo ma meno rispetto a ciò che desiderava. Chi mi conosce sa cosa intendo!
Di solito non uso tante volgarità nelle fic, ma volevo sottolineare la blasfemia in chiesa e la mancanza di fede dei due baldi giovani!
Forse il finale non è proprio il massimo e non parlo della scena yaoi in sè ma dei pensieri di Matt: non so è come se avessi troncato di netto la storia senza creare il giusto climax per la fine.
Or bene, oggi parto per un esame universitario e spero al mio ritorno di trovare qualche bella recensione pronta per essere letta e risposta ^^!

P. S. considerate che l'ho scritta tra le 00:00 e le 2:00 di notte!




Questa fic partecipa alla challenge indetta da starhunter Vitii et Virtutis, i vizi e le virtù.

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