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Autore: samek    05/03/2010    8 recensioni
Post 2x08: Un sottile spicchio di luce filtra da sotto l’uscio e, con ironia, il Mago pensa sia proprio destino. Lentamente gira la maniglia, infilando il capo nello spiraglio tra i battenti e ritrovandosi ad incrociare le iridi turchesi ed inquiete del suo padrone. A quanto pare non è l’unico a non riuscire a prendere sonno.
(Per il compleanno di koorime).
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Merlin;

Fandom: Merlin;
Pairing: Artù/Merlino;
Rating: Pg13;
Genere: Introspettivo, Romantico;
Warning: Pre-Slash;
Summary: Post 2x08.
Un sottile spicchio di luce filtra da sotto l’uscio e, con ironia, il Mago pensa sia proprio destino.

Lentamente gira la maniglia, infilando il capo nello spiraglio tra i battenti e ritrovandosi ad incrociare le iridi turchesi ed inquiete del suo padrone. A quanto pare non è l’unico a non riuscire a prendere sonno.

(Per il compleanno di koorime).

 

Note: Questa fic è il regalo di compleanno per una persona deliziosa, un’autrice che adoro e stimo, ma soprattutto un’amica dolcissima e divertente: koorime.

Ilaria, tesoro, ti auguro una giornata splendida in cui possano realizzarsi tutti i tuoi desideri! Questo non è che un pensierino per ringraziarti di tutte le volte che mi sopporti XD Buon Compleanno e 100 di questi giorni!

 

Un Falso Sogno

 

Noi siamo quello che proteggiamo.

Noi siamo quello per cui lottiamo.*

 

I raggi argentei della luna attraversano le imposte della finestra e precipitano sul pavimento, inerpicandosi sul letto malandato.

Merlino scalcia le coperte infastidito, stanco di continuare a rigirarsi insonne. Sente la testa piena di immagini crudeli, che lo fanno rabbrividire; è stata una giornata troppo pregna di emozioni perché riesca ad acquietarsi.

Si mette seduto e si riveste rapidamente, deciso a farsi una passeggiata per scaricare la tensione. Attraversa silenzioso le stanze di Gaius, stando bene attento a non svegliare quest’ultimo, e s’incammina per i bui meandri  del castello, cercando di scacciare i ricordi troppo vividi.

Il chiarore lunare attraversa i vetri istoriati delle finestre, creando un intrigante gioco di luci ed ombre nei freddi corridoi del castello – le stesse che sembrano albergare nel suo cuore.

Negli ultimi tre giorni ha rischiato, per ben due volte, di vedere Artù morire davanti ai propri occhi, a causa dello stupido orgoglio di quell’Asino Reale. Ricorda con chiarezza il panico provato quando Morgause gli ha puntato la spada al petto, o quando ha sollevato l’accetta, pronta a tagliargli la testa. Poi la Strega ha rivelato al Principe la verità su sua madre, e Merlino è riuscito a sventare per un soffio l’assassinio del Re per mano del suo stesso figlio, ammazzando di sua volontà  il barlume di speranza natogli in petto durante quell’avventura. Tuttavia, pur soffrendone, ha preferito mentire per l’ennesima volta, che vedere il suo signore cadere in pezzi per il dolore di aver ucciso il suo stesso padre, anche se questi è uno stolto ed un traditore.

Solo quando si ritrova di fronte alla porta delle stanze dell’Erede al trono, il valletto si rende conto che l’abitudine ha condotto i suoi passi fin dove risiede la principale ragione della sua inquietudine.

Un sottile spicchio di luce filtra da sotto l’uscio e, con ironia,  il Mago pensa sia proprio destino.

Lentamente gira la maniglia, infilando il capo nello spiraglio tra i battenti e ritrovandosi ad incrociare le iridi turchesi ed inquiete del suo padrone. A quanto pare non è l’unico a non riuscire a prendere sonno.

«Cosa ci fai qui?» lo interroga il giovane Pendragon con voce stanca.

«Non riuscivo ad assopirmi, così sono uscito» mormora l’interpellato varcando la soglia «sono arrivato sin qui e, notando la luce, ho temuto di aver lasciato acceso qualche lume… Vi sentite bene, Sire?» chiede, e mentre lo fa si rende conto di quanto sia sciocca quella domanda, ma Artù è ancora così pallido e ha uno sguardo così cupo, che non può proprio evitarlo.

L’interpellato torna a quella che doveva essere stata la sua precedente occupazione: fissare le fiamme nel camino, la fonte luminosa che lo Stregone aveva scorto. Le braccia allungate in avanti, le mani saldamente aggrappate alla mensola, la fronte corrugata, la mascella serrata – tutto in lui denota tensione.

Solo il fuoco rischiara il buio dell’anticamera, creando con la propria luce bizzarri disegni sui muri , che sembrano tracciati dalla mano incerta di un bambino, ed anche a causa del silenzio che grava l’aria, Merlino ha la sensazione di trovarsi in un sogno.

Il volto del Principe si increspa in una smorfia sofferente ed il servo non può fare a meno di accostarglisi; quando il primo percepisce la sua presenza alle proprie spalle, sussurra: «Ricordi quel quasi abbraccio?» e nel momento in cui una mano gli si posa sulla spalla a mo’ di rassicurazione, boccheggia ed infine confessa in tono a malapena udibile: «Non mi dispiacerebbe riceverlo adesso».

Il Mago non riflette, semplicemente lo stringe a sé, premendo il proprio torace contro la sua schiena e, quando l’altro ragazzo abbassa il capo, non aggiunge niente, anche se capisce bene che Artù stia piangendo.

«Mio Dio, cosa stavo per fare…» soffia l’Erede al Trono, ed istintivamente il valletto lo cinge con ancora più forza.

«E’ tutto finito, Artù.Va tutto bene, ora…» mormora, accarezzandogli il petto con gesti concentrici, come a voler placare i lievi singhiozzi che lo scuotono.

Non ha mai visto Artù tanto distrutto; troppo spesso tutti dimenticano che il Principe sia solo un ragazzo poco più che ventenne, un orfano che non ha mai conosciuto il calore di un abbraccio, che ha perso la propria madre alla nascita ed oggi era vicino a compiere un patricidio ed eliminare l’ultimo genitore rimastogli… un padre arido, freddo e bugiardo, ma pur sempre suo padre.

Uther non ha cuore, l’ha perso con la morte di Ygraine; suo figlio è tutto ciò che gli rimane, ma mente perfino a lui. Merlino sente di non poterlo proprio perdonare, non stavolta, adesso che la stupidità del Re non solo sta decimando il popolo, ma sta facendo soffrire Artù.

«Va tutto bene…» ripete, sentendo il fiato mancargli come quella sera, quando ha salvato la faccia e la vita di quel sovrano ingrato, grazie alle proprie parole menzognere. Quanto gli è costata quell’ennesima bugia? Qualcuno ha idea di quanto sia stato difficile uccidere con le proprie mani quel barlume di speranza?

«Ci sono io…» io sistemerò tutto «Io non ti lascerò e non ti tradirò, mai» promette, e quando l’altro  intreccia le proprie dita con le sue, tenendosele premute contro il cuore, il Mago  nasconde il viso nella curva del suo collo.

Probabilmente,  tra poco il Principe tornerà ad essere il giovane uomo forte ed intrepido che tutti conoscono, il condottiero che il regno pretende che sia, l’Asino Reale che il suo valletto sopporta e stima. Ora, però, ha bisogno di qualche minuto per rimettere in sesto quella maschera e Merlino, sapendolo, lo sosterrà fino a quel momento e poi fingerà che sia stato davvero un sogno.

 

FINE.

 

*La frase d’introduzione è tratta dal film “Il Codice Da Vinci”.

 

Note di Narcissa63: Ringrazio Hikaru Ryu per questo spazietto, che mi permette di porgere i miei auguri alla festeggiata. Buon Compleanno Koorime!! Un grande abbraccio.

 

 

   
 
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