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Autore: Leliwen    05/03/2010    8 recensioni
"Se io non fossi il Principe..." la voce di Arthur era bassa, roca, talmente carica di sentimento che fece scorrere brividi su tutta la lunghezza della schiena di Merlin "Potrei avere ciò che il mio status, i miei doveri, il mio Destino mi impediscono di avere."
AUGURI KOORIME!!!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TANTI AUGURI KOORIME!!!!

Tanti auguri a teeeee

Tanti auguri a teeeeeee

Tanti auguri alla mia pazientissima, dolcissima, carissima Beta!

Tanti auguri a teeeeee!!!!!!!!





Era da qualche giorno che Merlin si sentiva costantemente osservato. E la sensazione si amplificava ogni volta che Arthur era nei paraggi. Non riusciva poi a spiegarsene il motivo, ma ultimamente lo sguardo del Principe, ogni volta che i loro occhi si incrociavano, era ardente. Non l'aveva mai visto così ricolmo di... di qualunque cosa riuscisse a fargli brillare gli occhi in quella maniera.

La giornata appena trascorsa, poi, era stata quasi inquietante: sembrava che, ogni volta che si girasse, il Principe fosse lì, coi suoi occhi blu fissi su di lui. Che stesse allenando i suoi uomini, che fosse a udienza con suo padre, che scherzasse con Gwen o che si comportasse da idiota con Morgana solo per farla ridere, non cambiava nulla. I suoi occhi erano ardenti, fissi su di lui.

Emettendo un leggerissimo sospiro, sicuramente inascoltato nel corridoio su cui affacciava la stanza di Arthur, Merlin si fece forza ed entrò portando con sé la cena.

Arthur era seduto col gomito puntato su un bracciolo e la mano a sostenere la testa. I suoi occhi erano sulla porta. Come se non aspettasse altro che l'arrivo del suo valletto.

Merlin sgranò gli occhi, la bocca semiaperta nel tentativo di dire qualcosa - qualsiasi cosa - per alleggerire la tensione che sentiva tagliarsi col coltello; ma non c'era nulla che avesse senso dire.
Richiuse la bocca e, con passo non troppo incerto, si avvicinò al Principe, appoggiando il vassoio sul tavolo. Stava per allontanarsi in silenzio - sentiva gli occhi di Arthur trapassarlo da parte a parte - quando la mano del Principe si serrò sul suo polso, trattenendolo.

"Se io non fossi il Principe..." la voce di Arthur era bassa, roca, talmente carica di sentimento che fece scorrere brividi su tutta la lunghezza della schiena di Merlin "Potrei avere ciò che il mio status, i miei doveri, il mio Destino mi impediscono di avere." gli occhi di Merlin si sgranarono, mentre la mano grande, forte, callosa di Arthur rimaneva stretta attorno al suo polso, trasmettendogli un calore che si stava spandendo in tutto il suo corpo "Tu hai scelto di rimanere a Camelot, di rimanere a farmi da valletto, nonostante me. Perché? Cosa c'è qui, che ti trattiene dal voltarmi le spalle e volare lontano?"

La lingua di Merlin era incollata al palato, la gola era annodata, intrappolata da quegli occhi.

'Te.' sarebbe stato ciò che avrebbe voluto rispondere, ma il suo cervello riprese in fretta quella singola insignificante parola che avrebbe cambiato tutto. Rovinato tutto, probabilmente.

"Credo..." iniziò con voce tremante, cercando di sciogliere la lingua "Che anche io mi senta costretto dal mio status, dovere e Destino." tentò di rifargli il verso.

Ma gli occhi di Arthur, invece che tingersi di divertimento, si adombrarono "Non sei qui per scelta, dunque." nella sua voce c'era come una nota, molto bassa, di delusione.

La stretta immediatamente si stava sciogliendo quando Merlin l'anticipò con un "NO!" quasi urlato. La mano di Arthur di serrò nuovamente contro il polso di Merlin, con la stessa forza con cui normalmente stringeva la sua spada.

"Allora perché sei qui?" chiese nuovamente, e i suoi occhi non ammettevano altro che la verità.

"Perché qui mi sento a casa." dopotutto era la verità. Non tutta la verità, ovviamente, ma era la verità.

Arthur dovette leggere ciò che c'era di più profondo in quelle parole, perché l'attirò a sé, prendendolo completamente alla sprovvista. Gli lasciò la mano solo per cingerlo con entrambe le braccia per la vita e sprofondare il volto nel suo addome.

"Anche io, qui, mi sento a casa." disse chiudendo gli occhi e restando così, immobile a sentire il battito furioso del cuore di Merlin.
Merlin era bloccato, cristallizzato in quella posizione assurda, con Arthur - così indifeso - a cingergli il corpo, con le sue mani a riscaldargli la schiena e un fianco, con quei fili dorati arabescati sul suo ventre.

Ci misero qualche secondo, poi le braccia di Merlin cinsero le spalle di Arthur, una sua mano andò a insinuarsi tra i suoi capelli, ferma lì, come a volerlo semplicemente tenere stretto a sé.

"Sì." disse con un groppo alla gola "Qui è casa."

Arthur sembrava non aspettasse altro. Se lo tirò addosso, facendolo sedere sulle sue gambe e il suo volto strusciò sul suo addome, fino a trovare il suo naturale alloggio nella curva lunga del collo di Merlin.
La testa di Merlin si abbassò, finché la fronte dello stregone non si posò, piano, sui capelli serici del Principe. Tentò di ingoiare il groppo che gli stringeva al gola, per poter parlare, per poter confessare almeno parte dei suoi peccati contro il Principe.

Quando le labbra smisero di tremare, sussurrò, direttamente nell'orecchio del suo Principe: "Come ogni casa, però, anche questa ha i suoi segreti."

Invece di allentarsi la stretta di Arthur si fece più serrata, quasi boccheggiante.

"Lo so." disse "Non sono così cieco." aggiunse, sorridendo all'irrigidimento di Merlin "Ogni tanto sei assente, come perso in qualcosa di troppo grande." allo stregone veniva quasi da ridere all'accuratezza di quelle parole; le mani di Arthur intanto vagarono sulla sua schiena, ali cieche dispensatrici di un calore avvolgente e inebriante "Altre volte ti vedo morderti la lingua, come per impedirti di aprir bocca e dar fiato a quella tua lingua impertinente." i capelli di Arthur strusciarono sulla guancia di Merlin, mentre una risata leggera lasciava le labbra del Principe e la mano di Merlin, ancora intrecciata tra i capelli biondi, scendeva in una lenta carezza, fino alla nuca, a ingabbiare il collo "All'inizio ho pensato di poter capire, di... di scoprire cosa stessi custodendo tanto gelosamente." questa volta la testa si scosse con uno sbuffo di diniego "Non sono mai riuscito a capirlo. Credevo fosse la tua cotta stratosferica per Morgana, o quella più ingenua per Gwen, o quella ardente che hai per me... ma non era così." Merlin ridacchiò a quelle parole, facendo ridere anche il Principe "Poi ho temuto fosse una tua storia segreta con quel ragazzo del tuo villaggio..." il tono si abbassò per rispetto al dolore che il ricordo ancora provocava in Merlin "William, dico bene?" Merlin annuì, Arthur ne avvertì il movimento sulla sua cute "Ho perfino temuto che ti fossi innamorato di Lancelot... almeno finché non l'ho scoperto essere la nuova fiamma di Gwen." a questo punto Merlin rise proprio, e di gusto.

"Ma non avete pensato ad altro che a delle tresche clandestine o amori illeciti?" chiese, tornando ad accarezzargli i capelli mentre le mani di Arthur s'ingegnavano a far incendiare completamente la sua schiena.

"Effettivamente all'inizio non avevo pensato ad altro." ammise borbottando facendo ridere ancor di più Merlin che piegò il collo, fino a invertire la posizione nascosta del Principe, andandosi ad appropriare del suo collo come rifugio. Una mano di Arthur non se lo fece ripetere due volte e andò a bloccare il valletto in quella posizione "Poi ho iniziato a metter da parte i miei istinti animaleschi e a usare il cervello." allo sbuffo divertito, Arthur diede un piccolo scappellotto alla nuca dell'altro "Il mio cervello mi diceva che nessuna di quelle motivazioni potesse davvero considerarsi un segreto di proporzioni tali da tenermelo nascosto. O da confessarlo a qualcuno. E so per certo che nessuno pensa tu abbia qualche segreto. Quindi doveva essere qualcosa di più importante. Qualcosa di pericoloso." il corpo di Merlin s'irrigidì impercettibilmente tra le sue braccia "E il tuo corpo, ora, mi ha dato la certezza di aver ragione." Merlin cercò di scansarsi ma le mani grandi di Arthur e le braccia più forti gli impedirono di muoversi "Mi chiedo solo perché, con un segreto simile tu ti ostini a rimanere a Camelot."

Merlin stava tremando, la stretta attorno al collo di Arthur s'era quasi fatta dolorosa, mentre le mani del Principe erano posate lì, in placida e ferma attesa di una risposta. Lo stregone ricacciò indietro il groppo che gli stringeva la gola e le lacrime che si stavano formando sul ciglio dei suoi occhi. Dovette prendere un paio di respiri profondi, seppur spezzati dall'ansia, prima di riuscire a parlare.

Arthur allargò gli occhi quando il poco fiato del suo valletto ribadì il concetto espresso poco prima,  intensificando una stretta già spasmodica.

"Perché qui è casa, Arthur."

Il suo nome pronunciato dalle labbra del suo valletto aveva un suono così dolce e disperato da farlo tremare internamente. Un sorriso, felice e sbarazzino, comparve sul suo volto, mentre le sue mani ricominciavano il lento vagare sulla schiena dell'altro.

"Sì, qui è casa." sussurrò prima di piegare il capo e baciargli un tempia.

Merlin si rilassò immediatamente alzando la testa dal suo rifugio, per tuffarsi negli occhi - così blu - di Arthur fissi nei suoi.

"Se io non fossi il Principe," ricominciò Arthur bruciando nuovamente Merlin con quel suo sguardo ardente "amarti sarebbe facile, giusto, perfetto." gli occhi dello stregone si riempirono di una cosa così simile alla paura che Arthur si ritrovò, senza nemmeno saper come, a serrare la presa su quel corpo abbandonato tra le sue braccia, facendogli così sentire la propria presenza "Il fatto che sono il Principe rende questo amore difficile, inadeguato... perfetto." Arthur sorrise all'espressione di Merlin e i suoi occhi s'illuminarono, mentre una mano saliva a sfiorargli la pelle bianca della guancia "Se al mio status di Principe ci aggiungiamo il tuo di ricercato... questo amore diviene impossibile, ingrato eppure... eppure, Merlin, resta sempre così dannatamente perfetto!" il sorriso si fece sfrontato, largo e talmente contagioso che Merlin sentì le labbra tendersi in risposta e un peso enorme scivolare via dal suo cuore.

La mano di Arthur sulla sua guancia era bollente, il pollice continuava ad accarezzare lo zigomo, come a non riuscirsi a saziare della sensazione, e Merlin si trovò a piegare la testa verso di essa, chiedendo tacitamente un contatto più profondo.

"Merlin..." il sorriso di prima si spense un poco e la voce del Principe assunse toni più seri, catturando completamente l'attenzione dello stregone "Sei pronto a gettarti in questa follia con me?"

Il sorriso che non aveva abbandonato le labbra di Merlin si fece più caldo , quasi accondiscendente "Mi getterei in un mare di fuoco per te, Arthur." gli disse prima di farsi guidare verso un bacio, il primo; esitante, incerto, esigente, passionale, dolce, timido, profondo, morbido, sensuale... senza fiato.

Quando respirare fu nuovamente necessario, Merlin sentiva ancora la consistenza morbida delle labbra di Arthur sulle sue, il sapore intossicante della sua bocca, la sensazione indescrivibile di quella lingua indecente che esplorava il suo palato.

Arthur non aspettò che un attimo prima di rinfrescarsi la memoria, assaggiando nuovamente quelle labbra rosse, stuzzicando la chiosa di denti per chiedere un permesso immediatamente accordato. Poi fu solo un danzare di lingue, in un'esplorazione condivisa, finché l'aria non fu nuovamente strettamente necessaria.

La cena si raffreddò tanto da essere quasi immangiabile e ancora i due erano stretti sulla poltrona, le labbra sempre troppo vicine, mentre le mani vagavano interdette su quei corpi che ora gli si offrivano, come mai avrebbero immaginato.

  
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