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Autore: kannuki    25/07/2005    10 recensioni
“Faceva più caldo con tutto quel raso intorno.”
“Già, già….molto meglio.”
Genere: Dark, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“È un po’ freddo stasera”

“È un po’ freddo stasera”

E si, un po’ freddo.”

I due scheletri appoggiati al muro dell’ossario non sono molto felici di essere stati sfrattati dalle loro rispettive abitazioni.

“Faceva più caldo con tutto quel raso intorno.

“Già, già…molto meglio.”

Il becchino l’ha gettati in mezzo a tutte le altre ossa, dove hanno stretto amicizia con un mucchio di scheletri nuovi.

C’è Joe che ha perso le gambe e che si trascina sulle braccia quando nessuno lo vede.

C’è Miriam che si vergogna del bacino largo e lo copre con lo straccio che il becchino usa per pulire il badile dalla terra argillosa e c’è Phil che non parla mai.

Per forza, poveretto: ha perso la mandibola mentre lo scaricavano nell’ossario!

Però l’aria è asciutta”

“Già, non ti penetra nelle ossa”

Un secondo di silenzio e mille ticchettii rompono il silenzio dell’ossario.

“Buona questa, veramente buona!”

“Sapevo che ti sarebbe piaciuta, Sid.”

Lo scheletro sospira fra i denti, un alito leggero che risuona come un debole fischio da quando ha perso le capsule e le otturazioni.

“Una era anche d’oro. Se la sarà presa lui”

“Ti ricordi quando eri in vita? Com’eri?”

“Secco come un chiodo come adesso.”

“Io ero un ciccione tutta pancia. E guarda adesso come mi ritrovo: me lo diceva, mia moglie, che non erano le ossa grosse a fregarmi!”

“Zitti, zitti. Sta arrivando!”

Miriam getta il panno lontano da se e si copre il bacino indubbiamente femminile con un braccio.

Il ticchettio tace e un silenzio di tomba cala nell’ossario.

A Sid viene da ridere per la battuta stupida che gli è venuta in mente.

Il becchino entra facendo un discreto rumore di scarponi e getta uno scheletrino gracile in terra. Il corpo va in mille pezzi e si sparge fino ad arrivare ai piedi di Phil.

L’uomo si pulisce le mani sui pantaloni da lavoro e afferra il teschio di Phil con aria pensierosa. Lo guarda per bene, osservando i buchi degli occhi e delle orecchie e fruga fra tutte le spoglie che sta calpestando senza alcun ritegno, soppesandone alcune e scartandone altre.

Armeggia un po’ fino a trovare una mandibola della giusta dimensione; fa una smorfia di soddisfazione e posa il teschio nuovamente intatto dov’era.

Però! Hai visto che servizietto che ti ha reso stasera?”

“Mi sta cadendo la mascella dalle risate!” Sghignazza Sid dandosi di gomito con Miriam e osservando subito dopo la rotula ruzzolare via e il braccio cadere a terra, fracassandosi in mille pezzi.

“Ops”

“Devi stare attento, Sid. Non hai più il fisico per certe cose”

Un silenzio innaturale e subito mille ticchettii divertiti avvolgono l’aria fresca.

“Zitti, zitti! Interroghiamo la nostra nuova amica. Chi sei, figliola?”

Lo scheletrino arranca sulle ulne fino a sollevare le orbite vuote sul teschio di Miriam “sono Pammy…ti ricordi? Eravamo al liceo insieme”

Miriam la scruta indecisa per qualche istante, fino ad aprirsi in un’esclamazione di meraviglia “ti sei rifatta il naso! Sapevo che ti eri rifatta il naso! E hai sempre negato.”

Lo scheletro soffia via un po’ di polvere e unisce con uno scricchiolio d’ossa “e già…non ti riconoscevo quasi Miriam, sei dimagrita”

“Adesso poi!”sghignazza Sid che non ha perso la sua verve anche con un braccio in meno.

“Chi è il burlone?” mormora Pammy indicandolo col pollice a cui manca una falange “nooo! Le mie unghie! Guarda qua, non potrò più farmi una manicure decente senza una falange”

Miriam sospira e pensa che non è cambiata molto dai tempi del liceo: anche con un buco al posto dello stomaco e senza le tette di cui andava orgogliosa, è sempre una rompiscatole!

“Guarda un po’ qui”

“E’ silicone, secondo te?”

“Come no?”

Il becchino rientra tutto baldanzoso nell’ossario osservandoli per qualche istante “lo so che vi siete mossi, ragazzi, continuate anche a farlo in mia presenza” ridacchia dandosi del matto e facendo saltellare in mano le due sacche di silicone.

“Chi voi signore, si è fatta mettere le protesi al seno?!” esclama mentre l’aiutante scuote la testa e gira un dito vicino alla tempia.

Una mandibola cade atterra e l’uomo la guarda strisciare sul pavimento, sollevando un attimo dopo le spalle.

“Forza, non siate timide, tirate su la mano”

“Da non crederci. Sei matto da legare, Dick

“Lo so. Parlare tutto il giorno solo con i morti mi fa uno strano effetto” afferma portando via le due portesi e richiudendo la porticina alle sue spalle fra mille risa.

Pammy tace e gira il collo dall’altra parte sentendo l’atlante e l’epistrofeo che scricchiolano dolorosamente.

Miriam la guarda con un sorriso spalancato.

Perché le è caduta la mandibola per la sorpresa.

“Sapevo che ti eri rifatta le tette! Lo sapevo, io!”

  
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