Only You
Quando
ero piccola avevo un sogno, o meglio, una speranza.
Speravo
di innamorarmi, magari della persona giusta. Quella persona che mi avrebbe
fatta sentire una principessa per tutta la vita, che mi avrebbe amata in ogni
istante. Quella persona che mi sarebbe stata sempre accanto, anche nei momenti
più bui della mia esistenza.
Poi,
a dieci anni avevo capito che non potevo innamorarmi.
“Signori Swan, vostra figlia è
malata. È una malattia molto rara e non si sa in quanto tempo agisce.
Potrebbero volerci due settimane, come potrebbero volerci dieci anni”
Il dottore era afflitto. Aveva
sentito parlare spesso di quella malattia, e ogni volta si era augurato che non
succedesse a uno dei suoi piccoli pazienti.
Tutte le sue preghiere non erano
valse a nulla.
“E non esiste una cura?”
“Mi dispiace”
Due semplici parole che avevano
rotto il solido equilibrio di una famiglia.
Da
allora avevo sempre vissuto in una candida stanza d’ospedale. Ormai non
ricordavo più la mia casa, i colori delle pareti, gli alberi del giardino.
Il
mio mondo, da sette anni, era racchiuso in quei pochi metri.
E
sapevo, però, che non mi sarei mai sentita a casa come mi sentivo a casa lì.
Anche
se questo significava che non avrei mai trovato l’amore.
Non
sarei mai riuscita a innamorarmi di altri pazienti, del mio stesso reparto.
La
mia sofferenza era già tanta, e faceva male, anche se non mi lamentavo. Mai.
Non
sarei mai riuscita a innamorarmi di uno dei dottori.
I
loro sguardi di compassione mi avrebbero uccisa, più di quanto stesse già
facendo la malattia.
Poi,
un giorno, un dottore speciale aveva bussato alla mia porta.
“Lei è la signorina Swan, vero?
Piacere, io sono Edward Cullen, il suo nuovo dottore”
Era poco più di un giovane quello
che era appena entrato. Era bello, bellissimo.
E sarebbe parso bello anche agli
occhi di un cieco, tanta era la purezza che irradiava.
“Si sono io”
Poche parole quelle pronunciate
dalla giovane. Parole che riuscirono a toglierle il fiato. Accadeva sempre più
spesso da un po’ di tempo.
La fine si avvicinava. E lei lo
sapeva.
“Perché ho un nuovo dottore? La mia
malattia non si può curare” aveva detto, con la sua ingenua semplicità.
Non era mancanza di fiducia la sua.
Era solo la conoscenza della
realtà.
“Si, hai ragione, e sinceramente
non so risponderti. Ma rimarrò comunque il tuo medico, potrai anche mandarmi
via a calci”
Erano sbocciati due sorrisi, in
quell’istante.
Da
quel giorno erano passati sei mesi. Il mio dottore preferito, veniva a farmi
visita ogni giorno, ogni volta che poteva.
“Dottor
Cullen, posso farle una domanda?” gli chiesi, una volta.
“Me
ne hai appena fatta una, Bella. Ma si, puoi farmene un’altra” aveva sorriso,
prendendo posto al mio fianco. Aveva finito il suo turno e senza camice era
ancora più bello.
“Lei
non ha una moglie?”
“No,
Bella. Non ho una moglie”
Ero
arrossita. Un piccolo pensiero, stava pian piano prendendo posto nella mia
testa.
Dopotutto,
chi aveva deciso che non potevo innamorarmi? Solo perché il mio corpo era
malato?
No.
Non potevo lasciarmi condizionare da una cosa del genere.
Si,
il mio corpo stava male, non avrebbe retto ancora a lungo, lo sapevo. Ma la mia
anima, quella non era malata.
Isabella aveva avuto uno dei suoi
attacchi, quel pomeriggio.
Quando era successo, era sola con
Edward, che come ogni sera era andato a trovarla.
Entrambi avevano temuto fosse
arrivata la fine.
Ma dopo quelli che parvero secoli,
tutto finì.
“Grazie dottor Cullen” aveva
sussurrato lei, con il viso nascosto dalla mascherina per l’ossigeno.
“Edward. Sono solo Edward per te”
aveva detto lui, mentre usciva dalla camera, lasciandola riposare.
Una lacrima solitaria aveva
attraversato la sua guancia.
“Edward
no! Sta fermo!”
“Ma
Bella! Mi stai torturando!”
“Oh
certo … è solo dell’innocuo rossetto!”
“Innocuo,
lo pensi tu …”
Eravamo
chiusi in quella stanza da ore. Non eravamo usciti neanche per la nostra solita
visita ai bambini ricoverati in pediatria.
Edward
sapeva quanto adorassi i bambini.
E
mi sarebbe piaciuto tanto averne uno tutto mio.
“Bella
…. Hai finito?”
Lo
guardai, scocciata. Quel benedetto ragazzo si lamentava sempre. Per del misero
rossetto anche!
“No
… e se non la smetti non finirò neanche per domani”
Aveva
fatto una faccia buffissima, e non ero riuscita a trattenermi dal ridere.
Da
quando mi ero resa conto di amarlo, tutto era più bello.
Ogni
cosa era colorata, anche il mio sorriso.
E
tutto grazie a lui, che mi aveva rubato il cuore.
Poi,
prendendomi alla sprovvista, mi rubò un bacio, sporcandomi di rossetto le
labbra pallide.
Non
ebbi la forza di arrabbiarmi.
Gli
sorrisi, semplicemente.
Ricordando.
“Edward, perché passi tutto questo
tempo con me?”
“Ti da fastidio?”
“No … no … ma nessun dottore lo fa
verso la propria paziente”
“Tu sei una paziente speciale”
Tutto il mondo aveva preso a girare
per Isabella, mentre lui, lentamente si era abbassato, fino ad avere i loro
visi alla stessa altezza. Il cuore iniziò a correre veloce, rischiando di
uscirle dal petto.
E in un attimo, le loro labbra si
posarono l’una sull’altra.
Combaciavano perfette, come i loro
cuori che battevano all’unisono.
Per sempre.
Quella
mattina, mi ero sentita strana. Era come se sarebbe successo qualcosa di
irreparabile.
Qualcosa
mi stava lentamente scivolando dalle mani, come un filo che si srotolava.
E
quel filo era molto vicino alla fine.
“Buongiorno
piccola Bella!” aveva sorriso Edward, entrando con in mano un enorme vassoio
con le nostre colazioni.
Era
così bello.
Volli
imprimere la sua immagine nella mia testa, come se fosse l’ultima volta.
E
forse, lo era davvero.
Cercai
di rispondere, ma dalle mie labbra uscì un sussurro basso.
Lui
mi fu subito accanto, prendendomi la mano.
Sembrava
preoccupato, e lo ero anche io.
Iniziai
a sentire le guance bagnate, segno che stavo piangendo.
La
fine era arrivata.
Mancava
molto poco.
“Edward
…”
“Shh
… non parlare amore mio, non sprecare energie”
Adoravo
sentirlo chiamarmi in quel modo.
“Edward
sono arrivata alla fine …”
“No,
non è vero … shh”
Il
medico che era in lui, l’aveva lasciato solo. La sua solita calma l’aveva
abbandonato.
“Chiederò
di poter essere il tuo angelo custode … starò sempre al tuo fianco …”
Iniziai
a tossire. Forte. Tanto forte da sentire il petto spaccarsi a metà.
“
… Ti amo Edward”
In quell’istante uno dei due cuori
smise di battere, lasciandolo sentire solo il battito furioso dell’altro.
Il cuore vivo iniziò a sentire
dolore. Era come se si stesse spaccando, in mille frantumi.
Si spaccava sempre più, togliendo
il fiato del suo possessore.
Possessore che stava piangendo, per
aver perso la persona più importante della sua vita.
Come avrebbe fatto senza di lei?
Sarebbe riuscito a vivere senza sentire il calore del suo corpo al suo fianco,
ogni giorno?
No. Ma ci avrebbe provato, per non
deluderla.
“Ti
amo Bella”
Sussurrò
quelle tre semplici parole.
Parole
che lei non avrebbe sentito mai.
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M Y S P A C E
E dopo solo
un giorno, rieccomi!
In questo
periodo è nata in me è una strana e inquietante passione per le one shot.
Quindi, ne
sarete sommersi.
Questa qui è
nata questo pomeriggio, mentre ascoltavo Only
Hope, di Mandy Moore.
È molto triste, ma mi piace.
E poi, era
da tanto che non scrivevo una shot nel fandom di
Twilight!
Spero vi sia
piaciuta!
Baci!
P.s. lasciate una recensioncina! Anche se piccola piccola!
Briciola.~