06/03/2010
2 recensioniPaura.
Si raggomitolava tra le coperte più che poteva, stringendosi il petto.
Non riusciva a dormire Shunpei, pensava.
Sentiva rumori ovunque, dalla strada sotto la sua finestra – le macchine, gli ubriaconi, chi altro poteva essere? –, a quelli che sembravano dentro la sua casa – forse era solo sua madre che andava in bagno –, oppure ancora a quelli che s’immaginava lui stesso, inesistenti, dentro la sua stanza. Aveva paura.
Shunpei Closer era un ragazzino che aveva sempre paura di tutto: paranoico, complessato, insicuro, imbranato come nessuno, anche per le cose più semplici.
Come biasimarlo? Aveva tredici anni, abitava da solo con sua madre, i ragazzini intorno a lui non facevano altro che prenderlo in giro, lo scoraggiavano su tutto, e di amici veri non ne aveva neanche uno. Shunpei era cresciuto sotto l’ombra di suo nonno, ma da quando questo era scomparso lui si era sentito solo, abbandonato. Non aveva avuto più nessuno che potesse fargli da guida, quando ne aveva più bisogno.
Shunpei Closer per primo si era scavato un fosso dove precipitare, una voragine comoda e sicura per star lontano dai guai, nella sua insicurezza e incapacità, nelle mille scuse che lui stesso inventava per non far qualcosa che lo mettesse in discussione, ma questo era stato violentemente distrutto da Hyde, facendolo affacciare ad una nuova realtà che nemmeno il baratro più profondo avrebbe potuto proteggerlo. Suo nonno era scomparso ma aveva lasciato sul suo cammino qualcosa che per Shunpei era difficile affrontare: gli sciamani volevano il suo cuore per impadronirsi del grande potere che avrebbe ereditato da quell’unica figura che seguiva da bambino. Lui non l’aveva chiesto, ma era il suo destino e doveva combatterlo.
Forse Alsyd Closer si aspettava che suo nipote fosse in grado di farcela? Che fosse il suo degno erede?
Lacrime silenziose segnarono il volto di Shunpei.
Lui non voleva deludere suo nonno… ma aveva paura. Paura perché se sbagliava veniva ucciso, e aveva paura che nemmeno Hyde, un giorno, sarebbe riuscito a proteggerlo da quella fine.
Dormire era difficile sapendo di molti che complottavano alle sue spalle per ucciderlo. Chi poteva nascondersi nel buio della notte?
Tremava, cercando in tutti i modi di stringersi ancora più forte sotto le lenzuola. Chiudeva gli occhi e trovava quei sorrisi formati dai denti acuminati che lo aspettavano, deridendosi di lui, volevano cibarsi del suo corpo. Li riapriva subito, ansimando. Si sentiva solo e indifeso sotto quelle coperte.
«Ehi, Shun-boy! Sei ancora sveglio?», Hyde si voltò verso il letto, infilando il sigaro in bocca.
Non rispose.
Hyde era l’unico che credeva nelle sue capacità, che gli infondeva il coraggio che non aveva; l’avrebbe deluso sapere che tremava dalla paura per non sapere cosa si nascondeva nel buio della stanza tanto da non riuscire a dormire.
Il pupazzo saltò fino al suo letto, sedendo sul cuscino. «Rimarrò sveglio. Dormi, adesso!».
Grazie, Hyde!, avrebbe voluto dirgli, prima di chiudere gli occhi e cercare di scacciare quelle figure che lo tormentavano, ritrovando così il pupazzo al suo fianco, seguendo la sua ombra nel loro cammino.
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Eh,
non
pensavo che sarei arrivata a scrivere su Hyde & Closer un
giorno, ma che ci
posso fare, l’ispirazione mi è giunta ieri notte, proprio mentre ero
sotto le
coperte: per un attimo mi era arrivato un pensiero “come fa a dormire
Shunpei
Closer la notte, sapendo che gli sciamani vogliono fargli la pelle?” xD
Molti criticano questo manga anche per il comportamento di Shunpei, invece io lo capisco. Va bene, sembra essere il solito scemotto con problemi di insicurezza, però accidenti, se ci si pensa io lo giustifico, da un lato.
Mi piace questo manga *___* (E poi anche io stavo formulando una trama con dei pupazzi [per la seconda volta, l’avevo già fatto da bambina xD]: mi piacciono un sacco *______*)
Dunque alla prossima, se ci sarà =D
Ciao, ciao da Ghen =^____^=