Farfalla
Sono qui,
nella mia camera.
Stringo
tra le mani un delicato compact disc, regalatomi da
mio padre, amante delle canzoni italiane.
Apro il
cofanetto, estraendo il disco argenteo. Lo guardo. Per un’attimo i miei occhi si specchiano sulla sua
superficie, liscia e chiara, a tratti arcobalenata
dai movimenti della luce.
Mi
avvicino allo stereo. Quasi inconsciamente, non mi accorgo di nulla.
Oggi mi sento
malinconico. Il cielo e cupo, tinto di grigio. Nemmeno un
raggio di sole ad illuminare il vetro della mia finestra.
Ma non
è il tempo il vero problema della mia malinconia. Non sono meteorotropo.
Oggi qualcun altro gioiva della tua compagnia. Questo è ciò che mi fa male.
E anche
questo cd mi fa male. Ma non mi importa. Soffro già
tanto così.
Premo play.
Quell’arcobaleno
di colori inizia a girare, fino a dissolversi.
Parte la
prima nota.
Chiudo gli
occhi.
Piace
anche a te questa canzone. Lo so perché sei stata tu a dirmelo. Lo so perché
ogni tanto ti sento canticchiare il suo motivetto, friabile e tenue.
Ero qui
con te, quando ti chiesi gentilmente di tradurmi le parole dell’unico brano
inciso in questo cd.
“L’italiano
è una lingua difficile!” Mi dicevi affannandoti con il tuo piccolo vocabolario.
“No!
Questa parola non c’è!” Ti lamentavi gonfiando le
guance come un piccolo palloncino rosa, mentre telefonavi tua madre per
chiederle aiuto.
Fu una giornata memorabile, ricordi? Alla fine, senza arrenderti, riuscisti
nel tuo intento. Eri felice, raggiante.
Mi donasti
quel foglio di carta tinto d’inchiostro, con quel tuo sorriso amabile e dolce.
Poi salutandomi, andasti via, via da me, proprio come una farfalla.
La farfalla di questa canzone che il suono delle casse sta per diffondere.
Sono l’elefante
e non ci passo,
mi trascino lento
il peso addosso.
Vivo la vergogna
e mangio da solo e non sai
che dolore sognare per chi non può mai…
Sono l’elefante
e mi nascondo,
ma non c’è rifugio
così profondo.
Io non so scappare,
che pena mostrarmi così
al tuo sguardo che amo e che ride di me.
Una farfalla sei, leggera e libera su me.
Ooh mai
non
ti raggiungerò mai
mi spezzi il cuore e te ne vai
lassù.
Sono l’elefante
che posso fare,
inchiodato al suolo
e a questo amore.
Provo ad inseguirti,
ma cado e rimango così
non puoi neanche aiutarmi ti prego vai via.
Una farfalla tu sei, leggera e libera su me.
Ooh mai
non ti raggiungerò mai
mi spezzi il cuore e te ne vai
da me.
Dentro di me, dentro di me
ho un cuore di farfalla
e non potrai vedere mai
quanto lui ti assomiglia…
Dentro di me, dentro di me
ho un cuore di farfalla
e non potrai vedere mai
quanto lui ti assomiglia…
Dentro di me, dentro di me
ho un cuore di farfalla.
Ho un
cuore di farfalla.
Lo so
perché con quella dolcezza unica, sei stata tu a dirmelo sentendo proprio
questa canzone.
Però
io... Io non potrò mai raggiungerti.
Tu sei una
farfalla.
Leggera e
libera.
E io…io
sono l’elefante.
Resterò
per sempre inchiodato al suolo, al suolo di questo mondo, ma non mi importa, la cosa che mi fa più male è rimanere inchiodato
ad un amore, impossibile.
Il tuo
cuore, libero e puro, ha trovato il fiore della sua vita. E
la tua voce canterà solo per lui.
Lo so.
Quel brunetto dagli occhi nocciola, testardo ma pieno di grinta.
Ci litigavi
spesso, ma eravate felici di farlo. Si leggeva nei vostri sguardi, nei vostri gesti, nelle vostre parole.
Eravate
uniti fin dall’inizio, e io ci soffrivo. Vedevo i tuoi occhi guardarlo
silenziosamente, e lui, i suoi gesti, il suo comportamento nei tuoi confronti,
che per paura cercava di nascondere.
Quando ti chiamava “bionda” per farti spazientire e tu, con il muso
imbronciato, lo picchiavi, affettuosamente.
Quanto avrei voluto trovarmi al suo posto! Anche solo il contatto
delle tue mani avrei desiderato sulla mia pelle.
Voltavo
gli occhi evitando di guardare. All’epoca non capivo, poi con il tempo…
Ora sono
cresciuto.
E anche
tu.
La piccola
Izumi-chan è diventata una donna.
Forse tra
un paio di anni coronerai il tuo sogno d’amore, sarà
il giorno più bello della tua vita.
Takuya
ti farà felice, lo so, lui è quello per te, solo per
te.
Ti vedo di già, quel giorno verrai da me con un sorriso raggiante,
mi dirai che lui ti ha chiesto di sposarlo, il mio viso imbrunirà di poco,
cercherò di non fartene accorgere perché non vorrò rovinare quel tuo momento.
Ti
abbraccerò. Gioirò con te per farti felice.
Tu mi
regalerai un altro dei tuoi magici sorrisi stringendo l’anello di quella
promessa.
E in
chiesa…lui visibilmente teso, mi avvicinerò, cercherà conforto e coraggio da
me, io stringerò le sue mani, tranquillizzandolo.
La marcia
nuziale partirà, come vorrai secondo rito italiano.
Le
damigelle entreranno dal grande portone, spargendo
petali di rose sul lungo tappeto rosso.
E tra
applausi e suoni armoniosi, entrerai tu.
Con l’abito bianco, i lunghi capelli raccolti, stringendo tra le mani
un delicato bouquet di fiori pastello.
Il tuo lui
ti guarderà, emozionato, quasi con le lacrime agli occhi. Il cuore sullo sbocco
della gola.
Ti
affiancherai a lui, gli sorriderai, tuo padre ti accarezzerà l’ultima volta,
sedendosi accanto a tua mamma. La terrà per mano. Piangerà
per te nel vedere la propria bambina accanto all’uomo della sua vita.
Le campane
suoneranno.
E io… Vi
guarderò dal basso, spiccare il volo.
Come due
farfalle.
Fine
Dedico questa fanfiction
al mio caro nonno che proprio oggi, 25 Luglio, compie gli anni!
Caro nonno, ricorda che io ti vorrò sempre sempre bene, perché sei una
delle cose più preziose e care che posseggo. E anche
per te, so che sarà così.
Ti voglio bene!
Con un mondo d’affetto e tanta
dolcezza,
la tua Tita.