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Autore: KatDam    07/03/2010    5 recensioni
[Paring: Luca e Sara.] Sara cerca di conquistare lo zio 33enne, soffredo e affrontando un sacco di problemi, cosa succederà..se un giorno Luca capisce di amarla?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                      » L'orrore di essere cattivo.


"Il sole batteva caldo sul mare cristallino, solo una leggera brezza fresca scompigliava i miei capelli. 
«Luca..» Sussurrò un voce.
Mi voltai veloce ma non vidi nessuno 
«Dove sei?» Chiesi continuando a cercare 
«Amore mio sono qui..» Una mano delicata mi sfiorò la schiena per poi poggiarsi sulla mia spalla. I miei occhi, però, continuavano a fissare il mare.
La stessa mano, con tale delicatezza, mi accarezzò il volto girandolo verso il suo. Mi ritrovai così a due centimentri da quello di Elisabetta.
Rimasi sconvolto dalla bellezza della ragazza; indossava un abito lungo bianco, semplice e senz'ombra di particolari decorazioni, i capelli lasciati al vento si muovevano armoniosi e i suoi occhi azzurri fissavano penetranti i miei.
«Allora amore mio, sei pronto?» «Pronto per cosa?» Le domandai confuso. Sorrise e allungò una mano. 
«Dai non dirmi che te ne sei dimenticato! Andiamo sù.» Rispose divertita scuotendo la testa. Accettai la mano e mi alzai.
«Davvero Elisabetta cosa succede ora?» Le domandai sempre più perplesso. Ma sorrise per tutta risposta.
Passeggiammo per molto tempo, tenendo strette le nostre mani.
La vidi salutare qualcuno e cercai inutilmente di guardare infondo, ma la luce solare era così forte da non permettermi di vedere.
«Chi saluti?» Ma Elisa non rispose.
Ma mi bastò un altro secondo per comprendere che quella sagoma era la mia Sara.
Ci venne incontro e mi accorsi che anche lei era vestita di bianco, i suoi capelli erano legati in una coda, ma tre o quattro spuntavano dai lati.
«Sara..» Sussurrai.
Sentii il cuore battere all'impazzata ricordandomi di quante volte l'avevo sognata con indosso l'abito nunziale.
«Augurii» Mi voltai allarmato cercando di capire a cosa e ancor più a chi fosse riferito. E quando vidi le due abbracciate e Sara sussurrarle un "grazie" sentii un grande dolore al petto.
«Auguri? Sara cosa sta succedendo?» Domandai sempre più preso dal panico, iniziai a sudere freddo e le mie mani a tremare.
Ma sorrise, sorrise maligna con uno sguardo freddo e inpenetrabile.
L'avevo persa. Scossi la testa come per eliminare quel pensiero idiota che avevo fatto.
«L'hai voluto tu.» Disse voltandosi verso la sua destra. Guardai tremante in quella direzione e vidi Tito correre verso noi.
Era vestito anch'esso di bianco.
Il suo sguardo cadde verso me un'ultima volta prima di buttarsi tra le braccia del ragazzo e baciarlo.
Il dolore al cuore divenne ancora più lacerante, pronto a esplodere in mille pezzi.
«Il prete ci sta aspettando.» La avvertì. Il prete? Cosa stava accadendo?
E ad un tratto vidi tutto chiaro, c'erano sedie, orchidee, un arco, Bruno, Rosì, nonna Miranda, Giuliano e gli altri vestiti eleganti e sorridenti e poi il prete fermo sotto il gazebo decorato con fiori rosa. 
«Si sposano.» Elisa scandì silaba per silaba, come se avesse capito in ritardo la domanda che avevo fatto molti minuti prima."

«Noooo Saraaa!» Urlai con tutta l'aria che avevo nei polmoni, Elisabetta scattò impaurita «Cos'è successo?» Domandò allarmata. «Aspetta, aspetta Sara? No? Sei proprio patetico Luca!» Disse con acidità. Mi alzai veloce stringendo il lenzuolo di lino nero, e solo allora vidi che la ragazza era nuda. Ero stato nuovamente con lei. Ecco cos'era quel sogno: sensi di colpa.
Ma cosa stavo combinando?

«E' meglio che vada.» Dissi ma Elisa si alzò velocemente fermandomi per un braccio. 
«Fai sempre così e poi torni da me, ogni notte.» «Non dire cazzate Elisabetta.» Risposi con rabbia, ma arrabbiato con me stesso.
«Non dico "cazzate" Luca, ami lei e stai con me. Sei tu il confuso mica io.»
Si spostò una ciocca di capelli e si avvicinò pericolosamente a me .«Finiscila.» Urlai lasciandola lì e avviandomi verso il bagno, dovevo "lavarmi" da tutto.
Dovevo finirla, andare da Sara e chiederle perdono per tutte quelle stronzate che avevo e stavo commettendo.
L'acqua fredda colpì violenta la mia pelle facendomi tornare "lucido".
Sarei andato da Sara per fare cosa? Farla soffrire ancora? Cosa le avrei detto? "Scusami Sara sono stato uno stronzo, ma ero debole e sono stato con Elisa, ma poi me ne sono pentito, però poi ci sono stato un'altra volta e un'altra ancora"?
Ma chi volevo prendere in giro.
«Lucaa..» 
«Va via!» Urlai, ma in meno di due secondi la trovai nella doccia con me. Mi guardava sbattendo le lunghe ciglia.
«Baciami dai..così facciamo pace..» Mi chiesi ripetutamente cosa avevo trovato in lei.
«Ti rendi conto di essere..» Mi baciò.
La scaraventai per aria e uscii dalla doccia, presi veloce un' asciugamano dal mobile e lo arrotolai sui fianchi.
«Stronza.» Sussurrai.
La porta suonò e lei mi superò correndo ad aprire. Qualcosa mi diceva che non doveva, che aprire quella porta era soltando uno sbaglio enorme.
Scesi veloce le scale nella speranza di arrivare prima che l'aprisse, invece mi ritrovai faccia a faccia con Sara.
Aveva gli occhi sgranati, rossi e pieni di lacrime. Ogni centimetro del suo corpo tremava incessantemente.
«Sara.» Ma lei mi guardò irata sorridendo nervosamente. «Ero venuta per dirti che adesso ho diciotto anni e che volevo stare con te anche senza il consenso dei miei genitori. Ma da quello che vedo t-u..tu s-ei an-dato avanti.» le parole le si strozzavano in gola. Stava lottando per non lasciar cadere nessuna lacrima.
Mi maledii numerose volte ogni secondo in più che ero lì.
«Sono un bastard..» Dissi abbassando gli occhi. «Nono Luca.» Si avvicinò alzandomi il viso con un dito, che quasi perforò la mia cute. «Tu non sei bastardo, non sei stronzo e lo sai perchè?» Mi domandò stizzata. Non risposi ma continuai a guardare i suoi occhi sofferenti, delusi e arrbbiati.
«No eh? Te lo dico io Corsari, tu non puoi essere tutte quelle cose solamente perchè non basterebbero per definire quello che hai fatto.» Lanciò un ultimo sguardo e si avviò verso la strada. «Ah!» Esclamò voltandosi. «Con questo sei uscito definitivamente dalla mia vita.» Corse verso una moto dove ad aspettarla c'era Tito.
L'avevo persa, regalandola a lui.
Entrai in casa e scaraventai per aria tutto quello che mi capitava tra le mani. 
«Sono un emerito stronzo! Che cazzo ho combinato??» Urlai a me stesso.
Avevo ferito l'unica persona che amavo più della mia vita, l'avevo servita su un piatto d'argento a quel ragazzino.
Calciai così forte una sedia che arrivò a rompere lo specchio vicino al muro.
«Luca cacchio fermati!» Urlò Elisa sconvolta. «Lasciami stà!» «Luca ti prego.» Disse avvicinandosi e prendendomi un braccio.
«Cazzo Elisa vattene.» Tuonai scuotendo forte il mio braccio e facendole perdere l'equilibrio, cadde a terra.
«Tu sei pazzo!» «Zitta ti ho detto.»
Era inutile provare a calmarmi, qualcosa più forte e più grande di me si era impossessato del mio corpo.
«Fermati ti pr-ego, così mi fai pa-ura.» Mi voltai di scatto e incontri i suoi occhi lucidi e pieni di terrore, tremava da capo a piede ranicchiata in un angolo stringendo forte l'asciugamano celeste a sè. «T-i pr-ego.» Sussurrò in preda ad un altro spasmo.
Mi avvicinai a lei lentamente accasciandomi e stringendola tra le braccia, inizialemnte la sentii tremare più forte ma poi finalemente il suo corpo si rilassò. 
«Scusami..Ma io la amo davvero.»

  
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