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Autore: _layls    07/03/2010    2 recensioni
chiese un Nicholas spaventato. I giorni di Broadway erano oramai finiti da tempo, sembravano tempi troppo felici, rispetto a quello che il ragazzo stava affrontando in quel momento. I muri bianchi dell’ospedale sovrastavano ogni cosa, e di certo non aiutavano i pazienti a tirarsi su di morale. rispose semplicemente Kevin, seduto sul letto del tredicenne. One Shot non molto lunga che racconta qualche stralcio dell'infanzia di Nick, Joe e Kevin. Spero leggerete ^^
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Come da regolamento: Con questo scritto, non voglio in nessun modo plagiare o offendere in alcun modo i personaggi. La storia non raffigura la realtà, ma è semplicemente frutto della mia mente malata.

 

Hey, My Little Brothers

 

“Mamma, mamma … Io il flatellino lo voio chiamale Bobby” enunciò un bambino saltellando per tutta la cucina, felice al pensiero di aver finalmente trovato un nome adatto per il suo futuro compagno di stanza e di giochi.
“Kev, ti ricordo che avrai un fratellino, non un cane” rispose sorridendo la madre. Sorrideva ogni volta che sentiva il suo primogenito parlare. Aveva due anni, e non ne voleva sapere di utilizzare la “R”.

”Quindi non va bene?” chiese quello un po’ pensieroso e scocciato al pensiero che tutti gli sforzi mentali affrontati alla fine avevano fatto cilecca. Di fronte alla no della madre aggiunse:”Vollà dile che ne celchelò un altlo!” e tornò ad essere spensierato, correndo via dalla cucina come un matto, il suo adorato mantello di Batman che sventolava di qua e di la.

*


“Joe, giochiamo a nascondino?” propose il maggiore al secondogenito, quattro anni e due in meno del suo fratellone.
“No, tu vinci sempre!” rispose un po’ arrabbiato quello. Non sopportava di perdere. Ogni volta che lo faceva, finiva con il piangere a dirotto, per poi tornare a giocare dopo due minuti scarsi.
“Allora cosa vuoi fare?” Chiese di nuovo Kevin, paziente. Non gli piaceva costringere la gente a fare qualcosa, anche se in effetti provava una certa gioia vedere il minore che piangeva, voleva dire che lui aveva vinto … di nuovo.
“Facciamo un mucchio di foglie e ci buttiamo!” replicò Joseph, iniziando a prendere un rastrello di plastica, di quelli che si usano per giocare con la sabbia. A dirla tutta, lo abbandonò dopo due secondi: non raccoglieva un bel nulla.
I due bambini si misero così a passare il pomeriggio a raccogliere foglie, imbottiti da cima a fondo con giubbotti e sciarpe per far fronte alla fredda aria autunnale che già da qualche settimana incombeva sul New Jersey e sugli Stati Uniti d’America.
Sì, giocavano quei due fratelli, così piccoli, eppure già con un rapporto splendido da far invidia a chiunque. Una volta finito di raccogliere tutte le foglie in un mucchio tutto colorato di rosso, giallo e arancione, indietreggiarono di qualche metro per prendere la rincorsa e poi iniziarono a correre, tenendosi per mano, concludendo col buttarsi simultaneamente in quell’ammasso tutto colorato, ridendo come matti, sotto lo sguardo vigile della madre che stava seduta in un angolo del giardino, felice di aver messo al mondo due creature così splendide, e sfiorandosi per un momento il pancione che si era ritrovata, per la terza volta.

*


“Lo aiutiamo noi” si offrirono i due maggiori, riferendosi al fratello minore, che stava cercando, senza riuscirci, di vestirsi. Stavano tutti e tre nel backstage del musical di “Peter Pan” che a breve avrebbe dovuto avere inizio, vedendo come protagonista il piccolo Nicholas.
 
“Ahia Joe! Mi fai male!” si lamentò proprio quest’ultimo, dolorante per via del secondogenito che gli stava mettendo forzatamente la scarpa al contrario.
 
“Scusa, scusa!” si affrettò a rispondere Joe, dispiaciuto per aver fatto male al minore.
“Vieni che ci penso io!” si offrì prontamente Kevin, che nel giro di pochi secondi riuscì ad infilare correttamente le scarpe a Nick.
“Come sto?” chiese il bambino, infilandosi il cappello a punta.
 
“Perfetto!” risposero in coro i due maggiori, che lo strinsero in un abbraccio in stile “Teletubbies”. Si sentì un “click” e quel momento venne immortalato, per sempre.

*


“E se poi non mi fanno più uscire?” chiese un Nicholas spaventato. I giorni di Broadway erano oramai finiti da tempo, sembravano tempi troppo felici, rispetto a quello che il ragazzo stava affrontando in quel momento. I muri bianchi dell’ospedale sovrastavano ogni cosa, e di certo non aiutavano i pazienti a tirarsi su di morale.
 
“Vorrà dire che non usciremo più di qui neanche noi” rispose semplicemente Kevin, seduto sul letto del tredicenne.
 
“Oppure troveremo un modo per portarti via” aggiunse Joe, il più fantasioso del “trio Jonas”.
“Ragazzi, uscite un attimo, vostro fratello deve fare un’ iniezione” irruppe improvvisamente un medico nella stanza. Ma i due non si mossero, no. Anzi, presero la mano del minore e restarono li a guardare, anche se sotto lo sguardo contrariato dell’uomo.

 

I woke up on my roof with my brothers
There's a whale in the pool with my mother
And my dad paints the house different colors
Where would we be if we couldn't dream

I know we get a little crazy
I know we get a little loud
I know we're never gonna fake it
We are wild, we are free
We are more than ya think
So call us freaks
But that's just the way we roll


You've got moves, I've got shoes, let's go dancing
Pop-and-lock, battle dance against Hanson
If we lose all the girls they'll be laughing
Where would we be if we couldn't dream

Cause we're old enough to know
We're never letting go
That's just the way we roll


Si scatenarono tutti e tre alle note di quella canzone.
Correvano, di qua e di la, come facevano da piccoli, quando ancora abitavano a Nashville e giocavano buttandosi nelle foglie. Sembrava stessero giocando, tirandosi sguardi complici che ormai valevano più di mille parole. Quegli sguardi che tanto erano serviti quando uno di loro aveva bisogno di conforto e gli altri cercavano di dargliene, senza parlare; forse perché il dolore che provava uno di loro coinvolgeva anche gli altri due, che non avevano le forze anche solo per parlare. Lo sapevano anche loro, ormai, che prima di essere Kevin, Joe e Nick, loro erano fratelli.

*Spazio Autrice*

Forse qualcuno di voi ha già letto questa One Shot, dato che l’ho pubblicata anche nei forum ufficiali dei Jonas Brothers e di Selena Gomez. Se vi può servire, sono Layls94 =)

Spero commenterete,

Layla

  
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