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Autore: Love_in_idleness    26/07/2005    2 recensioni
Henka non aveva idea che quei lunghi discorsi avrebbero potuto dilatare una sola notte di riflessione in un'eternità destinata a svoltare verso direzioni del tutto impreviste. Altrimenti vi si sarebbe applicato molto prima. FI-NI-TA (Non vedevo l'ora di scriverlo)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love – in – idleness

ULTIMO CAPITOLO!!!

Ditemi che siete tutti contenti ^_^

XIV.

 

È successo tutto con una rapidità ed una veemenza sconcertante.

Vi siete accorti che ho cambiato il tempo verbale? Vi sto dedicando questa complessa e confusa sinfonia di parole e sentimenti, una commistione che potrebbe rendere lo scritto non scorrevole, ma accidentale, aspro e incisivo –invidio davvero coloro che hanno questa trasparenza emotiva dai tratti surreali, io sono molto più narratore asettico di eventi-, e lo sto facendo in tempo reale.

Questo perché ho la profonda e radicata paura di dimenticare ciò che è successo due notti fa, tutti i bei discorsi che sono stati affrontati e dei quali potrò vantarmi per l’eternità, senza remore; e perché bisogna sempre riflettere sui postumi di una sbornia.

Mi capite?

Non è stata davvero una sbornia –oddio, per me c’è stata anche quella-. Andate a fondo.

Mi sono quasi perso in un teatrino di ombre cinesi, nell’allegorico giardino dell’Amore, ed è stato un miraggio dalle caratteristiche così irrazionali ed oniriche che mi viene spontaneo il paragone con una solenne ubriacatura.

Scrivere è la maniera più precisa per affondare nelle profondità inesplorate di quel vasto inconscio che con la sua mole oscura di Heros e Thantos, vita e morte, occupa i nove decimi della nostra psiche.

Una sorta di fruttuosa psicoanalisi condotta su noi stessi, insomma.

Questo è l’avviso di un uomo ignorante in psicologia e profondamente devoto alle lettere.

E anche un gran bugiardo.

La causa principale che mi spinge a metter tutta la faccenda per iscritto è di poter attestare vita natural durante che quanto ho detto a Giulio, quanto gli dirò per i prossimi cent’anni, non è il risultato di una mia politica opportunista, ma la concretizzazione dei pensieri più devoti mai sgorgati dalla mia anima pressappochista; oltre che una specie di nodo al fazzoletto che mi dimostri con la brillantezza e l’indiscutibilità di un teorema di geometria euclidea il perché e il per come io abbia condotto la mia scelta di unirmi a lui.

Bisognerebbe davvero scrivere la biografia della propria vita, sempre e in ogni caso, per sé stessi, per capirsi e continuare a farlo fino alla fine, perché siamo così complessi, mutevoli nella forma e nel contenuto, che a lungo termine ci scordiamo il significato tutto speciale delle cose, e le lasciamo decadere e marcire nonostante queste ci possano aver condotto a toccare gli apici di tutta un’esperienza di umana felicità.

Ed è questa la tragedia: con la dimenticanza, che più si acuisce con lo scorrere del tempo, si perdono le percezioni delle piccole cose come i bicchierini di vodka vuoti e scintillanti, il caffè, la morbidezza di una camicia di seta sulla pelle nuda o l’amore verso il proprio coinquilino finlandese.

Dunque vi dirò alla spicciola che io e Giulio abbiamo dovuto aspettare le sette di sera per un treno che da La Spezia ci portasse diretti fino a Milano, causa la pigrizia di non voler affrontare continui cambi.

Giulio è tristemente convinto che il sistema ferroviario italiano non permetta ai passeggeri di nutrire la speranza di prendere in orario un treno dalla coincidenza immediata. Pessimista.

Ma io ho preso pochi treni, qui.

Così abbiamo fatto a malincuore le valigie ed abbiamo salutato la signora gentile che ci ha ospitati per due settimane –e un giorno in più di quel che avevam pagato- la quale ci ha chiesto con cortesia di decidere se volevamo tenerci Utrecht, visto che il micio si era affezionato a noi e lei ne aveva altri trentatré.

Abbiamo impacchettato anche Utrecht nella sua gabbietta. Mi dispiaceva da morire vederlo imprigionato in quella barbara maniera, coi suoi occhioni gialli ferini che ci ammonivano severi.

Dicono che gli occhi dei gatti siano gli occhi del diavolo.

Utrecht, ti libereremo presto!

Adesso siamo quasi in diritura d’arrivo. E’ notte inoltrata.

Sì, lo so che siamo partiti alle sette di sera, e mal che vada la tratta La Spezia – Milano non dovrebbe impiegare più di tre ore.

Ma noi stiamo andando a Berlino.

Quando siamo arrivati in Stazione Centrale, la notte immediatamente trascorsa, a Giulio è sopravvenuto come un flash, un attimo di profetico abbaglio.

Mi ha chiesto: ‘Sei arrivato in Italia col treno?’

E io gli ho risposto che, no, ero venuto in aereo, ma si poteva benissimo viaggiare da Kemi fino a Goteborg, da Goteborg fino a Copenaghen, da Copenaghen fino a Berlino, da Berlino fino a Milano, o per altre mille deviazioni.

‘E in Finlandia i treni sono buoni?’

‘Certo. C’è un ottimo servizio ferroviario.’

Ricordo come ha taciuto, assorto, per qualche istante prima di domandarmi se potessi rinviare la sessione dell’esame di filologia germanica di almeno un mese.

Ho guardato anch’io nella direzione del tabellone delle partenze sul quale posava lo sguardo da un minuto intero, e ho capito dove voleva arrivare a parare.

Così abbiamo ripulito il primo Bancomat che abbiamo trovato e abbiamo comprato i biglietti per l’Eurostar.

I sedili di questo treno sono veramente comodi in confronto all’Interregionale. E non sono particolarmente imbrattati di scritte oscene, firme artistiche ed anonime dichiarazioni d’amore.

Da sezzo, Giulio dorme placidamente –gli auguro i sogni più felici del mondo- appoggiato contro di me, e io batto silenziosamente sulla tastiera da tre ore consecutive questa storia insensata, pensando alla piega imprevista e dolce che ha preso la mia vita in così poco tempo.

Davvero.

Mi auguro mille di queste ultime notti e tanta di qusta fortuna. Anche a voi.

Una – Benedizione

 

LOPPU

(The end)

 

--- Non è vero che ci ho messo tre ore T____T ci ho messo mesi a scrivere tutto!!! Ed è stato stressante da non credere!

Io però ve l’avevo detto che non sono brava coi finali, non mi piacciono e non riesco a trovarne uno che mi soddisfi abbastanza. L’idea di un finale così aperto era la meno peggio. E poi >:-) io almeno ho finito ahahahah (ß risata sadica). Non vedevo l’ora. E domani – vado – in – FINLANDIA. Sono piacevolmente agitata. Questo è un piccolo sogno che si realizza. Pieni uni (ß piccolo sogno).

Mi farà piacere se commenterete, solo, a meno che non facciate entro la fine della giornata, non potrò rispondervi e ringraziarvi fino a – Settembre. Oddio mi vien male. (E’ perché sono una ragazza educata ^_^). Ringrazio anticipatamente chi commenta. Nel caso ci sia qualcuno che ha letto fino alla fine. Non avete idea di quanto mi faccia happy.

E pensare che ieri mi son svegliata e vedevo il Tamigi. Oggi la roggia. Ho anche comprato HP in tempo record e l’ho letto notte e giorno. Che brutta fine… tanto saprete già tutto, no? Oh, io vi lascio. Devo rifare i bagagli per l’ennesima volta.

RINGRAZIO DAVVERO TUTTI COLORO CHE ABBIANO MAI COMMENTATO E CHE COMMENTERANNO MAI. THANKS A LOT, INDEED.

 

 

 

   
 
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