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Autore: Botan    08/03/2010    2 recensioni
"Possibile che la cotta di un Turk, desti così scalpore? Casomai non sarà per la cotta, che c’è lo scalpore, ma per colei che ti ha fatto scottare." Una one-shot basata sulla canzone "She's always a woman" di Billy Joel, ed incentrata sulla coppia RenoxYuffie!
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Reno, Yuffie Kisaragi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarà Sempre Una Donna

                             Sarà per me sempre una donna

 

 

 

 

“E’ una bambina! Perché sta con lei?”

 

 

Tutti non fanno altro che ripetere la stessa cosa.

Parlandomi alle spalle, naturalmente.

 

 

“Non può andarsene in giro con quella! Per uno come lui, non è adatta. E’ una vergogna! 

 

 

Dovrei vergognarmi solo perché ho scelto di non nascondermi?

 

 

“Alla fine lei farà i capricci e lo getterà via come se fosse un abito consumato, vedrai!” 

 

 

Già… Fare la fine dell’abito consumato che non serve più, tra le ragazzine come lei è di moda.  

 

Però

 

Nonostante tutto…

 

 

 

 

 

- Hai capito cosa ho detto? – mi domanda Rude, all’improvviso, riconducendomi bruscamente alla realtà. E’ come se qualcuno mi avesse afferrato il lungo codino di cavallo che ho dietro la nuca, senza darmi il tempo di emettere un sospiro, e tirato giù a forza, su questa terra maledetta.  

 

Lo fisso lì per lì con un’espressione smarrita. Ho appena fatto un capitombolo dalle nuvole, quindi è normale. Nella più completa e frastornata confusione, assento alle sue parole. – Ma certamente, amico! – esclamo, legando il tutto con un sorriso.

Il mio collega si slaccia la cintura di sicurezza che lo tiene ancorato al sedile dell’auto, dopo aver spento il motore dell’abitacolo e tirato a sé la chiave. La infila nel taschino interno del suo completo blu notte. – Dove stai andando? – gli chiedo dubbioso, alzando il sopracciglio sinistro.

 

- Mi pareva di aver capito che tu avessi inteso. – replica, senza scomporsi di un solo millimetro.

In realtà, non ho prestato minimamente attenzione alle sue parole. Mi secca farglielo ripetere, solo perché so che a lui seccherebbe ancor di più sentirselo chiedere. E così, mi impongo il silenzio, pur facendo finta di sapere ciò che in realtà non so.

Ma che ragionamento contorto, eh?

 

Lo sportello della macchina che si apre, emette un rumorino flebile ma percettibile. Quando l’anta si spalanca, e Rude sta per posare il primo piede a terra, con le spalle rivolte a me esclama: - Compro le sigarette e torno.

 

Gli sorrido, anche se lui non può vedermi, e me ne resto buono, stravaccato comodamente sulla poltrona dell’abitacolo, a fissare il tetto.

La radio è accesa. Il compare ha preferito non spegnerla. Forse per non lasciarmi completamente solo, in balia dei miei pensieri.

Rude lo avrà sicuramente intuito. Lui riesce a capirmi alla prima occhiata.

Apprezzo il gesto, però… La radio farà anche rumore, ma il frastuono che c’è nella mia mente, la sovrasta.

Non riesco a smettere di pensare alle parole, o per meglio dire, alle dicerie degli altri.

La gente che mi sta intorno è davvero infida.

La gente che mi sta intorno è solo un agglomerato di poveri imbecilli!  

Però… le parole che ho per puro caso udito l’altra sera, non me le riesco a dimenticare.

Stavo facendo il mio solito giretto tra quelle macerie che un tempo edificavano parte della città di Midgar, quando un gruppetto di soldier che pattugliavano il perimetro, tra un su e giù e un’avanti e indietro, anziché turarsi la bocca e pensare al lavoro, attirarono la mia attenzione. Come mai?

Beh, se la stavano spassando allegramente denigrando il sottoscritto.   

E’ ovvio: qualcuno di loro, deve avermi visto con lei.   

La notizia si è propagata velocemente. Perbacco! La cosa mi stupisce assai. Anche perché il cervello di quei soldati, è lento come una compassionevole lumachina zoppa.

E poi, questa mattina è successo ancora. Altri due soldier all’osteria dietro l’angolo.

Miseriaccia! Chi l’avrebbe mai immaginato che una tranquilla passeggiata in compagnia della tua lei, avrebbe innalzato un simile tafferuglio!

Forse dovevo stare più attento.

Forse passeggiare mano nella mano tra le vie di Edge, è stata una scelta azzardata.

Forse sarei dovuto andare a passeggiare all’Icicle Inn o al Nothern Cave Crater?

Saremmo diventati di sicuro due grossi ghiaccioli, ma almeno nessuno ci avrebbe notato!

Un’alternativa allettante, che fa raggelare il sangue. E non solo quello…

 

Possibile che la cotta di un Turk, desti così scalpore?

Casomai non sarà per la cotta, che c’è lo scalpore, ma per colei che ti ha fatto scottare.

E’ ovvio.

 

Però…

 

Perché non posso scegliere per chi il mio cuore debba bruciare?

Perché gli altri ti devono giudicare così malamente?

E soprattutto, perché sono costretto a diventare una stalattite di ghiaccio, per evitare che, al contrario di me che mi trasformo in un grosso surgelato da freezer, i pettegolezzi infiammino?

Tutto questo non lo sopporto. Non fa parte della mia etica. Mi fa imbestialire, mi fa sentire come un pennuto chiuso in gabbia.

E’ così assurdo che io debba vivere secondo ciò che fa comodo agli altri.

Se prendo una decisione e faccio di testa mia, seguendo i miei impulsi, le frattaglie pettegole che mi stanno intorno iniziano a sparlare.

Ma se seguo una vita lontano dai riflettori, e non do da mangiare a quei pettegoli avvoltoi, loro si lamenteranno lo stesso di me, chiedendosi del perché io non sia arzillo come gli altri.

In entrambi i casi, quelli che ci guadagnano sono sempre i cosiddetti “altri”. Ed in entrambi i casi, quello che ci rimette è sempre e solo il sottoscritto.

 

E allora, perché portare la tua dama a passeggiare sopra le vette imbiancate di una montagna solitaria, per evitare che un vaso di cristallo, destinato lo stesso a rompersi, non cada subito?

Tanto la gente parlerà sempre. Sono di questa convinzione. Nel bene o nel male, sarai il bersaglio delle loro acuminate ed insulse freccette.

 

Però, che rabbia!

A riguardo, qualcuno in passato mi aveva già avvertito.     

 

“Poi non ti arrabbiare, quando giudicheranno ciò che fai.

 

Quell’antipatica di una bionda non aveva tutti i torti.

Elena non si è mai sbilanciata apertamente con me, ma anche lei, come Rude, sa come sono fatto.

 

Merda! Quanto mi dà fastidio ammettere che quella streghetta platinata abbia ragione!

La gente spettegolerà sempre, ma a me fastidio! Non posso sorvolare la questione.

Anche perché riguarda me. E quello che poi vivrà male, non sarà qualcun altro.

E’ giusto vivere la propria vita, oppure lasciare che gli altri condizionino la tua?

Detesto rimuginare su simili questioni!

E questo fottuto speaker che sta alla radio, con quella sua voce squillante e baldanzosa, dovrebbe impedirmi di pensare alle malelingue, eppure non lo fa.

Non so se mi faccia più arrabbiare il tono della sua voce, oppure le malelingue stesse…

In questo momento mi verrebbe da girare la manopola della radio, e cambiare stazione.

Pur di non sentire più questo tono esuberante, mi accontenterei di sorbirmi perfino il canale che trasmette dalla parrocchia ecclesiastica di Junon!

Sto per agguantare la manopola e girarla, quando all’improvviso il vivace speaker radiofonico si mette a tacere. La sua voce viene sovrastata da una sequenza di note molto delicate.

La prima cosa che mi viene in mente, ascoltando questa canzone che d’acchito non mi sembra conoscere affatto, è una bambina in tutù bianco che danza sulle punte con le sue scarpette da ballerina.

Che bizzarro pensiero!

Poi mi fermo e tendo l’orecchio, per ascoltare.

 

 

 

                                        Lei può uccidere con un sorriso.
                                           Con i suoi occhi può ferire.

                          Può rovinare la tua fede con le sue imprevedibili bugie.

                                   Mostra solo ciò che vuole che tu veda.
                 Si nasconde come una bambina, ma per me sarà sempre una donna

 

 

La prima strofa mi lascia di sasso.

Immobile, non riesco a togliere le dita dalla manopola dell’ apparecchio radiofonico per la paura che il segnale, anche se non so come, si possa interrompere.

                                           

 

 

                                             Ti può portare ad amare.
                                           Ti può prendere o lasciare.
                               Può chiederti la verità, ma non ci crederà mai.

                      Prenderà tutto ciò che sei disposto a darle, purché sia gratis.               
                     Sì, lei ruba come un ladro, ma per me sarà sempre una donna.

 

 

Senza che me ne accorga, tolgo quelle stesse dita dall’apparecchio e lascio che la mia schiena si distenda lungo la spalliera del sedile.

La mia immaginazione comincia a viaggiare accompagnata dai suoni di questa melodia sconosciuta, troppo delicata per la reputazione di un Turk.

 

 


                                                 Si prende cura di sé.
              E’ capace di aspettare se lo vuole, ma è in anticipo rispetto al suo tempo.

                                                 Non si arrende mai.

                                               Non si dà mai per vinta.
                                                Lei cambia solo idea.

 

 

E la ballerina in tutù bianco che danza deliziosamente sulle punte, si trasforma in una giovane donna che i miei occhi hanno già visto.

 

 


                                    Ti prometterà più del Giardino dell'Eden.
                        Ti ferirà per poi ridere spensieratamente quando sanguinerai.
                                       Ma tirerà fuori il meglio e il peggio di te.
              Non puoi incolpare che te stesso, perché per me lei sarà sempre una donna

 

 

Nella scena che mi appare nella mente, dal buio scorgo la sagoma di qualcuno seduto a terra che osserva quella giovane ballerina danzare.

                                         

 

 

                                                  Si prende cura di sé.
               E’ capace di aspettare se lo vuole, ma è in anticipo rispetto al suo tempo.

                                                 Non si arrende mai.

                                               Non si dà mai per vinta.
                                                 Lei cambia solo idea.

 

 

E la figura seduta a terra che osserva incantata la sua ballerina, si trasforma in un giovane uomo che i miei occhi hanno già visto.
Ha lo sguardo estremamente rapito. Lei lo ha stregato.

 

 

 

                                 Spesso è gentile, poi improvvisamente è crudele.
               Fa come vuole, non è la sciocca di nessuno, e non può essere imprigionata.
                                           Si è guadagnata una sua posizione.
                                           Al massimo getterà ombre su di te,

                                                             ma per me,

                                                lei sarà sempre una donna.

 

 

Il canto s’interrompe, le note giungono al termine. Peccato. Mi sarebbe piaciuto fantasticare ancora un po’. Dopo la fine dell’ultimo suono, mi sembra di vedere le dita di colui che strimpella questa melodia, sollevarsi dal pianoforte ed appoggiarsi sulle ginocchia. Come se stesse aspettando con fiducia di ricevere degli applausi.

Se solo potesse sentirmi, si meriterebbe un battimano solo per avermi fatto capire una cosa molto importante.

Sembra proprio che l’autore di questo brano, la pensi esattamente come me.

Sì, lui sta dalla mia parte, ed io, tutto sommato, non mi sento più l’anticonformista ribelle della Shin-Ra.

 

 

“Il vice capo dei Turks è diventato un giocattolo nelle sue mani! Tutti quelli che lo verranno a sapere lo giudicheranno uno sciocco! Per quella lì, poi, non ne vale la pena! E’ una ladruncola!

 

“Già, ed è anche un demonio!”

 

“Concordo. Aggiungerei contestatrice!”

 

“E anche un tipo incostante!”  

 

E una bambina!”

 

 

Faccio un sorrisino che viene alla luce proprio spontaneo.

Ora i pettegolezzi di quegli sprovveduti, non mi feriscono più. 

 

 

Può darsi che io faccia la fine di un giocattolo vecchio, e può darsi che lei mi abbandoni per strada come un orsacchiotto di pezza che ha le zampe scucite.

Può darsi che lei sia la persona meno adatta a me, che mi prenda in giro, che sia volubile e capricciosa, che sbatta i piedi per terra perché il palloncino le è volato in cielo e che pianga a dirotto portando a me il broncio per una settimana, a causa di uno sbaglio che ha fatto solo lei.

Può darsi che sia un’abile ladruncola, un perfido demonio, una contestatrice in piena regola, una persona incostante, e che sia realmente una bambina, ma…

 

Io voglio provarci ugualmente.

Voglio gettarmi in quest’avventura, e sì, voglio rischiare.

Voglio giocare con quella che agli altri può sembrare una bambina, ma che per me, sarà sempre una donna!

 

La mia.

 

 

                                                                                                                               Fine

 

 

 

 

Una piccola Reffie o più semplicemente RenoxYuffie!

L’avevo scritta un’anno fa, tuttavia ho potuto pubblicarla soltanto ora perché faceva parte di un concorso letterario che mi impediva di metterla in rete prima della sua conclusione.

Diciamo che, rispetto all’altra mia storia, Red Head, la piccola ninja la si vede veramente poco, anzi, per niente! Mi incuriosiva l’idea del “è lei o non è lei?” quindi mi ci sono lanciata in pieno!

Per quanto riguarda la canzone, non c’è molto da spiegare: la amo, mi piace la musica e soprattutto il testo che, secondo me, sembra per certi versi ritrarre una donna un pochino simile a Yuffie. In particolare quando dice “Ti può portare ad amare. “ Ti può prendere o lasciare.” “ Fa come vuole, non è la sciocca di nessuno, e non può essere imprigionata”, queste e anche tutte le altre parti del testo descrivono alla perfezione la nostra adorata ragazzina ruba Materia!

Accoglierò a braccia aperte tutti colori che vorranno lasciarmi una recensione!  Per me significa tanto!

 

Un bacio!

 

Botan
 

   
 
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