Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: Cipria    09/03/2010    11 recensioni
AVVISI: N.B. SONO PRESENTI alla fine del racconto, le risposte a quante di voi mi hanno gentilmente recensita, a loro va il mio grazie, naturalmente la mia gratitudine è indirizzata anche a chi ha solo letto ^^
Una mia ulteriore rilettura della notte delle lucciole, non c'è niente da spiegare, come già il titolo fa presagire, sono solo pensieri e parole in merito. Il finale è coerente alla storia, anche se ha in un certo qual modo un lieto fine, che lo fa parzialmente sfociare in racconto AU, nel senso letterale del termine.
Buona lettura, se ne avrete curiosità! : )
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi con una fan fiction, la prima che pubblico –la prima che non sia un song-fiction – in realtà è stata scritta molto tempo fa, infatti risale all’ottobre del 2008, mi scuso anticipatamente, poiché troverete alcuni elementi di plagio, tra ciò che leggerete e quanto ho già pubblicato, in realtà sono i lavori più recenti ad aver attinto da questo scritto, citazioni del tutto involontarie, poiché solo avendo ripreso la storia tra le mani ho notato similitudini, segno evidente che il mio pensiero sia in qualche maniera coerente. Il titolo prende spunto, dalla celebre e omonima canzone di Lucio Battisti –artista da me apprezzato- l’io narrante del mio componimento è André –avrete certamente notato il mio amore per questo personaggio,(non solo perché è l’uomo perfetto) un soggetto nel quale mi identifico per alcuni aspetti caratteriali, del quale ammiro lo stoicismo, la costanza, l’esserci in silenzio, l’esser presente senza imporsi, il non accontentarsi di piaceri incompleti, a metà , che degradino l’uomo nella sua completezza, diciamo che ci somigliamo, come invero mi rivedo molto anche in Oscar, la sua apparente atarassia, l’incapacità di comunicare i sentimenti, il pensare che questi rendano fragile l’opinione che gli altri hanno di noi, il non sapersi vedere se non attraverso i loro occhi, che quindi diventano i tuoi occhi, anche per questo amo scrivere, chi mi legge, troverà sicuramente una discrepanza tra quanto appena detto e quel che di me traspare attraverso la scrittura, la mia anima e la mia immagine sociale sono un po’ in antitesi, sto cercando pian piano con un duro lavoro di farle convergere, anche se propio facile non è.           

La mia decisione di descrivere le sensazioni(letteralmente ciò che attiene i sensi) scisse, staccate l’un l’altra, per poi riunirle in una pangea(i continenti che anticamente erano un unico corpo, e che come i sensi sono cinque, e se contiamo i poli son sei, ma possiamo aggiungerne anche un sesto per l’uomo, l’intuito), poiché chi vive a metà scinde quel che prova a causa dell’incompletezza, chi vive appieno non sa distinguere, amalgama tutti i sensi in un’unica percezione, il piacere.


Questa storia, ha come fulcro la notte delle lucciole(così la chiamo io), momento a mio avviso topico, la summa di un’esistenza, -e per questo mi scuso- lo tratto e ritratto, trovo sempre nuovi spunti e sfumature, il finale è coerente con la storia, per adesso non riesco a scrivere finali rosei(ne ho delle altre da rivedere, a lieto fine, in cui tutti vissero), anche se in qualche maniera ho voluto dare un taglio positivo, in un certo senso un lieto fine che fa sfociare il racconto in una sorta di AU.

Spero gradiate, buona lettura.

 

Rispondo ai quesiti di due recensitrici della mia song-fiction le cui questioni trovano risposta qui, pertanto è pertinente che qui scriva, alle altre risponderò quando pubblicherò il secondo capitolo –della song.fic. intendo.

 

*NINFEA306: Mi sono cimentata in altri generi che non siano song-fic., spero gradisca! :)

*AUDREYNY: eccoti un finale salvifico, per quanto possibile positivo, spero apprezzi! :D

 

Buona lettura a tutti.
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Pensieri e parole…

                   

Per anni mi sono interrogato sui sensi, e solo adesso ho la consapevolezza –probabilmente l’ho sempre avuta- di come essi siano irrimediabilmente legati a Lei, tutto ha senso -bel gioco di parole i sensi che hanno senso- relativamente alle emozioni che mi suscita Lei con la sua sola presenza, non riesco a percepire niente al di fuori di Lei, e se Lei non c’è tutto a Lei mi conduce.

 

La vista

 

Qualcuno potrebbe pensare che Lei ha gli occhi del colore del mare, be’ non sa quanto erra lo stolto, è il mare ad avere colto solo una delle innumerevoli sfumature delle sue iridi, loro ne assumono una diversa a seconda dello stato d’animo, ed io la trapasso in maniera impudente leggendole l’anima solo guardando la tonalità assunta da esse, e adesso anche con un solo occhio mal funzionante è lo stesso…

Qualcun altro peccando di presunzione, direbbe che la seta fluente dei suoi capelli è del colore del sole, o delle messi mature in giugno, sciocco, non sa che il sole e le messi le invidiano i toni.

 

L’Olfatto

 

L’odore di rosa e latte che Lei promana al suo passaggio è qualcosa che umanamente non saprei descrivere, so semplicemente che quell’odore da una vita mi possiede, anche se Lei passa da una camera molto prima che io ne varchi la soglia, il suo odore me la narra, mi dice che c’è stata e che ci sarà, mi appare d’innanzi il senso della mia vita, e l’infinito m’avvinghia….

Il suo profumo mi penetra fino alle viscere, qualche volta ho temuto di svenire.

 

Il Tatto

 

Il tatto è il senso che con Lei ho sperimentato meno, -anche se la vista, in questo ha sopperito egregiamente, e ora che sono mezzo orbo rischio di perdere due sensi pur di fatto perdendone solo uno- malgrado ciò mi è capitato di sfiorarla, toccarla, persino abbracciarla, -e ahimè  baciarla, e che io sia maledetto, quasi possederla come un qualsiasi uomo innamorato- questo climax tattile si è verificato sempre a sua insaputa, o quando Lei poteva fingere di esserlo. La sfioravo durate gli allenamenti al fioretto, quando le passavo la cioccolata, o quando per sbaglio le passavo accanto prendendo male la curva, così da lambirla -mi piacerebbe ricordare una sola volta, nella quale questo errore sia stato davvero tale…

L’ho toccata quando è stata ferita al braccio -questa è la volta più dolorosa- nel tentativo di salvare la Regina, all’epoca dei fatti ancora Principessa, -ma l’ho toccata infinite altre volte…

L’ho abbracciata da ubriaca, sì da sbronza l’avrò furtivamente abbracciata infinite volte, ed ho persino dovuto sorbirmi stilettate al cuore, del tipo ”Fersen io vi amo!”  E molte altre frasi del genere, se in quegli istanti qualcuno mi avesse inferto un fendente, non una sola goccia di sangue sarebbe sgorgata dalla mie budella. Da piccola la abbracciavo molto più spesso, e meno dolorosamente, condividevamo il nostro essere orfani, io lo ero davvero, Lei lo era nel peggiore dei modi, in quanto si fregiava del titolo pur avendo i genitori in vita.

Sul come e perché l’abbia baciata e quasi avuta  ci sarebbe da scrivere un romanzo, che non mi va di porre in essere, in quanto il sangue del mio cuore, costituirebbe l’unico inchiostro possibile, col quale poter vergare la dolorosa verità. Di quell’istante il ricordo più forte che mi rimane, è il Dolore, provocato dalla prospettiva di non averla più al mio fianco, di non poterle respirare l’aria per poi donargliela carica di Amore, di non poterla più cingere con le braccia del pensiero, leggerle gli occhi ed amarla….

-Non ho più bisogno di te[…]posso vivere come un uomo, fa quel che vuoi, sei libero[…]

Ma libero da Chi, o da cosa? Ho pensato, come se ci si potesse inibire l’esigenza d’ossigeno. Se tu sei un uomo io cosa sarei dunque? D’accordo che ora come ora un’ameba ha più soddisfazioni personali di me, però non dire eresie Oscar, tu uomo decisamente non sei, e pretendi di esserlo appunto perché il ventaccio baltico ha soffiato sulle ceneri, sotto le quali giaceva un cuore ardente, che come una Fenice si è ridestato, reclamando diritti. Adesso ti brucia, ora io e te siamo uguali, portiamo un pesante fardello, del quale non vogliamo e non possiamo sbarazzarci… Scappare non serve, esso rimane in noi affaticandoci il cammino che conduce alla fuga, fuga da e verso cosa poi? Con questi pensieri ti osservavo.

Eh no che non sei un uomo, pensavo…Tu hai appena detto, che non necessiti più dei miei servigi, ma credevo fossimo amici, invece mi accorgo che tu non la pensi così, perché ti stai preoccupando delle tue necessità , non ti sei nemmeno chiesta quali possano essere le mie. Non lo hai fatto, perché? Io, io sì, ho bisogno di te Amore…

Non so cosa mi sia preso, come una fiera immonda le sono balzato addosso, le ho strappato la camicia, ho visto i suoi seni, il mio membro si era prestato all’invasione, e se non avessi visto copiosi rivoli di dolore solcarle le gote, credo proprio l’avrei violentata. Dio sì, l’avrei violentata come un vil stupratore. Le sue perle sulle guancie bianche, sbiancate dal terrore, mi ridestarono, mi fecero uscire dallo stato di trans nel quale mi trovavo e nel quale avrei compiuto un atto che non mi sarei mai perdonato, se l’avessi   fatto –Dio ti ringrazio per avermi fermato!- mi sarei ucciso.

E Lei lì, sul letto come una bambina intimorita dai tuoni, con gli occhi sbarrati svuotati, sconvolti, la coprii e le giurai di non sfiorarla mai più.

Quella sera piangemmo in due, io forse piansi il doppio, poiché io e lei siamo una cosa sola, non potei farle del male senza farne anche a me stesso (1)

 

(1)  Io e te siamo una cosa sola, non posso farti del male senza ferirmi.      Gandhi

 

L’udito

 

L’udito, l’udito forse  il senso che mi verrà in soccorso insieme al tatto, quando perderò la vista, sembrerà strano, ma ascoltare i battiti del suo cuore per me è sempre stato fondamentale, la cosa che sto per dire mi imbarazza, ma forse mi rende  umano, visto che ho fatto dell’ascesi mistica la mia religione –Sfido chiunque a star accanto a Lei, alle mie, anzi sue condizioni. La sua voce roca, graffiante, penetrante, sensuale, calda e corposa mi provoca un rivolo di piacere che si strozza in gola, torna indietro inondandomi il ventre per poi culminare più in basso, manifestandosi platealmente nella maniera più animale e naturale possibile. Credo d’aver fatto l’Amore con Lei, pur senza di Lei, essendo soltanto sfiorato dalla sua voce innocentemente voluttuosa. L’avrò chiamata miriadi di volte nei miei amplessi solidari accompagnati dal pensiero di Lei, della sua voce, del suo odore di rosa, dal pensiero di un bocciolo rugiadoso non ancora schiuso, non mi ha mai risposto…

La stessa sensazione, me la provocavano anche le note di Bach, invidio anche i tasti percossi dalle sue dita arrabbiate, vorrei mi usasse la stessa cortesia, perché vorrei mi usasse …

 

Il gusto

 

Se pensando a Lei dovessi associare un sapore, sarebbe di certo la rosa, ma anche la cioccolata spruzzata di cannella - oh come la cannella le somiglia, misteriosa e insinuante! - anche il vino d’annata fruttato, sa di Lei.

 

****

 

La pangea sensuale, quando i sensi convergono

 

Com’è strana la vita, sono qui steso accanto a Lei, che dorme beata con un’ espressione innocente e maliziosa al contempo –D’altronde questa è Oscar, tormento ed estasi- Sotto di Lei la mia giubba e la coperta -che fa da corredo all’interno della borsa posta a lato della mia cavalcatura- , mentre la coltre che prima era riposta ai fianchi di César -il suo cavallo- fa da scudo ad entrambi. Tutto immaginavo, tranne che questa sera potesse volgere in maniera così inaspettata, io le sono qui a fianco, col capo poggiato su di un gomito sollevato, ad osservarla sfatta dopo l’Amore.

Io qui con una tempia che mi martella, sporca di sangue coagulato, ad ammirare la mia venere dormiente, con tutti i capelli sparsi e scarmigliati. Stanotte Lei è stata davvero mia, mi ha sorpreso quando con quell’aria fintamente spaurita -adesso l’ho capito che fosse solo fintamente… Oggi ho voluto creder d’essere il prode cavaliere, che protegge la sua bella dal drago -mi ha chiesto di accompagnarla in quanto le strade sarebbero state poco sicure. Oh la mia dolce Oscar, come  è stato bello sentirti arresa sotto le mie mani, al giogo dei miei baci, all’ardimento impacciato delle mie carezze, al peso del mio corpo sul tuo esile e stanco. A dire il vero, nemmeno io fino a questa notte stellata di mezz’estate -Che sia anche questo, un “Sogno di una notte di mezz’estate”?- sapevo come si toccasse una donna, come si potesse farla bramare, e insomma, nemmeno come farsi spazio nel suo sesso umido.

Ho capito che saresti stata pronta ad accogliermi, quando tra le mie falangi, ho toccato un caldo distillato di miele, nell’incertezza ho pensato che fosse un lasciapassare, per il paradiso. Titubante, ho colto la rosa rugiadosa, un bocciolo, finalmente fiorito e aulente mi si offriva, temendo la tua reazione ho tentennato, anche tu per una manciata di secondi mi hai vanamente trattenuto sulla soglia, temevi il dolore, anch’io ho temuto di dartene[…]

Dopo è stato strano, bello, ma strano, tu hai gemuto flebilmente -la mia dolce Oscar, temevi rimanessi male, se ti fossi lamentata di più- ed io che ti leggo l’anima mi son fermato, anzi stavo tornando sui miei passi, e tu mi hai trattenuto per le spalle, invitandomi a reiterare il movimento. Ho capito che a te non è piaciuto quanto a me, ma me lo aspettavo poiché tu hai dovuto infrangere quel confine che separa la bambina dalla donna, e come si sa cambiamenti per quanto belli alle volte sanno essere davvero dolorosi…

Nell’estasi di saperti mia, ho chiaramente capito che l’amore stava per giungere al culmine, ma non ho fatto a tempo, non sono riuscito ed evitarlo, mi spiace, spero di non essere stato troppo efficace stanotte, tuo padre ci ucciderebbe tutti e tre, -io morirei comunque, per troppa felicità, tu al contrario forse di paura. Mi sono accasciato su te, ho respirato a fondo l’incavo del tuo collo, e spossato mi ti sono adagiato accanto, e da allora che ti guardo, osservo te che quasi subito sei caduta addormentata, scomposta madida di sudore e con un prepotente rivolo rossastro tra le gambe. L’ho baciato, ho percorso a ritroso la sua strada fino ad asciugarlo, volevo fare ammenda della mia colpa, spero d’esserci riuscito, anzi mi auguro di poter recuperare in seguito…

Ti ho coperta, mi hai sorriso nel dormiveglia, Adesso riposa amore ! Ti ho detto.

 


 

Oh come sei bella non posso fare a meno di pensarlo, e com’è sublime la sensazione che mi provoca la tua pelle. Ecco cosa sei tu per me un caos di sensi, il tuo odore di rose, latte e cioccolata mi stregano. Ti ho assaggiata amore, e sei una fonte dalla quale sgorga inebriante vino speziato, mi frastorni mi irretisci, una fresca pioggia di petali di rosa ha ricoperto i nostri corpi fluttuanti nell’estasi.

Penso che potrei morire anche all’istante, ho avuto tutto quel che ho sempre desiderato, mi chiedo se quel che è accaduto tra noi stanotte sia la spiegazione del rapporto intimo tra eros e tanathos –Dio si fa per dire che potrei morire adesso, non voglio certo morire adesso che ho preso a vivere, sarebbe crudele, anche se mi basterebbe lo stesso questa notte, per poter dire d’aver vissuto appieno.

E’ l’alba del 13 luglio 1789, il mio amore riposa mollemente –L’avrò spossata troppo? Grandier smettila con questi pensieri da tomber de femmes, non sei che un dilettante, mi dico. –Mi ispira una carezza, le mie dita toccano lievemente una sua gota calda e arrossata, - com’è liscia la sua pelle- sento un brivido dalle dita propagarsi al braccio, e riscaldarmi il petto – E’ questo il lato fisico dell’amore, dunque?

Mentre indugio sul suo zigomo delicato, sento una esile mano stringere in maniera infantile le mie dita grossolane, spostarle dalla gota ad una dolce risacca, sento scoccare un bacio. Oddio ha baciato le mie dita –mi ritrovo a pensare- faccio per ritrarmi, ma rimango sperando che la cosa si ripeta, ed infatti come volevasi dimostrare le due polposette si schiudono di nuovo, e di nuovo, e poi ancora e ancora, la lascio fare mi sembra di morire, illanguidisco…

Abbiamo fatto di nuovo l’amore, questa volta sono stato meno impacciato e credo Lei abbia apprezzato, quando ci siamo ridestati per andare incontro al destino mi sembrava luminosa, evanescente, la ragazza se è possibile in quanto donna è persino più bella. Questa volta anche per Lei l’amore ha raggiunto l’acme, e se prima il mio è stato un errore, questa volta Lei mi ha avvinto i fianchi con le anche, ha voluto che il mio piacere fosse il suo, che il mio impeto vitale la pervadesse, e mi ha baciato avidamente. Un figlio! Oscar mi sono sentito orgoglioso, Tu vorresti un figlio da me? Perché il tuo gesto questo significa. E mi sciolgo di piacere, che rifarei anche subito l’amore, ma non si può il dovere chiama.

Chissà se mi si legge in faccia, che le nostre anime stanotte si sono incontrate ed hanno instancabilmente danzato? Chissà se il suo odore, di rose è divenuto parte di me adesso?

E lei? Lei sì che in viso è diversa, ha un volto consapevole e malizioso, la mia Oscar non ha mai avuto quell’aria che cela un mistero intrigante, chissà se anche lei non vede l’ora di togliermi la giubba, come me in quest’istante, anzi come me da quando si è rivestita.

Uhm… Alain se ne accorgerà subito, lui ‘ste cose le capisce al volo, come se avessero un odore, un colore, come se ungessero e  tingessero le persone.

 

****

 

Non è possibile, Oscar ha detto Il mio uomo non credevo utilizzasse un’espressione così carnale, che desse l’esatta idea che fra noi c’è il sesso, l’ascolto inebetito e colmo d’orgoglio, la mia donna, mi ritrovo a pensare, la mia donna è fiera di me al punto da dimostrarlo al mondo intero, e da desiderare un figlio da me.

Stasera il sottoscritto André Grandier, chiederà alla donna con la quale ha fatto l’amore poche ore fa, di diventare sua moglie agli occhi del mondo, perché tra l’altro è anche sicuro che sotto le stelle Dio ha già benedetto l’unione.

 

****

 

Dio, vedo poco, anzi vedo sempre meno, Alain mi spalleggia, Lei non si è ancora accorta della gravità della mia situazione, ieri mi aveva intimato di non partecipare agli scontri, ma come avrei potuto lasciarla?

Ho un brutto presentimento, sono stato troppo felice, come mai ero stato, sento di aver avuto tutto, forse troppo, quando è così il prezzo che si paga è alto, altissimo…

Dio ti prego proteggila, sento che io non potrò farlo per molto

 

Il buio, le sparano, le corro incontro, un dolore cupo al petto, lei piange, perché piange? Io non posso morire adesso, lei mi stringe la mano, é china su me, farfuglia qualcosa, non capisco più nulla , sono fuori dal mio corpo, lei urla.

 

Oh Dio consolala, sorreggila, io non ci sono più, vedo il mio corpo accasciato su una barella da campo, Lei che strepita, piange calde lacrime, tento d’abbracciarla ma non posso, non riesco, e poi che strano sto così bene, il mio occhio sinistro è di nuovo acceso, non ho cicatrici.

 

Alain amico mio abbracciala per me, scaldala, rendila felice come puoi, so che anche tu l’ami, ma in vita non potevo certo essere altruista fino a quel punto…

 

****

 

 

Oscar perché diavolo sei in prima linea davanti i cannoni, perché Oscar?

Ti hanno crivellata di colpi, non riesco a pensare alla pelle liscia e bianca del tuo petto trapassata da immondi colpi di fucile, Rosalie ti asciuga la fronte, il dottore scuote il capo ed è chiaro il senso delle sue mute parole, Alain sta per piangere, ti ama, non piange, ti saluta e fugge via insieme al suo dolore atroce.

 

****

 

 

-Ciao André

-Ciao Oscar, perché sei venuta?

-Ti spiace, non mi aspettavi forse?

- Non così presto!

-Presto? A me è sembrata un’eternità!

-Anche a me, ma preferivo che vivessi di là!

- Per me la vita stava di qua, al tuo fianco, dimmi che adesso saremo eternamente insieme!

-Beh Oscar questo credo proprio di potertelo promettere, l’eternità qui mi sembra una garanzia…

-Ecco Grandier impara a fare promesse che puoi mantenere, altrimenti mi tocca rincorrerti. Intanto baciami[…]

- Mi spiace per quelli che abbiamo lasciato.

-Anche a me.

-Ma qui  ho tutto, tutto quel che conta almeno.

-Saranno contenti di saperci almeno insieme!

-Ah ah ah, sta’ tranquillo che ci immaginano a cavallo, o al fioretto

-Mentre noi…

-Già, mentre… sapessero…

-Già, ma chi immagina il paradiso come un posto nel quale fare diavolerie?!

 

 

Fine

 

Cipria

 

 

P.s se trovate errori fatemeli notare, sarò lieta se avrete fermato lo scempio, almeno sarete solo voi a leggerli, poiché io dopo li correggerò ; )

 

 


 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ecco le risposte alle vostre recensioni:

Patrizialasorella:  Grazie mille, sei troppo gentile, mi fa piacere abbia posto l’accento sui doppi significati, io in generale anche nella vita amo cercare metafore e similitudini, dalle più banali a quelle più profonde, un po’ come “le Corrispondenze” di Baudelaire, tutto vive almeno due volte, una in superficie ed almeno un’altra –se non infinite- nel  profondo…  Spero di avere l’ispirazione per scrivere bene, e presto! ^^

 

Lady in blue: Grazie per il sublime, ad esso aspiro, quando scrivo –non mi do arie da scrittrice:P, anche quando scrivevo temi, per intenderci- mi piace e mi viene spontaneo lavorare sul doppio binario, da una parte il “lecito, il luminoso” dall’altra “lo scabroso, l’ombroso” perché tutti noi non siamo mai né solo luce, né solo ombra, siamo un groviglio di sentimenti  sensi, e spesso agiamo sospinti da entrambi al contempo.

Grazie ancora, ma troppi complimenti, troppa grazia!

 

Baby80:  Merci :) è vero lo stile della scrittura è rétro, perché anche la scrivente lo è, mi viene naturale, io vivo in un’altra epoca e come tale scrivo.

Sei riuscita a trasformare in parole l'amore di André.” Grazie, questa tua frase mi lusinga e mi commuove! Per la dualità di tematiche ho già risposto sopra. Anch’io spero di scrivere presto, aspetto l’ispirazione :D

Tetide: Grazie, l’idea dei sensi non so come mi sia venuta, l’ispirazione arriva e tutto quel che butto giù va da sé, come esistesse già…

Arte: Grazie anche a te, troppi complimenti immeritati! La mia scrittura ha una base tecnica -minima- ma è soprattutto istintiva, inizio a scrivere e non so dove voglia arrivare, magari parto da una frase, descrivo una situazione e mi ritrovo in una scena piuttosto che un’altra –tant’è che ho almeno sei lavori aperti, perché ho avuto una suggestione, ma stanno lì aspettandone un’altra, poi certo la tecnica interviene per la forma, per l’uso delle figure retoriche etc , etc, però il contenuto è spontaneo e soggetto all’umore del momento.

Per quanto riguarda il finale, è venuto da sé, c’è da dire che non amo l’originale –lo odio e lo amo, più esattamente, poiché è tragico, ma la tragicità ha consegnato l’amore all’eternità-, ma mi riesce difficile immaginarlo diverso, temo forzature, temo una non naturalità nei caratteri, un’Oscar casalinga, piuttosto che un André troppo intraprendente, quindi non me lo ero prefissa il lieto fine, è nato da solo, voleva essere così come l’ho scritto.

A presto^^.

Ninfea306:  Merci beaocoup! Sì hai ragione, tra i primi due terzi della storia e l’ultimo c’è un cambiamento di registro, prima poetico sublime, più volto ai pensieri, quindi più cadenzato da emozioni alte, più, se vogliamo filtrato dal cuore. La seconda parte accelera, perché accelerano gli eventi, per omologia al contesto, si combatte si muore, non si parla in versi, si è piuttosto laconici, si bada all’essenziale, c’è ansia, non c’è tempo. Sì la sensualità è costante, linea in parte voluta, in parte sorta da sé, forse perché io vedo André come la classica acqua quieta, come colui dal quale nessuno si aspetterebbe una certa umanità, e quindi siccome nel mio scritto perlopiù pensa, immaginando che anch’egli avesse pensieri e pulsioni naturali, ho voluto fornirgli un riscatto, è perfetto, ma lo è perché non è un santo atarassico, sarebbe stato un uomo noioso…

Per quanto riguarda la questione “stupro mancato” sì forse è forzato, è pesante(io per prima ho ragionato la cosa) ma io non parlo di André visto da fuori, da noi, parlo di un André che parla di sé, che si guarda dentro e vede cose che non gli piacciono, cose che noi non possiamo vedere, quindi che lui può permettersi di dire perché appunto interne, io per prima ho fatto cose che non avrei pensato né di fare, né di progettare, e nessuno dall’esterno avrebbe giurato io potessi arrivare a tanto, eppure esasperata, sfiancata o emozionata vi sono giunta, facendomi paura.

Sul finale l’ho già detto, provo un amore odio, infattiil mio è lieto, ma tutto sommato coerente.

A presto!

 

Flopi: Lieta ti sia piaciuta, grazie, a presto^^!

Safelia: Non ami le song- fiction eh :D ?!  Grazie, sono particolarmente orgogliosa del mio paradiso vagamente terrestre, dubito che in base all’idea che se ne ha di esso, si vivano esigenze ed emozioni corporee, ma questo paradiso è mio, e me lo gestisco io! Grazie, a presto!

Ragazze, ad alcune osservzioni magari non ho risposto direttamente a voi, perché la risposta era già da qualche altra parte.
   
 
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