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Autore: Amy89    09/03/2010    0 recensioni
In una serata come tutte le altre Roderich ed Elizaveta, ora sul suolo delle rispettive nazioni, ripensano al loro passato. Ciò che hanno lasciato indietro e perso. Da anni hanno una tradizione in comune, solo loro...e la loro canzone suona ogni sera. E' una one-shot senza pretese ma spero vi abbia un po' incuriosito. Buona lettura.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pianoforte e Carillon





La sofferenza dei ricordi di ciò che hai perduto è sempre in agguato
e tu non puoi evitarla.
Cerchi di scappare
corri, corri fino a non avere più fiato ma ad un tratto ti devi fermare, mani sulle ginocchia,
affannato,
piegato in avanti per sostenerti e non crollare sfinito a terra.
Ed ecco che Lei ti ha raggiunto e ti salta sulle spalle…
è insopportabile eppure ci devi convivere.




E’ autunno e la finestra è spalancata.
I tendaggi sbattono per il vento che libero da ogni ostacolo riesce finalmente ad insinuarsi nella camera.
I caldi colori delle foglie che, trasportate dal vento, si sono intrufolate silenziosamente nella stanza si confondono con i toni bruni del legno del parquet.



E’ autunno e la finestra è spalancata.
Lei sistema le tende in modo che possano muoversi il meno possibile
per il vento che soffia entrando dalla finestra aperta.
Osserva il vorticare delle foglie, che portate dal vento, si sparpagliano per tutto il giardino.




Le dita scorrono abili e veloci sui tasti bianchi e neri del suo strumento.
Gli accordi, da prima casuali, vanno a trasformarsi nella melodia, ricordo della canzone di un carillon che suonava.
Gli occhi chiusi, ciocche di scuri capelli vanno a sfiorare la fronte.
Le note scorrono… la molla seguita ad essere caricata il carillon continua a suonare nei suoi ricordi.



Le dita sfiorano il legno antico del piccolo scrigno, aperto, appoggiato al davanzale.
Sfila una catenina che tiene intorno al collo, con la piccola chiave, che fa da pendente, carica la molla del meccanismo.
Le note dolcissime del carillon si diffondono nell’aria, trasformandosi in pochi secondi nel ricordo di uno spartito suonato al pianoforte.
Gli occhi chiusi, i lunghi capelli ondeggiano liberi sulle spalle.
Le note scorrono… i tasti seguitano ad essere premuti e il pianoforte continua ad essere suonato nei suoi ricordi.




Rabbrividisce per una folata particolarmente fredda.
Ma rimane li, seduto sul bello sgabello di antico legno intarsiato, davanti al pianoforte, a suonare.



Rabbrividisce per una folata particolarmente fredda.
Ma rimane li, in piedi, a piedi nudi sul freddo marmo, davanti alla finetra, ad ascoltare il carillon suonare.




Una nube più scura oscura la luna, come fosse un sipario.
Un altro soffio d’aria, più forte dei precedenti.

I ricordi prendono il sopravvento… come se la polverosa pellicola di un film,
che avevi provato a riporre nel cassetto più nascosto della casa, ti venisse, improvvisamente, srotolata davanti agli occhi.
Le note continuano a fluire.
Il carillon si accompagna al pianoforte, come se la sua melodia fosse stata composta per essere associata allo spartito suonato dallo strumento.




E’ l’esatto contrario, ammette lui a se stesso, sorridendo amaramente.



E’ l’esatto contrario, ricorda lei a se stessa, sorridendo amaramente.




Lo spartito, Lui, l’aveva scritto apposta per accompagnare le note della ninnananna del carillon.
Ogni sera entrambi suonavano, accompagnando i propri proprietari alla fine di quel giorno.
Dando all’altro la buona notte con la loro delicata musica.
Le due melodie si fondevano nell’aria inondando le camere di entrambi.
Che fosse estate, autunno, primavera o inverno, a quell’ora precisa, le finestre delle due camere venivano aperte. Era, ormai, un rito per loro, a cui nessuno dei due si sottraeva mai.




“Continuo a farlo ancora, anche se io sono rimasto qui, e lei se ne andata in Ungheria, senza nemmeno venire salutarmi quando è partita per sempre.
Quanto sono stupido!”



“Continuo a farlo ancora, anche se lui è rimasto in Austria, e io sono venuta qui, senza che, quando sono partita per sempre, lui sia venuto a salutarmi.
Quanto sono stupida!”




Parole amare vengono pronunciate nel vento.
Delusione, malinconia, tristezza, amarezza.
Il cuore duole.
I ricordi fanno male ma nessuno dei due può soffocarli o cancellarli.
In realtà, nessuno dei due vorrebbe farlo.




I tasti stridono, premuti contemporaneamente, senza nessun accordo, producendo un suono sgraziato.
Lui si alza stizzito dallo sgabello e, dopo aver coperto con cura i tasti del pianoforte, calpestando le foglie sul pavimento, chiude la finestra.



Il carillon viene chiuso di scatto e il legno che sbatte contro il legno produce un rumore sordo.
Lei si allontana stizzita dal davanzale e, dopo aver riposto con cura il carillon sul suo ripiano libreria, chiude la finestra.




Si avvicina al minibar, prende un bicchiere di cristallo dal vassoio e si versa da bere…



Si siede sul divano e comincia a leggere un libro preso dal tavolino li a fianco…




Ma lo sguardo continua a correre, ad intervalli regolari, sempre più frequenti, alla finestra chiusa,
mentre lo stomaco e il cuore vengono chiusi in una dolorosa morsa.




Posa il bicchiere sul vassoio e, sospirando malinconico, ritorna alla finestra, aprendola…



Posa il libro sul tavolino e, sospirando malinconica, ritorna alla finestra, aprendola…




“Buona notte, cara Elizaveta. A domani.”
Sussurra, lui, nel vento della notte.



“Buona notte, caro Roderich. A domani.”
Sussurra, lei, nel vento della notte.




Le luci, nelle camere, vengono spente.
Entrambi si chiudono la porta alle spalle,
lasciando la camera.
Ma le finestre rimangono aperte ed il vento continua ad entrare.











Piccolo Angolino:

Mentre sto sperando che la Fanfiction vi sia piaciuta, ringrazio di cuore tutti coloro che hanno letto e, anche di più, coloro che mi lasceranno anche solo una piccolissima recensione(fatemi felice, per favore, lasciatemi anche solo una piccola frase per farmi sapere se vi è piaciuta o vi ha fatto irrimediabilmente schifo! peeeeer favoreeee!^^).

Un particolare ringraziamento a coloro che leggendo la fanfiction in anteprima mi hanno convinto, anche se loro non sapevano neanche che avevo dei dubbi, a postarla! Grazie mille,tesori!

Un bacione grandissimo a tutti...

Amy89
   
 
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