Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh
Ricorda la storia  |      
Autore: Mistress Lay    27/07/2005    23 recensioni
- Lo senti? – chiese il ragazzo – Lo senti il battito del mio cuore impazzito? E sai una cosa? Batte solo quando ci sei tu vicino, quando ti vedo o quando ti penso. Ti amo, Yami. Ti amo da sempre – La mia prima fic Yami/Seto. Postata dp la fine del cartone... COMMENTATE! ^__^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Mokuba Kaiba, Seto Kaiba, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pharaon’s love – L’amore del Faraone

Qst è la mia prima fic in qst sezione e la mia prima fic sulla coppia Yami/Seto… ^^ Ho scritto fin’ora un po’ su Sailor Moon anche se la maggior parte delle mie fic riguardano Harry Potter… (se volete darci un’occhiata… :P)

La posto oggi per festeggiare (ma cs c’è da festeggiare??? Ç__ç) la fine della serie in tv… qst shot è nata dp la puntata nella quale Seto trasforma i punti di attacco del suo mostro in Life points per il faraone e vi assicuro che tutta quella scena mi ha toccato: era tr tenera!!!!

 

Commentate, mi raccomando.

Mistress Lay

 

 

۵ Pharaon’s love – L’amore del Faraone ۵        

by Mistress Lay

 

 

 

A Wormy,

by Mrs Lay

 

 

Dartz era stato sconfitto, Leviathan addormentato una volta per tutte nelle profondità dell’oceano, il sigillo di Olikarkos finalmente debellato, le anime delle persone sacrificate nel folle sogno di Dartz liberate.

In due parole: la pace regnava nel mondo, il Faraone aveva ancora una volta vinto le tenebre.

Ma le cose erano cambiate sia per lui sia per il suo gruppo di amici: in primo luogo il Faraone aveva adesso un corpo tutto suo, separato dal suo ingenuo alter ego Yugi Motuo, anche se continuava ad abitare a casa Motou ed essere inseparabile amico di Yugi, entrambi ancora spaesati dall’esperienza di essere in due corpi divisi e non poter assaporare l’uno i pensieri dell’altro.

A parte quello tutto andava a gonfie vele, i giorni scandagliati dalle chiacchiere tra amici, i duelli amichevoli tra Yugi e Joey, le lettere di Serenity e May, lontane da Domino, il successo di Duke con il suo D.D.D., a cui aveva apportato alcune modifiche a cui aveva dato una mano anche Yugi.

L’unico del gruppo, anche se non si poteva dire che Seto Kaiba facesse parte del loro gruppo, che non si era fatto più vivo era rinchiuso nella sua Kaiba Corporation con il fratellino Mokuba e non si era più fatto sentire da quando Dartz era stato sconfitto.

C’era da dire che dovevano essere fatti parecchi lavori per il restauro dei modernissimi computer danneggiati quando Dartz aveva rilevato l’azienda, e quindi la KC aveva bisogno di tutta l’intraprendenza e la decisione del suo capo, Seto Kaiba appunto, per ritornare la famosa e spregiudicata azienda modernissima e padrona del mercato di Domino che era prima dell’avvento di Dartz.

E la sua assenza si faceva sentire.

Non su Koey, Tristan, Tea, Duke o Yugi, ma sul faraone, che sembrava essere più cupo di prima e solamente Yugi sembrava saperne il perché.

- Che cosa intendi fare? – gli chiese un giorno.

Il faraone guardò di fronte a sé, senza rispondere. Non sapeva davvero che fare.

Era da tempo che si era accorto del suo amore per Seto ma sapeva già in partenza di non avere speranze: Seto era un importante capo di azienda, un duellante eccezionale, una personalità forte e decisa e mai si sarebbe abbassato a provare anche un minimo di affetto per quel faraone senza ricordi. Da quando si erano conosciuti erano stati sempre in competizione… figurarsi che quasi ogni volta che si incontravano duellavano, Seto per niente dimentico che Yami lo aveva battuto un mucchio di volte a quel gioco, il Duel Monsters, divenendo il Re dei Giochi.

Ora di tornei per i campioni di Duel Monsters non ce n’erano ma si prospettava che presto, se non la KC come pubblicità del ritorno in auge, si aprirà un torneo di Duel Monsters esperti e veri campioni a cui sicuramente prenderanno parte persone del calibro di Seto, Joey, May, Rex o anche Yami e Yugi.

Ma aspettare fino a quella data per rivedere Seto?

Yami non avrebbe sopportato tanto più che il torneo era ancora un’idea e nulla di preciso.

- Allora? – lo incalzò Yugi.

- Non lo so Yugi. Davvero non lo so. Forse non farò semplicemente niente -

- Ma perché? -

- Lui è Seto Kaiba -

- E allora? Hai paura della sua reazione? -

Yami annuì, in posa sconfitta.

- Se non glielo dici non saprai mai se ti ricambia o no. Diglielo. Io sono sicuro che non ti è poi così avverso – sorrise Yugi, illuminando il suo viso ingenuo.

Yami non si sentiva di ricambiare il suo ottimismo: che speranze aveva con Seto Kaiba? Se gli avesse rivelato i suoi sentimenti probabilmente gli avrebbe proposto un duello e lo avrebbe stracciato, perché Yami non avrebbe avuto la forza di combattere, umiliato e distrutto per esser stato respinto.

Nella migliore delle ipotesi avrebbe semplicemente smesso di parlargli e duellare con lui, credendolo ormai non più all’altezza o umiliandolo di fronte a tutti, cosa che il faraone non avrebbe mai accettato.

- No, Yugi – negò Yami, i suoi occhi magnifici pervasi da una tristezza indicibile che Yugi aveva visto solo quando Yami parlava di Seto e del suo amore sicuramente mai ricambiato. Scosse la testa, pensando che sarebbe anche ora che il faraone si desse una svegliata e leggesse tra le righe.

Bastava pensare al duello contro Marik, il duello finale, a cui lui aveva assistito nonostante non avesse mai accettato il fatto di essere lo stregone egizio che 3000 anni prima aveva sfidato il faraone: gli aveva dato una carta che lo aiutasse a sconfiggere quell’invasato di Marik.

Per passare a cose più recenti bastava riflettere sul gesto di Seto quando duellava con Yami contro Dartz e al suo sacrificio di trasformare i punti di attacco del suo mostro in life points aggiuntivi per Yami o alla sua forza donata al faraone contro Leviathan o anche solo l’aiuto che Seto aveva dato, seppur lui diceva per ‘riconquistare la sua azienda’. Era tanto per una persona del suo calibro che non credeva né di esser stato vivo 3000 anni fa e di aver conosciuto Yami quando era faraone dell’Egitto.

Forse per Yugi era troppo chiaro ma lui credeva fermamente che Seto avesse aiutato Yami anche per la sua salvezza e perché teneva a lui: o almeno era bello pensare ad una cosa del genere.

- E allora che cosa farai? Lo guarderai da lontano e basta? Ti limiterai a combatterci contro? – lo rimproverò Yugi. In genere era Yami ad essere la personalità più decisa ma per quanto riguardava la faccenda ‘come comportarsi con Seto Kaiba’ era Yugi a prendere il sopravvento.

- Sarebbe la soluzione migliore, non trovi? – rispose amaramente Yami.

Yugi scosse la testa.

Testardo.

 

- Che cos’hai fratellone? -

La voce di Mokuba distolse Seto dalle sue elucubrazioni. Era seduto a cena nella grandiosa sala da pranzo della sua immensa villa, alla sua destra stava Mokuba, che aveva quasi finito di mangiare, e lui, Seto, aveva la testa da tutt’altra parte.

Erano mesi ormai che non vedeva il solido gruppo dei squinternati ma la sua azienda aveva bisogno di un rinnovamento completo per tornare ad essere l’agguerrita azienda che era sempre stata, aveva quindi necessità di nuovi strumenti moderni e ancor più precisi e un nuovo contratto con le aziende sottomesse e concorrenti che, approfittando della momentanea pausa dagli affari del KC, avevano cominciato ad allargarsi sempre dipiù nel mercato mondiale.

Ma Seto, nonostante le continue riunioni e i 10000 problemi che doveva affrontare come capo dell’azienda, non poteva non pensare a quegli occhi violetti che appartenevano al ragazzo unico nei suoi pensieri.

Yami Yugi.

L’alter ego del piccoletto, il faraone, il re dei giochi e… del suo cuore.

Odiava ammetterlo ma non riusciva ad impedirsi di pensare a lui in ogni minuto della sua giornata, a guardare con sguardo vuoto il telefono, indeciso se chiamarlo o no. Ma per dirgli cosa, poi?

“Salve Yami, sono Seto. Ti dovrei parlare” lo avrebbe preso per pazzo.

E poi se l’avesse veramente avuto di fronte e avrebbe guardato quella figura bellissima e regale, quello sguardo deciso dietro gli occhi viola, non avrebbe avuto il coraggio di dirglielo, era sicuro.

Eppure… diavolo, era il presidente di una grandissima azienda, era sempre stato spregiudicato con avversari e dipendenti, anche se giusto, severo e determinato nelle sue decisioni ma allora perché doveva pensare che la vista di due occhi lo potessero fermare dal rivelare i suoi sentimenti a Yami?

Dannazione!

Una spiegazione potrebbe essere quella che in realtà non credeva neppure lui di amare quella creatura tanto complicata quanto adorabile, un’altra poteva essere che di fronte a lui si sentiva sé stesso, con pregi e difetti, nudo al suo giudizio, come sempre era stato, un’altra poteva essere che aveva paura di un suo rifiuto.

Forse era quella ad essere l’alternativa più pressante.

Ricordare che da quando si erano conosciuti si erano sempre trovati a duellare per Seto era appoggiare di nuovo i piedi a terra: voleva significare che Yami credeva che Seto l’odiasse, voleva significare che Yami veramente lo odiasse.

Così aveva deciso di non chiamarlo, di non farsi sentire pi e cercar di sradicare quel sentimento che chiamava ormai ‘amore’ dal suo cuore, distruggendolo con la lontananza, sua scelta di vita ormai.

Ma intanto continuava assiduamente a pensare a lui e a fissare il telefono.

Persino Mokuba si era accorto che qualcosa non andava.

- Va tutto bene, Mokuba – rispose distrattamente.

- No che non va tutto bene, Seto! – protestò Mokuba, lasciando cadere la forchetta con un tintinnio sul piatto di porcellana ricamato con alamari in oro.

Erano mesi che Seto era così.

Pensava a qualcosa, ne era assillato e… non gli diceva nulla.

All’inizio aveva creduto fosse la preoccupazione per riportare la KC in auge a farlo rimanere così a lungo in silenzio ma poi era reso conto che c’era qualcos’altro.

Ma cosa?

- Sei sempre pensieroso e con la testa fra le nuvole! Perché non vuoi dirmi che c’è? – domandò Mokuba.

- Sono solo preoccupato per l’azienda, Mokuba. E ora continua a mangiare – rispose Seto, mentendo.

- Non è per la KC – borbottò Mokuba guardandolo negli occhi. Occhi viola come quelli di… - Perché non me lo vuoi dire, Seto? -

Seto sorrise un po’ forzatamente: - Ti assicuro che non è nulla –

Ma Mokuba un’idea cel’aveva: - È per Yami? – domandò lentamente, saggiando la reazione del fratello.

Seto lasciò cadere la forchetta nel piatto ancora pieno e spalancando gli occhi blu. Rise nervosamente: - Non dire sciocchezze, Mokuba! –

- Perché non glielo dici? – continuò imperterrito Mokuba.

- Cosa? -

- Che gli vuoi bene -

Seto rimase spiazzato.

Come aveva fatto Mokuba a capirlo? Era così trasparente alle occhiate altrui? Non sapeva tenersi un segreto? Voleva davvero bene a Yami? Lo amava?

I pensieri lo sommersero come un’ondata.

E rispose sì alle ultime domande. Sì, voleva bene a Yami e sì, lo amava.

Ma non glielo avrebbe detto.

Yami non lo avrebbe mai accettato. Era Seto Kaiba, maledizione e Yami odiava Seto Kaiba.

Per le sue convinzioni, le sue scelte, perché era sempre così distaccato e freddo, perché non credeva nell’amicizia, nel cuore delle carte, nel destino…

- Io non voglio bene a Yami, Mokuba. È solamente un rivale a Duel Monsters. E ora finisci di mangiare che devi andare a letto presto – disse forse un po’ troppo duramente, cercando di convincere più sé stesso che il fratello minore.

Ma Mokuba non si lasciò impressionare. Solo, aspettò la fine della cena, guardando di sottecchi gli occhi tempestosi di Seto e la forchetta abbandonata dentro il piatto.

Finì di mangiare e diede il bacio della buonanotte al fratello sulla guancia: - Buonanotte Seto –

Seto strinse brevemente a sé il fratellino minore: - Buonanotte Mokuba, dormi bene –

Mokuba sorrise e si allontanò. Quando fu all’uscita si girò verso il fratello e disse: - Io sono sicuro che Yami ti vuole bene. Dovresti dirglielo, sai? Non vorrai arrivare troppo tardi… - e uscì dalla sala da pranzo, lasciando basito Seto.

Scosse la testa e suonò il campanello, facendo accorrere una cameriera che sparecchiò il tavolo mentre lui si dirigeva nella sua stanza al piano superiore.

Una volta dentro andò ad osservare il panorama dalla sua terrazza, rimirando la luce pallida della luna in cielo. Solitaria… che gli ricordava tanto Yami.

Ridacchiò fra sé e sé. Per lui ogni cosa lo riportava a Yami.

Si andò a sdraiare sul letto, chiudendo gli occhi e pensando a quello che gli aveva detto Mokuba quella sera.

“Io sono sicuro che Yami ti vuole bene. Dovresti dirglielo, sai? Non vorrai arrivare troppo tardi…”

Troppo tardi...

Perché troppo tardi?

Poi gli venne in mente Tea e la sua cotta che da sempre aveva per Yami, non Yugi ma Yami. Quella che stravedeva per Yugi era quella Rebecca, quel portento con i computer che non faceva che contraddirlo sempre e che lo fissava con quello sguardo perennemente impertinente.

Il pensiero di Yami e Tea lo fece riaprire bruscamente gli occhi, allarmato. Si alzò a sedere di scatto, togliendosi quell’immagine dalla testa.

Ma non ci riuscì.

Bene. Questa era la risposta ai suoi assillanti interrogativi: amava Yami, fine della storia.

Ma glielo voleva dire?

Cioè, seguire il consiglio di Mokuba, dovette ammettere che la giovane età del fratellino non aveva a che fare con la sua perspicacia, o tenersi tutto dentro? Ma se Yami lo rifiutasse?

No!

Scosse la testa.

Seguire il consiglio del fratello e il fratello aveva detto che sicuramente Yami provava qualcosa per lui.

Si riadagiò nel letto.

“Bene” si disse mentalmente “Domani glielo dirò”

Certo avrebbe preso tutto il coraggio che aveva in corpo e avrebbe detto al ragazzo dei suoi pensieri che lo amava. Semplice , no?

E allora perché sentiva quella paura impossessarsi del suo stomaco?

“Sono il presidente della Kaiba Corporation, dannazione!” si rimproverò e dopo poco si addormentò, i sogni agitati.

 

Il mattino dopo non era per niente una mattinata soleggiata.

Il cielo era coperto di nubi scure che annunciavano pioggia sicura e Seto ebbe la sensazione che quella giornata sarebbe stata un completo disastro. Ma poi rinsavì: non aveva mai creduto al destino e tantomeno alle coincidenze.

Con quel pensiero positivo si alzò da letto e si vestì, scendendo a colazione.

Mokuba era già in piedi e aveva appena terminato di fare colazione. Accolse il fratello con un lungo sbadiglio di sonno: - Bu-buon-buongiorno Seto –

Seto si sentiva di buonumore e sorrise al fratellino, dandogli un bacio sulla testa: - Buongiorno fratellino – e si sedette capotavola, afferrando il giornale preparato da Roland e dando un’occhiata veloce ai titoli di borsa.

Mokuba lo guardò un attimo con sguardo sorpreso. Non era da Seto un gesto così dolce senza che ci fosse un motivo tangibile. Come il suo compleanno.

“Ma oggi NON è il mio compleanno. È passato da tre mesi!” pensò Mokuba. Il fratello stava leggendo i titoli di borsa con un sorrisino mentre sorseggiava una tazzina di caffè.

“Uno: Seto non beve mai caffè la mattina presto ma solo in ufficio. Due: non scende mai a colazione con un sorriso, soprattutto in prospettiva di una stressante giornata lavorativa. E tre: ripeto che oggi non è il mio compleanno” pensò il ragazzino. Gli venne in mente quello che aveva detto al fratello la sera prima.

Yami… ecco il motivo di tanta gaiezza.

Aveva preso la decisione di dirgli tutto…  Mokuba sorrise fra sé. Era anche ora.

Poco dopo Seto appoggiò il giornale sul tavolo e si alzò, dicendo al fratello di sbrigarsi e assieme si diressero alla macchina che li avrebbe portati alla Kaiba Corporation. Per tutto il viaggio Seto pensava a come dirlo a Yami mentre Mokuba lo scrutava, sorridente.

Se il pensiero di parlare con Yami animava così Seto… che cosa avrebbe fatto Seto se Yami e lui si fossero messi assieme?

La giornata passò velocemente e straordinariamente bene. Tutto era ormai al proprio posto e la KC era pronta per tornare alla riscossa.

Alle prime avvisaglie della sera Seto decise di andare finalmente a parlare con Yami, al diavolo tutto!

- Mokuba, io adesso devo andare… ho un… uhm, appuntamento – disse Seto. Mokuba rise fra sé.

“Un appuntamento, certo…”

- Roland ti porterà a casa. Ci vediamo lì – sorrise mentre si avviava all’uscita.

- Va bene Seto. Ah, saluta da parte mia Yami, mi raccomando! – esclamò Mokuba con un ghigno sul volto vide Seto arrossire leggermente e sorrise, suo fratello era proprio cotto!

Il fratello si voltò: - Lo farò se andrà tutto bene – disse solo, mostrando tutta la sua apprensione.

- Ma certo che andrà tutto bene! – lo rassicurò Mokuba – E se non va bene… rubo il puzzle a Yami, così impara! – ridacchiò mostrando la lingua.

Seto non se la sentì di unirsi alla sua ilarità ma sorrise un’ultima volta e uscì, prendendo una macchina e arrivando al negozio del nonno di Yugi. La pioggia aveva cominciato a cadere, sempre più forte mentre Seto pensava a come parlare a Yami.

 

 

Sai, la gente è strana prima si odia e poi si ama

cambia idea improvvisamente, prima la verità poi mentirà lui

senza serietà, come fosse niente

 

 

“Non ti ho mai odiato, Yami. Credimi. Ho sempre provato questo sentimento per te ma l’ho costretto a rintanarsi nel profondo del mio cuore. È amore, ora lo so. Ho mentito per non dire la verità, mi sono nascosto per non svelarmi, ho cercato di soffocare il mio amore per te per non ricevere da te un rifiuto… ma so di avere sempre sbagliato. Ti amo e non voglio nasconderlo. Mai”

 

 

Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo!

un punto, sai, che non ruota mai intorno a me

un sole che splende per me soltanto

come un diamante in mezzo al cuore.

 

 

“Sei il mio punto di riferimento anche se ho cercato di non pensarci mai. Ma sei mio sole: da sempre. Non perché sei il faraone dell’Egitto ma perché sei te stesso, forte, determinato, che mai si arrende. Non potrò mai cambiare questo”

 

 

Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo!

non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero

e che mi amerai davvero di più, di più, di più.

 

 

“Non ho mai desiderato, a parte la sicurezza per mio fratello, qualcosa di più grande che il tuo amore, Yami. Spero che non cambierai mai, che tu continui ad essere come sempre sei… perché non ho mai conosciuto una persona come te, pronta a tutto pur di salvare le persone a cui vuoi bene e quelle che nemmeno conosci, solo perché lo credi giusto. Vorrei che tu mi amassi, nonostante io sia così come sono, nonostante tutti i difetti che ho… vorrei che mi amassi come io amo te”

 

 

Sai, la gente è sola, come può lei si consola

per non far sì che la mia mente

si perda in congetture, in paure

inutilmente e poi per niente.

 

 

“Voglio dirti tutto questo appena ti vedo. Non credere che non abbia paura: ho una paura fottuta. Ma voglio che tu lo sappia, voglio che tu ti renda conto che io ti amo. Non voglio più illudermi e se mi rifiuterai così sia, sarà la volta buona che possa mettere in pace il mio cuore impazzito. Odio illudermi, sperare cose che mai si avvereranno. Sai quante volte ho osservato la porta del mio ufficio immaginandomi tu che la apri? Sai quante volte ho osservato il telefono nell’ansia che tu mi chiamassi? Sai quante volte ti ho sognato, la notte? Forse mi rifiuterai ma è una mia scelta non nascondermi più”

 

 

Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo!

Un punto, sai, che non ruota mai intorno a me

un sole che splende per me soltanto

come un diamante in mezzo al cuore.

 

 

“Ora sono qui, di fronte al negozio del nonno di Yugi e osservo le imposte chiuse. Piove, le gocce di pioggia scendono e mi bagnano. Ho lasciato la macchina poco distante. Volevo pensare prima di farmi vedere. E forse non sei in casa. Ma rimarrò qua. Stanne certo. Perché anche se le nuvole coprono il cielo tu sei il mio sole e la mia luce. Ecco, ti vedo. Sei con Yugi. Il sole continua a brillare”

 

 

tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo !

Non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero

e che mi amerai davvero di più, di più, di più

 

 

“Non mi faccio ancora vedere. Entrate in casa, voi, così uguali e simili e io, così diverso, sono qui fuori, sotto la pioggia. Comincio a sentire il freddo ma non m’importa. Se questo è il prezzo io lo sconterò. Fa che non mi repinga! Fa che non mi respinga! Non so più a chi appellarmi, giuro. Yugi esce di casa, mi vede. Ma non è lui che cerco. Lui mi fissa e mi dice, prima che io abbia il tempo di dire alcunché, che Yami è in casa. Bussa alla porta, Seto, la felicità è lì dentro. E se ne va. Coraggio, non abbandonarmi ora”

 

 

Suono di un campanello.

Yami smise di asciugarsi i capelli umidi e si chiese chi potesse essere. Il nonno di Yugi non era a casa e Yugi era appena uscito dopo aver preso il suo deck per andare da Joey.

“Forse è Yugi. Si sarà dimenticato qualcos’altro” sorrise e andò ad aprire.

- Che cosa ti sei dimenticato questa volta? – chiese ridacchiando ma davanti a lui non c’era Yugi ma… Seto Kaiba in persona, il giaccone bianco grondante e mezzo aperto, i capelli castani sgocciolanti e negli occhi blu qualcosa che colmò Yami di aspettativa.

- Seto? – sussurrò.

Non poteva crederci…

Seto abbozzò un sorriso: - In persona. E non mi sono dimenticato nulla –

Yami arrossì d’imbarazzo: - Oh… ehm, scusa. Credevo fosse Yugi… - poi lo continuò ad osservare. Aveva preso a tremare per la pioggia ma non sembrava davvero accorgersene, sembrava più che altro raccogliere le forze per dire qualcosa – Entra, stai tremando, Seto. Quanto tempo sei stato sotto la pioggia? – chiese con apprensione crescente, facendogli spazio per entrare.

Seto non si mosse e abbozzò una risatina nervosa: - Da parecchio penso. Il tempo di schiarirmi le idee –

- Avanti, entra. Ti devi asciugare o ti prenderai un malanno. Che caspita ci facevi là fuori? -  la preoccupazione era chiara nella sua voce. Ma ancora una volta Seto non si mosse.

- Ti volevo parlare -

- Parleremo dentro. Ti devi asciugare, Seto -  lo tirò dentro e si allungò a prendere l’asciugamano che aveva usato poco fa, glielo porse, chiudendo la porta e rimanendo nella semioscurità con lui.

Seto prese l’asciugamano: - Ho da dirti una cosa importante, Yami –

- Immagino che tu non me la possa dire prima di darti un’asciugata, vero? – chiese esasperato dal fatto che Seto stringeva l’asciugamano ma non sembrava avere nessuna intenzione di usarlo – Avanti, dì pure – era inquieto però. Sento continuava a tremare.

Sembrò che fosse quello di cui aveva bisogno Seto: - Perfetto – prese fiato e disse – Forse dopo quello che ti dirò non mi vorrai più vedere ma dovevo assolutamente dirtelo. Lo so che in passato i nostri rapporti non sono stati del tutto idilliaci ma… -

Yami si chiese dove Seto volesse andare a parare.

Era davanti a lui, bagnato fino all’osso ma l’immagine della bellezza: capelli leggermente appiccicati alla fronte, maglia nera sotto il cappotto che rivelava i suoi muscoli, occhi divenuti di un blu profondo, viso inquieto ma così bello che sembrava scolpito e a Yami sembrò sentire il suo cuore fermarsi.

- … ma io non ti ho mai odiato, anche se ho dato questa impressione. Con il passare del tempo ho cominciato ad ammirarti e dare un nome a quello che sentivo quando ti vedo o dare il nome a quel qualcosa che era la causa, come adesso, di far battere all’impazzata il mio cuore. – gli prese una mano e se la portò al petto.

Il contatto con la maglia bagnata di Seto fece rabbrividire un secondo il faraone ma poi si trovò ad arrossire. Una mano sul suo petto… e quello sguardo che adesso aveva: Yami non sapeva cosa Seto volesse dirgli ma sentì che lui lo amava oltre l’immaginario.

E sentiva anche il cuore di Seto battere oltre la stoffa zuppa.

Batteva forte.

Yami osservò Seto, aspettando la sua replica.

- Lo senti? – chiese il ragazzo – Lo senti il battito del mio cuore impazzito? E sai una cosa? Batte solo quando ci sei tu vicino, quando ti vedo o quando ti penso. Ti amo, Yami. Ti amo da sempre – disse con quella voce calda e passionale che fece battere forte il cuore al faraone.

Era sincero. Era innamorato.

Yami sentì il desiderio irrefrenabile di saltargli al collo e baciarlo.

Lo fece.

Seto rimase sorpreso qualche istante, sorpreso da quel comportamento, ma poi sentì le bracia muoversi da sole e stringere ancor di più a sé quel ragazzo che amava così tanto. Rimasero così fino a che che Yami non prese parola.

- Seto io… io provo la stessa cosa: il cuore non risponde più ai miei comandi quando sono vicino a te. E io non riesco a fermarlo. Non ti ho mai odiato anche quando ho creduto che fosse impossibile per te amare una persona come me. Siamo diversi ma io non ho mai smesso di amarti. Non sai quanto mi hai fatto felice dicendomi quelle parole – Yami si staccò da lui leggermente, in modo da poterlo fissare negli occhi. Seto lo stava fissando con quelle pozze blu splendenti di felicità.

- Yami… -

- E sai perché ora ti sono praticamente saltato addosso? – rise lievemente e si rispose - Perché ti amo, Seto. E ti amerò per sempre -

seto non potè credere alla felicità che pompava forte il suo cuore così tanto da sentire male.

Yami, yami lo amava! Yami ricambiava il suo sentimento! Yami non lo aveva respinto!

- Yami… quando sono felice per queste parole – sussurrò Seto, gli occhi velati.

- Non sai quanto ho aspettato io per dirtele – replicò Yami, anche lui commosso e felice. Felice come non lo era mai stato prima.

- Posso baciarti? Posso baciare la creatura bellissima che stringo tra le braccia e che mi ha giurato amore eterno? – chiese Seto tra il serio e il faceto, che davvero desiderava posare le sue labbra su quelle del suo amore.

- Non puoi. Devi – fu la riposta del Faraone, che si sporse, avvicinando le sue labbra a quelle di Seto. Chiuse gli occhi mentre Seto li fece rimanere aperti: voleva fissare quella scena bellissima nella mente.

Inizialmente fu un lento sfiorarsi di labbra ma quando Seto spinse la sua lingua sulle labbra del faraone, chiedendo silenziosamente il permesso ad entrare, Yami non si fece pregare e lo accorse, felice, gioiso, desideroso di un bacio più profondo.

Quando infine si staccarono avevano entrambi le guance rosse ma un grosso sorriso stampato sul viso.

- Ti amo, Seto Kaiba -

- Ti amo, mio faraone – e tornò a baciarlo.

 

 

 

THE END

Mistress Lay

 

 

COMMENTATE, mi raccomando!!!

Se vi è piaciuta… commentate che io ho in mente un piccolo sequel!!!!

Bax a tutti

  
Leggi le 23 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh / Vai alla pagina dell'autore: Mistress Lay