Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: keli    12/03/2010    2 recensioni
... come fare a non pensare che questo sia solo uno splendido sogno?
[Alice/Cappellaio]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di Incubi, Risvegli
e Tazzine da Té~

E vissero felici & contenti







Non era forse finita?Cos’era successo? Cosa era andato storto?
Tante domande, nessuna risposta. Le fa male la testa, ma quelle domande continuano a ronzarle attorno, prendendo forma di facce ghignanti.
Cos’è accaduto?
Non lo capisce. C’è silenzio, lì dove prima c’era stato solo il fragore di una battaglia.
L’aria è pesante. Come una cappa, stringe, soffoca, toglie il respiro e le forze.
Sente la terra sotto di se, il viso premuto sul terreno, accarezzato dall’erba che odora di…
sangue.
Vorrebbe urlare, ma non sente più la voce.
Ha la nausea, l’odore penetrante di quei fili verdi impregnati del liquido scarlatto le fanno rivoltare lo stomaco.
I sogni possono sanguinare?
Non riesce a mettere in ordini i pensieri per rispondere a una domanda per altro senza risposta. Sarebbe un degno indovinello da proporre al Cappellaio.
Già, il Cappellaio.
Chi sa dov’è finito. Chi sa se sta bene.
Ma c’è troppo silenzio. Fa paura.
Perché nessuno urla più? Perché nessuno combatte?
C’è una battaglia in corso, no? Forse è finita? Se è così… chi ha vinto?
Spera fortemente che non sia la perfida Regina Rossa. Quella malefica donnetta viziata non merita di governare sul Paese delle Meraviglie.
… e se avessero perso?
Non può pensarlo, si rifiuta di dar forma a quella domanda inconsistente che le accorcia il poco fiato che riesce ancora a trattenere nei polmoni.
Oh no, sarebbe tutta colpa sua!
Era lei a dover uccidere il bestiale Ciccialampa… ma nemmeno l’orrido fiato del mostro si sente più.
Semplicemente non c’è nulla.
Su fatti forza, devi alzarti! Devi tornare a combattere…
Piano, un colpo di tosse, e lentamente incespicando ritorna in posizione seduta. Alza il viso, incurante dei capelli biondi appiccicati alla fronte e del suo aspetto non proprio gradevole.
Altro che Cavaliere della Regina!
Si guarda intorno e ciò che vede è solo distruzione.
La Morte si sente fin lì. Aleggia sul campo, sulle Carte Rosse riverse a terra, sui Soldati della dolce Regina Bianca che non respirano più.
Il cielo è grigio. C’è aria di tempesta.
Ma è impossibile!
A SottoMondo non piove mai…
Terrorizzata, una spalla ferita, vaga per il campo alla ricerca di qualcosa.
-cosa piccola Alice? Cosa vai cercando ancora-
S o n o t u t t i m o r t i.
Le viene da piangere, ma la disperazione è perfida, sottile, non ha mai limiti.
Trattiene il fiato, c’è qualcosa a terra.
Avanza, non riesce a distinguerlo bene…
… si tratta di un cappello a cilindro consunto, dal colore indefinito, con un nastrino rosa.
Si ferma Alice, trattenendo il respiro. Non vuole vedere, non vuole alzare lo sguardo da terra.
Ma la pozza rossa che si allarga, cingendo la falda del cilindro la costringe a guardare oltre.
Una mano bianca, ricci capelli scomposti, viso esangue, sguardo verde, folle, aperto nell’eternità.
E un sorriso di scherno che riecheggia con la forza di un tuono per tutto il SottoMondo.
<< NO CAPPELLAIO! >>
Trema, sente di voler urlare più forte, di dover fare qualcosa. Non è possibile che lui sia morto… e poi c’è tutto quel sangue… tutto quel sangue…!
Si stringe nelle braccia, cadendo in ginocchio, sfogando tutto il suo dolore e il suo orrore.
Oramai non c’è più niente.

<< Alice… Alice calmati! >>
Delle braccia forti la stringono, carezzandole delicatamente i capelli.
Riapre lentamente gli occhi, trovando davanti al viso il sorriso rassicurante del suo matto uomo, che la guarda con quegli occhi senza tempo, preoccupato, cullandola come una bambina.
Ritorna a respirare normalmente Alice, sentendo sotto di se la consistenza morbida di un materasso, e ai piedi le lenzuola madide di sudore, attorcigliate nell’agitazione.
Ritorna a guardare il Cappellaio, sospirando di sollievo, e stringendolo più forte a se.
<< Era solo un incubo… >>
Mormora, cercando di rassicurarsi.
Il Cappellaio della Regina annuisce, sorridendo, lasciandola andare delicatamente e riappoggiandola al cuscino. Ritorna in posizione eretta, seduto sul materasso, guardandola esitante.
Non vuole lasciarla sola, sembra così sperduta e spaventata.
Forse dovrebbe fare qualcosa.
Ma le idee che gli vengono nella sua folle mente sono tutte insane e talvolta comprendono una scrivania e un corvo.
Ha come l’impressione che non servirebbero a molto.
Si trattiene dallo scoppiare in una risata ilare, comprendendo che non è la situazione adatta.
Si volta, sentendo lo sguardo esitante della bella fanciulla su di se.
Schiocca la lingua, cercando le parole adatte, chinandosi su di lei e accarezzandole il viso.
<< Tranquilla piccola Alice… è tutto a posto. Hai sconfitto la Regina Rossa e il suo disgustoso mostro. Il Paese delle Meraviglie è tornato al suo antico splendore e tu sei rimasta qui con me >>
Le assicura, sfiorandole le labbra in un bacio delicato, timido quasi. Ancora nemmeno lui crede che la sua Alice sia potuta rimanere. Che sia per tutta la vita al suo fianco e rallegri le sue giornate.
Deve essere fuori di testa anche lei per poter sopportarlo tutti i giorni.
Le iridi smeraldo luccicano di un idea, mentre scioglie nuovamente l’abbraccio sparendo dalla stanza e lasciando la giovane in confusione, seduta contro i cuscini.
Certi giorni non lo capisce proprio.
Ma forse è per questo che dopo la battaglia ha deciso di rimanere nel SottoMondo. Preferisce di gran lunga questa matta vita a quella noiosa che le avrebbe riservato il Mondo Reale.
Scuote il capo, ripensando all’incubo che ha appena vissuto. Così reale, così spaventoso.
Forse era solo una possibilità. Un “come sarebbe potuto essere”.
E’ felice che la realtà –per quanto poco possa essere reale in quel posto- sia un'altra.
Sente un colpetto di tosse, e si volta verso la porta.
Il Cappellaio Matto ha un sorriso tutto denti e tra le mani una tazzina di té, il Leprotto Marzolino porta una zuccheriera e un piattino di dolci su cui dorme il Ghiro.
Ride Alice, guardando il Leprotto sgranare gli occhi e togliere la tazzina di mano al Cappellaio, scagliandola dall’altra parte della stanza.
Sente il rimprovero senza senso del Cappellaio, e le richieste di zucchero dell’animale.
<< Oh mio Cappellaio… >
Ed è felice. Non c’è più nessun incubo a minacciarla.
E’ questa C a s a.
  
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