Allora,one-shot divisa in due parti.Protagonisti le mie due creature Aidan e Mathilde alle prese con l'ennesimo problema sentimentale. Leggermente autobiografica.Fatemi sapere se vi piace. Mafalda_
La verità è
che insieme sarebbero stati perfetti.
Peccato che non avrebbero mai imparato,effettivamente,a stare
insieme.
Erano
due creature particolari,Mathilde e Aidan.
Mathilde,dominata dal
vento,era la dolce brezza e il temibile uragano.
Una
vagabonda dagli occhi di zingara,neri e profondi,come il più terso dei cieli notturni.
Le riusciva difficile adattarsi a qualunque schema,così li ignorava
deliberatamente. Impastata d’orgoglio e inconsciamente fragile,da troppo tempo
soffriva la consapevolezza propria di chi riesce a vedere. Svegliatasi troppo
repentinamente percepiva assai chiaramente dolori,sorrisi,richiami e urla di
questo mondo.
La
sua anima conosceva l’ombra e non la temeva.
E poi c’era Aidan,figlio prediletto della Terra e del Sole,nato nello
splendore di una mattinata primaverile reincarnata nel luccichio mielato dei suoi occhi.
Aidan era l’allegria,sfrenata,sfrontata,disinibita,esibita e il calore,accogliente,rassicurante,tenero,antico.
Agiva
d’istinto e poco importava chi ferisse nel frattempo,un suo solo sorriso
sarebbe bastato a curare qualsiasi male. Inconsapevolmente letale,stordiva con
la bellezza,irretiva con il carisma,sferrava il colpo finale con la grazia
innata di coloro che ignorano bellamente la propria avvenenza.
Non
aveva ombre,la sua anima era luce.
Opposti,speculari,si amavano e si odiavano
con pari energia.
Passavano il tempo a piantarsi pugnali nel petto,a riaprire cicatrici,a
sanguinare,a curarsi,a leccarsi le ferite per poi ricominciare daccapo,incapaci
di trovare un equilibrio.
Eppure chiunque avesse avuto a che fare con loro era fermamente convinto
che prima o poi sarebbero finiti insieme. La maestra elementare che gli impediva di farsi lo scalpo a vicenda
quando avevano solo sette anni,il professore di filosofia che assisteva inerme
ai loro accesi dibattiti sulla necessità delle passioni quando di anni ne
avevano diciassette,la madre di Aidan che li beccava a baciarsi negli angoli e
dietro le porte poco tempo dopo.Tutto l’universo mondo era assolutamente e
pedissequamente convinto della fatalità della loro unione…a parte loro.
Non che non ci avessero provato,la madre di Aidan poteva testimoniarlo,e
anche con una certa “passionalità”,ma come due calamite,si respingevano nella
stessa misura in cui si attraevano.
Così erano
arrivati all’unico compromesso possibile per due come loro,amanti idealmente
perfetti,concretamente imbranati:”rimanere amici”.
La loro decisione aveva provocato una certa ilarità fra parenti e
conoscenti.
Declan,il
padre di Mathilde,aveva così commentato:”Quando la smetterete di comportarvi
come due imbecilli?”.Antica saggezza paterna…
Ad
ogni modo la loro “amicizia” andava avanti ormai da qualche mese senza che ci
fossero particolari intoppi.Condividevano ancora la stessa casa,ridevano,litigavano,chiacchieravano
esattamente come prima,nascondendo i “non detti” sotto l’ironia.Peccato che
prima o poi tutti i nodi tendano a venire al pettine e presto si trovarono a
doverne sciogliere uno particolarmente doloroso…
Il loro
“trattato d’amicizia” comprendeva la possibilità di poter frequentare altre
persone. Visto che insieme non riuscivano a combinare nulla di buono avevano
pensato di scombinare un po’ le carte,magari vedere qualcun altro avrebbe fatto
bene a entrambi. “Vi ho già detto che siete degli idioti e che non servirà
assolutamente a nulla?".Aveva commentato Declan con quella che era ormai cupa
rassegnazione.
Comunque Aidan passava il tempo
mostrando la sua “collezione di farfalle” ad ogni essere di sesso femminile che
avesse l’unica peculiarità del respirare,mentre Mathilde aveva preso a
frequentare un musicista inglese.
Thomas
piaceva a Mathilde.Con lui poteva essere chiunque.La matta,la
bimba,l’intellettuale,la gatta,la dolce…e mai la zingara.Thomas non avrebbe mai
conosciuto la zingara.Quella parte di lei restava intimamente legata ad
Aidan,non c’era speranza che potesse riaverla indietro,sempre ammesso che le
fosse mai appartenuta.
Le
piaceva non avere identità,fluttuare,senza responsabilità,lasciare che fosse
Thomas a guidarla dovunque volesse.La leggerezza era una sensazione che non
aveva mai provato,che non si era mai permessa di provare e le
piaceva,molto…
Aveva abbandonato sé stessa
per diventare la donna che Thomas avrebbe voluto fosse,la “sua” donna.Sperava
solo di non fare del male ad entrambi.
Osservò il sole fare capolino dalla grande vetrata e guizzare sulla
testa bionda di Thomas.Gli accarezzò il
viso,immergendo le mani fra i suoi
capelli…riflessi color del miele,dorati…gli occhi di Aidan….
“Credo
sia meglio che tu te ne vada”….
Non
ricordava il nome della biondina che lo aveva maliziosamente invitato a salire
a casa sua e che ora lo stava spogliando con frenesia. Di certo aveva tutte le
curve al posto giusto e non aveva problemi a mostrare la sua “collezione di
farfalle”.La stese sul letto e cominciò a lasciarle scie di baci umidi sulle
cosce.Quella sospirò:”Aidan…”,se non altro lei il suo nome se lo
ricordava…
Sorrise,evitando di
guardarla negli occhi e le sfiorò l’addome con la bocca. Aveva un buon odore di
sapone e fragole,forse troppo dolce.Di certo non aveva nulla a che fare con il
profumo ricco e agrumato che sprigionava Mathilde.Una fragranza unica,indescrivibile,sua…
Cercò di concentrarsi sulla ragazza sotto di lui e incrociò il suo
sguardo. Occhi blu,offuscati dal desiderio, vuoti…così diversi dal mare
tempestoso e scuro degli occhi di lei…
Si fermò di scatto.”C’è qualcosa che non va?”,domandò la biondina.
“Credo
sia meglio che io me ne vada”…