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Autore: Ele_libera    12/03/2010    6 recensioni
{Tratto dal fumetto Tex}
Le 13:50 del 2 agosto 1876. Un afoso pomeriggio come tanti a Deadwood.
Nulla lasciava intuire quello che stava per succedere.
Nessuno poteva prevedere che allo scoccare delle 16:00 quacuno
con una calibro 38 avrebbe messo fine alla vita di una delle più
grandi leggende del west. Nessuno poteva prevedere che pochi minuti
dopo le 16 Wild Bill Hickok avrebbe smesso di respirare steso sul
pavimento del saloon,colpito vigliacamente alla nuca.
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Sulle rive del San Juan - {Tex Willer}'
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Dedicato a Mary,Jele,Jenny,all’amore della mia vita Kit Willer e soprattutto…a tutta quella sabbia…:-)




Era il pomeriggio del 2 agosto 1876. Il calore  del sole estivo batteva sulle strade di Deadwood creando all’orizzonte specchi d’acqua che svanivano allo sguardo man mano che ci si avvicinava. L’atmosfera era tranquilla e monotona,i carri si muovevano lentamente sulla ghiaia sollevando piccoli rivoli di polvere che si dissolvevano tra gli zoccoli dei cavalli che pigramente li scortavano da dietro. Un uomo stava camminando per la via principale della città passando il più possibile sotto all’ombra dei portici delle case per ripararsi dal sole cocente. Camminava per la strada e tutti si voltavano a guardarlo,chi si scansava per cedergli il passo,chi si toglieva il cappello e chinava il capo in segno di rispetto. L’uomo procedeva con passo sicuro verso il saloon,gli speroni dei suoi stivali tintinnavano fieri ad ogni passo. Arrivò all’entrata del locale ed entrò scansando le porte di legno. Era completamente vestito di nero ad eccezione della camicia che si intravedeva appena,coperta in parte dal giacchetto  ricamato e in parte dalla bandana  legata sul collo. Un largo cinturone di cuoio nero,al quale erano fissate due Colt,racchiudeva i pantaloni di pelle,accuratamente infilati negli stivali. Il cappello che teneva calcato sugli occhi non nascondeva i suoi baffi e la sua chioma di capelli che poggiava sulle spalle. Tutto il locale si ammutolì e lo fissò. Dai tavoli dei giocatori di poker si alzavano bisbigli e il barman fissava insistentemente la cameriera. Era lui. Era Wild Bill Hitckok,una delle leggende del west di quegli anni. L’uomo più temuto della città. Non curandosi dei presenti Wild Bill si avvicinò con passo sicuro al bancone del bar. La sua voce riecheggiò nel silenzio del locale “il solito Henry”. Prese il bicchiere e si voltò verso il suo tavolo di poker preferito. Tre delle quattro sedie erano occupate. Uno dei tre uomini seduti prese coraggio “Vuole unirsi a noi per una mano di poker?” - “non dico mai di no a un invito del genere…” rispose Wild Bill con un sorriso intimidatorio “per principio”. Si avvicinò al tavolo ma si fermò e si mise a fissare uno dei tre uomini che stava seduto con la schiena rivolta verso il banco del bar. “qualche problema signore?” Bill stava in piedi di fronte alla sedia posizionata in direzione della porta “qui prenderei freddo alla schiena. Vorrei fare cambio con il tuo posto” disse senza smettere di fissare lo stesso uomo. L’uomo che si chiamava Charlie gli rispose “lo so che questa è la sua solita sedia…ma di riflesso mi sta portando fortuna…lei non sa quanto ne ho bisogno…” - “suvvia signor Hitckok” disse il terzo uomo “non sarà superstizioso anche lei come il nostro Charlie?” Wild Bill distolse lo sguardo da Charlie,si tolse la giacca e si sedette “d’accordo. Non ha molta importanza dopotutto…” “Certo che non ha importanza signor Hitckok. Solo la vita e la morte hanno importanza.” I quattro uomini diedero le carte e iniziarono la prima mano di poker. L’orologio a pendola del saloon suonò le 4:00. Le porte alle spalle di Wild Bill cigolarono. Lui si voltò e vide un uomo fermo tra le due porte. L’uomo urlò” BECCATI QUESTO,MALEDETTO!”.  Poi lo sparo. Hitckok fece una smorfia di dolore e senza fare alcun rumore cadde dalla sedia e finì disteso  sul pavimento di legno del saloon colpito mortalmente alla schiena. Un istante dopo nel locale si scatenò l’inferno. Una donna seduta vicino al tavolo di Wild Bill si alzò e inorridita gridò “HANNO SPARATO A…A WILD BILL HITCKOK!”. Al suo grido fecero eco una miriade di altre voci. Alcuni corsero verso l’ufficio dello sceriffo,altri si riversarono per i vicoli della città in cerca dell’assassino,altri in preda al panico correvano senza meta di fronte al locale. “Wild Bill Hitckok…hanno sparato…a Wild Bill Hitckok…Wild Bill…è morto” Queste erano le uniche parole che riecheggiavano come un motto fra la gente. Una folla di curiosi nel frattempo si era radunata attorno al corpo. Wild Bill giaceva disteso su un fianco,le gambe scomposte,il cappello nero gli si era sfilato dalla testa ed era abbandonato sul pavimento a poca distanza dai suoi occhi sbarrati. Nella mano destra stringeva ancora le cinque carte della partita di poker. Il capitano Messie gli si avvicinò e gli sfilò le carte dalla mano. “Doppia coppia d’assi…niente male…” alzò lo sguardo sulla folla “Wild Bill Hitckok avrebbe vinto questa mano” riabbassò gli occhi sul cadavere “ avrebbe vinto l’ultima mano della sua vita”.

 

Così morì una della più grandi leggende del west. Smise di respirare steso sul pavimento del saloon colpito vigliaccamente alla schiena. Il suo assassino fu cercato a lungo in tutto il South Dakota ma  non fu mai trovato. Centinaia di persone giunsero a Deadwood per assistere al suo funerale. Wild Bill Hitckok fu seppellito su una collina sovrastante tutta la città. Sulla sua lapide vennero incise queste parole: “Here lies Wild Bill Hitckok cowardly murdered “.

 

  
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