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Autore: MrEvilside    13/03/2010    3 recensioni
[Movieverse: Alice in Wonderland di Tim Burton]
La tovaglia è una delle parti più importanti per una perfetta ora del the.
Quando l'ora del the è fatta di tremori e frush-frush.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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What’s under the Hat

Il Cappellaio ne ha tante, di tovaglie per l’ora del the.
La tovaglia è una delle parti più importanti per una perfetta ora del the.
Anzitutto, deve nascondere l’intera superficie del tavolo e ricadere tutt’attorno ad esso con armonia: dev’essere, dunque, né troppo piccola né troppo ampia. Inoltre, dev’essere colorata.
Al Cappellaio piace cucire le tovaglie, perché gli ricorda quando svolgeva il suo lavoro di creatore di cappelli per la Regina Bianca: cuce tovaglie verdi, rosse, viola, a pois, tartan, a quadretti, a righe ed anche a ottagoni.
Il Cappellaio ne ha tanti, di servizi da the.
Il servizio da the è un’altra delle parti importanti per una perfetta ora del the.
Dev’essere di porcellana bianca, con motivi di fiori disegnati sopra dall’esperta mano di un pittore di ceramiche sconosciuto, ed anche il più possibile resistente, perché il servizio da the è la parte dell’ora del the preferita dal Leprotto Marzolino – a parte il the stesso – e lui è solito manifestare tale preferenza scagliando un po’ ovunque le tazzine e i piatti.
Al contrario, al Cappellaio piace un poco tutto dell’ora del the: la tovaglia, il servizio, la teiera dalla quale si eleva il profumo di the appena fatto, la bevanda fumante che riposa nella tazzina e nella quale adora sciogliere le zollette di zucchero, l’esplodere della porcellana che urta il terreno, le risate folli del Leprotto e gli hic del Ghiro, che probabilmente sarebbero più comuni a qualcuno che ha consumato un’intera otre di vino – ma, dopotutto, sono tutti matti.
Ed il Cappellaio sorride di quel suo sorriso storto e strabico, ammirando la tavolata dal suo posto a capotavola, malgrado la scena sia diversa dalla consueta che si ripete ogni giorno: la tovaglia, il servizio e le zollette di zucchero non hanno nulla che non vada – a parte, a voler dir la verità, qualche macchia di the qui e là sulla tovaglia –, tuttavia il Leprotto distrugge le tazzine a causa di un tremore che non è dovuto ad uno dei soliti eccessi di risa e dal Ghiro non proviene un allegro hic, bensì il frush-frush dello spadino che viene estratto dal fodero.
In questo momento, inoltre, più d’ogni altra cosa al Cappellaio piace la teiera che stringe fra le mani con fare protettivo e dalla quale proviene un borbottio indignato, fortunatamente occultato dal suono metallico delle Carte rosse, che circondano il tavolo e che puntano le loro lance contro gli invitati al festino del the, e dalla voce sprezzante del Fante di Cuori, che non sembra esattamente mosso dall’intento di unirsi a loro.
Il sorriso del Cappellaio però sviene di preoccupazione – per quanto ancora non muoia – soltanto quando un lembo della tovaglia si solleva e fra le sue gambe fa capolino il grosso naso umido d’un segugio. I loro occhi si incrociano per un breve istante ed un unico sussurro passa fra loro prima che il cane si ritiri e fugga nella direzione dalla quale il piccolo esercito è arrivato, guidato da un odore immaginario – Abbasso la capocciona maledetta.
Il Fante osserva il segugio per un momento ed aggrotta la fronte – quando lo fa, nota il Cappellaio con una punta di divertimento, le estremità della cicatrice che gli sfregia il volto si increspano quasi a comporre il sorriso del quale le labbra, al contrario, non sono capaci –, ma infine dà ordine alle Carte di seguirlo e se ne va, quasi cacciato da una tazzina volante che si schianta a poca distanza da lui ed accompagnato da un ghigno e da una constatazione che vorrebbe essere un’offesa: « Siete tutti matti ». Il Cappellaio, tuttavia, sa che è semplicemente la verità – e poi, a lui, il Fante di Cuori fa soltanto pena.
Allora gli angoli della sua bocca si riprendono e si arrampicano sui lineamenti del suo viso per tornare all’insù come sono di consueto, mentre le sue dita scivolano al coperchio della teiera nella quale ha nascosto Alice.
Eppure, per quanto possa piacergli l’ora del the e per quanto possa essere contento che Alice sia tornata per prendervi parte, sotto la tesa del cappello i penetranti occhi verdi non sorridono: non l’hanno più fatto da quando in essi si è riflesso il lampo viola del fuoco del Ciciarampa.
Strabici di pazzia ed ottenebrati dal rancore, aspettano. Attendono di poter contemplare il viola del sangue del mostro che rivestirà il corpo morto della Regina Rossa.



Beh, volevo ringraziare tutti coloro che hanno recensito/letto/apprezzato anche solo vagamente le mie due precedenti fanfictions su Alice in Wonderland.
Poi, se non si fosse capito, in questa ho ripreso la scena in cui il Fante di Cuori interrompe il festino del the ed il cane non lo conduce da Alice solo per quella frase del Cappellaio Matto, che gli ha richiamato alla mente l'onore nei confronti dei compagni di ribellione. Che poi, abbasso la capocciona maledetta suona straordinariamente bene.
Io ci ho provato - davvero! - a scrivere qualcosa di allegro, tuttavia anche questa è macabra quanto le precedenti: ho una fantasia sin troppo sviluppata in questo senso - inoltre, il Cappellaio mi ispira darkezza e tristezza, devo ammetterlo.
Oh, un'altra cosa: da me non riceverete mai Cappellaio x Alice. Non le sopporto, non vedo il Cappellaio come partner in una coppia: in quel che scriverò, difatti, lo vedrete sempre come protagonista o comunque parte del Trio di Folli - Cappellaio, Leprotto e Ghiro - od altre cose, ma non con Alice. Volevo avvertirvi, giusto nel caso vi foste mai illusi <3.
Sarò davvero felice se vorrete recensire; in ogni caso, l'offerta di un buon the è sempre valida <3.
  
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