Premetto
col dire che questa fan fiction è nata da un momento di follia momentaneo!
Non
ha molte pretese, ma vuole solo far svagare e far sorridere un po’ chi la
leggerà. ^ ^
Buona
lettura.
KissKiss
KiraKira90
Mihael Keehl
e la
Fabbrica di Cioccolato.
“Allora è vero!”
Con un’energia che a prima vista non gli si sarebbe attribuita,
un anziano uomo, elegantemente vestito e con ancora cilindro e soprabito, era
irruentemente entrato nello studio di una sua vecchia conoscenza. Un giovane
uomo era tranquillamente seduto sulla sua ricca poltrona di velluto a osservare
il fuoco del caminetto scoppiettare.
Non si poteva dire fosse uno studio poco vissuto.
Sullo scrittoio erano sparsi fogli di svariata natura, che probabilmente lui
non aveva ancora degnato di uno sguardo.
Se ne stava assorto ad osservare la legna ardere,
mentre si gustava il tabacco della pipa. Disperse qualche cerchietto di fumo
nell’aria, per poi degnarsi di rivolgere qualche parola al suo ospite.
Rimase comunque assorto a fissare il fuoco, senza
sbattere le palpebre. Le sue occhiaie marcate erano la chiara traccia della sua
insonnia e l’intenso puzzo di fumo il chiaro segno del poco arieggiamento della
stanza.
“Buonasera Watari.” Si limitò al saluto, distante e
pensieroso, con palesemente la mente altrove.
“Ryuuzaki!” Questo avanzò dalla soglia con aria seriamente
preoccupata, togliendosi cilindro e soprabito e gettandoli frettolosamente
sulla sedia dal suo lato della scrivania. “Accomodati pure.” Lo invitò ironico l’altro,
alzandosi dalla sua sedia e dirigendosi alla finestra. Non era rispettoso dare
le spalle a un ospite, ma lui non si era mai preoccupato troppo dell’etichetta.
Barcollando a testa china e con le mani incrociate dietro la schiena mugugnava
con la pipa penzolante, in attesa che Watari arrivasse al punto.
“È vero ciò
che si dice in strada?” chiese questo, sistemandosi il monocolo sul naso, ma
non dando segni di volersi sedere. Impettito, rimaneva in piedi ben eretto e
col mento alto a osservare le mosse dell’amico. Ci fu un lungo silenzio,
intervallato dal dondolo del vecchio pendolo di legno scuro. Ryuuzaki si
raddrizzò, spostando la mano destra in avanti e sfilandosi la pipa di bocca.
“Sono settimane che non esco dal mio studio, non so
quali voci circolino.” ammise. Watari si lasciò sfuggire un leggero colpo di
tosse per invogliarlo a voltarsi o quanto meno a rizzare le orecchie.
“Ma forse puoi aggiornarmi tu, Watari.” terminò,
mentre finalmente incontrava lo sguardo dell’ospite e tornava a sedersi alla
scrivania. “Prego.” Lo invitò a far altrettanto con la mano, mentre svuotava la
pipa. L’anziano amico decise di rilassarsi un poco e seguire il suo esempio,
spostando il cilindro per non schiacciarlo sotto il suo peso.
“Nonostante la tua avversione per la società le
informazioni ti giungono come api col miele. Dubito ti siano sfuggite le novità
riguardo la …”
“… La fabbrica di cioccolato?” lo interruppe l’altro.
“Per l’appunto!” sospirò Watari, giocherellando col
cappello. “Come api col miele.” ribadì il concetto.
Ryuuzaki lo guardò sbieco per il paragone a quel
dolce nettare, ignorando però il commento. “Sì, Watari. Fonti attendibili mi
dicono che il Signor Keehl aprirà la sua fabbrica al pubblico.”
Stava dando conferma all’espressione più che ansiosa
del suo collaboratore. “Non saprei se definire l’evento come un bene o un male!”
esclamò per risposta, lasciando cadere il monocolo che pareva pesare più del
solito.
“Non credo ci sia motivo d’allarmarsi; almeno per
ora.” lo tranquillizzò. “Per quanto la stravaganza e l’alone di mistero, che
avvolgono la fabbrica e il suo proprietario, siano inquietanti, non vedo il
motivo per mobilitare le forze armate.” Ironizzò, lasciandosi sfuggire un
sorrisetto.
“Quella fabbrica è rimasta chiusa per dieci anni,
Ryuuzaki. Se ora riapre i cancelli, ci deve essere un motivo sotto!” argomentò
nervoso. Ryuuzaki manteneva quell’espressione beffarda e divertita, quasi
allettato dalla cosa. “Lo trovi esaltante, non è così?” Watari si alzò offeso,
rivestendosi alla svelta. “Conosco quella tua espressione e non mi piace
affatto!” lo sgridò paterno, finendo di sistemarsi il cilindro e ridandosi la
compostezza solita. Posò il bastone da passeggio a terra, rimproverandolo da
dietro il monocolo. “Sarà meglio che vada. Non disturbarti ad accompagnarmi
alla porta!” si congedò indispettito.
“Watari aspetta.” lo bloccò poco prima uscisse dalla
stanza. “Non credo ci si debba preoccupare, ma sì. Sono altamente divertito dalla
personalità del Signor Keehl e vorrei proprio vedere cos’ha escogitato stavolta.”
Un sorriso gli adornò il viso, mentre pensieroso
premeva l’unghia e la falange del pollice sul mento.
Watari sospirò rassegnato. “Non mi sorprenderebbe
vederti uscire fra noi comuni mortali all’apertura.” sorrise.
“Se pensi questo, mi conosci esattamente quanto
supponevo.”
**continua**
Lo
so forse è una follia questa mia fan fiction, ma scrivendola mi sono divertita
un mondo! XD
Il
capitolo non è molto lungo, ma in fondo è una mezza introduzione di questa
storia un po’ bizzarra e folle.
Dal
titolo avrete capito che è una sorta di mia rivisitazione personale della
Fabbrica di cioccolato il cui proprietario è ovviamente Mello. XD
I
personaggi risulteranno OOC solamente nei limiti necessari alla storia e so per
certo che il più stravolto sarà Mello, a meno che non mi frulli in mente una
diversa trama.
Spero
mi lasciate un commentino con la vostra opinione. ^ ^
KissKiss
KiraKira90