Guarda
Guarda davanti a te.
Lo vedi quel fumo
grigio che sale? Bene. Quello sarai tu tra qualche tempo.
Non gli importa chi
sei, non lo vogliono sapere. Pensano che tu sia “impuro” a
prescindere, lo sei se stavi con gli impuri. A loro non importa, sei una
minaccia, uno scarto di Dio e devi essere punito, eliminato per questo. Non ti hanno chiesto nulla: ti hanno preso,
separandoti dalla tua famiglia, caricandoti insieme a tantissime persone e
buttandoti in un vero inferno.
Hai perso il conto dei
giorni, non sai da quanto sei qui. Non sai dov’è tua madre, tuo
fratello l’hai perso di vista quando siete partiti e tuo padre, beh lui
sicuramente adesso sta meglio perché è morto. Com’è
possibile tanto orrore? Perché tutto questo? Alla notizia di questi “provvedimenti”
che il leader del tuo paese, il Giappone, alleato nelle Potenze Dell’Asse
aveva annunciato tutti erano stati tranquilli perché Giapponesi e quindi
persone “pure”.
Ma allora perché, perché tutta
quella gente? Loro erano Giapponesi ed erano sani quindi perché anche
loro erano stati epurati?
Guarda davanti a te, mentre fai una pausa dall’estenuante lavoro di
rompere pietre, guarda dove quel fumo che sa di orrore e tristezza sale verso
qualcosa di puro come il cielo.
Torno alla mia branda.
Mi reggo in piedi a fatica. Il lavoro è pesante per un ragazzo di soli diciassette
anni. Eppure sono qui, che spacco pietre da mattina a sera senza cibo ne acqua. E questo sarà un circolo vizioso
fino a quando non mi ammalerò e allora, a quel punto, finalmente raggiungerò
la pace diventando cenere e fumo.
Il fuoco, eterno distruttore, sarà per me la salvezza, la rinascita che
finalmente mi darà pace eterna.
Mi sdraio, i miei compagni di camerata sono tutti più vecchi di me. Beati loro moriranno prima; lo so è un pensiero egoistico ma io vorrei morire ora, adesso subito.
Con fatica mi porto il braccio sinistro a coprirmi gli occhi.
Provo ancora dolore per il marchio a fuoco che ho ricevuto, ovvero
il mio nuovo nome: cinque cifre marchiate a fuoco dicono tutto di me.
Sono egoista non mi merito di essere qui. È vero sono omosessuale, ma
nessuno lo sapeva! E anche se lo sono io non mi sento
diverso da mio padre, o da chiunque altro. Dunque perché,
perché sono qui?
“Guarda
davanti a te.
Lo vedi quel fumo grigio che sale? Bene. Quelli sono
i resti delle persone impure. Loro non
sono come noi, loro sono sporchi loro sono i rifiuti
di Dio ed è nostro compito sbarazzarci di essi. Loro, tutti loro non
sono degni di vivere e chi sarà così
fortunato da avere la nostra clemenza potrà contribuire al progresso
della società scientifica. Ci dicono mostri, ma siamo così buoni
con loro non trovi figlio? I mostri
sono loro, tutti loro: down, paralitici,ebrei e omosessuali! Sono loro
la rovina del mondo!”
Questo è ciò che mi disse mio padre, il Generale, quando tutto questo iniziò.
Io amo l’arte, in particolare quella italiana, le
belle statue di uomini forti,robusti e dotati.
Non riesco a capire perché l’amare il
corpo umano si luttuoso. I corpi femminili li trovo scialbi, deboli e poco
attraenti. Gli uomini sono meglio, sono simbolo di forza. Ma se questi pensieri
li venisse a sapere mio padre, gli darei troppo
dispiacere; mi hanno considerato un tedesco perfetto, emblema di bellezza e
purezza. Se sapessero che venero gli uomini, distruggerei i loro sentimenti. Per
quanto io non trovi giuste le loro idee, devo essere
un figlio esemplare oppure diventerò crudele come loro e per quanto ami
mio padre non voglio essere come lui.
Oggi sono stato portato nel campo in cui mio padre dirige le operazioni; odio questo posto. Come si può rovinare così l’uomo, il genere maschile. È atroce davanti a me non vedo altro che corpi esanimi che attendono di essere spostati, oppure uomini e giovani che sono vivi ma, beh sarebbe meglio se non lo fossero viste le loro condizioni.
Ossa. Questo posto sembra un sacrario, non un campo di reclusione. Che posto è questo?
<< Padre. Ma questo posto cos’è? >>
<< Figlio, come vedi questo è il campo di reclusione per gli impuri. >>
<< Perdoni la mia insolenza padre ma, non mi pare siano prigionieri mi sembrano cavie e sono tutti incredibilmente magri, perché? >>
<< Vedi Naruto, gli impuri devono essere puniti.. >>
<< Ma non possono essere solo reclusi? Voi mi avevate detto che li avreste salvati purificandoli! >>
<< Naruto per queste persone la morte è la purificazione capisci, non c’è altra scelta. Sono scarti di Dio e noi suoi prediletti abbiamo il compito di salvare e ripulire il mondo, rendendolo perfetto. Ora per favore aspettami. Torno subito. >>
Non riesco a comprendere mio padre. Chi ci ha detto che noi siamo esseri perfetti? Noi Ariani siamo i prediletti di Dio eh? Ma chi l’ha deciso? Lui? No. A guardare gli “impuri” a parte le differenze per l’etnicità non vedo nulla di diverso. Cos’ho io che loro non hanno?
<< Oggi Naruto avrai un grande onore! >>
<< Ovvero padre? >>
<< In quanto figlio del Generale avrai l’onore di purificare un’anima impura! >>
<< Ha già deciso per me padre? >>
<< No Naruto potrai scegliere tu. Chi vuoi un giovane uomo o donna? >>
<< U-uomo padre. >>
<< Tutto bene? >>
<< Sì. C’è qualcuno che è già stato preso di mira? >>
<< Sì, in effetti sì. Un giovane che avrà all’incirca la tua età è il numero: 8199. Capannone A5- branda 3. >>
<< Lo troverò, non si preoccupi. >>
<< Bravo figlio mio! >>
<< Grazie.. >>
<< Questa è la tua pistola. Portalo nel capanno L7-2 potrai farne ciò che vuoi e sarai da solo. >>
<< Padre aspetti! >>
<< Sì? >>
<< Se volessi intrattenermi posso farlo tranquillamente? >>
<< Vuoi torturarlo un po’? Sei proprio mio figlio! Tranquillo puoi ucciderlo quando vuoi, quel capannone è tuo; nella zona L7-1 c’è un piccolo alloggio è tuo. Così se vuoi torturarlo a lungo puoi farlo con le comodità! Passerò stasera, perché devo lavorare. A dopo figlio. >>
<< Sì padre. >>
Uccidere. Torturare. E questo che Dio vuole? No, non credo proprio. Ma come si fa a decidere della vita di un’altra persona, su quali basi lo fanno? Credo nessuna, temo che l’uomo che io riconosco come padre non sia un puro ma un carnefice, ed è questo che io chiamo impuro: uccidere per il solo gusto di farlo, è abominevole.
Guarda.
Vedi quel fumo laggiù? Quello otouto è il simbolo della fine di
un’era e l’inizio di un’altra. E sarà una bella era
nii-san? Non credo otouto. Perché nii-san? Perché non ci
sarà posto per noi Sasuke, né per me e te
insieme né per il nostro amore. Perché Itachi nii-san? Perché
sarà l’era che distruggerà la cosa
più pura. Eh dimmi nii-san cos’è la cosa
più pura? La cosa più pura Sasuke è l’amore, come
quello che ci lega e temo che purtroppo tutto ciò verrà
distrutto.
Voglio morire nii-san. Chissà se tu sei vivo. Spero di sì; se invece sei in un posto come questo spero che tu sia morto, così presto potremo rivederci. Mi manchi. Mi manca il candore e la purezza del nostro amore, e ci sono tante cose che vorrei dirti ma la prima fra tutte è che avevi ragione e mi dispiace di non essere stato con te di più, ti ho sempre considerato pessimista e invece stavi solo cercando di salvarmi, anche un po’ da me stesso e dalla mia ingenuità.
<< Deportato 8199. Vieni con me. >>
<< Ripeto deportato numero 8199 vieni con me. >>
Realizzo che il numero è il mio. Mi alzo a fatica dal mio giaciglio e raggiungo l’ufficiale, quando mi trovo davanti un ragazzo, che forse ha la mia età, che posso solo definire splendido: lui sì che rappresenta la purezza.
<< Seguimi. >>
Procedo trascinandomi dietro di lui. Ammirando la luce che i suoi capelli emanano quando vengono colpiti dal pallido sole.
Arriviamo in una zona deserta, ma i capannoni restano: che sia finalmente giunta la mia ora?
Si ferma. Che non sappia dove andare? Poi si gira e finalmente vedo quei suoi splendidi occhi azzurri. Una cosa è certa, lui sarà il mio angelo: mi ucciderà, è vero essendo un essere puro, ma non sa che così mi renderà felice. Ma il suo comportamento è strano, poi mi rivolge un sorriso che mi irrita. Non gli basta ammazzarmi? Vuole anche irridermi?
<< Seguimi. >>
Lo vedo dirigersi verso il capanno L7-1. E purtroppo ubbidiente lo seguo, senza poter fare altro.
Mi apre la porta e mi fa accomodare. Rimango spiazzato: questo è un appartamento, c’è un letto un cucinino e il riscaldamento! Ma che gli prende?
<< Siediti, ti porto una coperta. >>
Lo vedo sparire nella stanza adiacente e poi tornare con una coperta in cui mi avvolge, facendomi risedere sul letto. Prende una sedia e si mette di fronte a me.
<< Che stupido! >>
Si rialza e si dirige verso i fornelli; ma che ha questo
tipo?
Mi perdo nel torpore della lana quando mi ritrovo sotto il naso
una tazza fumante, veleno?
<< Thé, molto zuccherato per tirarti un po’ su! >>
Incredulo lo guardo fisso: non mi fido.
<< Ho capito, quanta diffidenza! >>
<< Tsk sei un tedesco! >>
Lo vedo sobbalzare, anche io sono impressionato:
quanto tempo è che non parlavo?
Poi beve un sorso di “thè” e con un sorriso ebete mi porge nuovamente la tazza, che questa volta accetto.
<< Come ti chiami? >>
<< Sasuke. >>
<< Sasuke… >>
<< Uchiha. >>
<< Uchiha? Ma è un cognome giapponese! >>
<< Io sono giapponese, dobe. >>
<< Dobe? E che vuol dire? >>
Sono un pazzo, mi sto prendendo gioco di un tedesco! Voglio proprio farmi ammazzare!
È strano, ma perché
lui è qui? Non so ma questo ragazzo mi piace! È figo! Anche se l’hanno rovinato, ma io
riporterò questa creatura alla sua naturale bellezza!
<< N-niente. >>
<< Come mai sei finito qui? >>
<< Non lo so.. >>
<< Ah ho capito. C’è anche la tua famiglia? >>
<< Mia madre è stata presa, e … mio fratello maggiore ma di lui non so più nulla. >>
<< Come si chiama tua madre? >>
<< Mikoto Uchiha. >>
<< Va bene. Ora bevi il thè se no poi diventa freddo. Resta qui torno tra un po’. Sei al sicuro, non uscire! >>
Ti prego
<< Va bene. >>
Grazie.
Vengo scosso leggermente, apro gli occhi e mi ritrovo il ragazzo di prima davanti. Sorride.
<< Buongiorno! Hai dormito tutta la notte! >>
<< Ah. >>
<< Ecco un thè, coraggio bevi! >>
<< Grazie.. >>
<< Che c’è? >>
<< Come ti chiami? >>
<< Ah! Giusto beh io sono Naruto piacere! >>
Stringo a fatica la mano che mi porge;
<< Ho buone notizie. >>
Senza lasciare la sua mano, alzo lo sguardo lucido per incontrare il suo più dolce. La nostra stretta diventa una carezza, un dolce mano nella mano, io mi beo delle sensazioni che mi provoca la sua mano calda ricominciando a sperare per me.
<< Tua madre e tuo fratello sono salvi. In Giappone. Presto li raggiungerai Sasuke, puoi stare tranquillo. >>
Angelo, tu sei un angelo mi hai salvato dal mio baratro di disperazione. Ma perché?
<< Perché? >>
<< Cosa? >>
<< Perché mi stai salvando? >>
<< Perché tu qui non dovresti starci. >>
<< In realtà io sono.. >>
Ho paura di dirlo ma per fargli capire la verità lo guardo con intensità: ma il suo sguardo è più carico, più forte e mi travolge; è uno sfiorarsi di labbra delicato e puro.
Voglio di più ma lui mi ferma.
<< Sei troppo debole Sasuke, non ora. >>
<< e quando? >>
<< Quando sarai a casa e starai bene. >>
<< Vieni con me? >>
<< No. Non ora devo fare delle cose per mio padre e in cambio potrò venire in Giappone. >>
<< Quando mi raggiungerai? >>
<< Non lo so. Oggi è il 13 Dicembre 1944, vai a casa festeggia Natale e poi io arriverò! >>
<< Giuralo. >>
<< Lo giuro Sas’ke! >>
Il nostri pugni si scontrano debolmente. Voglio crederci alla tua promessa Naruto voglio crederci.
Guarda davanti a te.
Lo vedi quel fumo
grigio che sale? Bene. Perché il grigio non è puro e questo
è l’odio e il disgusto che vengono
distrutti dal fuoco salvatore: distruggono quello che è stato un campo
di sterminio e non di reclusione. Qui ora ci sarà la purificazione, io
con tutti i colpevoli troverò pace. Di una sola cosa
mi pento: ho mandato in fumo la nostra promessa; ma sono certo che tu capirai
Sasuke: capirai che l’odio deve essere estirpato dalle radici e la
purezza deve rinascere: rinasci mia fiammella e brilla distruggendo ciò
che ti vorrà distruggere.
Guarda davanti a te.
Lo vedi quel fumo grigio che sale? Bene. Questo è il simbolo
della speranza: il rosso del calore, dell’amore e del passato terrore. Sta
bruciando, brucia ancora la mia vecchia prigione ma so che un giorno da questo
rinascerà qualcosa di puro, perché il sacrificio della purezza in
persona sarà sicuramente valso: in un futuro dove tu amore stai cedendo la tua luce, beh li un giorno nascerà la
prova dell’orrore che non tornerà mai. Vivrò per te, per il
tuo sacrificio, per me e per l’altra persona che come te ha saputo e saprà amarmi per sempre, perché legati dallo
stesso sangue. Quindi mio dolce angelo, diventa fumo e ascendi
al cielo tua pura dimora e ogni giorno regalerò a te il mio sguardo
più sacro del nome della cosa più pura: l’amore.
Fine.
Il tema
purtroppo è triste, con questa storia non oso nemmeno per scherzo
sminuire o altro uno degli avvenimenti più brutti del nostro mondo: l’olocausto.
Questa storia è nata per una mia stupidata mentale, ma so che purtroppo
su certi argomenti è difficile e triste scrivere. Perdonatemi dunque. Spero
di non aver offeso nessuno, avendo deciso di scegliere questo tema.
Mikkabon.